Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
5.7 AVVIAMENTO DEI COMPRESSORI ASSIALI MULTISTADIO
(1,3 ÷ 1,35),
Il rapporto di compressione di uno stadio assiale è piccolo ma in genere si vogliono rapporti
superiori e per aumentare il rapporto nel suddetto compressore è necessario avere più stadi.
si ha un problema molto forte all’avviamento, ossia quando il compressore è
Per un compressore multistadio
già stato avviato meccanicamente quindi si trova già alla velocità di rotazione prevista, ma il fluido non si è
L’aria non fluisce nel compressore alla velocità di progetto, quindi ci sarà all’avviamento un
ancora stabilito.
transitorio, in cui la portata passa dal valore nullo al valore di progetto.
Si parla quindi di avviamento fluidodinamico quando si verificano le seguenti:
̇ < ̇ =
In condizioni di questo tipo tutti gli stadi del compressore funzionano male, ovvero lavorano ma non
comprimono, si hanno grandi dissipazioni, oppure non lavorano proprio.
Si può ipotizzare che a progetto tutti gli stadi hanno gli stessi triangoli di
velocità, ma il discorso è analogo se i triangoli fossero diversi. Il punto è che
gli stadi iniziali si comportano in modo diverso dagli stadi finali.
Lo studio viene effettuato a raggio medio sul triangolo delle velocità in
figura. La portata reale e quella di progetto sono definite come segue:
̇ =
̇ =
,
Nei primi stadi la densità è uguale a quella ambiente che è la stessa a quella di progetto, quindi si ha:
̇ < ̇
{
= =
In base a queste considerazioni si ha:
′ <
,
Il triangolo di velocità dei primi stadi in avviamento è mostrato in figura.
′
Dal triangolo si trova quindi la nuova e si scopre che essa è molto più
1
inclinata rispetto a quella di progetto, ciò provoca sul profilo della paletta
un’incidenza molto elevata che genera su di essa uno stallo sul dorso (stallo
positivo). 42
Appunti del corso di Gregorio Stiuso
Fondamenti di macchine Prof. Lorenzo Casalino
Negli ultimi stadi, invece, la densità è sempre quella ambiente in quanto il compressore ancora non ha
cominciato a funzionare, quindi: ̇ < ̇
1
{
= ≪ =
A causa del mancato aumento di densità si ha:
′′ >
,
Dal triangolo di velocità, in questo caso, si nota che l’incidenza della ′′ è
1
molto più bassa e ciò comporta sul profilo della paletta uno stallo sul ventre
(stallo negativo).
Gli stadi intermedi, invece, funzionano bene in quanto la componente assiale è circa uguale a quella di
progetto.
Per limitare l’impatto di questo problema bisogna definire delle opportune soluzioni che si riducono
essenzialmente a tre metodi, i quali molto spesso vengono utilizzati contemporaneamente. Tali metodi sono:
L’uso
- di pale a calettamento variabile, ossia la possibilità di ruotare le palette lungo al loro asse
generando degli angoli variabili adattando il flusso a quello che si vuole ottenere. In particolare si
rinuncia a far ruotare le pale rotoriche, ma si fanno girare quelle statoriche, modificando . Nei
1
primi stadi le palette sono girate verso destra, negli ultimi verso sinistra.
Tale soluzione, soprattutto per ragioni di peso, non viene utilizzata.
- La seconda soluzione migliora soprattutto gli ultimi stadi e
non i primi ed essa consiste nel ridurre la elevata
semplicemente riducendo la portata. Tale metodo è utilizzato nella
maggior parte dei casi quando il flusso raggiunge valori sonici e la
portata raggiunge il valore limite.
Il metodo consiste nel posizionare a metà del compressore una
Metodo dello spillamento l’uscita di una parte della portata. In questo
valvola che permette
modo anche se la portata è minore di quella di progetto, la velocità assiale è diminuita rispetto al
caso senza lo spillamento. Quando poi gli ultimi stadi cominciano a lavorare bene la valvola viene
richiusa.
Il metodo appena descritto è detto metodo dello spillamento.
Il terzo metodo consiste nell’uso di un
- compressore
multialbero. Invece di avere tutti gli stadi montati sullo stesso
albero, essi vengono separati in due o più alberi.
Esso è costituito da due alberi concentrici, nel caso di due alberi,
in cui quello più interno è detto albero di bassa pressione, quello
più esterno è detto di alta pressione.
In un turbogetto l’albero è messo in rotazione dalla turbina in
quanto la potenza fornita dalla turbina è pari a quella richiesta dal
compressore, dunque l’albero è in equilibrio.
Considerando la velocità tangenziale di progetto uguale per l’alta e
Schema compressore multialbero per la bassa pressione, all’avviamento ciò non vale.
