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CASO CLINICO DELL'UOMO DEI TOPI

Uomo che soffre di ossessioni. Inizia subito a parlare della sessualità e dice che la sua è iniziata molto presto: a 6 anni soffriva di erezioni e aveva paura che i suoi genitori potessero sentire i suoi pensieri riguardo la masturbazione. Aveva paura che potesse succedere qualcosa di brutto al padre, anche se era già morto. Sente nel padre un intralcio al soddisfacimento, come se cercasse di stoppare questi impulsi del figlio. Da qui il nucleo della nevrosi: egli regredisce alla fase anale per evitare il complesso di Edipo e doversi scontrare col padre. Torna alla soddisfazione pulsionale legata all'analità e sviluppa una nevrosi ossessiva.

Ambivalenza: riusciamo ad accettare che le cose sono contemporaneamente buone o cattive.

3. Fase fallica (3-5/6 anni)

Fase del "primato fallico": l'elemento centrale è l'avere o meno un pene. I bambini non hanno ancora ben chiare le differenze tra organi genitali e

le bambine non sono ben consapevoli delle differenze tra gli organi genitali e non sono convinte di non avere un pene, pensando che prima o poi crescerà. Il concetto di maschile e femminile non è ancora presente, ma la differenza è data dal possedere un pene o dall'essere privi di esso. Le zone erogene includono il pene, il clitoride e la funzione urinaria (il piacere si prova nel trattenere l'urina e poi rilasciarla). Il complesso di castrazione si sviluppa perché le bambine non hanno il pene e pensano che qualcuno lo abbia loro tolto (invidia del pene). Quindi i maschi pensano che qualcuno porterà via anche il loro pene. Il pene viene vissuto dai bambini come un oggetto che si può staccare dal corpo. Il rapporto con l'oggetto è caratterizzato dall'avere o non avere. In questa fase i bambini esplorano il loro corpo. Tra i 3 e i 5 anni finisce il periodo duale (madre/bambino) e inizia la triangolazione edipica (entra in scena il padre).

Il complesso di Edipo parte dal mito di Edipo per spiegare cosa succede ai bambini in questa fase: essi vogliono uccidere il genitore dello stesso sesso per prendere il loro posto. È una fase diversa per i bambini e per le bambine (per loro è più complicato ed è la castrazione che dà avvio al complesso di Edipo).

"Mentre il complesso edipico del bambino crolla a causa del complesso di evirazione, il complesso edipico della bambina è reso possibile e introdotto dal complesso di evirazione".

Nel maschio: il declino deriva dalla "minaccia di evirazione" o angoscia di castrazione da parte del padre, che determina nel bambino la rinuncia dell'oggetto incestuoso. La paura di castrazione lo porta ad uscire dal complesso. Il bambino si accorge che le femmine non hanno il pene e questo rende ancora più reale la paura della castrazione. Il conflitto si conclude con un'identificazione del bambino con il padre.

Desiderio di sposare la madre. Nella femmina: è proprio il "complesso di evirazione" che determina l'insorgere del complesso edipico. La bambina, durante la fase fallica, scopre sia l'esistenza dell'organo maschile, sia di esserne priva, e per questa ragione immagina di essere stata evirata. La bambina si rifiuta di accettare la sua evirazione. La rinuncia al pene, accompagnata da un forte tentativo di rivalsa, avviene tramite il desiderio di avere un figlio con il padre. L'essere delusa dal padre in questa aspettativa, consente alla bambina di ritornare al legame con la madre ed all'identificazione con quest'ultima. Nel complesso edipico sono compiuti due processi basilari: 1. IDENTIFICAZIONE PRIMARIA: quella che tutti hanno con la madre, cioè colei che soddisfa tutti i bisogni primari. 2. IDENTIFICAZIONE SECONDARIA: il maschio si identifica col padre, la femmina con la madre. Inizia a crearsi un'identità e, per non

soccombere all'aggressività, ci identifichiamo col genitore dello stesso sesso. Emerge il concetto di scelta oggettuale (edipo positivo o negativo) e di identità primaria. Termina il complesso edipico e subentra il super-io.

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Lezione 12

lunedì 2 novembre 2020 23:01

CASO CLINICO DEL PICCOLO HANS

Unico paziente bambino di cui Freud si è occupato, infatti lui si occupava dei bambini attraverso gli adulti.

Hans aveva la fobia per i cavalli. Si era spaventato per l'assenza del pene nella sorellina e pensava che prima o poi le sarebbe cresciuto. La madre l'aveva sgridato perché si toccava troppo e gli ha detto che non andava bene. I cavalli di cui aveva paura in realtà rappresentavano suo padre. Questa sua paura del padre viene trasmessa sui cavalli: ciò indica la sua volontà di prendere il suo posto (aveva paura di perdere l'amore materno).

4. Fase della latenza (6

Questi anni sono dedicati all'elaborazione e al controllo del complesso edipico tramite rimozione e formazioni reattive della moralità, a vergogna e disgusto ed a ideali estetici: è il "periodo della latenza sessuale", inteso come un periodo di manifestazioni sessuali latenti. Non vuol dire che non ci siano, ma le nostre energie vengono indirizzate a imparare varie abilità: scrivere, leggere, studiare ecc. Questa fase finisce con la pubertà, dove si risvegliano le pulsioni. È lo sviluppo cognitivo ad essere più importante in questa fase. Caratterizzato da relativa tranquillità istintuale dovuta allo spostamento degli interessi del bambino su altri scopi diversi da quelli precedenti di natura psicosessuale.

