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QUARTA NOVELLA (FILOSTRATO)
Lizio da Valbona ebbe una sola figlia, Caterina, che ben presto ricambiò l’amore di un certo
Ricciardo Manardi, frequentatore della casa del padre; l’unico problema era il luogo dove potersi
incontrare e la soluzione venne in mente al giovane innamorato…. I due si videro per la prima
volta sul balcone della casa di lei e, dopo molti baci, passarono la notte assieme.
Sfortunatamente però si addormentarono nudi e, quando si fece giorno, Lizio li scoprì; questo, 26
uomo molto costumato, non fece alcuna scenata, anzi acconsentì il loro amore purché si fossero
sposati. E così avvenne.
QUINTA NOVELLA (NEIFILE)
Nella città di Fano l’ormai attempato Guidotto da Cremona, sul punto di morire, affida la giovane
Agnesa al suo coetaneo Giacomin da Pavia, affinché la crescesse e la educasse ; ben presto
questa divenne la più bella della città così che due concittadini, Giannole e Manghino, se ne
innamorarono. Giannole decise di introdursi, grazie al fante Crivello, nella casa della fanciulla per
rapirla ma, due informatori, riferirono la cosa a Minghino che, grazie ad un servitore, si introdusse
anch’egli nella casa di Agnesa. Non riuscendo i due innamorati a porre fine alla discussione, la lite
sfociò in una rissa. La fanciulla fu messa in salvo in casa mentre i contendenti furono arrestati.
Crivello e Giacomino decisero di maritare la fanciulla con Giannole; quando i parenti dei due
sposi chiesero a Giacomino cosa voleva per ricompensa, egli spiegò tutta la storia e si venne a
conoscenza del fatto che la fanciulla era figlia di Barnabuccio e quindi sorella di Giannole. Tutti
fecero pace e la fanciulla si sposò con Minghino.
SESTA NOVELLA (PAMPINEA)
Nell’Isola di Ischia viveva marin Bulgaro con la sua bellissima figlia Restituta. Gianni, abitante di
procida si innamorò perdutamente della bella Restituta e andava tutti i giorni a Ischia persino a
nuoto pur di vederla. Un giorno però ella venne rapita da un gruppo di ragazzi che la portarono al
re Federigo d’Aragona che la chiuse nel palazzo arabo-normanno che ha nome Cuba. Sulle
tracce della donna amata, Gianni arrivò a Palermo e intravide Restituta dietro una finestra del
palazzo. Durante la notte Federigo scoprì i due amanti addormentati e ordinò che fossero legati
ed esposti nudi sulla pubblica piazza, prima di essere arsi vivi. Grazie alla testimonianza
dell’ammiraglio Ruggeri di Lauria, i due giovani furono perdonati, perché identificati come il
nipote di Gian di Procida, un partigiano degli Aragonesi e uno dei capi della rivolta dei Vespri
(1282), e come la figlia del famoso Marin Bòlgaro.
SETTIMA NOVELLA (LAURETTA)
Teodoro, battezzato come Pietro da messer Amerigo che l’aveva comprato dai pirati mentre era
ancora fanciullo, una volta cresciuto si innamora di Violante figlia dello stesso messer Amerigo e in
una occasione la mette incinta. Saputo l’accaduto, Pietro viene condannato a morte finchè non
si presenta nella storia il suo vero padre, ambasciatore dell’Armenia che lo riconosce e risolve la
situazione parlando con messer Amerigo. Infine Violante e Pietro si sposano e vivono felici con un
figlio. OTTAVA NOVELLA (FILOMENA)
Un nobile ravennate, Nastagio degli Onesti, nonostante fosse ancora molto giovane, si ritrovò
ricchissimo in seguito alla morte del padre e dello zio; presto s'innamorò di una ragazza di
un'ancora più nobile famiglia, quella dei Traversa, e per attirare la sua attenzione, cominciò a
spendere smisuratamente in banchetti e feste. La giovane però non si mostrò mai interessata
all'amore del ragazzo, e per questo lui più volte si propose di suicidarsi, di odiarla o di lasciarla
stare, ma mai riuscì nei suoi propositi. Vedendo che, seguendo questo suo sogno, Nastagio si stava
consumando nella persona e nel patrimonio, i suoi amici e parenti gli consigliarono allora di
andarsene da Ravenna, in modo che riuscisse poi a dimenticare il suo amore inappagato; il
ragazzo, non potendo continuare ad ignorare questo consiglio, si trasferì a Classe, poco lontano
dalla sua città. Un venerdì all'inizio di Maggio, Nastagio, addentratosi nella pineta, vide una
ragazza correre nuda e in lacrime, inseguita da due cani che la mordevano e da un cavaliere
nero che la minacciava di morte: lui si schierò a difesa della fanciulla ma l'uomo a cavallo, dopo
essersi presentato come Guido degli Anastagi, disse a Nastagio di lasciarlo fare in quanto,
essendo in realtà già morto per essersi suicidato, stava solo scontando la propria pena infernale,
accanendosi su colei che disprezzando il suo amore lo aveva portato a togliersi la vita.
Rassegnatosi al volere divino, assisté allo strazio del corpo della giovane da parte del cavaliere, al
termine del quale i due furono costretti a ricominciare da capo il loro inseguimento, fino a fuggire
dalla vista di Nastagio. Il ragazzo decise allora di approfittare di questa situazione, e perciò invitò i
propri parenti e la sua amata con i suoi genitori a banchettare in quel luogo il venerdì seguente.
