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MANTENIMENTO DELLA COMPETENZA
VALUTAZIONE DEGLI AUDITOR
Principi dell’auditor e dell’audit:
riguarda
-integrità la condotta etica
obbligo
-presentazione imparziale di riferire tutti i fatti relativi alla verifica ispettiva in modo veritiero e accurato
-diligenzacapacità di dare un giudizio basato su un ragionamento preciso in ogni situazione
-riservatezzapuò venire a conoscenza di dati sensibili, non deve divulgarli
-indipendenzaper assicurare l’imparzialità dell’audit e per garantire l’obiettività
basarsi
-approccio basato sull’evidenza su evidenze oggettive.
Certificazione
Strumenti volontari cui possono accedere le aziende norme tecniche la cui osservanza è un elemento di
riferimento non vincolante (non sono obbligatorie)
Come si è giunti alla definizione delle attuali norme tecniche?
Gli standard inizialmente utilizzati nella normativa industriale assicuravano l’interscambiabilità dei prodotti
rendendo uniformi le dimensioni e le misure e sviluppando norme al fine di chiarire alcuni concetti relativi per il
corretto utilizzo delle tecniche professionali.
Successivamente si è esteso il concetto di norma introducendo la descrizione delle caratteristiche meccaniche,
fisiche, chimiche dei prodotti e si è arrivati alla normazione dei controlli di conformità delle specifiche.
L’evoluzione della norma tecnica si è indirizzata verso norme di prestazione dei prodotti, di attitudine all’impiego, di
valore d’uso. La fase finale di questa evoluzione ha portato alla serie ISO 9000 (sulla conduzione aziendale per la
qualità) e ISO 14001 (per le regole sulla gestione della qualità ambientale, ed EMAS (gestione ecocompatibile)
Chi emana le normative?
Gli enti di normazione. A partire dai primi decenni del 1900 si diffonde l’esigenza di codificare le relative specifiche
alle caratteristiche dimensionali e costruttive dei prodotti da parte di organismi indipendenti a carattere nazionale o
settoriale. In Italia, il primo settore è stato quello elettrotecnico in quanto particolarmente problematico. UNI svolge
un’attività normativa, ma anche una discreta attività nel settore della certificazione, oltre che mantenere i rapporti e
rappresentare l’Italia in sedi europee e internazionali.
ISO è una federazione mondiale che raggruppa oltre 140 organismi di standardizzazione nazionali e vuole
promuovere la normazione nel mondo per facilitare gli scambi di beni e servizi.
Cos’è la certificazione?
La certificazione è un documento con funzione di attestare che un prodotto è conforme ad una specifica norma o
documento normativo. L’operazione può essere:
prevista
-cogente dalla legge per assicurare il rispetto dei requisiti minimi obbligatori
-volontariascelta dal produttore.
Chi certifica?
Gli enti di certificazione che sono soggetti accreditati ad attestare la conformità di un sistema di qualità di prodotti,
servizi, aziende ad una determinata norma a cui si fa riferimento.
Tali enti di certificazione sono autorizzati da un ente di accreditamento nazionale.
Enti di accreditamento in Italia:
-SINCERTper gli organismi di certificazione di prodotti
-SINALper i laboratori che compiono qualsiasi tipo di prova
-SITper i centri di taratura sezione
-Comitato per Ecolabel e Ecoaudit Ecoaudit
Come si certifica?
Fase preliminare = impostazione dell’organizzazione aziendale e relativa documentazione secondo i requisiti
normativi rappresentano la parte più impegnativa del processo. Si richiedono molte risorse in termini di tempo, costi
ed energia. Ci si può avvalere di un consulente
Fase di scelta = definito il sistema di qualità e messo a punto il manuale, inizia l’iter d certificazione scegliendo l’ente
a cui rivolgersi documentandosi sulla qualità dell’organismo a cui ci si rivolge.
Fase dell’ispezione = si esamina il manuale della qualità, l’ente di certificazione concorda modi e tempi della visita
inspettiva e dei valutatori restano in azienda
Fase di certificazione = se l’azienda supera l’esame inspettivo, l’ente riporta al proprio organismo collegiale il parere
favorevole e rilascia il certificato. In caso contrario, l’impresa è invitata a correggere gli errori e sottoporsi
nuovamente a verifica.
COSTI AMBIENTALI
Il concetto di costo ambientale include tutti i costi sostenuti dall’impresa ai fini della salvaguardia dell’ambiente.
I costi ambientali potrebbero essere distinti in costi interni, sostenuti dall’impresa e costi esterni, sostenuti dalla
collettività
Il costo ambientale viene qualificato come costo sostenuto per prevenire, ridurre o rimediare a danni ambientali
causati dalle imprese, o per conservare risorse rinnovabili o non rinnovabili.
Si possono identificare costi ambientali in senso stretto e costi della gestione ambientale:
-costi ambientali in senso stretto deriva dalle attività svolte dall’azienda proattiva per migliorare il rapporto con
l’ambienta.
-costi della gestione ambientalecosti sostenuti per ridurre a valle gli impatti negativi dell’attività dell’impresa. Si
cerca di restare entro i limiti consentiti dalle norme.
