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La realtà sociale e le categorie fondamentali secondo Heidegger

Per Heidegger, la realtà sociale dipende da delle categorie fondamentali da cui è fondato l'essere. Questo implica la centralità e l'autonomia della filosofia.

Sidgwick continua dicendo che chiamando l'etica "disciplina" si scontra con quelli che dicono che una disciplina indica qualcosa che è, non che dovrebbe essere. Secondo Sidgwick, questo non è vero.

Esistono due modi per fondare una teoria etica: il deontologismo (studio dei doveri) e il teleologismo (studio dei fini). La teoria etica individua questa distinzione, quindi due concetti cardini diversi: il giusto e il bene.

Nella nostra vita incontriamo anche delle norme, quindi un buon filosofo deve avere una buona categoria di norma, cioè per pensare le cose, gli oggetti.

Kant dice che la norma non si riduce a un imperativo ipotetico. Essere presenti a una norma significa sapere codificare l'informazione che essa contiene.

dice che è una norma. Di fronte a una persona le possibilità che si aprono sono conoscerla, evitarla, incontrarla, disconoscerla, rispettarla. Kant si chiede se avere una mente rappresentazionale basti per incontrare le norme. Durkheim riprende l'idea di Kant secondo cui l'uomo è sociale in quanto sa incontrare le norme -> gli animali non rispettano le norme, gli uomini sì -> il linguaggio umano è un linguaggio in cui ci sono norme. Per Kant, se si ragiona in termini di bene allora le norme possono essere criticate o convalidate a seconda che possano essere messe in questa posizione: ciò che deve per raggiungere il bene -> imperativo ipotetico: se vuoi A, devi fare B. Il concetto di bene ha una dimensione normativa -> quando diciamo "questo è un buon comportamento" lo usiamo per fare un apprezzamento, una lode quindi sembra qualcosa che dovrebbe stare sul lato del giusto -> un'azione buona non.

èdoverosa ma è buonaSidgwick sembra dire che bisogna fare il giusto per avere una vita giusta, buonaSettima lezione 5/05Kant osserva che nella realtà umana ci sono norme e dice che le norme sonoirriducibili ad altri concetti —> abbiamo norme per sopravvivereLa mente sensibile a norme non è solo la mente cartesiana rappresentazionalistaDevi fare x per raggiungere il bene (forma di imperativo ipotetico) -> 1. accezionenormativa e 2. accezione non normativa di bene =buono è ciò che soddisfa ildesiderio ———-> l’idea degli autori che sostengono questa idea è che èimpossibile nona vere il ne della felicita, miriamo per forza alla contentezza (es. ikamikaze hanno identi cato la loro felicita nel sacri cio per la patria e quindi fannoquello che secondo loro può portarli alla felicita; chi si suicida pensa che l’altra vitasia più felice di questa, l’alternativa a questa vita

è comunque meglio)15 fi fi fi fi fi fi fi

Tommaso d’Aquino dice che il ne a cui si tende è sempre intenzionato sub specie boni, sotto l’aspetto del bene, cioè è qualcosa che suppongo soddisfarrà il mio desiderio —> es. se ho l’intenzione di mangiare un gelato è perché il mangiare un gelato mi si dà come qualcosa di buono ——-> quindi, come direbbe Platone, qui il bene corrisponde al piacere -> piacere, gioia, soddisfazione, felicità (le norme sono funzionali alla felicità) —> la teoria morale che sostiene questo dice che una norma tra quelle ricevute nell’educazione merita il nostro assenso se si può mostrare che porta alla felicità (perché dovrei non rubare? Perché se rubi nisci per non essere felice) ——> in questa prospettiva il concetto di norma è ridotto —> il ragionamento morale diventa ragionamento prudenziale,

la morale diventa prudenza

Hobbes dice che il bene non è altro che il piacevole, il soddisfacente il desiderio

Bernard Williams pone un bene in senso normativo, ha una posizione etica

Delusione è quando qualcosa non soddisfa le nostre aspettative

desidero una Lamborghini-> se ottengo una at non ho ottenuto ciò che desideravo ma non è propriamente una delusione -> per avere una delusione devo ottenere la Lamborghini ma scopro che questa non soddisfa le mie aspettative -> l'aspettative avvolge il mio desiderio -< il desiderio viene soddisfatto ma l'aspettativa che è nascosta sotto il desiderio no(un'aspettativa sulla Lamborghini potrebbe essere una piena felicità -> se compro la Lamborghini non raggiungo la piena felicità; un'altra aspettativa potrebbe essere l'approvazione) —-> cosa è la felicità che cerchiamo raggiungendo un obiettivo che ci preoccupiamo? Cerchiamo di non avere delusioni, di avere

