Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
UNA CULTURA IN FRANTUMI
Simmel ha un'attenzione del tutto specifica per la realtà sociale, capace di vedere l'effimero e il contingente che la caratterizza, di cogliere la forma - le forme - che si dà tutto ciò che è transitorio, fugace, veloce. Per Simmel, la mutevolezza è, alla fine, la vera forma della modernità: l'essenza dell'esperienza moderna sta tutta nella capacità di cogliere l'attimo. La modernità porta con sé un nuovo tipo d'uomo, sradicato, superficiale, inquieto, nervoso, pronto a cambiare pelle, a vivere in sintonia con un mondo inafferrabile e cangiante.
Anche la sociologia, in qualche modo, è in sintonia con il suo oggetto. Essa valorizza ed esprime le fratture, le scissioni, i punti di fuga, le rotture; si occupa delle piccole cose mutevoli; è attenta ai particolari e alle sfumature; studia i conflitti piuttosto che l'ordine; si nutre del cambiamento continuo.
In questo contesto, la sociologia, più che una scienza sistematica e coerente, capace di fornire un sapere illuminante, appare come l'espressione di una curiosità attenta e infinita, essa stessa mutevole e cangiante come l'oggetto che studia. In estrema sintesi, in cosa consiste l'analisi simmeliana della modernità? Nella messa in luce del suo carattere contraddittorio. Nel mondo moderno, la cultura perde la sua unità, la sua coerenza, la sua sistematicità: non esprime più un mondo, non costituisce più un'organica visione della realtà, non è un sistema ordinato. Alla ragione, intesa come capacità di ordinare le conoscenze empiriche sulla base di domande riguardanti il senso, si sostituisce sempre di più l'intelletto, una facoltà orientata alla calcolabilità e che ignora le domande intorno al senso. La tragedia della cultura moderna assume la forma di una cultura infrantumida, cheAfferma e nega allo stesso tempo la libertà dell'individuo. L'individuo moderno ha davanti a sé una sfida culturale con la cultura che egli stesso ha prodotto. Alfred Schutz1. INTRODUZIONE
Fenomeno è una parola greca che significa "ciò che appare" e la fenomenologia è lo studio dei fenomeni, delle cose per come appaiono. La fenomenologia è il metodo che limita la conoscenza oggettiva autentica e ciò che appare immediatamente alla coscienza. Edmond Husserl è l'autore che più di ogni altro ha sviluppato il metodo fenomenologico. La sua filosofia suggerisce di non dare mai per scontate le cose apprese, ma piuttosto di interrogarsi sul modo in cui si vede la realtà è sul modo in cui a ciascuno di noi si manifesta.
La sociologia fenomenologica riprende da Husserl l'idea che bisogna mettere in discussione ciò che diamo per scontato, occorre perciò evidenziare una stretta
circolarità tra soggetto e oggetto: il mondo è ciò che noi vediamo e il senso che noi ad esso diamo, ma, al tempo stesso, le nostre percezioni sono plasmate dai concetti. Alfred Schutz è il sociologo che per primo si ispira al metodo di Husserl, innestandolo sul problema di Weber di come sia possibile la comprensione delle azioni sociali e di come si possa pensare la società a partire dal senso soggettivamente intenzionato. 2. SCHUTZ, LA BIOGRAFIA Alfred Schutz nasce a Vienna nel 1899, il problema al cuore del suo lavoro è mostrare come si costruisce il senso intenzionato soggettivamente; come tale senso possa essere interpretato da altri attori; come possa diventare un senso oggettivo comune a disposizione degli attori sociali. 3. SENSO E TEMPO Abbiamo visto quanto sia centrale in Weber la nozione di senso intenzionato soggettivamente: studiare l'azione sociale significa interpretare il senso che il soggetto dà all'azione e poi spiegarlo sulla base delle motivazioni soggettive che lo hanno generato.base di categorie astratte, gli idealtipi. La sociologia di Schutz è il tentativo di approfondire la tematica di Webber alla luce della filosofia fenomenologica di Husserl. Il senso è un prodotto degli individui, della loro coscienza, ma è anche una realtà indipendente e comune. Bisogna allora spiegare questa circolarità: la società è un prodotto degli individui e viceversa, all'interno di un ciclo ininterrotto. Ma come avviene esattamente questa produzione? Per