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Queste decisioni chiamate legge vengono emanate da un organo collegiale rappresentativo, eletto
tramite elezioni dal popolo. Le leggi sono il risultato di un dibattito politico nella quale prevale la
maggioranza e,come dicevamo prima, frutto di un procedimento di formazione i quali parametri
sono citati all'interno della Costituzione.
Nell'800 e nel '900 la legge era concepita come atto imperativo e arbitrario nato tramite l'assoluta
volontà del legislatore; ad oggi non è più così: basti pensare al fatto che anche la popolazione,
tramite il referendum, ha ottenuto un piccolo “potere di deliberazione”. deve essere creata da un
Chiaro però è che la legge per essere legittima e di conseguenza valida
organo competente , idoneo quindi ad emanare certi tipi di decisione.
La legge presenta diverse caratteristiche e deve rispettare certi parametri: innanzitutto deve essere
chiara, facilmente comprensibile ai propri destinatari; deve colmare le lacune presenti
nell'ordinamento e non creare contraddizioni in esso; non deve entrare in antinomia con i principi
fondamentali della costituzione (altrimenti sarebbe dichiarata illegittima tramite il criterio
efficacia
gerarchico). Presenta poi la caratteristica dall' , ovvero i suoi destinatari devono essere in
grado di mettere in atto comportamenti con la quale non infrangono la legge stessa; presenta poi la
effettività
caratteristica dell' , ovvero viene seguita dai destinatari; e infine la caratteristica
efficienza
dell' , ciò vuol dire che raggiunge gli obbiettivi prefissati a costi soddisfacenti.
La legge è risultato di un processo di ragionamento, legato, quindi, all'uso della razionalità e della
ragionevolezza . E' necessario che il legislatore sia ragionevole da questo punto di vista, altrimenti
la sua volontà sfocerebbe in un atto del tutto arbitrario.
L'organo che controlla la non arbitrarietà della legge è la Corte Costituzionale.
Come dicevamo in precedenza le legge non può entrare in contrasto con i principi fondamentali
della Costituzione. In un eventuale antinomia tra legge e principio la prima sarebbe disapplicata in
favore del secondo.
La legge è un enunciato linguistico, una frase grammaticalmente compiuta scritta nel linguaggio
giuridico.
L'atto decisionale del legislatore non è autodeterminante e completamente autonomo; difatti la
legge, intesa come disposizione del legislatore (quindi come segno), non può essere applicata a casi
specifichi e materiali. Essa deve infatti essere interpretata dal giudice che creerà la norma (ovvero il
significato.
Negli Stati costituzionali moderni, per via della sempre più forte destrutturazione nell'ambito della
gerarchia delle fonti e delle forze politiche interne, la legge statale ha perso sempre più la sua
importanza e la sua potenzialità.
La legge è difatti limitata da:
La Costituzione, con i suoi principi che abbiamo visto rappresentare dei “paletti” per
• l'emanazione della legge e con le norme che disciplinano il procedimento stesso di creazione
della legge.
Le fonti sovranazionali, quali l'Ue ed i trattati internazionali, che tramite l'applicazione del
• criterio di competenza molto spesso prevalgono sulla legge statale.
Le leggi regionali
• La sempre più attuazione degli atti aventi forza di legge; quest'ultimi sono il risultato di
• decisioni derivanti dall'esecutivo, quindi dal Governo, e non dal Parlamento che rappresenta
l'organo adibito all'esercizio della regolare funzione legislativa (questi atti sono i decreti-
legge; i decreti legislativi; i decreti del Governo in caso di guerra e i decreti di attuazione
degli Statuti). LA GIURISDIZIONE
Un' altro organo competente ad emettere decisioni è la giurisdizione.
giudici
I funzionari della giurisdizione sono i ; essi svolgono una funzione interpretativa, creando
norme ed applicando queste ultime a casi concreti, a fattispecie specifiche.
Il compito della giurisdizione è quello di risolvere le controversie tra privati e tra Stato e privati.
principio di legalità
La giurisdizione è vincolata dal ; significa che le decisioni emanate dal
giudice devono essere congrue, coerenti con le disposizioni dal quale vengono interpretate le
norme. Ciò implica che la decisione del giudice sia del tutto estranea da qualsiasi atto di mera
volontà e che sia invece caratterizzata da un processo puramente razionale, legato all'utilizzo della
ragione.
sentenza concreta
La , ovvero la decisione emanata dal giudice, è (applicabile ad una fattispecie
specifica
esistente) e ; ciò significa che è valida “inter partes” (solo per le parti).
giustificazione
La sentenza deve poi essere accompagnata da una motivazione, una .
La giurisdizione, a differenza della legislazione, è un organo burocratico, i quali funzionari vengono
“assunti” tramite un concorso pubblico nella quale vengono verificate le loro competenze tecniche.
