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AREA METROPOLITANA
Le aree metropolitane possono essere definite come sistema urbano costituito da numerose
municipalità connesse da forti legami funzionali (pendolarismo casa/ lavoro). Dunque assumono
Maggiore importanza le relazioni che legano le città e non più la forma fisica.
I criteri per delimitare le aree metropolitane sono:
Criteri di omogeneità: si raggruppano comuni trovare con carattere simili per dimensione, densità,
indicatori socio-economici.
Criteri di interdipendenza: si raggruppano comuni o aree legati da scambi di persone, Beni o flussi.
Criteri morfologici: si raggruppano comuni o aree appartenenti allo stesso Sistema geografico o
orografico
La prima definizione di area metropolitana è stata data negli Stati Uniti negli anni 50. L'unità di base
è la contea.
Standard Metropolitan areas (SMAs, 1950): una o più contee centrali con almeno 50.000 abitanti con
l'aggiunta di contee contigue.
ITALIA: LO STUDIO CAFIERO-BUSCA (1)
È uno dei più importanti studi in Italia sul fenomeno metropolitano che consente confronti temporali
ti Considera i flussi di pendolarismo come essenziali per delimitare il Campo di forza delle città.
ITALIA: LO STUDIO CAFIERO-BUSCA (2)
Cartina dell'Italia che rappresenta la configurazione delle aree metropolitane al 1989:
Da osservare, oltre alla diffusione del fenomeno metropolitano, la presenza di aree metropolitane
estese e circoscritte, isolati o tendenti ad una saldatura i sistemi urbani di ordine superiore, differenti
livelli di densità demografica.
LE AREE METROPOLITANE NEL 2007
La mappa delle aree metropolitane del CRESME (Centro ricerche economiche, sociali e di mercato) È
molto simile a quella di Cafiero-Busca
LE AREE METROPOLITANE DELL OECD
L OECD (2012) definisce l'area metropolitana come un unità economica funzionale caratterizzata da
un nucleo urbano densamente abitato e da un hinterland con una mercato del lavoro fortemente
integrato con il nucleo.
Queste aree vengono classificate, in base alla popolazione residente in: Grandi aree metropolitane
(più di 1.500.000 abitanti), aree metropolitane (500.000-1.500.000 abitanti), aree urbane di media
dimensione (200.000-500.000 abitanti), aree urbane piccole (fino a 200.000 abitanti).
In Italia ci sono solo 4 grandi aree metropolitane: Milano, Roma, Napoli e Torino.
Altre 7 rientrano nelle aree metropolitane minori: Palermo, Bologna, Firenze, Genova, Catania, Bari
e Venezia.
In totale in Europa esistono 111 aree metropolitane.
Le aree metropolitane sono nodi di concentrazione della popolazione ma soprattutto sono le
principali polarità dello sviluppo economico di un paese.
La legge 56/ 2014 Delrio individua 10 città metropolitane in regioni a statuto ordinario, una con
ordinamento a se stante, 5 in regioni a statuto speciale.
TIPOLOGIE DI PROVINCE METROPOLITANE
Le differenze fra immagini geografiche E politiche delle aree metropolitane È chiaramente evidente
nello studio Anci-Cittadella (2009) che considera 15 province metropolitane, per valutare il grado di
integrazione fra città centrale (core) e comuni circostanti (ring), Sulla base del gradiente relativo ai
seguenti 3 fattori:
Processi insediativi: misurati attraverso la densità abitativa e i tassi migratori
Relazioni funzionali: misurata attraverso i flussi di spostamento casa/ lavoro
Performance economiche: misurata attraverso la distribuzione del reddito pro-capite
È possibile individuare diverse modalità di distribuzione spaziale (gradienti) che consentono di
definire tipologie di aree metropolitane:
Aree metropolitane ristrette: rapida diminuzione della integrazione al crescere della distanza
Aree metropolitane allargate: lenta diminuzione della integrazione al crescere della distanza
Aree metropolitane integrate: integrazioni inizialmente crescente al crescere della distanza
Aree metropolitane estese: integrazione costante al crescere della distanza
Con i loro comportamenti localizzativi, le imprese e la popolazione delineano un sistema di
interdipendenze che definisce campi territoriali propri, non coincidenti con quelli definiti dalle
autorità che governano il territorio.
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VERSO LA MEGA-CITY REGION
Conurbazione e area metropolitana: la città cresce per prossimità, rispetto all'organizzazione della
mobilità, con il primato della città-centrale che attrae (flussi di pendolarismo).
Mega-city region: più sistemi urbani autonomi si saldano in un sistema urbano di ordine superiore;
ruolo decisivo delle infrastrutture; organizzazione marcatamente policentrica (rete di cittadini
complementari).
LE MEGALOPOLI DI JEAN GOTTMAN
Secondo la sua definizione del 1961, la megalopoli è un insieme urbano formato da numerosi grandi
sistemi urbani, fra loro vicini E collegati da relazioni (materiali e immateriali) particolarmente
intense.
Caratteri essenziali della megalopoli: insieme territoriale vasto, struttura interna polinucleare, fitta
trama di relazioni, varietà degli usi del suolo (nebulosa urbana porosa).
Nel 2000 Turri Mette in evidenza una particolarità della megalopoli padana attraverso una cartina,
ovvero la sua indipendenza dal tracciato del Po il ruolo dei tracciati viali di origine romana come
trama fondamentale di costruzione del territorio.