È importante identificare i costi ambientali per misurare il costo di una strategia, effettuare calcoli riguardo la
convenienza, decisioni da assumere in futuro.
Il criterio adottato è quello della motivazione prevalente dell’intervento attuato e la finalità del costo sostenuto. I
costi sostenuti prevalentemente per ragioni economiche, non rientrano nella definizione di costo ambientale anche
se generano un effetto benefico per l’ambiente.
Utili classificazioni dei costi ambientali interni si ottengono raggruppandoli in base a:
l’ampiezza
-dimensione temporale temporale ci fa classificare i costi in passati e futuri. I costi passati sono quelli
già sostenuti, quelli futuri possono essere certi o potenziali.
alcuni
-grado di discrezionalità sono discrezionali (sostenuti per prevenire, ridurre o riparare i danni ambientali),
altri obbligatori per le norme ambientali presenti.
-utilità economical’imputazione dei costi dovrà essere operata in base alla correlazione che ci porta a considerare
la competenza del periodo. Sono investimenti ambientali quei costi sostenuti e correlati all’attesa di benefici
economici futuri il cui scopo principale è prevenire, ridurre o riparare danni all’ambiente.
-costi per natura o destinazionei costi ambientali possono essere classificati in base alla loro funzione economica,
in questo caso vengono raggruppati per area d’intervento ai fini della tutela delle diverse componenti del patrimonio
naturale.
-costi ambientali speciali o comuni i costi speciali sono quelli attribuiti agli oggetti di calcolo mediante
misurazione oggettiva, quelli comuni sono attribuiti mediante ripartizione.
tale
-costi ambientali fissi e variabili classificazione si basa sul comportamento dei costi al variare del volume di
attività dell’azienda. I costi variabili variano in misura proporzionale al variare del volume di attività. Sono costi fissi
quelli che non subiscono modificazioni al variare del livello di attività.
In base all’approccio incrementale, il costo ambientale è la quota parte del costo sostenuto avente una esplicita
motivazione ambientale. Il valore di tale parte può essere fatto pari al differenziale di costo esistente tra il costo
sostenuto e il costo ipotetico per un bene simile, privo del dispositivo di protezione ambientale. Il maggior costo
sostenuto per acquisire il bene costituisce il valore del dispositivo di salvaguardia dell’ambiente.
L’impiego più restrittivo dell’approccio incrementale porta ad escludere dall’identificazione quei costi incrementali
che non possono essere considerati esclusivi per la tutela ambientale.
Si contrappone l’approccio globale che considera come costo ambientale tutto il costo sostenuto, tale approccio
però potrebbe far aumentare notevolmente l’impegno dell’azienda sul fronte della tutela ambientale
Politica ambientale Strumenti di politica ambientale
Inizialmente non c’erano norme per una politica ambientale comune, ma episodi -strumenti amministrativi: sono strumenti di comando e controllo, cioè
un’ampia classe di strumenti, sotto forma di norme, emanati dall’amministrazione
di inquinamento che non conosce barriere geografiche e diverse politiche
ambientali danneggiavano l’ambiente e compromettevano il buon funzionamento pubblica per garantire standard di qualità dei singoli fattori ecologici ed
del mercato. È stato indispensabile adottare delle linee comuni in materia ambientali e verificarne il rispetto. In mancanza di osservanza, si è sottoposti a
ambientale per salvaguardare il pianeta: 1973 I Programma d’azione delle precise sanzioni giudiziarie o pecuniarie a scopo correttivo. Gli standard fissati si
comunità europee in materia ambientale. riferiscono principalmente a emissioni, prodotti, processi produttivi e qualità dei
Obiettivi del programma: prevenire, ridurre o sopprimere l’inquinamento; cercare –
corpi ricettori. regolamentazione diretta norme zero (livello di inquinamento
di mantenere un equilibrio ecologico; controllare la buona gestione ed evitare pari a zero) mirano all’internalizzazione dei costi ambientali
sfruttamenti; orientare lo sviluppo; considerare maggiormente gli aspetti -strumenti economici:
ambientali. Vennero definiti dei principi: attraverso tasse, sussidi, depositi cauzionali, assicurazioni, incentivi e creazione
-principio di precauzione si deve intervenire anche in assenza di piena di mercati di permessi di emissione trasferibili
certezza scientifica e prove sufficienti a dimostrare l’esistenza di un nesso tra -strumenti volontari: sono strumenti di autoregolmentazione volontaria o di
emissioni ed effetti dannosi sull’ambiente accordo negoziato. Hanno come scopo la diminuzione delle esternalità negative
dell’impatto ambientaleper
-valutazione ridurre e prevenire il danno senza definire a priori standard uniformi o il miglioramento della gestione dei
ambientale problemi ambientali promuovendo e incentivando strategie di cambiamento
-chi inquina paga non si sa se considerarlo un modo per internalizzare i costi attivo da parte delle imprese. Le motivazioni che inducono le imprese a
o per risarcire. partecipare sono diverse: evitare una nuova regolamentazione restrittiva,
ottenere risparmi sui costi, procurarsi benefici d’immagine.
Successivamente vengono introdotti degli articoli che precisano ancora di più le Hanno favorito il
linee guida da seguire: passaggio da un modello aziendale passivo ad un modello p