Anteprima
Vedrai una selezione di 8 pagine su 32
Appunti Finanziamenti d'Impresa Pag. 1 Appunti Finanziamenti d'Impresa Pag. 2
Anteprima di 8 pagg. su 32.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti Finanziamenti d'Impresa Pag. 6
Anteprima di 8 pagg. su 32.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti Finanziamenti d'Impresa Pag. 11
Anteprima di 8 pagg. su 32.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti Finanziamenti d'Impresa Pag. 16
Anteprima di 8 pagg. su 32.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti Finanziamenti d'Impresa Pag. 21
Anteprima di 8 pagg. su 32.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti Finanziamenti d'Impresa Pag. 26
Anteprima di 8 pagg. su 32.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti Finanziamenti d'Impresa Pag. 31
1 su 32
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

Strategie finanziarie e ciclo di vita aziendale

Miglioramento degli input cash flow e incrementi della produttività

Riduzione dei costi e ottimizzazione del mix dell'offerta di mercato

Politica dell'utilizzo degli asset e delle liability

Forzare e accelerare un processo rapido di sviluppo

Recuperare un livello soddisfacente di redditività

Ristabilire condizioni di ottimale equilibrio finanziario

Sostenere un piano di investimento

Rendere possibili operazioni di trasferimento di risorse finanziarie ai soci

Crescita dell'impresa e fabbisogno finanziario: L'analisi dello sviluppo sostenibile

L'obiettivo di sviluppo dell'impresa deve fare i conti con...

  • Andamento della domanda aggregata
  • ...
Dinamiche del settore:
  • Comportamento dei + diretti concorrenti;
  • Ampliamenti geografico dei mercati;
  • Rilevanza dei vantaggi dimensionali;
Vincoli:
  • Assetto proprietario della società;
  • Livello dell'autofinanziamento;
  • Accessibilità dell'offerta di capitali.
Strategia competitiva e politiche finanziarie:

Lo sviluppo dell'impresa comporta l'esigenza di realizzare nuovi investimenti in capitale fisso e circolante.

Gli investimenti in capitale fisso aumentano in modo discontinuo, "a gradini", cioè non sono esattamente proporzionali alle quantità prodotte. La crescita di questo è discontinua, dipende dalle decisioni prese dal management.

Gli investimenti in capitale circolante crescono, invece, all'aumentare del fatturato, secondo una relazione che può essere ipotizzata lineare (ad es. crediti commerciali = vendita/365*giorni di dilazione).

Nel complesso, esiste

quindi una relazione diretta sviluppo della produzione e delfatturato e variazione del capitale investito. Strategia competitiva e politiche finanziarie Le fonti finanziarie attivabili da un'azienda sono riconducibili all'autofinanziamento e alla raccolta esterna di capitali, a titolo di debito o mezzi propri. La strategia finanziaria dell'impresa dovrebbe prevedere un mix equilibrato tra queste fonti, avendo come obiettivo la massimizzazione del valore aziendale, legato a tre principali variabili: - Rendimento: capacità dell'azienda di generare utili all'interno del contesto ambientale in cui opera - Rischio: probabilità che il risultato reddituale ottenuto si allontani dal risultato atteso, in senso positivo o negativo (rischio globale d'impresa = rischio economico * rischio finanziario) - Costo del capitale: costo della struttura finanziaria dell'impresa medio ponderato del capitale Fattori ambientali e politiche finanziarie

Le politiche competitive influenzano la variabilità del fatturato. La struttura operativa implica un rischio economico, il quale, sommandosi ai fattori già esistenti, amplia la variabilità del fatturato in variabilità del reddito operativo. La struttura finanziaria a sua volta porta con sé dei rischi finanziari. La forbice di variabilità si amplia ancora, abbiamo infine la variabilità del reddito netto, più ampia di tutte le precedenti.

In pratica, il rischio associato ad ogni operazione ed attività porta ad una variabilità prevedibile, ma non quantificabile.

Politiche competitive (scelte reali) -> nell'ambito di queste è rilevante: l'obiettivo di sviluppo.

Sulla base dell'obiettivo abbiamo degli investimenti, ossia un uso di capitale -> abbiamo dunque un fabbisogno finanziario.

Politiche finanziarie (scelte finanziarie) -> controllo finanziario sugli usi -> mix equilibrato di scelte finanziarie (strategia) che determina ben precise fonti.

Di capitale -> ancora una volta torniamo al fabbisogno finanziario

I modelli di sviluppo sostenibile

Consentono di rispondere ai seguenti quesiti:

  • L'autofinanziamento risulta sufficiente per coprire il fabbisogno generato dall'acrescita?
  • L'impresa è in grado di auto-sostenere il proprio sviluppo o deve aumentare il grado d'indebitamento?

