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STRUMENTI DI POLICY PER LO SVILUPPO LOCALE

dei problemi più ricorrenti nell’agenda politica a

Il tema dello sviluppo locale è diventato oggi uno

tutti i livelli di governo: regionale, nazionale, europeo. Questo successo tuttavia non è arrivato senza

fatica, infatti, la dimensione locale dello sviluppo è stata accolta con resistenza sia dalla teoria

economica, sia dalla teoria politica. La scoperta della dimensione locale dello sviluppo costituisce

una sfida non solo per la prima, ma soprattutto per la seconda, che deve analizzare una pluralità di

modelli locali di sviluppo. Uno dei problemi metodologici più rilevanti è la sostanziale non

sovrapponibilità dei luoghi dello sviluppo locale (distretti industriali, aree metropolitane) con

l’ambito di regolazione politica locale effettuata da istituzioni politiche intermedie come il comune,

la provincia, la regione. I confini amministrativi non coincidono quasi mai con i confini dei

sistemi produttivi locali, né con i confini delle culture politiche locali.

 confini amministrativi → caratterizzati da necessaria stabilità e rigidità nel tempo e nello

spazio

 confini dei SPL → necessaria variabilità e flessibilità nel tempo e nello spazio, tipica delle

reti sociali

Le politiche per lo sviluppo locale presentano una pluralità di approcci che possono essere raggruppati

sinteticamente a partire da due prospettive:

il punto di vista dell’attore politico regolatore (governi locali) con una definizione dei confini

1. di tipo amministrativo e una normativa che utilizza lo strumento della regolamentazione per

regolare le relazioni tra attori locali e risorse disponibili, secondo un approccio top-down,

tipico del modello fordista;

2. il punto di vista degli attori sociali ed economici (società civile) che si aggregano localmente,

accomunati da medesimi bisogni e trovano il modo di accordarsi per rispondere ad esigenze

comuni di regolazione (comunitaria e/o di mercato) secondo un approccio bottom-up (logica

democratica). In un secondo momento possono chiedere un riconoscimento formale

all’autorità politica istituzionale. In questo caso i confini sono definiti dalla rete di attori locali.

A partire dagli anni ’90 con l’acuirsi della crisi del modello di sviluppo fordista e del modo di

regolazione politica centralizzato, questo secondo approccio ha avuto una risonanza crescente. Allo

stesso tempo prevale un nuovo stile di governo, quello della governance, distinto dal controllo

gerarchico e caratterizzato da un maggior grado di cooperazione tra lo stato e gli attori non statuali

all’interno di reti decisionali miste pubblico-private.

Diventa fondamentale distinguere tra:

1. Government governo istituzionale. Rappresenta la modalità classica di governo, attribuita

ad una entità statale o comunque legittimata a governare da parte dello stato.

→ azione di governo. Rappresenta l'attività di governo di un territorio (o di una

2. Governance

organizzazione) che deriva dal concorso delle iniziative e delle attività messe in campo da

tutte le componenti sociali che caratterizzano quel territorio (od organizzazione).

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Nello stesso tempo si è andata affermando l’idea che una politica per lo sviluppo locale può essere

davvero efficace solo se riesce ad intercettare risorse locali endogene, attraverso processi di

partecipazione dal basso e di coprogettazione dello sviluppo locale. Lo stesso ruolo dell’attore

politico locale è stato fortemente potenziato sul piano istituzionale. In Italia le riforme Bassanini e

del Titolo V della Costituzione, sulla base del principio di sussidiarietà, secondo il quale i servizi

devono essere erogati dal livello di governo più vicino al cittadino, hanno attribuito ai governi locali

notevoli competenze in materia di regolazione politica dello sviluppo locale.

Si tratta ora di adeguarsi a questo cambiamento da entrambe le parti:

 Attori sociali ed economici → devono attivarsi per partecipare ai processi di costruzione delle

reti di governance (cittadinanza attiva), proponendo progetti di sviluppo locale condivisi, in

grado di ottenere un riconoscimento politico.

 Governi locali → si devono attrezzare culturalmente oltre che istituzionalmente per governare

territori che esprimono domande di regolazione inedite. Si richiede un cambiamento

significativo dello stile di governo di un territorio (concertazione, negoziazione,

coordinamento, animazione territoriale). La vera sfida è quella di mettere in rete i sistemi

locali con il più ampio contesto europeo e globale.

Avviare un complesso processo di innovazione culturale e istituzionale che coinvolge tutti gli attori

dello sviluppo locale e il loro sistema di relazioni.

In particolare, l’attore politico istituzionale è chiamato a giocare ancora un ruolo rilevante, a patto

che riesca a riposizionarsi entro la rete degli attori locali con uno specifico ruolo, riconosciuto e

legittimato dagli attori della rete. Il riposizionamento non può che variare da contesto a contesto e

appare sempre più in relazione con la cultura politica locale e con i modi di regolazione sedimentati

localmente.

Nel caso italiano il tema dello sviluppo locale è stato introdotto nel dibattito scientifico dalle ricerche

sulla Terza Italia di Bagnasco (1977), grazie alle quali si inizierà a parlare di economia periferica

nell’area del Centro Nordest, zona segnata da:

 Appartenenze politiche tradizionali, fortemente radicate nel territorio (DC nel Nordest, PCI

nel Centro);

 Sviluppo di sistemi locali di PMI diffuse sul territorio della campagna industrializzata, definiti

come distretti industriali.

