Appunti giustizia amministrativa
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es. se si riscontrano vizi nelle scelte di realizzare il parcheggio, occorre impugnare il progetto;
il primo atto non riguarda le misure cautelari
Il primo atto è il ricorso contro l'approvazione del progetto e poi il decreto d'esproprio con atto di
motivi aggiunti, sempre nello stesso ricorso originario.
All'interno dello stesso ricorso è possibile aggiungere nuovi motivi: atto di motivi aggiunti in cui si
impugnano nuovi atti.
Le misure cautelari si chiedono in ragione dei reali effetti che ci saranno sul cittadini.
Solo se c'è necessità.
Si tratta di una parte facoltativa in ragione di situazioni oggettive.
Nel ricorso vengono elencati gli atti impugnati.
Il ricorso si compone di due parti:
-parte in fatto
-parte in diritto
parte in fatto: vengono esplicitate per il giudice tutte le situazioni concrete; è la narrazione
• dei fatti
es. ricorrente, proprietario dell'area ha proposto comunicazione di avvio del procedimento;
il comune ha approvato il progetto; il progetto viene approvato in un giorno;
il cittadino ha presentato osservazioni;
viene emanato il decreto d'esproprio.
La situazione della parte in fatto è la prima parte di indicazione degli atti.
La parte in fatto serve per giustificare gli aspetti significativi per rendere più comprensibile al
giudice la parte in diritto.
Parte in diritto: motivi di impugnazione/censure degli atti; i possibili profili di illegittimità
• che riguardano gli atti oggetto dell'impugnazione
Vizi dell'atto amministrativo:
-violazioni di legge
-incompetenza
-eccesso di potere
Concretamente i vizi sono esplicitati attraverso motivi (uno o più motivi).
Nel ricorso sono indicati tutti i vizi dell'atto amministrativo.
In caso di mancata partecipazione del cittadino, i provvedimenti sono affetti dalla violazione dell'art
7.
Come si struttura il motivo di diritto?
Come si rappresenta al giudice la violazione dell'art 7 o violazione di altre norme?
Lo si rappresenta dando indicazione di quello che dice la legge.
Art 7 CPA dice che deve essere comunicato l'avvio del procedimento.
Questo perhè il provvedimento ablatorio espropriativo lede la proprietà privata.
Tesi contenute nel richiamo della norma e considerazioni generali trovano conferma in precedenti
giurisprudenziali.
Nei procedimenti d'esproprio è fondamentale avere la comunicazione di avvio del procedimento a
conferma dei procedimenti giurisprudenziali.
Ulteriori motivi di diritto, violazioni.
Distinzione dei possibili vizi dell'atto amministrativo.
-se violazione dell'art 7, nel ricorso si tratterà la violazione dell'art 7.
-se si rilevano altri vizi dell'atto, ci saranno tanti motivi di ricorso quanti sono i vizi rilevati.
es. decreto d'esproprio
anche se emesso dal dirigente del comune di Varese, emesso dal sindaco, l'atto sarebbe affetto da
incompetenza.
In questo caso oltre alla violazione dell'art 7 c'è anche un vizio di incompetenza.
La norma stabilisce che gli atti ablatori devono essere assunti da un organo dirigenziale e non dal
sindaco.
es. se dovesse emergere che il parcheggio non è fatto per esigenze richieste, rileva una sorta di
eccesso di potere.
Se nel corso dell'istruttoria si riesce a dimostrare che il parcheggio è eccessivo rispetto alle
richieste, c'è un eccesso di potere-quindi ulteriore vizio dell'atto amministrativo.
Istanza di sospensiva: ragioni per cui si richiede la misura cautelare (periculus+fumus)
Conclusioni: annullamento dell'atto amministrativo; richiesta di sospendere il provvedimento
amministrativo impugnato.
Tutti gli atti introduttivi-ricorso (ma anche citazione)-devono essere notificati; la notifica spetta
all'ufficiale giudiziario, ma attualmente viene fatta dal legale (attraverso pec).
La notifica è importante nel processo amministrativo, in quanto la tempestività del ricorso dipende
dal giorno in cui viene notificato.
-Se la notifica avviene entro 60gg, il ricorso rimane nei tempi previsti
-Se la notifica avviene dopo il 61 esimo gg, l'atto è intempestivo, e il ricorso inammissibile.
Dopo la notifica l'atto deve essere depositato presso la segreteria del TAR.
Solo la notifica del ricorso determina la pendenza del giudizio.
Questione: concetto di vizio di atto amministrativo non motivato??
APPUNTI 19/10/15
Lo scopo del procedimento amministrativo è quello di sindacare l'operato della PA e tutelare il
cittadino.
La tutela viene attuata attraverso l'osservazione dei principi costituzionali.
La tutela di interessi legittimi e il ruolo viene attribuito nella tutela dal giudice amministrativo.
Vi sono due organi adibiti alla tutela amministrativa:
-TAR
-consiglio di stato
Art 2 CPA (codice processo amministrativo):
viene garantito il contraddittorio e il principio del giusto processo sancito nell'art 111 cost.
Il rispetto del contraddittorio è il principio che vale in tutti i processo.
Come si applica tale principio??
Ci sono 2 soggetti sullo stesso piano (con eguali diritti e facoltà) davanti ad un giudice imparziale.
Come si manifesta in concreto la parità delle parti??
C'è una parte, un soggetto che propone un ricorso e introduce il giudizio, e da quel momento in poi
le parti hanno uguali diritti processuali.
I privati hanno la possibilità di proporre atti contro la PA.
Il primo atto introduttivo è il ricorso; senza notifica del ricorso non si potrebbe parlare di pendenza
del processo amministrativo.
Al ricorso deve esserci una controrisposta: facoltà in capo a chi subisce il ricorso di rispondere alle
eccezioni contenute nel ricorso-controricorso.
Il ricorrente ha la facoltà di introdurre il ricorso.
La controparte ha la facoltà di introdurre il contro-ricorso.
2 atti spettano al ricorrente e all'amministrazione resistente (ricorso e contro-ricorso); dopo questo
atto iniziale le parti hanno le stesse procedure di difesa, per rilevare le eccezioni.
Ulteriore principio: ragionevole durata del procedimento.
Il processo per essere giusto deve avere come presupposto l'elemento della celerità.
In un sistema di giustizia ideale le forme cautelari sarebbero inutili se il giudice decidesse una via
adeguata.
La ragionevole durata del procedimento presenta vari elementi.
In un provvedimento del consiglio di stato è stato stabilito in via regolamentare la lunghezza delle
sentenze; questo è stato fatto per evitare vizi infondati.
