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Decisioni e potere, la legislazione, la giurisdizione, la pubblica amministrazione, autonomia privata, vincoli e controlli delle decisioni Pag. 1 Decisioni e potere, la legislazione, la giurisdizione, la pubblica amministrazione, autonomia privata, vincoli e controlli delle decisioni Pag. 2
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Queste decisioni chiamate legge vengono emanate da un organo collegiale rappresentativo, eletto

tramite elezioni dal popolo. Le leggi sono il risultato di un dibattito politico nella quale prevale la

maggioranza e,come dicevamo prima, frutto di un procedimento di formazione i quali parametri

sono citati all'interno della Costituzione.

Nell'800 e nel '900 la legge era concepita come atto imperativo e arbitrario nato tramite l'assoluta

volontà del legislatore; ad oggi non è più così: basti pensare al fatto che anche la popolazione,

tramite il referendum, ha ottenuto un piccolo “potere di deliberazione”. deve essere creata da un

Chiaro però è che la legge per essere legittima e di conseguenza valida

organo competente , idoneo quindi ad emanare certi tipi di decisione.

La legge presenta diverse caratteristiche e deve rispettare certi parametri: innanzitutto deve essere

chiara, facilmente comprensibile ai propri destinatari; deve colmare le lacune presenti

nell'ordinamento e non creare contraddizioni in esso; non deve entrare in antinomia con i principi

fondamentali della costituzione (altrimenti sarebbe dichiarata illegittima tramite il criterio

efficacia

gerarchico). Presenta poi la caratteristica dall' , ovvero i suoi destinatari devono essere in

grado di mettere in atto comportamenti con la quale non infrangono la legge stessa; presenta poi la

effettività

caratteristica dell' , ovvero viene seguita dai destinatari; e infine la caratteristica

efficienza

dell' , ciò vuol dire che raggiunge gli obbiettivi prefissati a costi soddisfacenti.

La legge è risultato di un processo di ragionamento, legato, quindi, all'uso della razionalità e della

ragionevolezza . E' necessario che il legislatore sia ragionevole da questo punto di vista, altrimenti

la sua volontà sfocerebbe in un atto del tutto arbitrario.

L'organo che controlla la non arbitrarietà della legge è la Corte Costituzionale.

Come dicevamo in precedenza le legge non può entrare in contrasto con i principi fondamentali

della Costituzione. In un eventuale antinomia tra legge e principio la prima sarebbe disapplicata in

favore del secondo.

La legge è un enunciato linguistico, una frase grammaticalmente compiuta scritta nel linguaggio

giuridico.

L'atto decisionale del legislatore non è autodeterminante e completamente autonomo; difatti la

legge, intesa come disposizione del legislatore (quindi come segno), non può essere applicata a casi

specifichi e materiali. Essa deve infatti essere interpretata dal giudice che creerà la norma (ovvero il

significato.

Negli Stati costituzionali moderni, per via della sempre più forte destrutturazione nell'ambito della

gerarchia delle fonti e delle forze politiche interne, la legge statale ha perso sempre più la sua

importanza e la sua potenzialità.

La legge è difatti limitata da:

La Costituzione, con i suoi principi che abbiamo visto rappresentare dei “paletti” per

• l'emanazione della legge e con le norme che disciplinano il procedimento stesso di creazione

della legge.

Le fonti sovranazionali, quali l'Ue ed i trattati internazionali, che tramite l'applicazione del

• criterio di competenza molto spesso prevalgono sulla legge statale.

Le leggi regionali

• La sempre più attuazione degli atti aventi forza di legge; quest'ultimi sono il risultato di

• decisioni derivanti dall'esecutivo, quindi dal Governo, e non dal Parlamento che rappresenta

l'organo adibito all'esercizio della regolare funzione legislativa (questi atti sono i decreti-

legge; i decreti legislativi; i decreti del Governo in caso di guerra e i decreti di attuazione

degli Statuti). LA GIURISDIZIONE

Un' altro organo competente ad emettere decisioni è la giurisdizione.

giudici

I funzionari della giurisdizione sono i ; essi svolgono una funzione interpretativa, creando

norme ed applicando queste ultime a casi concreti, a fattispecie specifiche.

Il compito della giurisdizione è quello di risolvere le controversie tra privati e tra Stato e privati.

principio di legalità

La giurisdizione è vincolata dal ; significa che le decisioni emanate dal

giudice devono essere congrue, coerenti con le disposizioni dal quale vengono interpretate le

norme. Ciò implica che la decisione del giudice sia del tutto estranea da qualsiasi atto di mera

volontà e che sia invece caratterizzata da un processo puramente razionale, legato all'utilizzo della

ragione.

sentenza concreta

La , ovvero la decisione emanata dal giudice, è (applicabile ad una fattispecie

specifica

esistente) e ; ciò significa che è valida “inter partes” (solo per le parti).

giustificazione

La sentenza deve poi essere accompagnata da una motivazione, una .

La giurisdizione, a differenza della legislazione, è un organo burocratico, i quali funzionari vengono

“assunti” tramite un concorso pubblico nella quale vengono verificate le loro competenze tecniche.