5. Fase genitale (pubertà in poi)

FASE DELLA PUBERTA: riattivazione del complesso edipico. Esso viene risolto definitivamente e ci porta a formarci un'identità adulta separata da quella

dei genitori. Quando il complesso si risveglia in pubertà, viene visto come qualcosa di pericoloso perché è una cosa nuova, dobbiamo scegliere se essere piccoli o grandi. Sviluppo degli organi genitali secondari. FASE DELL'ADOLESCENZA: ricerca di un'identità separata da quella dei genitori. Primato genitale → tutte le varie pulsioni parziali vengono riunite nel primato della sessualità genitale. LA METAPSICOLOGIA Spiegare in che modo avvengono i collegamenti nel nostro apparato psichico. Comprende vari punti di vista: 1. Dinamico: energia pulsionale che può o essere in accordo o entrare in conflitto. Incontro/scontro tra energie pulsionali, per quello si chiama dinamico. 2. Topico: teoria dei luoghi, localizzazione a livello spaziale (inconscio, preconscio, conscio). 3. Economico: è sempre uno scontro tra energie pulsionali, ma interessa quanta energia c'è. 1. DINAMICO Forze pulsionali che agiscono nell'inconscio. Possonoessere dirette nella stessa direzione (si promuovono) oppure in direzione opposta (sono in conflitto) psicologia dinamica Pagina 22 CONFLITTO Nel caso entrino in conflitto, si può chiedere l'intervento della rimozione e dei meccanismi di difesa, che tengono distante questa energia che può essere disturbante per l'individuo. Se non si riesce ad allontanare, compare il sintomo nevrotico. Il conflitto può essere esterno o interno (forze inconsce). Nel punto di vista dinamico, l'accento è posto sulla quantità: in che quantità è presente quella energia pulsionale. PULSIONE Processo dinamico consistente in una carica energetica che spinge l'organismo verso una meta. Si origina da uno stato di tensione. Lo scopo è quello di sopprimere la tensione tramite una scarica pulsionale spingendo l'individuo all'azione. Si può arrivare al soddisfacimento pulsionale tramite un oggetto, che cambia sempre.

La pulsione è al limite tra psichico e somatico: i sintomi della pulsione li sentiamo sul corpo. Questo stato di tensione sul corpo è il risultato di una tensione psichica interna. Una pulsione può avere diversi destini:

  1. Trasformazione nel contrario: c'è un cambiamento di meta, che viene trasformata nel suo opposto. Es. coppia sadismo-masochismo, attività-passività
  2. Capovolgimento sul soggetto: cambia l'oggetto. Oggetto diventa soggetto e tutta la pulsione si riversa sull'io. Es. narcisismo. È un soddisfacimento pulsionale parziale.
  3. Rimozione: desiderio inaccettabile che viene allontanato dalla coscienza tramite la rimozione della pulsione.
  4. Sublimazione: convoglia l'energia pulsionale in attività universalmente considerate importanti, che apparentemente non hanno niente a che vedere con l'energia sessuale. Non posso dare ascolto alla mia pulsione sessuale quindi concentro le mie energie in altre.

attività. Teoria delle pulsioni:

  1. PRIMA FASE

    Dualismo pulsionale: le pulsioni sessuali non possono esistere senza le pulsioni di autoconservazione.

    ↓ Le pulsioni sessuali seguono il principio del piacere, il soddisfacimento per via allucinatoria, sono legate a un oggetto interno, derivano da un desiderio. Le pulsioni di autoconservazione sono legate a un oggetto esterno, seguono il principio di realtà, derivano da un bisogno.

  2. SECONDA FASE

    Introduce il concetto di narcisismo: nelle nevrosi di guerra non sembra esserci la paura di morire, ma la paura di perdere la propria identità psichica. Narcisismo nel senso della paura di perdere sé stessi.

    ↓ NARCISISMO

    Si rifà al mito di Narciso. È una fase evolutiva che si situa tra l'autoerotismo e l'amore oggettuale. L'oggetto d'amore del bambino diventa il bambino stesso. Si parla quindi di narcisismo primario, fondamentale perché indica il primo investimento su sé.

L'io del soggetto diventa oggetto. Bambino che non è in grado di distinguere il sé dall'altro. Infatti pensa che la madre sia un suo prolungamento. psicologia dinamica Pagina 23 Il narcisismo primario si supera per la spinta delle pulsioni sessuali "che fin dall'inizio esigono un oggetto". Con il concetto di narcisismo viene superato il primo dualismo pulsionale e si arriverà a una seconda dicotomia, quella tra pulsioni di vita e pulsioni di morte. La scelta oggettuale può essere: - di tipo narcisistico (somiglianza con sé stessi, ci si sente amati dall'oggetto) - anaclitica (somiglianza con chi si è preso cura, altro da sé) Narcisismo secondario Indice di regressione al narcisismo primario e quindi di un reinvestimento della libido oggettuale sul sé dopo averla ritirata dagli oggetti. Questo narcisismo viene chiamato negativo a differenza del narcisismo di cui
Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
28 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/07 Psicologia dinamica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher dianabri di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia dinamica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Padova o del prof Oliva Marta.