Ogni vizio presentato al giudice deve essere motivato, quindi il limite della lunghezza permette di
evitare troppi vizi da motivare.
Questo è il principio di sinteticità degli atti.
Obbligo di motivazione: le sentenze del giudice devono essere motivate per le eventuali
impugnazioni.
La carenza di motivazione nel diritto amministrativo è deleterio rispetto ad altri settori.
La PA a fronte della sentenza ha l'obbligo di conformarsi!
Se la PA non può conformarsi e non si può dare esecuzione interviene il giudizio di ottemperanza.
Il giudice deve redigere la sentenza con chiarezza e sinteticità.
Come gravano obblighi di sinteticità, allo stesso tempo il giudice deve emanare una sentenza chiara
e non ambigua.
Cosa succede in caso di ricorso al giudice sbagliato?
Il giudice amministrativo è chiamato a svolgere indagini su questioni inerenti diritti soggettivi.
es. questione posta davanti al giudice amministrativo, ma che spetta al giudice del lavoro-limite
Il giudice amministrativo indica il giudice competente.
Ma c'è la possibilità che siano già stati emanati provvedimenti!!
es. impugnazione dell'atto e richiesta di una misura cautelare, provvedimento d'urgenza;
c'è il deposito della richiesta;
il giudice senza convocare le parti emana il provvedimento (procedura inaudita altera parte).
Il giudice non si accorge che non era competente il giudice amministrativo, ma il giudice del lavoro.
Prima del codice del processo amministrativo c'erano dubbi sulla competenza di determinate
controversie, se la scelta dovesse riguardare il giudice amministrativo o il giudice del lavoro.
Sistema in cui non si conosceva il giudice competente.
Soluzione: il giudice da un termine di 30gg; il provvedimento rimane efficace per 30gg, ma decorsi
30gg la parte deve riassumere il giudizio nel termine affinchè il provvedimento mantenga gli effetti
sperati.
Art 11 CDA (codice processo amministrativo)
Decisione sulle questioni di giurisdizione
<1. Il giudice amministrativo, quando declina la propria giurisdizione, indica, se esistente, il giudice
nazionale che ne è fornito.
2. Quando la giurisdizione è declinata dal giudice amministrativo in favore di altro giudice
nazionale o viceversa, ferme restando le preclusioni e le decadenze intervenute, sono fatti salvi gli
effetti processuali e sostanziali della domanda se il processo è riproposto innanzi al giudice indicato
nella pronuncia che declina la giurisdizione, entro il termine perentorio di tre mesi dal suo
passaggio in giudicato.
3. Quando il giudizio è tempestivamente riproposto davanti al giudice amministrativo, quest’ultimo,
alla prima udienza, può sollevare anche d’ufficio il conflitto di giurisdizione.
4. Se in una controversia introdotta davanti ad altro giudice le sezioni unite della Corte di
cassazione, investite della questione di giurisdizione, attribuiscono quest’ultima al giudice
amministrativo, ferme restando le preclusioni e le decadenze intervenute, sono fatti salvi gli effetti
processuali e sostanziali della domanda, se il giudizio è riproposto dalla parte che vi ha
interesse nel termine di tre mesi dalla pubblicazione della decisione delle
sezioni unite.
5. Nei giudizi riproposti, il giudice, con riguardo alle preclusioni e decadenze intervenute, può
concedere la rimessione in termini per errore scusabile ove ne ricorrano i presupposti.
6. Nel giudizio riproposto davanti al giudice amministrativo, le prove raccolte nel processo davanti
al giudice privo di giurisdizione possono essere valutate come argomenti di prova.
7. Le misure cautelari perdono la loro efficacia trenta giorni dopo la pubblicazione del
provvedimento che dichiara il difetto di giurisdizione del giudice che le ha emanate. Le parti
possono riproporre le domande cautelari al giudice munito di giurisdizione. >
Se i provvedimenti cautelari perdono efficacia perchè sono decorsi 30gg, c'è la possibilità di
riproporre ricorso al giudice indicato.
Elementi probatori:
i principi sopra citati impongono che l'attività processuale svolta davanti ad un giudice venga
trasferito ad un altro giudice competente.
Problema: competenza del giudice amministrativo.
Prima dell'entrata in vigore del codice non c'è inderogabilità di competenza del giudice
amministrativo.
Organi della giustizia amministrativa:
TAR
•
es. TAR regione Lombardia (Milano/Brescia)
es. vi sono regione come Veneto/Val d'Aosta dove TAR ha sede nel capoluogo
TAR: suddivisi in sezioni( 1 o +sezioni).
La ripartizione è legata ad aspetti amministrativi, secondo un principio di specializzazione.
Ciò significa che non tutte le sezioni fanno tutto, ma vi sono sezioni speciali.
TAR Lombardia si compone di 2 sezioni in materia edilizia e 1 sezione in materia autorizzatoria.
C'è la possibilità di cambiare in forza delle esigenze dell'organico.
TAR composto da 3 magistrati ( presidente a latere)
Consiglio di stato: organo imparziale
•
Adunanza Plenaria: riunione alla quale partecipano il presidente del consiglio dello stato, 12
magistrati assegnati alla tutela giurisdizionale.
Consiglio di stato:
-prima funzione consultiva: esprimere pareri
-3/4/5/6 sezione:giudice secondo grado
-12 magistrati sede giurisdizionale – componenti dell'adunanza plenaria : questioni delicate che
servono da orientamento per la giustizia amministrativa
es. per avviare azione di risarcimento del danno -obbligatorio parere adunanza plenaria
es. notifiche mezzo pec si possono avviare il ricorso nel procedimento amministrativo?
2 orientamenti:
-1 TAR lo riteneva possibile
-altri TAR lo ritenevano inammissibile
Consiglio di stato (adunanza plenaria): ha il compito di dirimere le controversie.
Di solito i ricorsi vengono portati innanzi al consiglio di stato dove si reputa più favorevole la
riuscita di quella particolare controversia.
es. richiesta autorizzazione;
impugnazione dell'atto a prescindere dal luogo.
Viene impugnato l'atto dove c'è un orientamento giurisprudenziale propenso ad accogliere il ricorso.
Con l'art 13 CPA questo principio viene meno
Art. 13 Competenza territoriale inderogabile
<1. Sulle controversie riguardanti provvedimenti, atti, accordi o comportamenti
di pubbliche amministrazioni è inderogabilmente competente il tribunale amministrativo regionale
nella cui circoscrizione territoriale esse hanno sede. Il tribunale amministrativo regionale è
comunque inderogabilmente competente sulle controversie riguardanti provvedimenti, atti, accordi
o comportamenti di pubbliche amministrazioni i cui effetti diretti sono limitati all’ambito territoriale
della regione in cui il tribunale ha sede.
