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ORIGINI E RISORSE DEGLI EVENTI SOCIALI E CULTURALI: TESTI E CONTESTI

Quali sono le origini di un evento?

Spazio: Qui, con esso intendiamo la Terra sia come luogo che più in generale come pianeta. Bisogna cogliere il genius loci, che alla lettera vuol dire "spirito del luogo", scavando nelle fonti e ascoltando le radici comunità. Attenzione però: spesso si usa la metafora delle radici (di un luogo, di una società, ecc.) ma bisogna ricordarsi che un albero non è fatto solo di radici, perché ha il fiato, i rami e vive anche grazie alle sue fronde e dunque non è solo ancorato alla terra (che rappresenta il passato in questa metafora) ma anche all'aria, che sta invece per la contemporaneità e anche per le diversità, le individualità. Non siamo solo radici, solo tradizione (vd. Piante, Mancuso).

Tempo: Ora, senso del...

tempo -> vuol dire che con gli eventi costruisco questo senso collettivo• tempo del senso del tempo, soprattutto se ragiono in termini di periodicità (es. eventi triennali); invece indica che in quell’evento capita qualcosa di così straordinario da condensare in un unico momento una densità di significati che altrimenti sarebbero dispersi e distribuiti (mancherebbero di coesione). Quindi da una parte è il significato dell’evento nel costruire un tempo anche prima e dopo (costruendo il ricordo di quello che c’è appena stato e l’attesa di quello che ci sarà). Chi costruisce eventi non lavora sulla permanenza perché si occupa di qualcosa che ha un ciclo di vita (inizio-sviluppo-fine) e dunque la periodicità è fondamentale: in un evento si deve inserire il ricordo di ciò che c’è già stato e l’attesa di ciò che verrà. D’altra parte bisogna riempire di

significato quel tempo straordinario. Tradizioni, innovazioni e l'invenzione della tradizione, invenzioni sono tre elementi fra loro molto diversi (vd. Hobsbawm). Nuovi appuntamenti, nuove date, rifondazioni del tempo. Ci sono delle date "sfortunate", che hanno meno forza di altre. Società Noi ragioni forti - i soggetti, attori sociali e risorse economiche, che sono le di un evento culturale. Committenti e clienti - pensiamo al ruolo dei committenti nella storia italiana, che ha fatto sì che si moltiplicassero artisti e opere per le molte richieste delle diverse corti e città. Pensando alla modernità, vediamo opporsi il pubblico e il privato. Politiche culturali (pensiamo al tema delle Città della Cultura), governi del territorio, missioni aziendali. Dalle origini alle risorse - evidentemente la committenza pubblica e privata italiana si scatena di fronte a questi progetti (come le Capitali della Cultura appunto),

Che hanno dueaccelerano aggreganovalori comunque vadano le cose: le risorse e le risorse. Aggregarerisorse vuol dire che i tanti soggetti culturali che normalmente sono divisi e in competizionema anche i soggetti dell'economia (es. i grandi sindacati) lavorano insieme mettendosi intornoa un tavolo perché puntano a un obiettivo straordinario. Questo è un evento: una cosastraordinaria per la quale accadono cose straordinarie, fra cui il fatto che chi solitamente faper sè condivide una strada un po' più larga. In più, come abbiamo detto, questaaggregazione di risorse viene accelerata, questo perché gli eventi hanno una "data discadenza". In occasione delle candidature a capitale la data è la presentazione di un dossier,che implica un programma e dei contenuti. Bisogna distinguere fra partner e sponsor, che nonvanno però pensati in maniera passiva perché vanno fatti entrare a monte nella

progettazione non tanto dei contenuti ma in quello che sta dietro il programma. Eventi necessari ed eventi di occasione; le esigenze e i fabbisogni di partenza.

percorso ideativo

Arriviamo al per capire come si fa a lavorare per la creazione, o meglio l'ideazione, di un evento.

  • Una creazione individuale e collettiva.
  • La ricerca dei materiali: fonti, campi di sapere, metodi, sensibilità.
  • L'elaborazione di uno scenario: identificazione della forma e dei linguaggi, dei simboli e dei riferimenti culturali.
  • Il lavoro di gruppo: azioni e relazioni. Cast, squadra, partner, sponsor.
  • Il lavoro sullo spazio. Naturale vs. artificiale. Interpretazione e trasformazione.
  • Il lavoro sul tempo. Attesa e memoria. L'irripetibile e il flusso.

Principio fondamentale: l'evento cambia la società e le persone, lo spazio e il tempo.

Patrimonio Heritage vs. la parola "patrimonio", nel bene e nel male, ci porta a una concezione heritage, più

utilitarista e aziendalista; la parola che significa “eredità”, è la parola inglese che individua i beni culturali e ci porta a una concezione più conservativa del patrimonio, come unqualcosa che semplicemente conserviamo e restituiamo tale e quale alle generazioni future. Viene a mancare l’idea che oggi non dobbiamo soltanto ricevere e trasmettere il patrimonio di ieri ma dobbiamo anche stimolare la creazione del patrimonio di domani.