prima cosa, secondo Schutz, occorre analizzare meglio il concetto di senso. Alla base di tutto è il tempo: il concetto di senso intenzionato è legato alla nozione di tempo. Nella vita di tutti i giorni, diamo per scontato che le nostre azioni abbiano un senso; la vita quotidiana è un fluire continuo di azioni, nostre e altrui, senza che a nessuno appaia necessario chiedersi perché fa così e non altrimenti. Tutto appare scontato, normale; abbiamo lasensazione di vivere dentro un'atmosfera comune. Non è che le nostre azioni non siano intenzionali: e se non sono meccaniche o istintive; il fatto è che diamo per scontato il loro senso, che esso non ci appare riflessivamente. C'è intenzionalità ma non c'è riflessività, perché si agisce senza pensare: il senso dell'azione è dato per scontato. A partire dalla distinzione tra intenzionalità e riflessività, possiamo dire che il senso è l'uscita riflessiva dalla continuità temporale. Schutz si ispira a Bergson e Husserl. Per il primo, il tempo non è un insieme di attimi messi in fila: al contrario, è una durata indivisa, un continuo e interrotto fluire. Per il secondo vale la stessa cosa anche per la nostra coscienza: il fluire della nostra vita è un insieme di vissuti indivisi, come gli attimi del tempo. Mentre il flusso della durata e dell'esperienza ha unadirezione temporale, la riflessione inverte tale flusso perché una volta separato l'attimo, o il vissuto, esso è passato, è qualcosa che non c'è più. Fruire dell'esperienza e fluire del tempo sono identici: non posso sciogliere quel flusso, perché non appena rifletto, separo adesso da un prima e ricollego l'adesso a un prima: il prima mi viene dato nell'adesso come un passato. Prendere coscienza significa quindi spezzare l'unità del flusso del tempo: riflettere è sempre ricordare. Il senso è quindi sempre separazione, distinzione, è uscita riflessiva dalla continuità temporale. Le nostre azioni sono intenzionali, ma ci appaiono dotate di senso solo se sottoponiamo l'intenzionalità che contengono a una riflessione. Rispetto a Weber, Schutz ci propone un approfondimento della nozione di senso: quando è solo intenzionato, all'interno dell'unità.nel fluire della nostra esperienza, il senso non ci appare. Perché il soggetto possa essere consapevole del senso che ha dato alla sua azione, occorre che stacchi arbitrariamente quell'unità di senso dall'esperienza attraverso una presa di coscienza riflessiva. Ma come è possibile che le nostre azioni non abbiano un senso e che esso possa apparire solo retrospettivamente? Per risolvere questo paradosso, Schutz sostiene che "il senso dell'agire è l'azione progettata che lo precede". Il senso dell'azione è perciò il progetto d'azione: un'azione è tale soltanto se possiamo pensarla prima che si realizzi. L'azione è dotata di senso perché viene progettata, ossia anticipata. Da ciò derivano alcune conseguenze:- Un'azione è sempre infinitamente scindibile perché, se riflettere è separare, posso scomporla all'infinito. Per evitare di perdersi,
E uno visto come causa. Tutto dipende sempre dallo stretto legame tra senso e tempo: infatti, se il fine deve essere visto "prima", le cause possono essere viste solo "dopo".
4. SENSO SOGGETTIVO E SENSO OGGETTIVO
Abbiamo visto che il senso è il risultato di un atteggiamento riflessivo del soggetto nei confronti del proprio vissuto. Ego, rivolgendo l'attenzione al proprio vissuto trascorso, lo costituisce, e non più solo lo vive. Proprio attraverso questo sguardo riflessivo, secondo il sociologo, emerge il sé. L'insieme del senso così prodotto viene chiamato da Schutz riserva di esperienza o riserva di oggettualità: essa è il risultato della progressiva sedimentazione di senso prodotta riflessivamente dal soggetto. Ciò che noi siamo è l'insieme del senso che alle nostre esperienze abbiamo attribuito: questa riserva di esperienza è la nostra identità profonda. L'identità è
l'insieme sensato delle esperienze passate: si tratta di un bene delicato e fragile, di cui il soggetto stesso è, in prima battuta, il custode. Quando un'azione è razionale? Si ricorderà che per Weber si danno due modelli di razionalità, rispetto al valore e rispetto allo scopo.