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Esempi di giudizi non puri vs puri

Cielo stellato inteso come mondo abitato da esseri ragionevoli (non puro) - diviene sublime se considerato volta che tutto comprende

Oceano inteso come regno di creature marine (non puro) - sublime se "specchio d'acqua limitato dal cielo"

Bellezza e sublimità intellettuali: non sono espressioni totalmente corrette, bello e sublime sono modi rappresentativi estetici che non sarebbero in noi se fossimo solo intelligenze. Sono oggetti di compiacimento intellettuale ma non poggiano su interessi.

Legge morale: oggetto di piacere intellettuale puro e incondizionato

Entusiasmo: Bene morale unito all'affetto (sentimento impetuoso). Secondo Kant è sublime perché è tensione di forze mediante idee.

AFFETTO: moto dell'animo che rende incapaci di fare una libera riflessione sui principi.

AFFETTO STRENUO: che tiene desta la coscienza delle nostre forze di padroneggiare ogni resistenza. È sublime. (es.

collera)AFFETTO LANGUIDO: che fa oggetto del dispiacere lo sforzo di resistere. Non ha nulla di nobile in sé. Può essere ascritto al bello. Le emozioni possono divenire affetti. Le emozioni si dividono in animose e tenere. Kant specifica che le emozioni tenere, se si elevano all'affetto, sono sentimentalismo e non sublime. Sono tipiche di un'anima fantasticante come nel caso di quei mali a cui ci abbandoniamo di proposito. FANATISMO: vaneggiare di vedere qualcosa ai limiti della sensibilità, sognare secondo principi, delirare con ragione. Nell'entusiasmo l'immaginazione è sfrenata, nel fanatismo sregolata. SEMPLICITÀ: Conformità a scopi senz'arte. Stile della natura nel sublime e nella moralità. Anche l'isolamento viene considerato sublime se risposa su idee che vanno oltre ogni interesse sensibile. Invece fuggire dagli uomini per misantropia o antropofobia è spregevole. Tuttavia esiste una misantropia.

testimoniata dalla tendenza al volersi allontanare dagli uomini pervia del male che si fanno a vicenda, ciò è sublime poiché riposa su idee. Sussurre descrive nei suoi viaggi sulle alpi un monte che domina un'insulsa tristezza. Egli conosceva quindi una tristezza interessante che ispirò la vista di una solitudine in cui gli uomini potrebbero andare per non udire nulla del mondo. Kant cita questo per ricordare che anche lo sconforto, se collegato a idee morali, può avere effetti energici. Quando però è fondato sulla simpatia appartiene agli affetti languidi e non è sublime.


DEDUZIONE GIUDIZI ESTETICI PURI

La deduzione è una legittimazione delle pretese portate avanti dai

giudizi estetici puri. Ora, il sublime di natura viene detto tale solo impropriamente e va invece attribuito solo al modo di pensare. Perciò l'esposizione dei giudizi sul sublime era nello stesso tempo la loro deduzione. Quando abbiamo analizzato in essi la riflessione della facoltà di giudizio e abbiamo trovato un rapporto delle facoltà conoscitive posto a priori e a fondamento della volontà, ciò era già una deduzione cioè una legittimazione dell'esigenza di una validità universale. Quindi rimane da dedurre i giudizi di gusto sulla bellezza della natura. Qua Kant cerca di provare la validità universale del giudizio di gusto per spiegare come sia possibile che possa piacere un qualcosa senza sensazione dei sensi o concetti e, al tempo stesso, con l'universalità di un giudizio di conoscenza.

1. Il giudizio di gusto determina il suo oggetto rispetto al compiacimento esigendo un accordo universale, come se fosse oggettivo.

dire “questo fiore è bello” significa attribuirgli una sua esigenza di compiacimento da parte di ciascuno. Allorchè si potrebbe pensare che siano coloro che lo reputano bello a regolarsi sul fiore, il giudizio di gusto difatti consiste nel dire bella una cosa per se stessa, ma in verità è il contrario: una qualità in rapporto alla quale la cosa si regola sul nostro modo di apprenderla.

2. Il gusto avanza esigenza di autonomia. È un giovane poeta che si fa persuadere dal pubblico che le sue poesie siano brutte lo fa per desiderio di approvazione, ma solo esercitando il giudizio di gusto potrà rendersi conto che il pubblico aveva un gusto falso.

ES. ammirare come modelli le opere degli antichi o il prendere a modello antichi matematici NON è IMITAZIONE: nell’uso delle nostre facoltà dobbiamo attingere ai tentativi di coloro che ci hanno preceduto per seguire il loro stesso cammino e ricercare in noi stessi i principi, se non

lofacessimo cadremo in tentativi fallaci e rischieremo di cominciare ogni volta da capo. Perfino nella religione dove ciascuno trae da se la regola della propria condotta si tende a seguire modelli di santità presenti nella storia. IL SEGUIRE SI RIFERISCE AD UN PRECEDENTE E NON È IMITAZIONE, è l'espressione per designare un'influenza che i prodotti di un autore esemplare possono avere su altre persone. Il che significa unicamente attingere alle medesime fonti. Tra tutte le facoltà e i talenti è proprio il gusto, poiché non è determinabile mediante concetti, ad avere bisogno di esempi di ciò che ha ottenuto approvazione nel procedere della cultura.