Negli stadi di bassa pressione le palette sono andate in stallo sul
dorso quindi durante il suo moto, essa subisce una forza resistente molto grade dalla corrente alla
′
velocità ; ciò implica che la coppia frenante agente sul compressore è maggiore di quello di
1
progetto: > =
,
Quindi il compressore rallenta e la velocità tangenziale diminuisce. All’avviamento l’albero di bassa
pressione tende a girare più piano. 43
Appunti del corso di Gregorio Stiuso
Fondamenti di macchine Prof. Lorenzo Casalino
Rallentando, il triangolo delle velocità viene modificato e, in particolare, l’accorciarsi
della
provoca uno spostamento della si sposta verso destra.
1
Negli ultimi stadi, quindi negli stadi di alta pressione, la situazione è opposta in quanto il momento
frenante è minore di quello di progetto: <
,
Questo provoca un aumento della velocità di rotazione e conseguentemente della velocità
tangenziale. Nel triangolo della velocità se la cresce, la ruota verso sinistra.
1
5.8 COMPRESSORE TRANSONICO
Per compressore transonico si intende un compressore in cui almeno una parte del flusso, in genere quello a
contatto con la punta della paletta, ha velocità supersonica. In un compressore transonico, quindi, la alla
1
punta della paletta è supersonica.
Nei requisiti indicati in precedenza, però, si è sottolineato che il flusso non deve superare un certo numero di
Mach limite in quanto provoca urti, perdite, possibilità di stallo ecc…Nel compressore transonico tali
limitazioni stanno proprio alla base del suo funzionamento, in quanto si possono avere urti retti a patto che
essi si trovino in una determinata posizione e abbiano determinate caratteristiche che si possono prevedere
dalla progettazione di determinate palette. In questo modo esso funziona correttamente senza stallo delle
palette e senza altri pericoli.
Per far questo è necessario avere un flusso pulito, ossia privo di vorticità e scie, e un flusso che rispecchia
queste caratteristiche si trova tipicamente nel primo stadio. Il flusso che arriva dalla presa d’aria è molto
uniforme, in cui tutte le particelle arrivano alla stessa velocità e sono correttamente allineate. Diversamente
gli stadi successivi al primo trovano il flusso disturbato dalla scia delle palette degli stadi anteriori.
(la grande ventola che si trova all’ingresso del compressore), è quello
Il primo stadio, detto fan utilizzato
come compressore transonico, esso ha il grande vantaggio di raggiungere rapporti di compressione molto
elevati rispetto a quelli degli stadi successivi. L’urto che si prevede non deve avere impatto negativo sulle
palette del compressore e non deve provocare dissipazioni elevare di energia.
Essendo l’urto un brusco aumento di pressione e dato che un elevato coefficiente di
pressione facilita la formazione dello stallo, in questo caso è molto facile che si
verifichi una situazione di questo tipo, quindi è molto importante prevedere la
posizione degli urti.
Lo stadio è costituito da palette praticamente dritte, poco curve, in genere si ha un
bordo di attacco appuntito e la compressione di solito avviene mediante una o due
onde d’urto. Per non avere delle elevate dissipazioni è importante che le onde d’urto,
che si formano sul ventre della paletta di solito, interagiscono con le onde di
espansione che il fluido genera sulla paletta successiva. nella parte superiore in modo da creare un’onda di
Le palette possono essere costituite anche da uno spigolo
espansione più grande che colma l’urto della precedente. 44
Appunti del corso di Gregorio Stiuso
Fondamenti di macchine Prof. Lorenzo Casalino
6. COMPRESSORE CENTRIFUGO Il compressore centrifugo è costituito da due
parti: una parte rotante detta rotore o girante ed
una parte fissa detta statore o diffusore. Della
girante si distinguono due parti: l’ingresso, detto
inducer, e la parte adibita alla compressione,
detta impeller. Il diffusore può essere formato da
una zona palettata, che può essere o meno
presente, e da una chioccia dove il fluido viene
raccolto e portato verso l’uscita.
L’aria entra nell’inducer ad una certa velocità assiale, percorre il condotto tra il fondo della girante e
l’involucro esterno e tra due palette ed infine esce ad una velocità radiale. In un compressore centrifugo il
fluido entra a velocità assiale ed esce a velocità radiale.
È importante sottolineare che l’altezza delle palette, tra ingresso ed uscita, va via
via riducendosi, questo fenomeno è dovuto al fatto che si vuole una velocità
relativa, rispetto alla girante, costante. Quindi se la velocità è costante e man
mano che il fluido attraversa la girante la densità aumenta, perché compresso,
l’area deve diminuire e ciò avviene mediante una riduzione dell’altezza delle palette.
6.1 INDUCER
È la parte d’ingresso del compressore centrifugo utilizzata per accogliere il flusso. Per funzionare bene il
quindi il bordo d’attacco della paletta deve essere
flusso in ingresso non deve avere incidenza molto elevata,
ben allineato con la direzione del flusso in entrata. Ricordando che:
̅ =
̅ + ̅
Si può definire il triangolo delle velocità per l’inducer, ma essendo le palette di
altezza variabile il flusso non