La piena soddisfazione, la sazietà

Prima posizione: rispetta gli altri perché questo ti dà contentezza

Seconda posizione: rispetta gli altri perché questo fa parte di una vita buona e giusta in senso normativo

Terza posizione: rispetta gli altri anche se questo non fa parte di una vita buona e giusta, di questo se ne occuperà dio, tu comunque rispetta gli altri

Ottava lezione 10/05

Secondo capitolo di Frankena -> l'etica è arte di vivere, non fa altro che dare consigli più o meno forti su come vivere felicemente

Prospettiva utilitarista è una teoria morale -> esiste un solo principio da cui derivano tutte le norme

In un certo senso tutto si basa sulla differenza tra il mio interesse personale e l'interesse generale

Anche valutare gli altri deve essere pensato come qualcosa che giova a me -> es. Riccardo mangia troppa torta e sta male. Mi conviene dirgli che non avrebbe dovuto mangiare troppa torta?

Potrebbe o endersi e ciò potrebbe in uire sulla mia felicità. Epicuro parte da una descrizione: tutti perseguiamo la contentezza -> se la vuoiottenere modera i tuoi desideri —> forma di egoismo: l'essere umano calcola il suo bene —<l'altruismo stesso non è altro che godere del piacere dell'altro (un conto è dire che l'altruismo non esiste perché si fa tutto per un tornaconto personale e un altro è dire che l'altruismo dà anche piacere alla persona stessa che lo mette in atto). Nel Protagora Socrate sembra dire che al piacere si riducono tutte le cose, che noi miriamo solo al piacere. Aristotele -> l'arete ha un significato normativo —> essere generosi, non commettere adulterio sono modi per avere una vita significativa —> la felicità è un ideale, non un ne —> non sta dicendo che miriamo solo al piacere, alla contentezza ——> può benissimo

esserci qualcuno che non persegue questo ideale

Che cosa realizza l'essere umano? Cosa bisogna inserire nella propria vita come ingrediente fondamentale?

Utilitarismo -> modello articolato da diversi autori —> l'utilitarismo dice che quella soddisfazione che conta per tutti va controbilanciata con una qualche idea di uguaglianza, di giusta distribuzione —> la tua azione deve produrre una felicità per tutti

Sidgwick mette come modello alternativo di teoria morale una forma di intuizionismo normativo —> ci sono delle cose che si presentano come delle norme giuste —> alcuni ideali sono effettivamente buoni, alcune norme sono effettivamente giuste —> teoria di David Ross —< questa teoria non è altro che una reintroduzione riflessiva della moralità —> è un buon punto di partenza —> è come se l'intuizionista dicesse "cari altri vi rendete conto della moralità?" ->

perl'intuizionista se tu rifletti su un'ipotesi di norma giungi alla conclusione che o è giusta o deriva da una norma giusta -> ricongiungere le norme particolari alle norme più generali, valutare le norme riducendole ad altre norme più generali che vediamo che sono giuste -> ma come facciamo a dire che la norma generale è giusta? -> Ross dice che l'intuizione non è immediata, è qualcosa che non deriva da una deduzione ma può derivare da un vaglio dialettico, ci sono mosse riassuntive per dimostrare che le norme sono giuste -> Ross non riconduce le norme a una sola norma generale come il principio di utilità, ma a più norme generali (circa 6, es. rispettare le promesse) -> l'unica risposta che si può dare a Ross è che è qualcosa nell'ordine dell'elenchos17ff fi fl fl ff fi ff ff fifl fi flKant il cui principio è

l’universalizzabilità dovrebbe essere difendibile in questo modo -> Kant mette l’imperativo categorico -> l’universalizzabilità è il principio a cui ricondurre tutte le norme per mostrare che sono valide -> Kant ha un solo principio primo che è l’imperativo categorico -> per Kant il puro rispetto è un criterio. Bernard Williams si chiede se davvero abbiamo bisogno di una teoria morale, se davvero abbiamo bisogno di individuare un principio generale. Domanda per rispondere alla quale una teoria morale si costituisce come tale: quale è il metodo per fare le cose, per comportarsi? Nona lezione 11/05. Perché dovrei rispettare questa norma? Non si dicono le bugie, e perché non si dicono? Perché dovrei fare x? -> possibili letture: perché fare x è giusto? Fare x è davvero giusto? Quali sono le conseguenze del fare x? Che cosa mi obbliga a fare x? L’idea.sono doveri -> il dovere è un imperativo categorico, indipendente dalle conseguenzePer Mill il dovere è fare ciò che massimizza l’utilità -> quindi se fare x massimizzal’utilità allora si deve fare xCertamente! Puoi formattare il testo utilizzando i tag HTML. Quali tag desideri utilizzare?
Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
27 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/03 Filosofia morale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher danielaperico di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filosofia morale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bergamo o del prof Fanciullacci Riccardo.