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MORIN- I SETTE SAPERI
Edgra Morin, Sociologo, nato a Parigi nel 1921, nelle sue opere fa una lucida e vivace analisi della cultura di
massa quale complesso di miti, simboli e immagini della vita reale e della vita immaginaria, in cui l'uomo
quotidianamente si attua e si riconosce. Al centro della sua speculazione l’educazione alla cultura. Per
Morin La cultura costituisce un sistema generatore di alta complessità in cui, a partire da un certo stadio
dell'evoluzione, la complessità del cervello e la complessità culturale si implicano a un punto tale che il
ruolo della cultura risulta indispensabile per la stessa evoluzione biologica.
Nel testo I SETTE SAPERI propone i sette saperi fondamentali che l’educazione dovrebbe trattare in ogni
società ed in ogni cultura.
LA CONOSCENZA
E’ sempre in agguato il rischio di errore e di illusione, in ogni forma di conoscenza ; vanno tenute in
considerazione i legami tra le singole parti e la totalità e considerare tutte le informazioni che si ottengono
come parti di un insieme e di un contesto più generali. La conoscenza sotto forma di parole, idee, teorie, è il
risultato della “ricostruzione” attraverso i mezzi del linguaggio e del pensiero, di ciò che è la realtà. In
quanto tale è soggetta ad ERRORI ed ILLUSIONI. Bisogna saper individuare le fonti degli errori ed illusioni.
Possiamo distinguere:
ERRORI MENTALI - dovuti ad illusione ed immaginazione creati nel mondo psichico di ognuno, la
SELF-DECEPTION o possibilità di mentire a sé stessi per non assumersi la responsabilità delle cose
senza rendersene conto (meccanismo di difesa inconscio), ERRORI DELLA MEMORIA, perché
tendiamo sempre a selezionare i ricordi migliori e pi gratificanti.
ERRORI INTELLETTUALI - tutte le teorie ed ideologie sono soggetti ad errori
1 ERRORI DELLA RAGIONE - In genere la razionalità è costruttiva (elabora teorie coerenti) e critica,
che evidenzia gli errori e le illusioni delle credenze. Quando però la razionalità diventa
RAZIONALIZZAZIONE assume una connotazione negativa, cioè si crea un costrutto apparentemente
razionale ma in realtà basato su basi false e si chiude ad ogni verifica empirica. La vera razionalità
non è solo teorica, non è soltanto critica ma è anche autocritica.
ACCECAMENTI PARADIGMATICI - un paradigma si definisce come la promozione/selezione dei
concetti dominanti dell’intellegibilità. (l’ordine nelle concezioni deterministiche, lo Spirito in quelle
spirituali ecc.). Inoltre è nascosto sotto la logica che diviene predominante. Il paradigma effettua la
selezione e la determinazione della concettualizzazione e delle operazioni logiche. Es. Paradigma
uomo-natura. In questo paradigma ve ne sono 2 opposti: il primo che include l’umano nella natura
ed il secondo che determina cioè che è specifico dell’uomo con l’esclusione dell’idea di natura.
Entrambi obbediscono ad un altro pi profondo paradigma che è la SEMPLIFICAZIONE, che ci
impedisce in genere di valutare e conoscere la complessità dell’essere umano.
IMPRINTING E NORMALIZZAZIONE - IMPRINTING è un termine usato dall’etologo K. Lorenz per
definire il marchio irreversibile che impongono le prime esperienza del cucciolo animale. Esiste un
IMPRINTING CULTURALE, quindi presente fin dalla nascita, ed una NORMALIZZAZIONE che elimina
ciò che potrebbe contrastare questo imprinting.
La NOOLOGIA - e’ sempre stata presente nell’umanità la NOOSFERA, sfera delle cose della mente,
tra cui miti, dei, sogni. I miti e le idee sono utilizzati dalle società per addomesticare gli uomini,
mentre una teoria dovrebbe aiutare e orientare le strategie cognitive condotte dai soggetti umani.
Le nostre idee devono avere sempre il ruolodi mediatore e non si devono identificare con il reale.
L’INATTESO è ciò che ci sorprende e di cui dobbiamo sempre aspettarci la venuta.
In conclusione bisogna sempre rammentare l’INCERTEZZA DELLA CONOSCENZA, cui
contribuiscono tutte le situazioni sopra elencate. Il problema cognitivo è di importanza
antropologica, politica, sociale e storica.
Si deve comunque affrontare la conoscenza dei problemi cruciali del mondo. Per far questo, oggi che siamo
sommersi da informazioni, dobbiamo affrontare diversi problemi, tra cui:
o IL CONTESTO – bisogna mettere dati ed informazioni nel loro contesto di riferimento, se no non
hanno senso.
o IL GLOBALE – è più del contesto, è cioè l’insieme contenente le parti diverse che ad esso sono
legate. (nell’uomo convivono più parti, la società in quanto tutto è presente all’internodi ogni
individuo)
o IL MULTIDIMENSIONALE – Le unità complesse come l’uomo (biologico, psichico,affettivo) e la
società (storia, economia, religione) sono multidimensionali. Per averne una buona conoscenza le
parti non si devono separare dal tutto ma nemmeno le une dalle altre.
o IL COMPLESSO – si ha quando differenti elementi che costituiscono un tutto(economico, politico,
mitologico) sono inseparabili e quando c’è un’ interdipendenza fra l’oggetto della conoscenza ed il
2 suo contesto, le parti ed il tutto, le singole parti tra loro. La complessità è il legame tra Unità e
Molteplicità.