2. Per le controversie riguardanti pubblici dipendenti è inderogabilmente competente il tribunale
nella cui circoscrizione territoriale è situata la sede di servizio.
3. Negli altri casi è inderogabilmente competente, per gli atti statali, il Tribunale amministrativo
regionale del Lazio, sede di Roma e, per gli atti dei soggetti pubblici a carattere ultra regionale, il
tribunale amministrativo regionale nella cui circoscrizione ha sede il soggetto.
4. La competenza territoriale del tribunale amministrativo regionale non è
derogabile. >
Quindi con l'art. 13 viene sancita la competenza territoriale anche per il giudice amministrativo.
Criteri di scelta per adire il TAR:
1) amministrazione che ha emanato l'atto (competenza territoriale)
2) ambito territoriale entro cui gli effetti del provvedimento hanno una ricaduta
3) norme particolari che riguardano atti con efficacia diffusa sul territorio; la competenza è del
TAR Lazio
es. provvedimento sull'università-competenza TAR Lazio
es. norme in materia di protezione civile-competenza TAR Milano
es. atti assunti dall'autorità energia e gas (sede Mi)-competenza livello nazionale
Tutti gli atti assunti a prescindere da un espressa disposizione di legge hanno un procedimento
amministrativo specifico.
APPUNTI 23/10/15
Contraddittorio: permette una serie di garanzie.
Il ricorrente ha una serie di obblighi, in quanto soggetto parte del giudizio.
Le parti-il soggetto privato o l'amministrazione partecipano entrambi.
C'è una partecipazione del soggetto ricorrente e resistente all'interno del giudizio.
+controinteressati
es. il ricorrente omette di notificare, i controinteressati impugnano
Controinteressati: interesse opposto a quello del ricorrente.
Parti processo amministrativo:
-ricorrente privato
-amministrazione resistente
-controinteressati
Ci sono altre ipotesi in cui c'è la possibilità di estendere il contraddittorio ad altri soggetti.
L'impugnazione del provvedimento amministrativo viene in genere effettuata dal soggetto leso (es.
soggetto che si vede espropriare il proprio terreno), nei confronti dell'amministrazione che ha
emanato il provvedimento.
Ci possono essere soggetti con interessi opposti – i controinteressati.
Ma si possono estendere le parti di questo giudizio anche a soggetti che potrebbero avere un
interesse eguale a quello del ricorrente.
es. soggetti che si dimenticano di impugnare il provvedimento;
oppure non sanno nemmeno dell'esistenza del provvedimento, ma ne hanno conoscenza solo in una
fase avanzata del giudizio.
Prima del passaggio in decisione del giudizio, i soggetti che per svariate ragioni si sono dimenticati
di impugnare il provvedimento, possono intervenire nel ricorso nel corso del giudizio.
Distinzione tra vari soggetti:
-soggetti con interesse uguale a quello del ricorrente
es. soggetto che non vuole l'espropriazione del terreno per il passaggio di una superstrada;
impugnazione del giudizio; a questo giudizio si possono affiancare associazioni ambientaliste che
dicono che la strada non serve.
È possibile che qualcuno intervenga anche a favore dell'amministrazione resistente?
Ci sono 2 opzioni che il legislatore consente:
intervento ad adiuvandum nel giudizio
•
Il soggetto che interviene supporta la tesi del ricorrente; essendo intervenuto nel giudizio può
esserci un'attività processuale di supporto, di incremento delle argomentazioni riportate dal
ricorrente.
Non ci possono essere nuovi motivi!
Il termine decadenziale è di 60gg per la presentazione del ricorso.
Entro il termine conclusivo i soggetti sono tenuti a impugnarlo e a dedurre i motivi.
Il soggetto che interviene nel giudizio oltre il termine di 60gg (quindi 1 anno-6 mesi di distanza), si
considera decaduto dalla possibilità di proporre ricorso; può intervenire e seguire la traccia data dal
ricorso principale.
es. ricorso;
impugnazione del mancato avvio del procedimento;
chi interviene dovrà ad adiuvandum argomentare unicamente su quel motivo del ricorso.
Non potrà dire che c'è una violazione dell'art 3 per difetto di motivazione.
Il processo amministrativo è tassativo nel concedere e dare la possibilità al ricorrente di dedurre
censure e motivi di diritto entro il termine di 60gg.
Si tratta di un termine ridotto di presentazione.
Il giudice amministrativo ha un termine ridotto per cristallizzare la situazione; questo perchè se il
termine fosse di 5 anni, le opere pubbliche non sarebbero realizzate nei termini.
Un'opera verrebbe realizzata a distanza di tempo eccessivo.
Quindi il termine serve per cristallizzare/consolidare un provvedimento che produce effetti per la
collettività.
Alla base dell'attività della PA c'è la tutela degli interessi dei cittadini.
L'interesse della collettività è dato dalla celerità con cui viene realizzata l'opera pubblica; per questo
motivo per l'impugnazione il legislatore ha previsto tempistiche ridotte.
Chi interviene nel giudizio lo può fare fino a quando viene emanato il provvedimento finale.
Le modalità di presentazione dell'intervento ad adiuvandum sono le stesse del ricorso (procura,
deposito, ecc...), tranne i motivi di diritto perchè vengono già illustrati dal ricorrente.
Intervento ad opponendum
•
Si ha questo tipo di intervento quando il soggetto decide di intervenire a sostegno di chi ha emanato
il provvedimento amministrativo.
es. esigenza di una celere conclusione di una strada o di un concorso pubblico.
L'amministrazione che resiste in giudizio è chiamata a difendersi.
Il cittadino può intervenire ad opponendum.
Colui che interviene ad opponendum dovrà allinearsi e spaziare oltre quelle che sono le
osservazioni della PA
es. la PA dice che l'avviso di avvio del procedimento non serviva;
colui che interviene ad opponendum potrebbe dire che è stata fatta la procedura di applicazione.
Nell'intervento ad adiuvandum la strada è già stata tracciata; i motivi devono essere gli stessi e non
possono essere introdotti motivi nuovi.
Nell'intervento ad opponendum i motivi di manovra sono ampi.
Quali sono i soggetti legittimati nel processo?
Coloro che hanno una legittimazione ad agire.
es. se la PA emana un atto di esproprio, solo il titolare può impugnare il provvedimento.
Il vicino non è legittimato ad impugnare.