3. Il giudizio di gusto non è determinabile per mezzo di argomenti come fosse semplicemente soggettivo. Difatti un giudizio altrui diverso dal nostro può renderci sì dubbiosi, ma non convincerci che il nostro è errato. Anche una prova a priori secondo

regole determinate NON può determinare un giudizio sulla bellezza. ES. qualcuno mi porta ad uno spettacolo teatrale che finisce con il non piacermi. Anche se mi citassero le regole stabilite dai maggiori critici del gusto, io rimarrei della mia idea e al massimo riterrei che tali regole siano false. ES. qualcuno può enumerarmi gli ingredienti di una pietanza e farmi notare che tutti li reputo piacevoli, ma io pronuncerò il mio giudizio non in vista di principi generali ma in funzione di ciò che assaggio. Non è possibile alcun principio oggettivo del gusto. Per principio del gusto si intenderebbe un principio alla cui condizione si potrebbe sussumere il concetto di un oggetto e derivarne che l'oggetto è bello. CIO' E' IMPOSSIBILE. Come dice Hume, sebbene i critici possano ragionare più dei cuochi, hanno con loro un punto in comune: possono aspettare il principio di determinazione del proprio giudizio non dalla forza degli argomenti.ma dalla riflessione del soggetto sul proprio stato di piacere e dispiacere. CRITICA DEL GUSTO: Arte o scienza di riportare a regole il rapporto di intelletto e immaginazione. ARTE - quando mostra ciò in esempi applicando al giudizio regole empiriche SCIENZA - quando deriva la possibilità di giudicare dalla natura di queste facoltà IN QUANTO CRITICA TRASCENDENTALE NOI CONSIDERIAMO SOLO QUEST'ULTIMA. Allora Kant si domanda "Come è possibile un giudizio che a partire da un sentimento di piacere, indipendentemente da concetti, giudichi a priori senza consensi esterni, quel piacere come il giudizio di gusto è inerente alla rappresentazione dell'oggetto anche in ogni altro soggetto?" Sintetico: aggiunge come predicato all'intuizione dell'oggetto un sentimento. Il predicato è empirico ma la richiesta di consenso universale è a priori. Dal momento che la facoltà di giudizio può rivolgersi solo alle condizioni.

Soggettive di cui gli uomini sono dotati, allora deve essere ammesso come valido a priori per ciascuno l'accordo di una rappresentazione con queste condizioni.

SE INVECE CI SI CHIEDESSE "come è possible assumere a priori la natura come insieme di oggetti del gusto?" Allora questo quesito andrebbe rivolto alla teleologia poiché dovrebbe essere considerato come uno scopo della natura.

COMUNICABILITÀ DI UNA SENSAZIONE:

COMUNE INTELLETTO UMANO: Riconosciuto come "senso comune" erroneamente. Ciò che si trova dappertutto e non è privilegio possederlo.

SENSUS COMMUNIS:

Il è l'idea di un senso che abbiamo in comune, una facoltà di giudicare che nella sua riflessione ha riguardo al modo rappresentativo di ogni altro per poter mettere a fronte un giudizio con la ragione umana nel suo complesso. Così il proprio giudizio è accostato a quelli possibili degli altri tralasciando la sensazione (ciò che

è materia nello stato rappresentativo) econsiderando solo le peculiarità formali della rappresentazione.

Le seguenti massime del comune intelletto umano, pur non essendo inerenti alla critica del gusto, possono chiarirne alcuni aspetti:

  • Pensare per se
  • Pensare mettendosi al posto degli altri
  • Pensare sempre in accordo con se stessi

Massima del pensare libero dai pregiudizi e di una ragione mai passiva.

I PREGIUDIZI sono la tendenza alla passività e all’eteronomia della ragione, il maggiore di tutti è la SUPERSTIZIONE ovvero rappresentarsi la natura come non sottoposta alle regole che l’intelletto le pone a fondamento. Qui la passività della ragione è evidente nel bisogno di essere guidati da altri. La liberazione dalla superstizione è L’ILLUMINISMO.

Massima del pensare ampio, ovvero di pensare con conformità a scopi riflettendo sul proprio giudizio il punto di vista universale (mettendosi dal punto di vista degli altri).

Il contrario del pensare ampio è il pensare LIMITATO, ristretto.

Massima del pensare in modo conseguente, è la più difficile da mettere in opera e lo si può fare solo dopo una frequente osservanza delle prime due.

Il giudizio di gusto non ha un interesse come principio di determinazione, ma può essere legato comunque indirettamente ad un interesse che può essere:

  • qualcosa di empirico ovvero un'inclinazione della natura umana
  • Qualcosa di intellettuale ovvero una proprietà della volontà di essere determinata a priori con la ragione

Empiricamente il bello interessa solo nella società. Se l'impulso alla società è considerato naturale all'uomo, allora la socievolezza è proprietà dell'essere uomo e il gusto è facoltà di giudicare tutto ciò che è comunicabile (persino il sentimento) ovvero mezzo per agevolare l'inclinazione naturale di ciascuno.

ES.

un uomo abbandonato su un'isola deserta non ornerebbe la sua capanna, ma in società.
Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
26 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/04 Estetica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Gi0rgia000 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Estetica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Gentili Carlo.