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L'IMPORTANZA DELLE PAROLE
Oggi il lessico delle riviste di Architettura e di Urbanistica si arricchisce di termini sempre nuovi per indicare una realtà urbana in rapida trasformazione. Exopoli, Postmetropoli, Megalopoli, Mega Città, Città Globali sono solo alcuni tra questi termini. Capire se corrispondono a dei concetti e quanto questi concetti sono fondati.
MEGALOPOLI
Concetto che può sembrare antico ma in realtà è un termine moderno, introdotto dal geografo americano Jean Gottmann nel secondo dopoguerra (1954-55). La formazione di Gottmann e i suoi studi sugli Stati Uniti lui studia le grandi città della costa orientale (East Coast) e che si sta creando una sorta di conurbazione unica, di un' unica Mega Città. Nota che le periferie delle grandi città urbane che costituiscono l'asse portante della Megalopoli e che sono Boston, Baltimora, New York, Philadelphia e Washington tendono a toccarsi sempre di più.
fino a produrre una Mega Città, definita "Bowash" che ha un'estensione di 700km e 40 milioni di abitanti. Negli anni in cui Gottmann scrive di questi temi si diffonde l'idea che queste megalopoli diventeranno una caratteristica del pianeta. MEGALOPOLI COME COALESCENZA DI CITTÀ La visione di Gottmann di queste megalopoli è estremamente ottimista perché ci troviamo nel secondo dopoguerra (arriva nei primi anni '60 in Europa). L'idea è che nei centri più sviluppati del pianeta dove c'è un maggior avanzamento delle forze produttive. L'idea di Gottmann è che ci sarebbe quindi stata una crescita inarrestabile e che queste grandi agglomerazioni sarebbero spuntate come funghi in tutto il pianeta. Ne individuava anche alcune già in formazione, ad esempio in Europa nella zona della Ruhr, in Italia il triangolo industriale Genova-Torino-Milano e in Giappone invece l'altro grande asse.è Tokyo-Kyoto-Osaka.UN TREND DI CRESCITA INARRESTABILE?
La crisi della Megalopoli Questa idea va in crisi verso la metà degli anni ’70 con degli importantissimi cambiamenti che sono il preludio della globalizzazione. L’idea di megalopoli va in crisi perché quelle città di cui aveva parlato Gottmann smettono di crescere dal punto di vista demografico e dal punto di vista dei loro confini spaziali. Il processo si interrompe perché sono cambiati alcuni grandi assetti a livello planetario e c’è stato un forte cambiamento della dimensione produttiva, caratteristica di queste grandi concentrazioni urbane.
Mutamenti produttivi e riduzioni della popolazione a partire dal 1973 Le vecchie megalopoli erano fondamentalmente delle grandi città industriali con l’industria al loro centro, ma quando dalla metà degli anni ’70 in poi una parte della produzione viene delocalizzata fuori dal centro, cessa anche quel tipo
di crescita che aveva caratterizzato quelle megalopoli. Ormai l'avanzamento delle comunicazioni è tale da permettere l'esistenza di imprese in cui la classica divisione in tre parti dell'industria stessa (fabbrica-amministrazione-direzione) possa essere spazialmente collocata in luoghi diversi. Questo nuovo tipo di organizzazione è il responsabile dello stop della crescita delle Megalopoli.
IL TRAMONTO DELLE METROPOLI NEI PAESI AVANZATI
Si parla proprio di un declino dei grandi centri non solo negli Stati Uniti ma anche in Europa negli anni Ottanta. Si è parlato addirittura di fine delle città. Questo concetto di Megalopoli viene accantonato mentre sembra che il futuro non sia più delle Metropoli perché le nuove tecnologie permettono il decentramento delle funzioni, che erano storicamente svolte dalle città. Ma mentre sembrava che le città dei paesi sviluppati si riducessero e rimpicciolissero (nasce il concetto di
(shrinkingcity) altrove crescevano città nuove da milioni di abitanti.
MEGA-CITIES
Nel 1950 solo una città al mondo aveva più di 10 milioni di abitanti ed era New York, ma dagli anni '80 abbiamo una crescita di tantissime concentrazioni urbane in zone del pianeta che non avevano una connotazione di città o una predisposizione urbana. Oggi diverse decine di città con oltre 10 milioni di abitanti e oltre 300 con 5 milioni. È completamente mutata il ranking delle grandi città nel giro di poche decine di anni, che giocano a livello planetario. Il terzo millennio è definito il "millennio urbano", quello delle città, che attualmente occupano circa il 2-3% della superficie del pianeta e consumano il 75% delle risorse. 24 marzo '21
DOVE SONO LE MEGA-CITIES?
Città cresciute rapidamente che si trovano per la maggior parte in Asia, ma stanno crescendo anche in Africa e nei prossimi anni pare che il grosso
Dell'urbanizzazione planetaria e i processi di inurbamento più rapidi avverranno proprio in Africa. Stime e proiezioni future però sono molto incerte.