Per cambiare è fondamentale lo sguardo, “guardare in alto”. Dobbiamo tornare bambini, cioè fare alzare lo sguardo. Cos’è la meraviglia? Cose più grandi di noi. Non è una banalità, perché ormai è difficile meravigliarci, è difficile sentirci più piccoli della meraviglia che si ha di fronte. A tal proposito, ci aiutiamo con una citazione da Le città invisibili di Italo Calvino (1972). Quello che ci dice l’autore è che

nostra memoria. E’ un ricordo che si fa strada tra le pieghe del tempo, che si trasmette di generazione in generazione, che ci fa sentire parte di qualcosa di più grande. La Zemrude d’in su è un simbolo di speranza, di bellezza, di possibilità. È un invito a guardare oltre, a sognare, a credere che ci sia qualcosa di più importante di ciò che vediamo ogni giorno. È un richiamo a sollevare lo sguardo e a lasciarci ispirare dalla grandezza del mondo che ci circonda.

Zemrude d'in giù, percorrendo tutti i giorni gli stessi tratti di strada e ritrovando al mattino il malumore del giorno prima incrostato apiè dei muri. Per tutti presto o tardi viene il giorno in cui abbassiamo lo sguardo lungo i tubi delle grondaie e non riusciamo più a staccarlo dal selciato. Il caso inverso non è escluso, ma è più raro: perciò continuiamo a girare per le vie di Zemrude con gli occhi che ormai scavano sotto alle cantine, alle fondamenta, ai pozzi.

Places of Hope: imaginary cities

Vediamo il progetto un montaggio di città di 80 film di fantascienza in parte distopica che ci fa riflettere molto meglio di tanta sociologia o economia. La fantasia di qualche anno fa ci sta facendo capire il presente.

Eduard Manet, L'Exposition Universelle (1867)

A proposito di immagini, ci fermiamo su un grande dipinto di L'Exposition Universelle (1867), che ci introduce al prossimo capitolo ovvero al rapporto fra eventi e città. Le prime EXPO si svolgono

A Londra e a Parigi, le capitali del mondo di allora. Una delle prime è quella del 1867 a Parigi. Non c'è la Torre Eiffel perché è un'eredità tangibile dell'EXPO del 1889 che celebrava i cent'anni della rivoluzione. Lo sguardo del dipinto è da fuori, dall'esterno. C'è il tema del dentro/fuori, questi cittadini non entrano perché c'è chi può entrare e chi no sia a livello spaziale (ovvero del superare una soglia, in questo caso nell'esposizione universale di Parigi) che temporale (il rischio che questa temporalità diventi un isolamento, un mondo finto dentro il più grande mondo reale).

Arriviamo ora a parlare del rapporto fra eventi e città, di come gli eventi non siano "distrazioni", illusioni o teatri ma sono scene di verità, di rappresentazione e di riflessione sulla realtà. L'evento non è la realtà,

è altro, è una sua immagine. C’è un tema di barriera e di soglia che forse dovremmo superare. L’evento dovrebbe essere parte della realtà, non essere staccato, essere illusione e teatro rispetto alla realtà.

Vediamo altre due citazioni, una di Robert Musil e una di Walter Benjamin. Questi due autori vengono da un mondo tedesco di cultura, germanico-austriaco, e sono due voci importanti del Novecento.

Robert Musil L’uomo senza qualità, Il capolavoro di è un “romanzo mondo” incompiuto. L’uomo senza qualità è l’uomo moderno, il protagonista che si chiama Ulrich. Nelle prime righe di questo enorme romanzo Musil descrive la città (siamo fra il 1913 e il 1930). Descrive una città che potrebbe essere la sua Vienna ma potrebbe anche essere una città americana. In quegli anni c’è già il cinema, c’è già l’America in Europa e quindi il

mondo si è fatto un po' più piccolo disessant'anni prima (l'epoca delle prime EXPO). Questa città immaginaria viene descritta a parole come se si inquadrasse dall'alto ("a volo d'uccello"): l'inquadratura si stringe fino a "inquadrare" Ulrich e un'amica che stanno nei famosi café di Vienna. Sono caratterizzati da grandi vetrate che ti permettono di guardare fuori (torna la dialettica fra interno ed esterno). Le città si riconoscono al passo, come gli uomini... come tutte le metropoli era costituita dai regolarità, avvicendamenti, precipitazioni, intermittenze, collisioni di cose e di eventi, e, frammezzo, punti di silenzio abissali; da rotaie e da terre vergini, da un gran battito ritmico, e dall'eterno discorso e sconvolgimento di tutti i ritmi... Una parola che entra qui e che noi ormai diamo per scontata è "arterie": se le città hanno

un organismi viventi. battito e quindi hanno delle arterie, allora sono La città non è più solo

Dettagli
A.A. 2019-2020
11 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/08 Economia e gestione delle imprese

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher letteralMENTE30 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Ideazione e gestione degli eventi e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Dalla Sega Paolo.