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Appunti: I generi del teatro greco e la struttura della tragedia Pag. 1
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La selezione delle opere teatrali

Eschilo non scrive commedie, al limite abbiamo appunto Euripide che scrive un dramma satiresco che abbiamo già imparato stare un po' a metà strada tra la tragedia e la commedia, è una sorta di tragedia a lieto fine sostanzialmente, mentre in ambito latino c'è più flessibilità presso gli autori e poi la situazione sarà del tutto diversa.

Quindi vediamo che noi siamo di fronte ad una selezione brutale di opere, il tempo ha selezionato in modo secco queste tragedie e tra l'altro quasi anche paradossalmente esiste un'opera forse già evocata di Aristofane che è una commedia dal titolo "Le Rane", che è un'opera un po' meta teatrale come spesso abbiamo capito, in cui è lo stesso Aristofane quasi a lanciare una profezia e a darci un po' l'idea secondo lui di quali sono i maggiori tragediografi, e guarda caso combaciano con quelli più o meno a noi pervenuti, Aristofane immagina di...

dovrebbe essere evidenziato nel testo. Inoltre, è importante sottolineare che il personaggio di Aristofane fa una scelta tra Euripide ed Eschilo, optando infine per quest'ultimo. Questo aspetto può essere messo in risalto nel testo. Ecco una possibile formattazione del testo utilizzando i tag HTML:

Dover mettere in scena un personaggio che deve scendere, deve recarsi negli inferi, scegliere di portare sulla terra e riportare in vita un vecchio tragediografo e deve scegliere tra diversi autori, in particolare tra l'altro sceglie, fa proprio un agone, una gara tra Euripide ed Eschilo e alla fine sceglie Eschilo, questo ci dice che già all'interno questo è un caso interessante, perché abbiamo un Aristofane che si occupa di generi che come sempre, in modo comico come sempre ci dà la sua visione meta teatrale sul genere della tragedia, scherza se li immagina un po' come negli inferi e immagina di doverli prelevare e sceglie il rappresentante non si capisce se in senso ironico o meno, ma rappresentante della tragedia più pura, più rigida che è Eschilo.

La struttura della tragedia:

Premessa tutte queste tragedie è chiaro che comprendono sempre parti recitate, cantate e danzate e del resto la tragedia viene dal ditirambo, e questo dovrebbe essere evidenziato nel testo.

cheabbiamo di fronte è lo schema che tutte queste tragedie seguono, c'è sempre un prologo cioè un discorso che viene prima dell'ingresso del coro, che ci annuncia ciprepara la situazione cioè quali sono gli antefatti dell'azione è una parte recitata da uno o più attori, quindi in questo caso solo gli attori prima che il coro arrivi, è breve una o due scene, e in pochi casi prevedono delle azioni altrimenti sono a scopo introduttivo, soprattutto lo si vede in Euripide, Sofocle e Eschilo propongono parti agite, più azioni mentre per Eschilo è il puro antefatto. I casi dove non sono pervenuti prologhi 2 tragedie di Eschilo, Parodo che è femminile non è il Parodo ma la Parodo, canto d'ingresso arriva il coro è il canto del coro, che viene pronunciato nel momento in cui il coro va a posizionarsi nell'orchestra, di solito contiene le indicazioni sulla composizione del coro e sulle sue ragioni.quindi il coro arriva viene annunciato dalla Parodo poi ci sono gli episodi, il termine episodio dal greco significa ingresso cioè l'idea dell'arrivo dei personaggi dopo il canto del coro, quindi introduzione con solo gli attori prima del coro e quindi è il prologo, Parodo arrivo del coro con suo canto e le sue ragion d'essere, gli episodi vedono l'ingresso dei personaggi dopo il coro, è l'azione vera e propria questo è il cuore della tragedia articolata in questo modo, gli episodi che sono recitati dagli attori, sono individuati da un canto corale che li precede e uno che li segue, quindi si vede veramente che è quasi impossibile distinguere il recitato dal cantato al danzato, nel caso del primo episodio il canto precedente è la Parodo e il seguente il primo stasimo, per gli altri si tratta di 2 stasimi la recitazione degli episodi poteva prevedere lunghi discorsi, quindi delle tirate, osservati confronti dialogici molto.sticomitie in cui ciascun personaggio pronunciava un verso turno, il dialogo qui va ricordato il tema dell' ipocrites che è costui che veramente propone un dialogo serrato, nel dialogo recitato poteva interveniva anche il capo coro detto corifeo, quindi un personaggio che dentro il coro emerge, e lui recitava non solo danzava, cantava, suonava pure recitava gli episodi potevano prevedere parti cantate dagli attori monodie, quindi all'interno degli episodi ci sono gli stasimi, che sono canti del coro in posizione cioè sono già posizionati, il coro è già posizionato, è già arrivato, sta già dialogando eventualmente con l'attore e gli attori gli, stasimi sono parti cantate e danzati dal coro, che di regola restava solo in scena con salvo qualche eccezione quelli che sono intermezzi, momenti di decalage durante l'azione, durante quel recitato dialogato più o meno danzato e cantato dagli attori, cisintonia con la struttura teatrale dell'antica Grecia.