Chi è il legittimato passivo?
Colui che ha emesso il provvedimento e non altri enti con rilevanza in ordine al provvedimento.
Interesse ad agire.
La tutela processuale è una tutela che va in concreto; è una tutela che valuta l'effettiva qualità del
soggetto che propone il ricorso ad ottenere l'annullamento.
L'interesse ad agire si ha dal momento in cui si instaura il giudizio.
L'interesse deve sussistere sia al momento dell'impugnazione, sia al momento della decisione.
L'interesse deve comunque sussistere dall'inizio alla fine del giudizio.
es. richiesta di rilascio di autorizzazione per un'attività commerciale;
la PA risponde negativamente;
impugnazione del provvedimento.
Il profilo di legittimazione c'è perchè è stato impugnato il provvedimento.
Nella fase iniziale del giudizio i requisiti per intraprendere l'azione di annullamento ci sono.
Ipotesi per cui un soggetto presenta una nuova domanda.
Con la nuova domanda la PA rilascia l'autorizzazione (nel frattempo sono cambiate le norme).
Sussiste ancora l'interesse alla decisione nel ricorso? No!
In presenza di ipotesi di sopravvenuta carenza di interesse, l'interesse alla prosecuzione del giudizio
viene meno, perchè nelle more la PA soddisfa le richieste originarie del cittadino.
C'è un margine di interesse in relazione ad eventuali aspetti di natura risarcitoria.
es. inibizione di un attività commerciale da parte della PA;
danno sul reddito del cittadino che non ha più potuto esercitare attività.
C'è un margine di interesse nella decisione nelle ipotesi in cui ci sia la richiesta di risarcimento del
danno.
Se si ha una semplice richiesta di annullamento occorre la sopravvenuta carenza di interesse.
Azione di annullamento: azione demolitoria con cui il ricorrente cerca di far annullare il
provvedimento amministrativo per un riesercizio del potere.
Art. 29 CPA: l'azione di annullamento si propone in 60gg.
L'annullamento si fonda sui motivi di diritto e censure (vizi dell'atto amministrativo).
Nei casi di azione di annullamento si possono chiedere anche misure cautelari necessarie per
interrompere/sospendere gli effetti del provvedimento amministrativo.
La sola proposta del ricorso non inibisce l'efficacia del provvedimento (es. atto d'esproprio), ma
occorre chieder una misura cautelare che porti all'annullamento dell'esproprio effettivo.
All'interno dell'azione di annullamento le misure cautelari sono tese a sospendere il provvedimento.
Si possono proporre altre azioni all'interno dell'azione di annullamento:
-azione di condanna
-azione di risarcimento del danno
Prima del codice del processo amministrativo (quindi prima del 2010) c'era stato un dibattito sul
fatto se potesse essere proposta la richiesta di risarcimento del danno senza un l'impugnazione del
provvedimento amministrativo.
es. impugnazione di un atto di diniego;
-richiesta di annullamento
-richiesta di risarcimento del danno
Si può chiedere il risarcimento del danno senza impugnare il provvedimento amministrativo??
Solo l'illegittimità del danno amministrativo non è sufficiente a richiedere il risarcimento del danno;
deve essere provato.
Soluzione dibattito; non c'è un onere di correlazione tra l'impugnazione del provvedimento e la
richiesta di risarcimento del danno.
L'esercizio dell'atto amministrativo non ha obbligo di risarcimento del danno (per cui deve essere
provato dolo e quantum).
Tema di valenza processuale: si può richiedere il risarcimento del danno senza l'impugnazione del
provvedimento??
Dibattito della corte di cassazione e dell'adunanza plenaria del consiglio di stato:
-secondo la corte di cassazione: il risarcimento del danno può essere chiesto a prescindere
dall'impugnazione del provvedimento
-secondo l'adunanza plenaria: occorre una preventiva impugnazione del provvedimento
amministrativo; solo dopo può essere proposta la richiesta di risarcimento del danno
Pregiudizialità amministrativa: impugnazione +risarcimento del danno
art 30 co. 3
< La domanda di risarcimento per lesione di interessi legittimi è proposta entro il termine di
decadenza di centoventi giorni decorrente dal giorno in cui il fatto si è verificato ovvero dalla
conoscenza del provvedimento se il danno deriva direttamente da questo. Nel determinare il
risarcimento il giudice valuta tutte le circostanze di fatto e il comportamento complessivo delle parti
e, comunque, esclude il risarcimento dei danni che si sarebbero potuti evitare usando l’ordinaria
diligenza, anche attraverso l’esperimento degli strumenti di tutela previsti. >
Comma 3: può essere proposta l'azione di risarcimento del danno a prescindere dalla richiesta di
annullamento dell'atto
Particolarità: il giudice nel momento in cui è chiamato a valutare la richiesta di risarcimento del
danno, non si limita a verificare il quantum, la legittimità, ma verifica il comportamento delle parti
nell'ambito del processo, i comportamenti in ordine alla vicenda.
es. impugnazione per annullamento+richiesta di risarcimento;
ipotesi in cui il ricorrente fa richiesta di risarcimento, ma omette di dare avvio all'azione di
annullamento dell'atto; in questo caso il cittadino che non ha esercitato il diritto d'azione ottiene il
risarcimento, ma al posto di ottenere 100 il giudice gli concede solo 20.
es. richiesta di autotutela di un atto di fronte all'inerzia della PA;
in questo caso il cittadino ha svolto tutta l'attività preventiva tesa ad evitare il procedimento, per cui
il giudice gli concede 100.
Nella valutazione dei comportamenti incidono anche le misure cautelari.
1) Richiesta di annullamento del provvedimento
2) Sospensiva del provvedimento
-Senza la sospensiva il danno aumenta
-Senza la sospensiva, ma con la richiesta del danno, il giudice non può valutare negativamente il
comportamento
Viene reinserita una sorta di pregiudizialità: non c'è un effetto di limitazione, ma è come se ci fosse.
Serve a contribuire a incrementare il possibile danno.
Se non si formula la richiesta di risarcimento del danno all'interno del procedimento
amministrativo- richiesta entro 120gg decorrenti dall'impugnativa-passa in giudicato la sentenza.
C'è una scissione delle richieste.
Tesi: ipotesi di concorso di colpa del danneggiato; principio contenuto nella sentenza 3/2012
dell'adunanza plenaria del consiglio di stato.
Ultima azione (CPA): avverso il silenzio della PA
Contenuta nell'art 2 della legge 241/90.
Quando la PA non conclude il procedimento amministrativo nei termini previsti, c'è un azione che
porta la PA a concluderlo.