I processi demografici ed economici trasformano il Nord Italia in una città infinita , in un unica
estesa città-regione con una complessa organizzazione interna.
La globalizzazione esalta la centralità di queste piattaforme territoriali.
CARATTERI A CONFRONTO
Area metropolitana―>
-Taglia: extra-large;
-Organizzazione insediativa: corpo centrale con molte braccia più inizio dello sprawl, crescita per
grandi insiemi, crescita in verticale (Centro) e in orizzontale (periferia);
-Infrastrutture: comunicazioni veloci centro/ periferia, ferrovie strade veloci, ponti, tunnel;
-Base economica: terziario (nucleo), industria (corona)
Megalopoli, mega-city region―>
-Taglia: extra-extra-large,
-Organizzazione insediativa: nebulosa urbana a bassa densità, crescita per dispersione in forma di
recinti, atopie e non luoghi , centralizzazione/ decentralizzazione;
-Infrastrutture: non più per condurre al centro ma a punti centrali (centri commerciali…);
-Base economica: quaternario e cultura (centro), commercio e industria (periferie).
LA CITTA DIFFUSA
Quindi la città rompe confini e si espande nel territorio. Il decentramento delle attività produttive e
di servizio genera un processo di metropolizazione del territorio, rendendo fra loro integrati e
interdipendenti centri urbani, anche a grande distanza.
Si crea una nuova condizione urbana che nella tradizione urbana perde la densità ma non è la
funzionalità e l'intensità relazionale. I caratteri specifici di questa nuova organizzazione del territorio
sono: diffusione, densificazione, specializzazione articolata, multipolarità di eccellenza, integrazione.
La condizione urbana si scinde dalla morfologia urbana.
La città diffusa è esito di processi di auto-organizzazione di individui e imprese: una grande
sfida per la pianificazione territoriale.
LE FASI DEL PROCESSO DI METROPOLIZZAZIONE
A partire dalla struttura urbana policentrica, il processo di metropolizzazione del territorio si realizza
in 5 fasi:
- diffusione: espansione urbana per salti che coinvolge in modo estensivo il territorio, favorita
dalla spinta mobilità;
- densificazione: progressiva saldatura fra parti urbane;
- specializzazione: creazioni di poli diversamente specializzati (esempio: Centro commerciale, aree
produttive, centri logistici..)
- integrazione: le polarità diversamente specializzate formano un reticolo interdipendente;
- infrastrutturazione: la rete delle mobilità (potenziata) consolidare i processi di integrazione
Il risultato è un arcipelago metropolitano, fatto da entità separate ma fortemente integrati che
esprimono nel loro insieme livelli di una metropoli.
POSTMETROPOLIS
La postmetropolis, È vista come punto di svolta, una tradizione dalla metropoli fordista alla
costruzione di una nuova forma urbana non propriamente determinata.
I caratteri sono:
- appiattimento del gradiente di densità urbana
- progressiva erosione del confine tra urbano ed extraurbano
- emergere di una nuova forma urbana polinucleare E ad alta densità relazionale
- omogeneizzazione del paesaggio urbano ma anche crescente differenziazione specializzazione della
periferia (città frattale)
- scomparsa di significative differenze di stili di vita
- combinazione di forme di decentramento e ricentralizzazione
- emerge di una nuova questione urbana (giustizia spaziale, questione ambientale…)
LEGGERE LE FORME INSEDIATIVE A SCALA MACRO
Nella ricerca L esplosione della città vengono individuate 9 possibili forme di crescita urbana E 8
principi morfologici a scala micro.
Strutture urbane individuate:
- monocentrica geograficamente concentrata con crescita concentrata (Genova)
- monocentrica geograficamente concentrata con crescita dispersa (Napoli)
- monocentrica con crescita concentrata (Madrid)
- monocentrica con crescita dispersa (Lisbona)
- policentrica con nucleo dominante e crescita concentrata (Bologna)
- policentrica con nucleo dominante e crescita dispersa (Milano, Barcellona, Marsiglia, Valencia)
- monocentrica E urbanizzazione dispersa (Porto)
- reticolare E Crescita dispersa (Veneto centrale)
- lineare con crescita dispersa (Donostia-Bayonne)
FORME INSEDIATIVE A SCALA MACRO
- aggregati
- mutazioni
- nuovi insediamenti
- filamenti
- diffusione
- urbanizzazioni
- insediamenti puntuali
- aggregazioni lineari
IL CONCETTO DI CONTROUBANIZZAZIONE
Il rallentamento della crescita urbana è definito controurbanizzazione. Le due più importanti
definizione di questo processo:
Brian L. J. Berry (1970, 1981)
… processo di deconcentrazione della popolazione che implica un passaggio da uno stato di
maggiore concentrazione ad uno di minore concentrazione
Anthony Fielding (1982, 1989)
… rapporto di proporzionalità inversa fra tassi di variazione della popolazione e dimensione
demografica dei comuni
UNO STUDIO ITALIANO
Possibili tipologie fra le variazioni demografiche in due periodi successivi:
- da incremento decremento
- spopolamento accelerato
- spopolamento attenuato (più negativo nel primo periodo)
- da decremento a incremento
- crescita accelerata
- crescita attenuata (crescita più positiva nel primo periodo)
Queste 6 tipologie di variazione demografica sono riaggregat