vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
GLI STOICI: VIRTÙ BASTA A SE STESSA
Il punto di partenza per gli stoici è la virtù, essa è ciò che di per sé è degno di scelta per l'uomo ed è una predisposizione alla coerenza morale che dobbiamo individuare e alla quale dobbiamo attenerci. Per essere virtuosi si ha bisogno solo della virtù. Per gli stoici virtù e felicità coincidono.
FELICITÀ: la felicità autentica risiede solo nella virtù. L'uomo saggio e virtuoso è sempre felice, anche di fronte alle torture.
GLI INDIFFERENTI: la virtù non può essere misurata, quindi o si è virtuosi o si è viziosi. Chi ha una virtù le ha tutte, ed è improprio parlare di beni o mali, perché il bene è solo la virtù e il male è solo il vizio.
Gli indifferenti sono tutti gli aspetti dell'esistenza (vita, salute, bellezza) e i loro contrari (morte, malattia, bruttezza) che non influenzano la virtù.
malattia, bruttezza) che sono indifferenti al vero bene morale; di essi ci si può servire sia per promuovere la virtù che per promuovere il male.
IL MANICHEISMO= La realtà poggia su due principi: il principio della luce (bene) e il principio delle tenebre (male). l'uomo è attraversato da questo dualismo, in lui vi è un'anima corporea (male) e una luminosa (bene) in contrasto tra loro. l'uomo è chiamato a separare queste due anime attraverso un sapere rilevato e alcune pratiche punti i manichei hanno la visione negativa della realtà corporea e materiali, infatti la qualificano come malvagia.
AGOSTINO PRINCIPIO DI CREAZIONE: ogni cosa è stata creata da Dio, Tra creatore e cose create vi è una netta distinzione, perché queste, senza l'intervento di Dio creatore, non esisterebbero. Il generato proviene tutto da Dio ed è fatto dalla sua stessa sostanza. Dio è il bene supremo, è immutabile.
eterno e immortale, al di sopra di lui non c'è niente. Ciò che è da lui coincide con quello che lui stesso è, le cose che sono state fatte ad opera di lui non sono altro che lui stesso. Dal momento che tutte le cose buone sono ad opera di Dio, ne consegue che ogni natura in quanto natura è un bene e che non può essere se non dal Dio supremo è vero. MALE MORALE: vi è una diversità tra i beni: alcuni sono superiori, altri inferiori. Agostino definisce il male morale (iniquitas) come desertio meliorum, cioè l'abbandono dei beni migliori da parte della volontà libera = la volontà quando compie il male si dirige verso i beni inferiori (invece che privilegiare i beni superiori) che rapportati ai beni superiori diventano il male. L'iniquitas è il peccato che la volontà libera compie rinunciando al bene superiore. ILLUMINAZIONE MORALE: per spiegare la capacità conoscitivaDell'uomo Agostino ricorre alla dottrina dell'illuminazione: l'uomo si accorge di servirsi di concetti, idee che ritrova in se stesso e che sono sempre presenti nella memoria, riscopre in sé una luce naturale che illumina la sua intelligenza. L'uomo è capace di conoscere perché nella sua anima interviene un maestro interiore che lo istruisce e lo guida verso il bene. Dio vive dentro l'anima di ciascun individuo ed è ciò che illumina l'anima di ciascun uomo. Dio è puro interiore Rita e. L'uomo deve poter scegliere la propria salvezza, ed è una scelta che spetta solo a lui, Dio non interviene. Questa scelta può essere fatta attraverso illuminazione divina che e ciò rende possibile ogni forma di conoscenza.
LEGGE ETERNA E LEGGI TERRENE: Agostino ammette che c'è una molteplicità di beni, ma non esclude che ve ne sia uno sommo, rispetto al quale si possono commisurare gli altri.
Attraverso la sapienza è possibile esaminare la giustezza o meno di leggi particolari. Le leggi terrene sono tanto più giuste quanto più si confermeranno la legge eterna secondo la quale è giusto che tutte le cose siano perfettamente ordinate.
Gli uomini tendono al vero bene fermo restando che il bene sommo è Dio, oppure possono rivolgersi ai beni inferiori trattandoli come beni superiori e persino esclusivi. La volontà dell'uomo che agisce è la forza dell'amore che interviene e che muove l'anima a volere il bene.
BENE E MALE: Dio è bene assoluto, è amore perché come progetto aveva di garantire la salvezza eterna. Il male non è una creazione divina, ma è il risultato della capacità umana di desiderare. Il male ha a che fare con la volontà umana e non con l'essere delle cose.
VIRTÙ COME ORDO AMORIS: Agostino sottolinea ripetutamente la forza straordinaria dell'amore
Il testo fornito è stato formattato utilizzando i seguenti tag HTML:
eRiconosce l'esistenza delle virtù cardinale (purezza, fortezza, temperanza, giustizia) e a queste si aggiungono le virtù intellettuali (sapienza e scienza, intelletto) V; al di sopra di esse si collocano le virtù teologali (fede, speranza, carità). Agostino definisce la carità come la virtù più alta in quanto consiste nella piena e perfetta adesione al disegno amorevole disposto da Dio, nonché il bene assoluto. La Caritas riversa l'amore sulla gerarchia dei beni.