Nel caso di attività vincolata il giudice entra nel merito del termine decadenziale di 60gg.
Ha un termine di 1 anno per la conclusione del procedimento.
APPUNTI 26/10/15
Misure cautelari: art 55/56 CPA
Le misure cautelari sono necessarie, perchè non si riesce a concludere il procedimento in termini
brevi.
Sono previste il tempo necessario per consentire al giudice di giungere alla decisione finale.
Misure cautelari: strumento che consente di sospendere il provvedimento oggetto di impugnazione
per un certo periodo di tempo:
-ipotesi sospensiva- fino alla sentenza
-ipotesi dei provvedimenti monocratici da parte del giudice amministrativo -sino alla decisione in
camera di consiglio sulla richiesta di sospensiva
Con le misure cautelari il provvedimento amministrativo viene sospeso.
Presupposti per chiedere la misura cautelare:
fumus: ragionevole probabilità che il giudizio possa essere accolto;
•
il giudice nel vantare se accogliere o meno la richiesta cautelare fa una sorta di previsione dei vizi
dedotti nel corso del giudizio
Il giudice deve leggere preventivamente le carte e fare un'ipotesi sui vizi.
La sospensiva avviene in camera di consiglio.
Le parti si riuniscono in camera di consiglio e decidono.
Vi sono però anche misure monocratiche con il magistrato che legge il ricorso e decide.
Se il giudice ritiene fondato il ricorso, esiste un presupposto per l'emissione di un provvedimento
cautelare.
Periculum in mora: danno grave e irreparabile che deriva dall'esecuzione del provvedimento
• amministrativo; deriva dal fatto che la PA dia seguito a quelle che sono le previsioni del
provvedimento impugnato nel ricorso
Per la misura cautelare devono sussistere entrambi i requisiti.
A fronte alla valutazione legata al fumus e al periculum in mora il giudice è vincolato?
Se il giudice ritiene che sussistano i requisiti, il giudice è vincolato ad accogliere la sospensiva?
Se il giudice accoglie la sospensiva, deve accogliere anche la misura in sede cautelare.
Nel caso in cui il ricorso sia fondato, si può decidere la misura cautelare e poi rigettare il ricorso??
Il giudice amministrativo non è vincolato alla decisione assunta dalla misura cautelare.
Nel corso del giudizio esiste la possibilità per il giudice di farsi un'idea approfondita.
Il giudice potrebbe chiedere la nomina di consulenti per dirimere una valutazione di natura tecnica.
Oppure chiedere l'esibizione di documenti alle PA interessate.
Oppure chiedere alle parti di produrre nel corso del giudizio documenti atti a far cambiare idea al
giudice.
Oppure ci potrebbe essere un mutamento giurisprudenziale o orientamento diverso in ordine a
determinate valutazioni.
Come vengono proposte le misure cautelari?
Con un ricorso (atto introduttivo del procedimento amministrativo).
Insieme al ricorso può essere proposta un'istanza di misura cautelare, sia la sospensiva, sia
un'eventuale richiesta del giudice monocratico.
Oppure con una distinta richiesta di misura cautelare.
Sussistono i presupposti di misura cautelare dove ci sono entrambi i requisiti:
-fumus
-periculum in mora
Dove in requisiti non ci sono, non ci può essere la misura cautelare.
La misura cautelare non è obbligatoria, ma si può ripresentare nel momento in cui si ripresenta la
domanda.
es. opera pubblica;
1-impugnazione del provvedimento senza richiesta di sospensiva;
il comune da solo una previsione di quell'area.
2-Dopo pochi mesi il comune comunica al cittadino che il terreno è assoggettato ad esproprio;
impugnazione del primo progetto-richiesta di misure cautelari con motivi aggiunti, perchè c'è
un'esigenza di urgenza.
Con la prima impugnazione gli atti non ledevano l'interesse del privato, perchè c'era solo una
previsione da parte del comune, ma era ancora il privato a disporre del terreno.
Nel secondo caso la situazione cambia perchè c'è un danno grave e irreparabile per il cittadino
(esproprio) che ha come effetto la trasformazione dell'area in maniera irreparabile.
2 alternative per proporre le misure cautelari:
-o si propongono con il ricorso
-o successivamente quando c'è un'effettiva urgenza
Il giudice amministrativo è chiamato a fissare la camera di consiglio solo nel momento in cui il
ricorrente deposita presso la segreteria del TAR la domanda di fissazione dell'udienza- l'istanza che
serve a segnalare al giudice che il ricorso è deciso nel merito in sede cautelare.
Senza questa istanza presso il TAR il giudice potrebbe non fissare l'udienza.
Ci deve essere un effettivo interesse al ricorso.
Può essere che il ricorso rimanga in attesa.
È possibile che la persona impugni l'atto e non presenti il ricorso.
Motivazione giuridica: occorre essere tempestivi rispetto all'impugnazione del procedimento.
Non ci deve essere un'interesse alla sentenza, ma c'è la necessità ad impugnare per salvaguardare la
previsione del codice civile per cui gli atti devono essere impugnati entro il termine decadenziale di
60gg.
Non c'è un interesse immediato ad avere una sentenza.
Il codice consente la possibilità al cittadino di tenere sospesa la fissazione dell'udienza fino ad 1
anno dall'instaurazione del giudizio.
Il ricorrente deve presentare entro un termine, altrimenti il ricorso cade in perenzione; come se il
ricorso non fosse mai stato proposto.
Il provvedimento oggetto di impugnazione riacquista piena efficacia anche nel caso in cui vengono
assunte misure cautelari interinali.
es. misure monocratiche
Perenzione: riporta il provvedimento allo stato originario.
Si è decaduti di fatto dall'impugnazione, come se non esistesse l'impugnazione.
Termini di audizione davanti al collegio ai fini di discussione per la misura cautelare:
la camera di consiglio fissa l'udienza decorsi 20gg dalla notifica, e devono intercorre dal momento
del deposito presso la segreteria del TAR altri 10gg.
Il ricorso o la misura cautelare devono essere notificati a tutte le parti del processo: amministrazione
e controinteressati.
Una volta notificato l'atto, il ricorrente deve depositarlo entro 30gg dal ricorso.
Termini di fissazione dell'udienza-istanza:
-non prima di 20gg dalla notifica
-non prima di 10gg dal deposito presso la segreteria del TAR
Il giudice amministrativo nel decidere in ordine alla misura cautelare si pronuncia attraverso un
ordinanza motivata:
-in cui sono contenute tutte le valutazioni circa la fondatezza del ricorso
-danno grave e irreparabile che ha portato il giudice a concedere la misura cautelare
Se sussistono i presupposti, sospende il provvedimento impugnato.