Ancora l’educazione deve favorire la capacità naturale della mente di porre e risolvere i problemi
essenziali e stimolare l’uso dell’intelligenza generale.
ANTINOMIA – L’Antinomia è la presenza allo stesso momento di due affermazioni contraddittorie. In
questo modo spesso per la molteplicità delle specializzazioni nei vari contesti si arriva all’indebolimento
della responsabilità del singolo (rispondo solo per me stesso) ed a quello della solidarietà (perché non si
sente più il legame con gli altri).
L’iperspecializzazione (astraendo u oggetto dal suo contesto) non fa vedere il globale (che si
frammenta) e l’essenziale (che si dissolve). La nostra educazione insegna a separare e quindi più i
problemi sono multidimensionali più è difficile vederne la multidimensionalità. Nel XX sec ci sono stati
progressi giganteschi in tutti i campi, ma si è prodotta una nuova cecità verso i problemi globali e
complessi.
L’educazione dovrebbe prima di tutto far conoscere la CONDIZIONE UMANA. Per far questo l’uomo va
situato nel suo contesto (l mondo) e quindi va valutata la sua situazione nel mondo. Tutto questo va
fatto mettendo insieme i dati delle scienze naturali con quelli delle scienze umane.
Il Cosmo è gigantesco ed in espansione, dove una certa quantità di sostanza fisica si è organizzata
dando luogo alla VITA. La vita si è sviluppata in specie diverse ed in ecosistemi in cui le predazioni
hanno costituito la catena a due facce della vita e della morte.
L’essere umano si distingue per la sua UNIDUALITA’, cioè biologico e culturale. E’ allo stesso momento
HOMO SAPIENS e HOMO DEMENS. Si realizza attraverso la cultura. Per analizzarlo ci si rifà al sistema
definito da Morin delle TRIADI. Cioè anelli di tre elementi di cui ognuno interviene ed interagisce con
l’altro. cervello
mente cultura
C’è poi una TRIADE BIOANTROPOLOGICA. Ragione
Affettività Pulsione
Dove le parti facenti capo al paleo encefalo (pulsione), al mesencefalo (affettività) e alla ragione
(corteccia cerebrale) sono tra loro complementari ed antagoniste allo stesso momento.
Ancora la TRIADE INDIVIDUO
SPECIE SOCIETA’
3 La società vive per l’individuo, che vive per la società ed entrambi vivono per la specie che a sua volta
vive per individuo e società
UNITA’ E DIVERSITA’ UMANA – è un principio presente in tutti i campi ed a tutti ilivelli.
Nel CAMPO INDIVIDUALE(unità diversità genetica), nel CAMPO SOCIALE (Unità diversità delle lingue),
Diversità e pluralità tra le culture. La cultura mantiene l’identità umana in ciò che ha di specifico, le
culture mantengono le identità sociali in ciò che hanno di specifico.
Tornando a quanto accennato prima relativo alla visione dell’essere umano a partire dalla razionalità
(h. sapiens) , bisogna dire che l’essere umano è complesso e porta in se concetti antagonisti
Sapiens/demens (razionale e delirante), faber/ludens (lavoratore e giocatore), empiricus /imaginarius
(empirico ed immaginario), economicus/ consumans (economico e delapidatore), prosaicus/poeticus
(prosaico e poetico). Vi è unità e dualità tra tutte queste parti. L’uomo è quindi un HOMO COMPLEXUS.
L’essere umano è fatto di parti fisiche, biologiche, culturali, ecc. di cui si deve riconoscere unità e
complessità. Nel XVI sec. È iniziata la STORIA PLANETARIA ed a questa prospettiva ci si deve riferire perché
tutti gli uomini hanno un destino comune.
La storia umana è entrata nell’era della comunicazione planetaria fra tutti i prodotti della sua diaspora
(lingue, culture, destini, creazioni, ecc). La planetarizzazione si sviluppa nei vari continenti con l’apporto
della civiltà europea (sviluppo economico, comunicazioni, flussi migratori) ed in conseguenza di ciò si sono
avute anche 2 guerre mondiali, e dal 1989 la generalizzazione dell’economia liberale chiamata
mondializzazione. Il mondo diviene sempre più un tutto. Ma la mondializzazione – oltre ad essere
unificatrice - è anche conflittuale.Il mondo è sempre più uno ma sempre più diviso.
Nel XX sec oltre i progressi c’è stata guerra, deportazione, fanatismo, la possibilità della morte totale
attraverso la bomba atomica, oltre alla possibilità della morte ecologica dovuta all’inquinamento. Per il
terzo millennio Morin auspica la creazione di una nuova CITTADINANZA TERRESTRE, al cui centro c’è
l’educazione. Il XX ha lasciato anche delle contro-correnti rigeneratrici:
La Contro corrente ecologica – dovuta alla crescita del degrado e catostifi tecnico-industriali
Qualitativa- maggiore qualità in tutti gli ambiti della vita
Resistenza alla vita puramente utilitaristica
Resistenza al consumo standardizzato
Emancipazione nei confronti delle tirannie
Pacifismo
Tutte queste dovrebbero intensificarsi nel XXi secolo, operando una trasformazione globale che si
ripercuota sulla trasformazioni di ognuna di esse.
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Infine sempre più emerge il concetto di identità planetaria e coscienza terrestre che ci lega al nostro modo,
con il concetto di TERRA_PATRIA. Ognuno deve avere