LA VOLONTA' LIBERA: la volontà è un bene medio che deriva da Dio, al di sopra di essa troviamo i grandi beni costituiti dalle virtù cardinali; al di sotto della volontà ci sono i beni piccoli, costituiti dalle forme belle dei corpi, salute e ricchezza. La volontà libera può:
- indirizzarsi verso il bene universale, unendosi ai beni superiori = uso buono della volontà
- allontanarsi dal bene universale,
rivolgendosi ai beni piccoli e trattandoli come superiori = uso cattivo
LIBERTÀ: la vera realizzazione dell'uomo si ha nel raggiungimento del bene universale, attraverso i beni superiori, ma il godimento di essi non sarebbe possibile se non fosse libero. Egli è libero e responsabile del suo agire sia che compia il male (colpa punita) o che faccia il bene (merito premiato).
BONAVENTURA
ITINERARIO DELL'ANIMA: esprime Il pensiero di Bonaventura a ricercare il sommo bene di Dio e quindi diventare alla beatitudine, elevandosi al di sopra di essi, e nel contempo essere consapevoli che ciò non può succedere se una forza noi superiore non ce lo consente.
Il cammino della mente (dell'uomo) ha bisogno dell'aiuto di Dio e si snoda in 3 tappe fondamentali:
- scoperta della bellezza del mondo e quindi cogliere le tracce della presenza di Dio nell'universo
- Il ritorno in sé stessi, nella nostra mente che è immagine di Dio
- arrivare alla
visione mistica di Dio che è sommo bene e può essere colto solo attraverso una similitudine
TEMPERANZA E DESIDERIO DELL'ANIMA: Bonaventura discute criticamente la dottrina aristotelica del giusto mezzo, ma sottolinea l'importanza della temperanza. La mente (anima), per conoscere le virtù deve lasciarsi guidare dalla luce della verità eterna. La temperanza si presenta come l'esercizio corretto del desiderio in quanto desiderio dell'anima = appetitus animae.
POVERTÀ: il tema della povertà è sviluppato in un'analisi della virtù della temperanza. Non è necessario possedere delle ricchezze per essere virtuosi (contrario di Aristotele). La povertà non è disprezzo delle cose materiali, o mancanza di esse. La povertà, come virtù, nasce dal cuore dell'uomo ed è capace di provvedere al sostentamento degli altri. Povero è l'uomo che desidera la rinuncia di
Ciò che non è necessario, per lasciar spazio a ciò che è degno di essere desiderato.
TOMMASO D'AQUINO
L'opera più importante di Tommaso è la Summa theologiae, che si divide in 3 parti. Tommaso vuole istituire una gerarchia tra il concetto di virtù e quello di legge: il primo rientra nell'analisi dei principi intrinseci degli atti umani e quindi va esaminato in prima istanza, il secondo invece fa parte dell'analisi dei principi estrinseci e quindi viene approfondito in un secondo momento.
HABITUS: la virtù è un habitus (abito), nonché una qualità dell'essere che si manifesta nell'agire = il carattere, stile di vita che contraddistingue l'essere di ogni persona. Per qualificare l'habitus è necessario che esso si ripeta, è necessario l'esercizio continuo.
Per dire che una persona è giusta o ingiusta è necessario che vi siano diversi
atti giusti/ingiusti.
La virtù è un abito buono, il vizio un abito cattivo, entrambi sono qualità che si formano nel tempo in base a comportamenti ripetuti.
La virtù è anche un abito operativo (habitus operativus) che consente di contraddistinguere la specificità della virtù umana.
POTENZE: la virtù è perfezione della potenza, cioè l’attuazione di potenzialità che sono in noi e che per essere attuate hanno bisogno di esercizio. Tommaso distingue 2 potenze:
- potenza ad essere ha attinenza con la materia, il corpo può realizzare ed esprimere le finalità
- potenza a operare ha attinenza con la forma, è propria dell’uomo la cui forma è l’anima razionale
Le virtù dell’uomo sono quelle della sua anima razionale, che è forma del corpo, quindi nell’esercizio delle virtù è coinvolta l’intera persona umana.
dell'uomo sono quelle che realizzano la potenza ad agire.
LIBERTÀ E VOLONTÀ: Tommaso dichiara che la volontà e il libero arbitrio costituiscono un'unica potenza, chiamata volontà quando ha per oggetto il fine ultimo, chiamata libero arbitrio quando ha per oggetto i mezzi.
La volontà si contrappone alla necessità (essere obbligati a fare qualcosa non è sinonimo di volerla fare). Definisce la volontà come appetitus intellectivus, è può presentarsi secondo 3 modalità:
- Appetito naturale: si riscontra in tutti gli esseri esistenti ed è il perseverare nel proprio essere
- Appetito sensitivo: impulso di conservarsi attraverso nutrimento e riproduzione
- Appetito intellettivo: proprio dell'uomo, tendenza consapevole verso ciò che è conosciuto e valutato come degno di essere desiderato
La massima espressione della libertà è razionale, in quanto la ragione ha il primato.
sulla libertà. DUNS SCOTONATURA E VOLONTÀ: Secondo Duns, la volontà risulta superiore rispetto all'intelletto perché attesta la libertà dell'uomo. Natura e volontà sono principi attivi che agiscono in maniera