Un'altra forma di misura cautelare è la proposta in sede di sospensiva.
Il giudice potrebbe in sede di sospensiva ritenere che non sussistano in requisiti/presupposti per i
termini impugnati, ma la richiesta viene soddisfatta attraverso la fissazione dell'udienza di merito
entro un termine breve.
es. impugnazione del provvedimento e richiesta di misura cautelare-istanza di sospensiva;
il giudice fissa la camera di consiglio;
però il danno grave e irreparabile non è attuale, ma si verifica dopo 6 mesi;
non viene concessa una misura cautelare, ma viene fissata un'udienza di merito dopo 6 mesi,
quando la sentenza dirà se viene concessa la misura cautelare.
Una sollecita fissazione di udienza di merito va incontro ad esigenze di tutela cautelare.
Altra forma di sospensiva tradizionale.
APPUNTI 30/10/15
Misura cautelare: prassi comma 10 art.55
1)facoltà in capo al giudice di ritenere come forma cautelare la sollecita fissazione del ricorso; non
prevista in aggiunta alla sospensione
All'interno della sospensiva
-prassi secondo cui non c'è una sospensione degli effetti del provvedimento
-ma effetti a tutela degli interessi, con sollecita fissazione dell'udienza di merito
Ipotesi differente nel tempo; gli effetti non sussistono in modo immediato.
Procedura prevista davanti al consiglio di stato:
il TAR non rigetta, ma il cittadino fa comunque appello al consiglio di stato, in modo da accelerare
il procedimento.
2) misure cautelari monocratiche (art 56 codice)
-richiesta insieme al ricorso
-oppure proposte separatamente dal ricorso
La misura cautelare monocratica deve essere preventivamente notificata alle parti.
Non è necessario che la notifica venga perfezionata (notifica mezzo fax o mezzo posta); il giudice
potrebbe comunque decidere su una richiesta avanzata, ma non depositata.
Sospensiva:
-il collegio valuta la richiesta
-nel caso di misure cautelari monocratiche il TAR, il giudice ordinario valuta in merito alla
richiesta; non è detto che ci sia il contraddittorio
Nel caso di misure cautelari monocratiche il giudice ha comunque la facoltà di convocare le parti
per un dibattimento (al di fuori dell'udienza in modo informale).
Qual'è la ratio per cui viene introdotto il sistema di misure cautelari?
Perchè si tratta di casi in cui la PA emana provvedimenti con effetti dirompenti per il cittadino.
es. ordinanze contingibili urgenti: emesse dal sindaco in casi gravi riguardanti la salute dei cittadini.
Il giudice emana un ordinanza per provvedere a eliminare la causa di ostacolo alla salute pubblica
entro e non oltre un termine.
Le ordinanze contingibili urgenti sono provvedimenti legati all'ordine pubblico, che hanno una
ricaduta immediata.
Si tratta di atti che producono effetti immediati.
Mentre le procedura dell'ordinanza (ricorso + istanza di sospensiva), non produce effetti prima di
20gg dalla notifica, il legislatore ha introdotto una misura per cui il sindaco emana un
provvedimento e Tizio ha subito effetti (istanza di sospensiva + istanza monocratica).
Il giudice ha 2 opzioni:
1) provvede alla sospensione dell'atto impugnato.
L'atto è sospeso fino alla camera di consiglio dove, esaminata la richiesta cautelare, il
collegio decide se confermare la sospensione o rigettare la richiesta.
2) provvede al rigetto: il provvedimento emanato dal sindaco mantiene efficacia, ma rimane
ferma la camera di consiglio
es. se Tizio non adempie potrebbe avere rischi di natura penale (rischio per la salute pubblica), ma
deve attendere comunque il giudizio del TAR.
Mentre le ordinanze del giudice sono appellabili davanti al consiglio di stato, le sentenze del giudice
monocratico non sono appellabili ma revocabili.
es. il giudice sospende il provvedimento;
1-il comune propone al presidente del TAR un istanza con nuovi elementi che dimostrano l'effettiva
pericolosità; con questi elementi il giudice può risolvere.
2- oppure in seguito al rigetto della richiesta, il privato può chiedere una revisione della decisione
introducendo nuovi elementi
Mezzo di notifica-fax, pec (oltre ai mezzi tradizionali preventivamente autorizzati).
Il giudice può anche solo fissare l'udienza di merito.
es. il comune concede 15 gg( non solo 2gg); il TAR ha già deciso;
il giudice può non sospendere il provvedimento e fissare la camera d'udienza prima.
Questo tipo di misura cautelare sussiste fino alla camera di consiglio.
La decisione del giudice in sede monocratica non è vincolata in sede collegiale.
es. il giudice ha previsto la sospensione in sede monocratica; non è detto che sia stata prevista la
sospensione in sede collegiale.
La decisione del giudice in sede monocratica viene svolta in modo veloce; il giudice fa un'adeguata
istruttoria a fronte di elementi probatori.
Invece in sede collegiale ci potrebbero essere tutte le parti (possibilità di presentare difese) e viene
attuata una decisione a seguito di un'istruttoria più approfondita (vengono individuati i requisiti di
periculum in mora e fumus).
Il provvedimento monocratico o inaudita altera parte deve presentare entrambi i requisiti:
-periculum in mora
-fumus
Sono gli stessi requisiti previsti in fase sospensiva.
1 presupposto: proroga fino alla camera di consiglio
2 presupposto: pregiudizio grave e irreparabile paventato al ricorrente
Il giudice decide la misura cautelare monocratica attraverso il decreto.
Il giudice decide la sospensiva attraverso l'ordinanza.
Spese cautelari: il giudice nel momento in cui decide deve stabilire anche le spese di tutte le parti
del processo (1 avvocati, 2 contributo unificato).
Si tratta di costi in relazione allo stato, e costi legati al ricorrente.
Viene stabilito che la parte condannata paga le spese al ricorrente (in sede di decisione finale con
sentenza).
Il legislatore ha introdotto questa facoltà anche in sede cautelare (monocratica/sospensiva).
Possono essere previste più misure cautelari?
Sono previste più impugnazioni quando la PA emana nuovi atti:
es. realizzazione di un opera; impugnazione;
-decreto d'esproprio
-richiesta di una misura cautelare
-comunicazione al comune di inizio lavori
Sono 3 atti che necessitano all'impugnazione.
La sospensione è massima quando viene emanato l'atto di dimissione del possesso; nelle precedenti
fasi è possibile chiedere la misura cautelare sul possesso.