La sentenza può condannare (a una sanzione pecuniaria o coercitiva), può assolvere (l'imputato non
colpevole), può sciogliere o risolvere un rapporto, può dichiarare illegittimo, invalido, inefficace un
atto giuridico, può cassare il processo (ovvero la sentenza può essere rinviata ad un altro giudice),
può rigettare o accettare una domanda. principi
La giurisdizione è caratterizzata da particolari molto importanti come la pubblicità dei
processi (i processi, specialmente quelli penali, sono pubblici), la precostituzione naturale dei
giudici (i giudici sono predeterminati dalla legge e non dalle due parti del processo), il principio di
difesa (riguarda il diritto di difesa), la sentenza deve essere motivata (altrimenti non sarà valida), il
principio del contraddittorio (ciò significa che una affermazione non può essere ritenuta sicura se
priva di prove; quindi può essere contraddetta).
La giurisdizione è molto importante all'interno della società, in quanto rappresenta la “certezza” a
livello processuale e di giustizia. obbligatorietà
Un'altra caratteristica tipica della giurisdizione è l' ; quest'ultima si esprime in due
direzioni: a) verso l'imputato, che è obbligato a presentarsi in aula (il non adempimento all'obbligo
prevede una sanzione); b) verso il giudice; esso è infatti obbligato a fornire una sentenza (in quanto
vige il principio di non liquet). Questo obbligo del giudice è espresso tramite un divieto “il giudice
non può denegare sentenza”. indipendenza
Altre due caratteristiche della magistratura e del giudice sono l' ; nei confronti degli
imparzialità
altri organi politici e l' ; ciò vuol dire che il giudice non deve agire nell'interesse delle
parti (da qua nasce “la legge è uguale per tutti”.
soggetto soltanto alla legge
Il giudice inoltre è . Con questo concetto si esprime il fatto che le
sentenze non sono vincolanti (ciò vuol dire che il giudice di un appello successivo potrà dare una
sentenza diversa da quella precedente); e che nessun elemento esterno, nessuna terza persona e
nessun organo potrà interferire o influenzare il contenuto della sentenza del giudice.
Con questo concetto si esprime anche il fatto che, chiaramente, il giudice deve rispettare la legge.
obbedienza pensante
Esso deve applicare una cosiddetta “ ”; nel senso che si deve sì attenere alle
obbligazioni che creano le disposizioni emanate dal legislatore, ma il giudice può e deve
interpretare queste sentenze con l'uso della razionalità e delle proprie capacità tecniche.
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
Anche le pubblica amministrazione, tramite l'emanazione di atti amministrativi, prende decisioni
all'interno del mondo giuridico. Possiamo inquadrare la pubblica amministrazione distinguendola
funzione di governo funzione amministrativa
tra e .
La prima funzione consiste nello stabilire degli obiettivi, la seconda consiste, invece, nell'attività
organizzativa indetta per raggiungere tali obiettivi.
Da questo punto l'attività amministrativa è un'attività esecutiva di regole che prescrivono di
conseguire certi obiettivi, dando facoltà agli organi competenti di adottare i mezzi ritenuti idonei a
discrezionalità
raggiungerli. Molto importante in questo contesto sono i principi di (consiste
legalità
nell'adottare i mezzi adatti per il perseguimento degli obiettivi) e di (nel senso che l'attività
amministrativa stessa deve essere prevista dalla legge.
Essendo disciplinata dalla legge, l'attività amministrativa può essere illegittima in due casi: quando
infrange la legge, e quando opera perseguendo un obiettivo diverso da quello che essa stabilisce.
controlli
In questo contesto molto importanti sono i , ovvero una serie di attività consistenti nella
revisione degli atti emanati. Questi controlli vengono eseguiti da soggetti per lo più esterni
all'amministrazione (a volte possono essere anche interni). Se ritenuto illegittimo un atto
amministrativo può essere annullato.
Questi controlli servono a garantire l'efficacia, l'adeguatezza, l'economicità e l'efficienza dell'atto.
Bisogna segnalare che i cittadini sono tutelati giurisdizionalmente nei confronti dell'attività
amministrativa. Gli atti derivanti dall'attività amministrativa, qualora fossero oggetto di “lesioni”,
possono essere impugnati, dal privato cittadino, di fronte al giudice.
interesse legittimo
Parliamo quindi di del cittadino. Questo termine indica la posizione giuridica
del cittadino nei confronti di organi amministrativi superiori.
L'interesse legittimo rinvia a due diverse situazioni giuridiche: la prima situazione riguarda un
soggetto che non pretende la creazione di un atto amministrativo a lui favorevole, ma che pretende
la legittimità dell'atto, ovvero che l'amministrazione agisca conformemente alla legge (questo viene
interesse pretensivo
chiamato ); la seconda situazione riguarda un soggetto al quale l'atto
amministrativo ha sottratto un diritto soggettivo e di conseguenza pretende che l'atto sia annullato e
interesse oppositivo
che il danno venga risarcito ( ).
Abbiamo detto che l'amministrazione deve agire nell'interesse pubblico seguendo le “indicazioni”
del legislatore; quest'ultimo, inoltre, tocca stabilire quali sono gli interessi pubblici che
l'amministrazione deve perseguire.
Il potere amministrativo, a differenza di quello legislativo, si identifica in diversi organi; possiamo
quindi dire