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RAPPORTO FRA ARTE E CONOSCENZA
[Kant nella Critica del Giudizio sosterrà la netta separazione fra giudizio di gusto puro e la
conoscenza dell'oggetto giudicato dalla quale non deriva. (presupponendo l'esclusione di giudizi
emessi sulla bellezza artistica che prevede una conoscenza di qualche tipo). Il giudizio di gusto
puro risulterà infatti non foriero di una portata conoscitiva immediata ma in un’ottica a lungo
termine poiché detiene la possibilità di vivificare le facoltà umane, ed in questo senso Kant sarà
deciso a sostenere che il giudizio di gusto puro non implica alcuna conoscenza concettuale.]
Secondo Hegel il bello e l'arte sono passivi di conoscenza ed oltremodo articolabili, riscrivibili e
penetrabili attraverso lo strumento concettuale. L'arte infatti occupa nello sviluppo dialettico dello
spirito un posto inferiore rispetto a quello occupato dalla filosofia e per questo motivo potrà
necessariamente essere riscritta (l’arte) nei termini del filosofare e quindi concettualmente. A
presupposto di tale considerazione vi è l'idea hegeliana secondo la quale la realtà sensibile è
effettivamente articolata attraverso la trama razionale dello spirito che tramite negazioni e
superamenti di queste (cioè dialetticamente) perviene a riconoscersi come elemento portante e
strutturale della realtà stessa: essa è permeabile dall'ordine razionalistico dello spirito che si
manifesta in maniera dialettica e cioè attraverso un processo dinamico che si sviluppa grazie alla
soluzione di contraddizioni.
IL BELLO È INDAGABILE FILOSOFICAMENTE PER MEZZO DI CONCETTI?
[Per Kant la bellezza pura non è indagabile attraverso la concettualità, al contrario lo è la bellezza
aderente.]
Nell'introduzione Hegel assumerà una posizione nettamente contraria a quella di Kant
“Molti sono dell’opinione che il bello non si possa cogliere con concetti, proprio perché tale, per cui
rimarrebbe per il pensiero un oggetto inconcepibile."
Secondo Kant non si tratterebbe di un oggetto inconcepibile ma un tipo di relazione soggettiva
sottratta a qualsiasi comprensione concettuale della stessa, configurandosi come puro sentimento
del piacere o del dispiacere tra il soggetto giudicante e l'oggetto giudicato; relazione non appunto
penetrabile alla conoscenza.
"Contro una simile affermazione va qui brevemente obiettato che, sebbene oggi tutti il vero venga presentato
come inconcepibile, mentre sarebbe concepibile solo la finitezza del fenomeno e l’accidentalità temporale, è
invece proprio il vero a essere assolutamente concepibile, perché ha a sua fondamento il concetto assoluto e
più precisamente l’idea. "
Se da un lato Kant sostiene che il ruolo della conoscenza sia determinato in base alla
considerazione secondo la quale essa è legittima e fonte di verità solo se rilegata alla dimensione
sensibile come unica via d’accesso dell’intelletto, poiché nella sua volontà di astrarre oltre la
dimensione sensibile attraverso la razionalità la sua corrispondenza con la realtà fenomenica è
del tutto dubbia poiché allontanandosi da questa genererebbe “idee della ragione” dialetticamente
contrapposte, considerate appunto dubbie e non fonte di verità; dall’altro Hegel sostiene che, al
contrario, è il vero (inteso come idea della ragione) ad essere concepibile in quanto razionalità
(poiché derivato dallo spirto, unica fonte di verità e dimensione razionale) poiché costituisce non
soltanto un fattore soggettivo (carattere tipico del pensiero umano) ma anche la trama di cui il reale
è innervato. "Il reale è razionale e il razionale è il reale"
Il bello, sostiene Hegel, è una delle modalità del vero ed è la prima delle modalità attraverso la
quale lo spirito si manifesta ed è passibile di essere indagata con strumenti concettuali. La
bellezza è concetto assoluto in sé stesso concreto ideale: un’occorrenza specifica, singolare,
(opera d’arte) in cui lo spirito manifesta sé stessa come l’anima che manifesta e dinamizza la
realtà, in un’occorrenza quindi concreta e sensibile.