Una cosa interessante delle proiezioni è che nella classifica delle città più popolate, sono poche quelle che appartengono al mondo sviluppato e più ricco del paese. Ci sono città che però rimangono comunque tra le prime della lista, come Tokyo che ha un PIL che supera nettamente quello dell'intera Francia. Ci sono anche delle città emergenti, tipo Dhaka, capitale del Bangladesh, che è proiettata come la quarta città del pianeta. Tutto questo comporta un po' un rovesciamento rispetto alla concezione che era in voga con le Megalopoli, quando più grande significava anche più ricco e più sviluppato. Fino ai primi anni '70 si pensava che fossero i punti più avanzati del pianeta, ma nel giro di un paio di decenni cambia tutto.
ecominciano a diffondersi queste città gigantesche che vengono chiamate “Mega Città”.
ACCESSO ALL’ACQUA
Tutto questo tipo di crescita dei grandi centri urbani si scontra con delle difficoltà materiali, come ad esempio l’accesso all’acqua. È una sfida far crescere notevolmente delle città in parti del pianeta dove cose banali come l’accesso alle fonti di acqua non è così facile. È una delle sfide che queste città in crescita si trovano ad affrontare.
IL DRAGONE CINESE
Un esempio clamoroso di questo sviluppo e crescita delle città è quello cinese, dove vediamo le città che hanno una crescita fortissima. La Cina è piuttosto impressionante da questo punto di vista.
MEGA-CITIES NEL GLOBAL SOUTH
La crescita di queste Mega Città in paesi sottosviluppati ha prodotto dei fenomeni molto strani, perché c’è uno scollamento completo tra il processo di
urbanizzazione e la creazione di momenti di ricchezza o di benessere. Mentre fino agli anni '70 urbanizzazione e crescita di città era legato anche a ricchezza e benessere, successivamente si perde questo concetto perché le Mega Cities non garantivano o assicuravano un certo livello di benessere. Sono quindi cresciute anche Mega Città caratterizzate da estrema povertà.
URBANIZZAZIONE E SVILUPPO
Soprattutto nei paesi più poveri, i processi di urbanizzazione non hanno avuto a che fare con la nascita di un sistema industriale e produttivo. Al contrario, in molti casi questa crescita è stata il risultato di un'associazione di lavoro informale, nero e nei servizi.
SASKIA SASSEN (1991): THE GLOBAL CITY
Fin dagli anni '60 si parla di città con rilevanza mondiale (Peter Hall), con cui nasce il concetto di città mondiale. L'idea di Hall viene ripresa da John Friedmann che crea la World City Hypothesis, in cui dice che esista
semprepiù a livello mondiale un primato di alcune città dove ci sono i grandi centri decisionali (il transnational network). Sassen all'inizio degli anni '90 nel suo libro mette a punto l'ipotesi di Friedmann, leggendola nei processi di globalizzazione: con il declino degli stati-nazione emerge un nuovo ruolo delle città, che costituiscono una rete di potere economico che si estende all'intero pianeta. Con l'avanzamento della globalizzazione alcune città cominciano a rivestire un'importanza sempre più grande nella gestione di flussi economici e l'organizzazione della produzione a livello mondiale. Le città sono sempre più importanti man mano che nel nuovo panorama del pianeta unificato globale, il ruolo degli stati-nazione comincia ad indebolirsi. Tuttavia, questa grande rete che abbraccia tutto il pianeta non è alla pari ma gerarchica, ovvero in cui alcune città sono piùimportanti di altre. Ai vertici dellagerarchia ci sono tre città: Londra New York e Tokyo. Definite come capitali mondiali. 24 marzo '21
CARATTERISTICHE DELLE CITTÀ GLOBALI
- Sono le cabine di governo dell'economia mondiale.
- Sono le sedi privilegiate delle grandi corporations e delle finanziarie.
- Sono luoghi di produzione di beni e di servizi alle aziende.
- Sono mercati per la compravendita dei beni materiali e immateriali prodotti.
- Sono anche i luoghi in cui ci sono i maggiori flussi di capitali.
CENTRI DELLA INNOVAZIONE
- Principali centri di informazione e comunicazione.
- Accesso ai principali mercati (per i consumi specialistici e di massa)
- Un ambiente competitivo richiede alle imprese di innovare.
- Incoraggiare l'interazione formale e informale tra un'ampia gamma di competenze ed esperienze finanziarie, manageriali, tecniche, di marketing e commerciali.
- Reti diverse, circuiti di informazione producono capitale di conoscenza.
- Il capitalismo
globale esige tali conoscenze- Anche un basso tasso di successo dell'innovazione porta a un circolo virtuoso di innovazione e successo. Un'altra cosa che dice Saskia nel suo libro è che le prime città mondiali hanno più interazioni fra di loro di quanto non ne abbiano con quelle dei paesi in cui si trovano.
CITTÀ GLOBALI: RANKING DI IMPORTANZA
Tentativo attuato da Saskia Sassen di definire un ranking di importanza tra le città globali. In arancione vediamo le città "alfa", in viola le città "beta" e in nero le città "gamma" (di serie A, B o C). È evidentemente ridotto il numero delle città alfa. Questo tipo di identificazione risale alla prima stesura del libro, che fa figurare Milano tra le città di tipo alfa, ma studi più recenti la troverebbero meglio un posto tra le beta. Gli indicatori più utilizzati per poter classificare le città sono:
- Gli
“IDI” (Investimenti Diretti Esteri), ovvero una città è davvero importante quando riesce ad attrarre grandi investimenti.