La sentenza può condannare (a una sanzione pecuniaria o coercitiva), può assolvere (l'imputato non

colpevole), può sciogliere o risolvere un rapporto, può dichiarare illegittimo, invalido, inefficace un

atto giuridico, può cassare il processo (ovvero la sentenza può essere rinviata ad un altro giudice),

può rigettare o accettare una domanda. principi

La giurisdizione è caratterizzata da particolari molto importanti come la pubblicità dei

processi (i processi, specialmente quelli penali, sono pubblici), la precostituzione naturale dei

giudici (i giudici sono predeterminati dalla legge e non dalle due parti del processo), il principio di

difesa (riguarda il diritto di difesa), la sentenza deve essere motivata (altrimenti non sarà valida), il

principio del contraddittorio (ciò significa che una affermazione non può essere ritenuta sicura se

priva di prove; quindi può essere contraddetta).

La giurisdizione è molto importante all'interno della società, in quanto rappresenta la “certezza” a

livello processuale e di giustizia. obbligatorietà

Un'altra caratteristica tipica della giurisdizione è l' ; quest'ultima si esprime in due

direzioni: a) verso l'imputato, che è obbligato a presentarsi in aula (il non adempimento all'obbligo

prevede una sanzione); b) verso il giudice; esso è infatti obbligato a fornire una sentenza (in quanto

vige il principio di non liquet). Questo obbligo del giudice è espresso tramite un divieto “il giudice

non può denegare sentenza”. indipendenza

Altre due caratteristiche della magistratura e del giudice sono l' ; nei confronti degli

imparzialità

altri organi politici e l' ; ciò vuol dire che il giudice non deve agire nell'interesse delle

parti (da qua nasce “la legge è uguale per tutti”.

soggetto soltanto alla legge

Il giudice inoltre è . Con questo concetto si esprime il fatto che le

sentenze non sono vincolanti (ciò vuol dire che il giudice di un appello successivo potrà dare una

sentenza diversa da quella precedente); e che nessun elemento esterno, nessuna terza persona e

nessun organo potrà interferire o influenzare il contenuto della sentenza del giudice.

Con questo concetto si esprime anche il fatto che, chiaramente, il giudice deve rispettare la legge.

obbedienza pensante

Esso deve applicare una cosiddetta “ ”; nel senso che si deve sì attenere alle

obbligazioni che creano le disposizioni emanate dal legislatore, ma il giudice può e deve

interpretare queste sentenze con l'uso della razionalità e delle proprie capacità tecniche.

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Anche le pubblica amministrazione, tramite l'emanazione di atti amministrativi, prende decisioni

all'interno del mondo giuridico. Possiamo inquadrare la pubblica amministrazione distinguendola

funzione di governo funzione amministrativa

tra e .

La prima funzione consiste nello stabilire degli obiettivi, la seconda consiste, invece, nell'attività

organizzativa indetta per raggiungere tali obiettivi.

Da questo punto l'attività amministrativa è un'attività esecutiva di regole che prescrivono di

conseguire certi obiettivi, dando facoltà agli organi competenti di adottare i mezzi ritenuti idonei a

discrezionalità

raggiungerli. Molto importante in questo contesto sono i principi di (consiste

legalità

nell'adottare i mezzi adatti per il perseguimento degli obiettivi) e di (nel senso che l'attività

amministrativa stessa deve essere prevista dalla legge.

Essendo disciplinata dalla legge, l'attività amministrativa può essere illegittima in due casi: quando

infrange la legge, e quando opera perseguendo un obiettivo diverso da quello che essa stabilisce.

controlli

In questo contesto molto importanti sono i , ovvero una serie di attività consistenti nella

revisione degli atti emanati. Questi controlli vengono eseguiti da soggetti per lo più esterni

all'amministrazione (a volte possono essere anche interni). Se ritenuto illegittimo un atto

amministrativo può essere annullato.

Questi controlli servono a garantire l'efficacia, l'adeguatezza, l'economicità e l'efficienza dell'atto.

Bisogna segnalare che i cittadini sono tutelati giurisdizionalmente nei confronti dell'attività

amministrativa. Gli atti derivanti dall'attività amministrativa, qualora fossero oggetto di “lesioni”,

possono essere impugnati, dal privato cittadino, di fronte al giudice.

interesse legittimo

Parliamo quindi di del cittadino. Questo termine indica la posizione giuridica

del cittadino nei confronti di organi amministrativi superiori.

L'interesse legittimo rinvia a due diverse situazioni giuridiche: la prima situazione riguarda un

soggetto che non pretende la creazione di un atto amministrativo a lui favorevole, ma che pretende

la legittimità dell'atto, ovvero che l'amministrazione agisca conformemente alla legge (questo viene

interesse pretensivo

chiamato ); la seconda situazione riguarda un soggetto al quale l'atto

amministrativo ha sottratto un diritto soggettivo e di conseguenza pretende che l'atto sia annullato e

interesse oppositivo

che il danno venga risarcito ( ).

Abbiamo detto che l'amministrazione deve agire nell'interesse pubblico seguendo le “indicazioni”

del legislatore; quest'ultimo, inoltre, tocca stabilire quali sono gli interessi pubblici che

l'amministrazione deve perseguire.

Il potere amministrativo, a differenza di quello legislativo, si identifica in diversi organi; possiamo

quindi dire

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Publisher
A.A. 2017-2018
7 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/20 Filosofia del diritto

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher MatLanders di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filosofia del diritto e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Ferrara o del prof Pastore Baldassare.