Nell'arco del processo è possibile richiedere più misure cautelari, ma in funzione di esigenze di
tutela degli interessi legittimi del cittadino.
Anche se viene rigettata la misura cautelare può essere riproposta o modificata.
Se l'ordinanza di sospensiva viene rigettata, il cittadino ha la possibilità, se vengono modificate le
circostanze, di chiedere la modifica dell'istanza originaria.
es. comparazione di interessi;
è prevalso l'interesse pubblico;
danno perchè istanza non nel rispetto dei termini.
Il giudice emana la decisione in ordine alla misura cautelare, verificando gli interessi in gioco
(pubblico e privato).
es. il giudice sospende il provvedimento indicando la sproporzione
A fronte dell'ordinanza (accessoria di misura cautelare, sospensiva, provvedimento impugnato), la
PA ha l'obbligo di provvedere a quella decisione, emanando un nuovo decreto o riducendo l'area
interessata dall'esproprio.
Il giudice amministrativo in sede monocratica o il collegio in sede di camera di consiglio chiamato a
pronunciarsi sulla sospensiva, che potrebbe definire il giudizio nel merito, non conclude la fase
attraverso un'ordinanza, ma attraverso una sentenza.
Art 60 CPA
<Definizione del giudizio in esito all’udienza cautelare
1. In sede di decisione della domanda cautelare, purché siano trascorsi almeno venti giorni
dall’ultima notificazione del ricorso, il collegio, accertata la completezza del contraddittorio e
dell'istruttoria, sentite sul punto le parti costituite, può definire, in camera di consiglio, il giudizio
con sentenza in forma semplificata, salvo che una delle parti dichiari che intende proporre motivi
aggiunti, ricorso incidentale o regolamento di competenza, ovvero regolamento di giurisdizione. Se
la parte dichiara che intende proporre regolamento di competenza o di giurisdizione, il giudice
assegna un termine non superiore a trenta giorni. Ove ne ricorrano i presupposti, il collegio dispone
l'integrazione del contraddittorio o il rinvio per consentire la proposizione di motivi aggiunti,
ricorso incidentale, regolamento di competenza o di giurisdizione e fissa contestualmente la data per
il prosieguo della trattazione. >
Casi in cui c'è una giurisprudenza consolidata: sentenza semplificata; motivazione sentenza breve.
es. tema di legittimo provvedimento amministrativo con cui è stato abbattuto un immobile;
decisione finale scontata in senso negativo;
motivazioni deboli.
Giurisprudenza consolidata: istituto teso ad accelerare il processo amministrativo.
Le sentenze semplificate sono appellabili.
APPUNTI 2/11/15
Istanza di misura cautelare (esempio)
- può essere presentata unitamente al ricorso
-scissa dal ricorso, perchè non sussistono al momento del ricorso i presupposti per chiedere la
misura cautelare (fumus e periculum in mora)
Caratteri misura cautelare:
-viene indicato il TAR, il giudice amministrativo / organo competente
-n ruolo generale (n assegnato nel momento in cui il ricorrente deposita il ricorso presso la
segreteria del TAR, che contraddistingue il ricorso)
-indicato il tipo di atto: istanza di misura cautelare
-parti del processo: immutabili (sono le medesime del giudizio introduttivo, salvo integrazione del
contraddittorio); contenute nel ricorso introduttivo
-parte legata alle premesse
impugnazione del provvedimento / no emanazione della sentenza/ lesivo perchè il provvedimento
produce effetti adesso.
L'atto viene impugnato immediatamente per evitare la decadenza.
es. la PA emana il provvedimento il 2 novembre 2015;
il termine ultimo per impugnare è il 31 dicembre 2015;
il provvedimento produce effetti, quindi è lesivo;
dopo 6 mesi, quindi il 30 giugno 2016 viene riproposto il ricorso.
Non c'è un interesse immediato ad ottenere la misura cautelare del provvedimento, ma esigenza
successiva.
es. atto d'esproprio;
impugnazione; ma non viene richiesta la misura cautelare perchè il danno grave e irreparabile si
avrà solo a distanza di 6 mesi;
con l'impugnazione si richiede solo la sollecita fissazione dell'udienza;
ad aprile viene richiesta la misura cautelare.
Ovviamente devono essere indicate la ragioni per cui la sospensione non viene richiesta
immediatamente, ma solo in un momento successivo.
-presupposti dell'emanazione dell'istanza cautelare:
perchè il ricorso debba essere ritenuto fondato, perchè gli atti impugnati sono illegittimi, per cui
richiedono la sospensione e l'annullamento.
In questo caso si parla di argomentazioni che dovrebbero indurre il giudice a ritenere fondato il
giudizio.
Perchè non si parla di motivi di ricorso?
I motivi di ricorso sono le censure esplicitate nel ricorso introduttivo.
Nel caso di istanza di misura cautelare non si parla di motivi ma di argomentazioni, perchè ci
sarebbe ancora pendenza dei termini; qui non ci sono motivi, ma argomentazioni più sintetiche.
Ci deve essere un'adeguata e puntuale ricognizione legata ad un danno irreparabile; questo perchè
deve essere chiaro al giudice perchè l'atto non sospeso può causare un danno al ricorrente.
es. viene provato che il ricorrente non può più utilizzare il parcheggio
-conclusioni
L'atto successivo alla notifica dell'istanza cautelare è il deposito presso la segreteria del TAR (vale
come per il ricorso).
L'atto deve essere notificato alle parti.
Dove viene notificato l'atto?
-il ricorso viene notificato presso la sede del comune
-ma nel caso di un atto notificato in corso di causa? L'istanza di misura cautelare avviene a distanza
di tempo
Nel ricorso introduttivo si decide a chi e come notificare.
Nel caso dell'istanza cautelare vale il principio dell'elezione di domicilio; la notifica non avviene
più presso la sede del comune, ma presso la sede dell'ufficio legale.
Possono essere prodotti ulteriori elementi.
A fronte dell'istanza cautelare valgono le stesse regole del ricorso.
L'istanza arriva presso il TAR entro 20gg dalla notifica.
Viene fatta comunicazione alle parti di presentare memorie e documenti 20gg liberi prima della
camera di consiglio.
Vi sono 2 modalità di conteggio dei termini:
1)giorni cd liberi: non viene considerato ai fini della tempestività il giorno in cui scade il termine;
non viene considerato il giorno dell'adempimento all'udienza
2)giorni non liberi: viene considerato anche il giorno del deposito
In camera di consiglio il giudice decide se scegliere o meno le argomentazioni date.