“La bellezza è soltanto un genere determinato di estrinsecazione e di rappresentazione del vero e si offre
quindi da tutti i lati al pensiero concettuale […] infatti la bellezza […] è il concetto assoluto in sé stesso
concreto e, ancora più determinatamente, è l’idea assoluta nella sua apparenza a sé stessa conforme”
CHE COS’E’ L’ARTE PER HEGEL
Il concetto di arte per Hegel è “rivelazione della verità, l’idea assoluta nella sua apparenza
conforme” (alla verità medesima). La bellezza non è estranea al concetto ma è uno dei modi cui la
verità occorre manifestandosi come idea assoluta, e per idea intendiamo elemento spirituale
caratterizzante il pensiero ma come identità tra elemento spirituale e la realtà razionale, e assoluta
poiché ha vinto le resistenze apparenti che la confinavano. La bellezza è modo della verità e modo
dell’idea assoluta nella sua apparenza conforme, apparenza intesa come fenomeno positivo e non
come illusione ma come manifestazione. La bellezza ed il bello è lo spirito che riconosce di essere
trama del reale in un’occorrenza specifica in cui esso sui dà a vedere come tale e si rende visibile
come tale. L’arte è il singolarizzarsi dell’universale, in quanto il vero, portato al livello
dell’attenzione sensibile presentato alla coscienza. Il vero secondo Hegel si manifesta come
bellezza, come rappresentazione interna (a livello di esperienza religiosa), come elemento
concettuale a livello filosofico e nel campo artistico si manifesta come bellezza all’occorrenza
sensibile: perciò l’arte è uno dei luoghi in cui il vero perviene alla consapevolezza di sé ma è
destinato a superarlo perché se il vero abita più propriamente nell’elemento concettuale avvertirà
come costrittivo il manifestarsi all’occorrenza sensibile. Pertanto il nucleo dell’arte è nientemeno
espressione della verità rivelata nell’elemento sensibile. Nel quadro metafisico hegeliano l’arte è
organo dell’assoluto e cioè dello spirito; che perviene a riconoscersi come trama del reale, sciolto
da ogni legame. L’esperienza sensibile ovvero la coscienza ingenua (Fenomenologia dello Spirito)
esperisce la natura, ovvero il mondo “esterno” (illusorio) come contrapposto allo spirito che lo limita
dall’esterno, ma la verità dello spirito che si afferma dialetticamente sciogliendo la contraddizione
tra l’elemento soggettivo e oggettivo, ovvero tra la natura che resiste al pensiero, sarà superato
perché lo spirito diverrà assoluto e l’anima motrice del reale. Primo momento in cui perverrà a tale
consapevolezza di sé come artefice della natura è appunto l’arte; primo momento in cui la
razionalità si riconosce come anima del mondo; affermata però per occorrenze sensibili. Ciò dà la
misura della nostra vicinanza all’arte ma mostra la necessità di superare l’arte tramite una
maggiore presa di coscienza dello spirito che cercherà forme meno appesantite dalla sensibilità e
dalla materia per manifestarsi. Da tale quadro concettuale emergono alcuni elementi che molti
interpreti contemporanei hanno sottolineato.
Il nucleo dell’arte è la verità, lo spirito, ma
solo in quanto esso si rivela, appare sensibilmente.
NOZIONE HEGELIANA DI BELLO
“Chiamiamo il bello l’idea del bello. Ciò va inteso nel senso che il bello deve essere concepito come idea,
anzi come idea in una forma determinata, come ideale.”
Hegel compie una prima distinzione tripartita tra concetto, idea ed ideale.
CONCETTO IDEA IDEALE
Il concetto è l’aspetto distintivo È l’identità, l’unità tra concetto È il bello poiché è l’unita tra
del pensiero e che comporta e mondo, è il riconoscimento concetto e mondo, tra
una relazione dello spirito solo che il concetto abita il mondo e elemento soggettivo e struttura
con sé stesso. Il concetto è lo struttura come tale. oggettiva, agente in una
parte di una dimensione occorrenza specifica. L’opera
immatura poiché lo spirito, nel d’arte manifesta il bello, cioè
concetto, comprende sé una idealità ovvero la
stesso solo come elemento razionalità umana coincidente
caratteristico del pensiero che con la razionalità del mondo,
sarebbe contrapposto alla non in generale ma in quel
natura sensibile che è priva di luogo specifico.
concetto per sé stessa. Ma la
razionalità si svilupperà
dialetticamente pervenendo
alla consapevolezza che il
concetto non è racchiuso nella
dimensione soggettiva dello
spirito ma è anche trama che
innerva il reale. La razionalità
è ordine della realtà.
L’arte in tal senso è una delle dimensioni del processo dialettico dell’assetto metafisico della
filosofia hegeliana poiché è la dimensione attraverso il quale il processo dialettico permette allo
spirito di manifestarsi come tale.
“Ora l’idea, in generale, è nient’altro che il concetto e l’unità di entrambi. Infatti il concetto come tale non
è ancora l’idea, sebbene concetto e idea siano spesso usati in modo promiscuo; soltanto il concetto presente
nella sua realtà, e posto in unità con essa”
ESTETICA E FILOSOFIA DELL’ARTE
Appello ai lettori
«Stimatissimi signori, queste lezioni sono dedicate all'Estetica; il loro oggetto è il vasto regno del bello e,
più precisamente, il loro campo è l'arte o meglio l'arte bella. Certamente il nome Estetica non è del tutto
appropriato per questo oggetto. Infatti “Estetica” indica più esattamente la scienza del senso e del sentire e
in questo significato è nata come nuova scienza, o meglio come qualcosa che doveva ancora divenire una
disciplina filosofica nella scuola wolffiana, in quel tempo in cui in Germania si consideravano le opere
d'arte in rapporto ai sentimenti che esse dovevano produrre […] A causa dell’improprietà, o meglio della
superficialità di questo nome, si è cercato poi di forgiarne altri per esempio quello di Callistica.
Tuttavia[…]”».
Estetica per H