2 approcci per rispondere a tali domande:

  • Modello di sviluppo sostenibile in termini reddituali
  • Modello di sviluppo sostenibile in termini finanziari

Modello dello ss in termini reddituali

La crescita è determinata dall'incremento di capitale investito

L'autofinanziamento è il reddito netto conseguito nell'esercizio al netto della parte distribuita come dividendi = l'utile reinvestito

Tasso di sviluppo finanziariamente sostenibile (g)

Crescit Autofinanziament Equazionia oMod. Delta Utile Netto 6 Ipotesi:

Reddituale CI Reinvestito g = ROA

g = ROA + (ROA - i)

g = ROA + (ROA - i)

  • i) D / MPg = [ROA + (ROA - i) D / MP] (1 - t)g = [ROA + (ROA - i) D / MP] (1 - t) (1 - d)g = [ROA + (ROA - i) D / MP] (1 - t) (1 - d)+ NMP / MP
  • Mod. TSV Free Cash Flow TSV = (V1 - v0) / V0
  • Finanziario (FCF) IC = CI / V -> ICFFA = CI1 - CI0 -> FFA = V0 * TSV * TCFFE = FFA - AF
  • Sulla base di un ampio campione di bilanci di imprese industrial, risulta che la redditività operativa è praticamente tornata sui livelli pre-crisi, ma c'è minore disponibilità di credito bancario dopo la crisi finanziaria degli scorsi anni.
  • In questo scenario, le aziende italiane (in media) sono riuscite nel 2017 a riportare gli investimenti produttivi su valori solo di poco inferiori a quelli del 2007.
  • Ciò è stato possibile grazie ad una maggiore attenzione delle imprese alla gestione non operativa (meno oneri finanziari) e al capitale circolante (meno crediti e debiti commerciali), nonché
grazie agli incentivi fiscali che hanno attutito in parte il peso delle imposte. Le imprese italiane, inoltre, hanno continuato a contenere le risorse assorbite dagli investimenti finanziari, restando concentrate sul core business industriale. Dall'incrocio tra vincoli incontrati e le scelte effettuate dalle imprese, è risultato un maggior accumulo di liquidità nei bilanci aziendali rispetto al 2007. Ciò riflette anche un atteggiamento più cauto delle imprese italiane, a fronte dell'accresciuta incertezza sulla disponibilità di risorse esterne e sulla domanda dei loro prodotti. Con un'iniezione di fiducia, la liquidità accumulata può trasformarsi in ulteriori investimenti produttivi, cruciali per rafforzare la crescita. Il fenomeno dell'accumulazione di liquidità riguarda soprattutto le piccole e medie imprese, riflettendo verosimilmente una loro maggiore avversione al rischio, queste stesse imprese mostrano una.

La peggior tenuta del flusso di investimenti produttivi rispetto alle grandi aziende.

Pianificazione di tesoreria

La necessità di riserve di liquidità per far fronte alle crisi, in cui la prima urgenza è il fabbisogno di liquidità.

Il rischio è che si abusi dello scoperto in conto corrente, solitamente si avvia una contrattazione con la banca, si attivano prezzi a scadenza stabilità (anticipazione garantita, mutuo chirografario, ecc) il tutto a tassi inferiori rispetto allo scoperto.

Questo tipo di contrattazione dipende dalla capacità delle imprese di essere reattive alla variazione della situazione finanziaria e di avere potere contrattuale verso le banche, in caso contrario si finisce a subire le decisioni delle banche.

Ergo si evita lo scoperto, più costoso, solo tramite una buona pianificazione e l'aggiustamento della condizione di liquidità.

Il terzo livello

Quello che scende più nel dettaglio, soprattutto dal punto di vista temporale.

organizza il piano finanziario in periodi anche inferiori all'anno (mese, trimestre, ecc), non si guarda alle singole voci ma all'arco temporale. Magari investe periodi più grandi, ma si suddivide in subperiodi più piccoli per analizzare con più precisione e dettaglio la dinamica finanziaria dell'azienda. Non solo si suddivide il fabbisogno nei vari periodi, ma anche l'utilizzo degli strumenti. Obiettivi di varia natura: - reddituale: controllo periodico dell'attività e conseguimento degli obiettivi formulati - finanziari: permette di verificare la compatibilità tra piani finanziari e condizioni di equilibrio dell'impresa Spesso se si chiedono i conti di previsione la gente è un po' in crisi perché spesso e volentieri i bilanci si fanno solo a consuntivo. I costi fissi, per esempio, vengono troppo spesso considerati solo gli ammortamenti, mentre nel conto di precisione bisogna avere ben chiara la struttura dei costi. Se poi vienefatto nell'ipotesi della realizzazione di un piano d'investimenti dovrò comprendere la variazione che questa comporta sulla struttura dei costi. ES. finanzio per +macchinari per aumentare le vendite? Nel conto di previsione ci vanno +ammortamenti. Per fare il conto economico di previsione si parte da dati reali riclassificati. Definire uno stato patrimoniale di previsione serve per avere la dimensione del patrimonio complessivo della società, in particolare del totale delle attività gestite dalla società. Accantonamenti e ammortamenti sono costi senza esborso, incrementano il flusso di cassa perché sono costi, ma non uscite finanziarie. Teoria del portafoglio, parte dall'assunto non sempre provato, che il comportamento degli operatori sia razionale. Dall'idea alla redazione del business plan. Il BP in generale formalizza il funzionamento dell'impresa e le sue componenti, soprattutto si analizza l'idea di base del business, la.

La capacità dell'impresa d'inserirsi nel mercato e quella dei suoi promotori di portarla avanti. Il senso è che un soggetto esterno possa, leggendo il BP, capire se gli imprenditori e iloro affiliati e la loro idea possano costruire un'efficace base per l'avvio d'un'impresa funzionale (per esempio dai curricula di chi la fonda e promuove si può intuire se ci siano o meno le capacità necessarie).

La formalizzazione dell'idea d'impresa con il business plan. Serve a comunicare a partner la bontà d'un'idea d'impresa, formalizzando i risultati della analisi volte per arrivare alle scelte prese. Nella fase di avvio quindi il BP rappresenta uno strumento completo per valutare il merito o meno d'un idea.

Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
32 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/08 Economia e gestione delle imprese

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ItaloBalbo di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Finanziamenti d'impresa e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Perugia o del prof Nadotti Loris.