Come Nastagio aveva previsto, alla fine del pranzo si ripeté la scena straziante alla quale lui
aveva assistito una settimana prima, e questa ebbe l'effetto sperato, infatti, la giovane Traversa,
ricordandosi di come aveva sempre calpestato l'amore che il padrone di casa provava nei suoi
confronti, per paura di subire la stessa condanna acconsentì immediatamente a sposare
Nastagio, tramutando il proprio odio in amore. 27
NONA NOVELLA (FIAMMETTA)
Federico degli Alberighi, un ricchissimo nobile di Firenze si innamorò di monna Giovanna, una delle
donne più belle della Toscana. Per sedurla organizzò feste in suo onore e le fece doni fino a
sperperare tutti i suoi averi e senza suscitare in lei nessuna attrazione. Si ridusse così a possedere
solo un piccolo podere ed un falcone, uno dei migliori del mondo che gli permettevano di
sopravvivere. Avvenne però che il marito di monna Giovanna morì e questa andò a trascorrere
l'estate con il figlio in una tenuta vicino a quella di Federico. Questo e il ragazzo fecero presto la
conoscenza, grazie al grande interesse del giovane per il falcone. Il figlio di Giovanna si ammalò e
quando gli chiese cosa lui desiderasse, quello rispose che se avesse avuto l'uccello di Federico
sarebbe sicuramente guarito. Il giorno dopo la madre si recò da Federico con una altra donna,
non senza vergogna di andare a chiedere a lui che a causa sua si era ridotto in miseria una cosa
così preziosa. L'accoglienza fu calda, le donne dissero che si sarebbero fermate per la colazione,
ma l'uomo non trovando niente da cucinare tirò il collo al falcone e lo servì a tavola. Il pasto
trascorre piacevolmente, fino a quando monna Giovanna, raccolto il coraggio, chiede il falcone
per il figlio moribondo. Federico scoppia a piangere davanti a lei e le spiega che glielo avrebbe
donato volentieri se non lo avesse usato come vivanda per la colazione uccidendolo proprio
perché non aveva niente altro di adatto ad una donna come lei. Giovanna torna a casa
commossa per il gesto dell'uomo ma sconsolata e nel giro di pochi giorni il suo unico figlio muore,
forse per la malattia, forse per il mancato desiderio dell'uccello. Essendo però ancora giovane
viene spinta dai fratelli a rimaritarsi per dare un erede ai beni acquisiti dal defunto marito. La
donna non vorrebbe altre bozze, ma essendo obbligata sceglie come sposo Federico per la sua
generosità, facendolo finalmente ricco, felice e più accorto nelle questioni finanziarie.
DECIMA NOVELLA (DIONEO)
Pietro di Vinciolo è omosessuale, ma per nasconderlo, si sposa. Sua moglie non è soddisfatta della
loro vita matrimoniale, ma capisce che l'unico modo per ricevere soddisfazioni è tradire il
marito.La moglie chiede consiglio ad una donna ritenuta santa che le dà ragione e che la aiuta a
trovarsi gli amanti.Una sera Pietro va a cena da un suo amico, Ercolano, e la moglie fa venire a
casa sua uno degli amanti, ma, quando stanno per cominciare la cena, Pietro torna a casa e la
donna nasconde l'amante nella stalla. Pietro racconta alla moglie di essere tornato così presto
perché, prima di mettersi a tavola, Ercolano ha trovato l'amante della moglie nascosto in un
ripostiglio e la cena è andata a monte.La moglie di Pietro biasima il comportamento della moglie
di Ercolano, ma proprio in quel momento un asino calpesta le dita del suo amante che lancia un
grido di dolore. Pietro va nella stalla e trova l'amante della moglie che era un garzone che
piaceva anche a lui e alla richiesta di spiegazioni del marito, la donna dice chiaramente i motivi
del suo comportamento e lui non trova nulla da obiettare perché sa che la moglie ha
pienamente ragione. Pietro decide di non interferire più nella “vita sentimentale” della moglie, fa
servire la cena per il garzone, la moglie e lui e poi i tre passano la notte insieme
6 GIORNATA
a
Queste novelle narrano di come, con una pronta ed arguta risposta, un uomo
o una donna siano riusciti a togliersi d’impaccio o da una pericolosa situazione
INTRODUZIONE
Rientrata in casa, la compagnia si prepara a mangiare quando Licisca, serva di Filomena, e
Tindare, servo di Filostrato cominciano a litigare poiché lei afferma che le donne non arrivano mai
vergini al matrimonio. Allora Elissa, eletta regina per quel giorno, chiama Dioneo, affinché giudichi
il fatto. Dioneo dà ragione a Licisca. Finita la discussione, Elissa invita Filomena ad iniziare.
PRIMA NOVELLA (FILOMENA)
Filomena intende dimostrare quanto le donne siano capaci di motti arguti, e come essi si
addicano alla donna stessa, e a tal fine porta l’esempio di come una donna zittì un cavaliere
incapace. Madonna Oretta era rispettata e conosciuta, e un giorno, viaggiando insieme con
delle persone, ricevette da un cavaliere la proposta di salire sul suo cavallo ed essere da lui
intrattenuta. Oretta salì allora sul cavallo, ma il cavaliere era incapace di raccontar le storie, e
così, esasperata alla fine gli disse che il cavallo aveva un andamento troppo duro per lei e che
quindi avrebbe preferito continuare a piedi.
SECONDA NOVELLA (PAMPINEA)
Un giorno giunsero a Firenze degli ambasciatori inviati lì da papa Bonifacio. Essi erano ospiti di Geri
Spina, marito di Oretta. Il gruppo, ogni giorno passava davanti al negozio del fornaio Cisti, il quale,
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pur facendo un lavoro umile, aveva potuto arricchirsi. Quest’ultimo aveva una riserva di vini
bianchi, la migliore di Firenze, ed era desideroso di offrirne un po’ anche alla brigata che ogni
giorno passava di lì. Tuttavia, a causa della sua umile posizione, non poteva invitarli, e cos&igr