Il concetto di distretto industriale è stato definito da Beccatini, partendo dal caso di Prato, come:

un’unità socio-territoriale un’area

caratterizzata dalla compresenza attiva, in

territoriale circoscritta, naturalisticamente e storicamente determinata, di una

comunità di persone e di una popolazione di imprese industriali. Nel DI, a

differenza di quanto accade in altri ambienti, la comunità e le imprese tendono

ad interpenetrarsi a vicenda. 8

A partire dagli anni ’80, questi studi sulla Terza Italia e sui distretti hanno portato con sé la necessità

di cambiare mentalità nel modo di concepire lo sviluppo locale adottando una nozione di territorio

come costruzione sociale.

Il dibattito che ne è seguito ha avuto il merito di incentivare un dialogo interdisciplinare nelle scienze

sociali chiamando in causa la scienza politica che si era occupata della dimensione locale, dedicandosi

però allo studio delle culture politiche locali dal punto di vista della partecipazione politica o delle

tradizioni civiche, anche quando si cercava di spiegare il diverso rendimento istituzionale delle

regioni italiane. Per un’analisi approfondita delle dinamiche di sviluppo locale diventa sempre più

cogliere il ruolo giocato dalle istituzioni locali e dall’azione politica nei

importante processi locali di

sviluppo, dal punto di vista della cultura di governo del territorio. Bisogna però attrezzarsi con gli

strumenti giusti in grado di approfondire la conoscenza dei contesti locali, dal punto di vista dei

territoriale. E’ necessario comprendere e prevedere perché la stessa policy

processi di governance

applicata in due contesti istituzionali e culturali diversi, possa produrre outcomes (impatti) molto

L’approccio neoistituzionalista può fornire un importante frame teorico che permette di

diversi.

individuare alcune variabili chiave:

1. Le modalità di governo dei beni pubblici locali;

2. La relazione tra stile amministrativo e costruzione sociale delle istituzioni pubbliche locali;

3. Il livello di fiducia verso le istituzioni pubbliche locali e regionali;

4. La relazione tra cultura politica e policy making locale e regionale.

In Italia assistiamo ad una dicotomia:

 Area del Nordest → subcultura territoriale bianca → rete di governance di tipo comunitario,

antistatalista e non interventista

 Area del Centro → subcultura territoriale rossa → tradizione amministrativa del socialismo

municipale, cultura di governo locale più interventista

contesto dell’economia globale, non è più tra imprese ma tra sistemi

Poiché la competizione, nel

locali (Porter 1997), la rilevanza della dimensione politica orientata allo sviluppo sembra giocarsi

ora, essenzialmente nella capacità di attivare risorse locali che siano in grado di costruire un sistema

locale coeso al suo interno e competitivo verso l’esterno, evitando i rischi di una chiusura localistica.

Le differenze di culture di governo locali costituiscono un elemento che può fare la differenza per la

sostenibilità di due modelli locali di sviluppo di PMI, diversamente regolati:

 Emilia Romagna → eredi di una tradizione di governo locale rossa, possono contare su una

maggiore legittimazione dell’attore politico istituzionale e di una consolidata cultura politica

di regolazione

 Veneto → carenza di una cultura di governo locale adeguata a far fronte a queste aspettative

crescenti, correlata da una radicata sfiducia del mondo imprenditoriale verso il ceto politico,

oltre che dalla inadeguatezza della classe politica locale.

studi sui sistemi locali di PMI hanno messo in luce come, nell’era dell’economia globale e

Diversi

dell’UE, la condizione necessaria per essere maggiormente attrezzati a cogliere la sfida del

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mutamento è quella di costruire reti lunghe piuttosto stabili, dotate della capacità di riprodurre un

capitale sociale aperto alle relazioni con l’esterno e regolate dall’attore politico istituzionale

possibilmente regionale.

Sulla base di questi studi possiamo constatare come l’area del Nordest, dove maggiormente è radicata

la Lega Nord, presenta i maggiori problemi di sostenibilità del modello locale di sviluppo, poiché la

chiusura localistica costituisce un ostacolo sia alla costituzione di reti lunghe, sia all’innovazione

culturale, vero motore dello sviluppo economico.

primi anni ’80 si inizia a sentire l’esigenza di attrezzarsi con strumenti di

A partire dai policy adeguati

per fronteggiare le sfide che i sistemi di PMI devono affrontare nel contesto dell’economia globale.

Mantenersi in un mercato sempre più internazionale, per una piccola impresa, comporta un continuo

processo di innovazione di tipo organizzativo che deve essere sorretto da informazioni pertinenti,

Questo tipo di servizi reali, che si contrappongono all’erogazione di incentivi

aggiornate e tempestive.

alla produzione, consiste in una vasta gamma di servizi volti ad incidere sulle variabili strategiche di

aggi

Dettagli
Publisher
A.A. 2015-2016
36 pagine
26 download
SSD Scienze politiche e sociali SPS/10 Sociologia dell'ambiente e del territorio

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher dsimionato77 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Governo locale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Padova o del prof Messina Patrizia.