Il giudice si può discostare dalle argomentazioni del ricorrente?
es. viene contestato il mancato avvio del procedimento;
il giudice può dire che il procedimento è illegittimo anche perchè c'è un difetto di motivazione?
Il giudice può andare oltre la richiesta?
es. provvedimento illegittimo (per incompetenza o per violazione di legge);
se nessuna impugna il provvedimento, questo continua a produrre effetti.
Ratio: il giudice può dichiarare illegittimi provvedimenti amministrativi non richiamati dal
ricorrente?
Non è possibile assegnare al giudice la facoltà di andare oltre le censure.
es. atto è illegittimo, ma i i vizi dedotti non sono quelli giusti
es. atto illegittimo perchè assunto decreto d'esproprio;
il TAR dichiara il rigetto del ricorso e conferma l'efficacia del provvedimento originario.
Il giudice deve attenersi alle tesi difensive.
es. in ordine al mancato avvio del procedimento il ricorrente non si difende;
il giudice ravvisa la sussistenza del vizio e dichiara l'atto illegittimo.
Tutele cautelari ante causam:
misure cautelari assunte fino alla proposizione del ricorso.
Nel momento in cui il giudice rileva i vizi può emanare la sospensiva e l'ordinanza monocratica.
Nel codice del processo amministrativo (CPA) è prevista la misura cautelare ante causam, che non
richiede l'instaurazione del giudizio.
Ipotesi di impugnazione del ricorso di sospendere il provvedimento che la PA ha emanato
censurando i vizi dell'atto in un momento successivo.
es. bando di gara; impresa A vince; impresa B esclusa dai lavori;
istanza dove profili di censura, ma motivi di danno che potrebbero derivare dalla mancata
sospensione;
la misura cautelare viene valutata;
esigenza di istituto per il ricorrente che non ha tempo; possibili rischi per l'eventuale esecuzione dei
lavori.
In casi di grave urgenza la misura cautelare ante causam è uno strumento finalizzato a dare tempo al
ricorrente per ricostruire la sfera giuridica, per recuperare i documenti e consegnarli nel termine di
30gg (30gg potrebbero pregiudicare la gara).
In alcuni casi i furbi potrebbero proporre la misura cautelare ante causam, ottenere la sospensione e
poi non fare ricorso.
Per questo motivo il legislatore ha dato un termine perentorio per presentare il ricorso; se non lo fa
entro il termine gli effetti della misura cautelare decadono.
es. 2 novembre 2015-notificato l'atto;
3 novembre 2015-deposito misura cautelare ante causam;
4 novembre 2015- il TAR decide;
dalla decisione del giudice il ricorrente ha 15gg per notificare il ricorso;
19 novembre-termine del ricorso dopo l'ante causam;
il termine per proporre il ricorso scade il 31 dicembre.
Il ricorrente potrebbe far decorrere il termine e non notificare il ricorso (ma al 16 esimo gg cessano
gli effetti).
I termini per proporre il ricorso rimangono gli stessi.
es. istanza con cui viene proposta la richiesta;
il giudice valuta le opportunità di tempo per instaurare la msura cautelare ante causam;
valutazione nel merito;
il TAR decide se confermare o meno quanto deciso ante causam
La tempistica è perentoria; i termini sono perentori per la perdita di efficacia del provvedimento
emanato dal giudice.
La decadenza si ha se non interviene l'instaurazione del giudizio; non solo per evitare l'arma
strumentale, ma per dare certezza al diritto.
APPUNTI 6/11/15
es. provvedimento del comune di Varese, datato 2013, riguardante una sospensiva.
Non è un parere introduttorio.
Provvedimento emanato dal comune di Varese.
Ricorso al Tar Lombardia.
Il procedimento che ha portato all'emanazione del provvedimento- richiesta da parte di un terzo.
In seguito a questo provvedimento qual'è la tutela per il soggetto che ha concluso l'atto?
Qual'è l'elemento motivazionale?
Motivazione per relationem - presunti abusi (immobile non idoneo ad ospitare l'attività).
L'abuso citato nel provvedimento può essere oggetto di sanatoria.
Non c'è un quadro esaustivo della vicenda, ma si ha comunque l'immediata chiusura del punto
vendita.
Effetti del provvedimento:
1) soluzione possibile:
-chiusura del negozio
-richiesta di accesso agli atti
-ricorso
entro il termine decadenziale di 60gg
2) censura nell'ordine all'immediata chiusura;
impedire che l'esercizio commerciale venga chiuso.
Se non c'è una misura cautelare Tizio è obbligato a chiudere.
Dal punto di vista della tutela questa è l'ipotesi preferibile.
In questo caso non c'è subito una richiesta di sospensione del provvedimento.
Secondo un orientamento giurisprudenziale del consiglio di stato, una soluzione è quella di
presentare attualmente per il futuro un ricorso, in attesa del momento in cui si chiedono le misure
cautelari ordinarie (provvedimento monocratico o inaudita altera parte e istanza di sospensiva).
Con questa soluzione di cerca di evitare che l'attività venga chiusa per troppo tempo.
Nelle argomentazioni si esplicano gli aspetti della misure cautelari.
Prima di ottenere il provvedimento presidenziale favorevole che sospende l'atto impugnato, e al
contempo una misura cautelare sospensiva che confermi in sede di sospensiva, viene fatto ricorso.
Che cosa si impugna concretamente?
Quali sono gli elementi dell'impugnazione?
-atto impugnato: ricorso
-soggetto vs altro soggetto
-controinteressati
- per annullamento previa sospensione
-assunzione di misure cautelari
-protocollo 6/11
-riferimento relazione edilizia (provvedimento che richiama un altro atto)-non conosciuta
-atto istruttorio
-atto motivi aggiunti: parte in fatto e in diritto
Questo è un provvedimento che richiama un altro atto, per questo si fa riferimento alla relazione
nell'impugnazione- motivo per cui viene assunto il provvedimento.
La particolarità di questa relazione è che non è conosciuta.
Se non si impugna il provvedimento lesivo contenete la motivazione per relazione, il ricorso viene
dichiarato inammissibile.
Decreto presidenziale/monocratico di sospensione ------------(ragioni di diritto legate ai motivi)
Parte in fatto-argomentazioni:
solo in riferimento al danno grave e irreparabile (periculum) perchè il fumus è oggetto dei motivi di
diritto
-unica forma di reddito
-tutela dei posti di lavoro + fattore sociale (disoccupazione)
-fornitura servizio per il rione
-perdita clientela a vantaggio del concorrente (chiusura per molto tempo)
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