Linea con l'idea di una contaminazione di generi bene o male, questo a preludio e quello che notiamo è che questa articolazione muove attorno all'elemento strutturale sia dell'azione e struttura tragedia che è il coro, tutto viene misurato dal coro, il prologo è l'introduzione prima dell'arrivo del coro, la parodo il canto del coro posizionato, gli episodi che sono a loro volta intervallati da stasimi, in cui addirittura il coro è presente da solo e durante questi episodi ancora una volta quel povero attore che è molto in secondo piano, o quei due o tre poveretti dialogano costantemente o fra di loro o con il coro, l'esodo ancora una volta è il momento che segue l'ultimo stasimo cioè tutto è misurato sull'azione del coro e questo è importante, perché questo è un altro elemento di distinzione con quello che accadrà in ambito latino dove tutto questo non esiste più.

Perché il coro non esiste più e man mano diminuisce di portata e anche di peso, e soprattutto la tragedia latina per quel poco che si può dire potremo dire molto poco della tragedia di più della commedia siamo nella situazione inversa quella del teatro greco, la tragedia latina non è così rigida addirittura uno dei maggiori tragediografi che è Seneca, scrive delle tragedie che forse non sono neanche state rappresentate, sono le tragedie che sono state forse lette all'interno del circolo degli scipioni, quindi non esiste proprio danza, canto dentro la tragedia, quindi struttura fissa e corale che reca in se il portato del rito e del mito perché abbiamo visto che i temi sono quelli legati ai miti. Concludendo il discorso sulla tragedia, rimanendo sui temi legati alla struttura se la struttura è così rigida e se i temi fanno riferimento ai miti, possiamo desumere che le tipologie tematiche sono ridotte, i temi sono pochi si.

ripetono perché è ovvio noi abbiamo un serbatoio molto ristretto di opere, le azioni sono sempre esagerate non sono mai aderenti alla realtà quotidiana, perché in scena c'è la morte in sostanza ci sono uccisioni, e ci sono situazioni capitali, ci sono scontri e i riferimenti sono politici ma sono sempre slegati dalla realtà non è la commedia, i riferimenti restano astratti, volutamente non c'è alcun riferimento all'attualità precisa, vengono esaminati fatti scandalosi cioè fuori dalle regole, perché l'obiettivo principale è la catarsi, l'obiettivo è quello che l'uomo debba purificarsi a teatro, con la visione di situazioni di iperbole cioè portate all'estremo, l'iperbole è una figura retorica che poi porta all'esagerazione, io a teatro vedo ciò che non deve succedere nella realtà, e non può succedere lo scandalo, lo.

scandalo significa tutto ciò che è fuori dalla regola, che non nell'ortodossia che cosa sono queste tematiche? All'osso si riducono sempre a morti, a uccisioni, a una negazione del proprio destino quindi legato alla società e alla famiglia, insomma i valori di quella società la parentela è fondamentale, quindi un reato perpetrato nei confronti di un familiare, è un reato contro se stessi da qui la Medea, da qui anche Antigone chi agisce contro i propri figli e i propri fratelli muore, come anche chi agisce contro le leggi della polis questo si vede con la trama di Antigone. Io vedo rappresentati tutti i reati possibili, sono dei personaggi Antigone forse più Medea che sappiamo uccide i propri figli, vittime della cosiddetta ubris la tracotanza, un termine greco che si scrive hybris quando una persona è piena di se, si agisce per ira per furor andare sopra se stessi superando le regole che ti posizionano in un certo luogo.

l'atto di tracotanza è al centro della tragedia greca, è quando l'uomo va contro il proprio destino, il destino è la natura se tu sei nato in una certa famiglia in un certo ceto sociale, avrai un destino e non puoi manipolarlo altrimenti vieni punito, quindi l'idea è quella che esiste una regola, un ordine c'è in qualche misura un personaggio che tenta di negare questo ordine, e rivoluzionare l'ordine, e non è possibile nella società greca e in questo genere, perché questi temi nella commedia non ci sono, temi che corrispondono ad un genere che è quello dell'eroe tragico, non si può amare la propria madre non è possibile vieni punito, l'amore edipico è luogo di morte non c'è spazio per un discorso di stare più o meno dalla parte del personaggio, il tema della colpa rientra solo relativamente alla società e in questo senso le tragedie sono

rso il conflitto e la violenza, punisce coloro che infrangono l'ordine stabilito. La tragedia mette in scena personaggi che lottano per il potere, per l'amore o per la giustizia, ma alla fine sono condannati alla morte o alla sofferenza. I protagonisti spesso sono eroi tragici, con grandi virtù ma anche grandi difetti, che si scontrano con forze superiori e inevitabili. La tragedia ci mostra la fragilità dell'essere umano di fronte al destino e ci invita a riflettere sulle conseguenze delle nostre azioni.
Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
5 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/05 Discipline dello spettacolo

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher SorliniGia97 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia e tecnica della messinscena e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bergamo o del prof Mazzoleni Elena.