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CHIUSA).
Nota: DIMENSIONE RELIGIOSA = dimensione caratteristica e strutturale dell’IO.
È possibile parlare di “educazione alla libertà” solo se la libertà dell’uomo si abitua a rispondere infatti essa
si può anche definire come ATTENZIONE > sono esplicitazioni dei criteri della terza premessa ovvero la
moralità nella conoscenza (cap. XIII del Senso religioso).
CURIOSITÀ = atteggiamento positivo, implica il voler andare a vedere e a scoprire senza accontentarsi della
prima cosa che viene detta; senza la curiosità è impossibile o molto difficile fare l’esperienza dello stupore
da cui inizia ogni seria riflessione sulla nostra condizione umana.
Esiste una correlazione tra l’itinerario della RAGIONE e la mossa della LIBERTÀ (apertura o chiusura).
Esperienza del rischio = è una strana sproporzione tra la scoperta della ragione e la mossa della
libertà. Non si tratta dell’assenza di ragioni, ma è quando le ragioni e le evidenze ci sono: nel
momento in cui si scoprono delle ragioni evidenti allora quello è anche il momento in cui inizia il
RISCHIO che viene rappresentato dalla fatica e dall’impaccio che la libertà sente nell’aderire a quelle
ragioni > una paura stranissima e l’uomo di sente come “bloccato”.
Giussani per spiegare questo fenomeno riporta un esempio tratto dalla sua gioventù: dopo essere
stato promosso nel passaggio dalla 5° elementare alle medie, andò in una gita in montagna e pur
essendo legato ed assicurato non riuscì a fare il passo così dovettero tornare tutti indietro. Era
evidente, aveva tutte le ragioni, eppure non ci riuscì. È evidente che la vita sia più grande di noi: ma
al momento di dirlo, la libertà non riesce a stare al livello della ragione.
Più la questione diventa stringente dal punto di vista esistenziale, più sentiamo questa vertigine. Ma da dove
proviene questo disallineamento tra la ragione e la libertà? Esso deriva dalla ferita del peccato originale;
Rousseau diceva che era colpa della società che rovinava l’uomo e assumeva come redentrice la politica.
Come si vince questa strana esperienza del rischio?
La libertà partecipa attivamente nel percorso della ragione, nella fase stessa della scoperta > libertà per
determinare l’uso della ragione.
La ragione, che è esigenza di comprendere la realtà nella totalità dei suoi fattori, a un certo punto del suo
percorso deve riconoscere e deve ammettere (dall’interno della sua esperienza) l’esistenza di un
incomprensibile.
Non è possibile mettere la parola fine alla ricerca della ragione > paradosso: la ragione che è un’esigenza di
comprendere deve ammettere l’esistenza di un incomprensibile ma non può smettere di cercare, non può
arrendersi (non arrendersi della ragione di fronte all’imprevedibile inconoscibile, questa è la grandezza
dell’uomo). Ci sono due personaggi in cui condensare l’esigenza di ricerca:
1. Ulisse --- vd. Inf. XXVI, Dante immagina il personaggio mentre arringa i suoi compagni una volta che essi
sono giunti dopo un’avventurosa navigazione davanti alle colonne d’Ercole > l’uomo non si può accontentare
e fermare la ricerca anche se il rischio da correre è immenso|- Dante è come se ci dicesse che Ulisse non ha
sbagliato perché è andato OLTRE (perché questo fa parte della natura dell’uomo, urgenza insopprimibile che
presto o tardi emerge in ognuno), l’errore di Ulisse fu quello di aver preteso per la navigazione oltre le
colonne gli stessi strumenti che lo avevano accompagnato nel Mediterraneo: affrontare la furia maestosa e
scatenata dell’oceano, l’errore dimostra una sprovvedutezza riguardo i mezzi, non una sproporzione riguardo
al fine;
2. Giacobbe --- lotta per tutta la notte con un misterioso interlocutore: Giacobbe tornato nella terra promessa
ai suoi padri, sull’imbrunire nell’oscurità dovrebbe guadare un fiume ma fatti pochi passi nell’acqua una
misteriosa presenza lo blocca e si frappone tra lui e la terra dei padri. Giacobbe chiede il nome alla presenza
misteriosa più volte ma quella tace e la lotta va avanti tutta la notte. All’alba allora chiede una benedizione
e la presenza misteriosa gli dà un colpo all’anca così che rimane zoppo per tutta la vita = Giacobbe sarà
segnato per sempre da questa lotta. Il personaggio misterioso inoltre, prima di benedirlo gli cambia il nome
da Giacobbe a e lo chiama JHWH = Israele che significa “lotto con Dio”, infatti per tutta la notte aveva lottato
con Dio, lui uomo fragile a cui basta un colpo per rimanere menomato per tutta la vita ma la dimensione della
vita è lottare con questa presenza che si mette al livello dell’uomo.
Nella lotta la ragione è impaziente perché non può, se è leale (≠ se si cede alla slealtà allora questi passaggi
non si riescono nemmeno iniziare), non dire che esiste un incomprensibile più grande di lei e da cui dipende.
Allora si apre itinerario drammatico sull’ipotesi di una coscienza acutissima di dipendenza (dipendenza
istante per istante) e se la ragione impaziente dell’uomo non regge, ci sono allora due possibilità:
1. In negativo: la ragione, che resta esigenza di totalità e di comprensione, sceglie, tra i particolari a lei
noti ovvero quelli che riesce a conoscere, uno a cui dedicare riverenza assoluta |- IDOLATRIA (eidolon
= quello che appare). La dinamica dell’idolo, a cui nessuno è totalmente immune, è la radice della
violenza > se Dio viene identificato dal soggetto allora se non c’è corrispondenza con altri soggetti
allora si genera conflitto (IDOLO = “dio” a mia misura, secondo il Salmo 115 non mantiene mai le sue
promesse). Vi sono diverse possibilità di idolatria ma rimandano sempre a una degenerazione.
Nota: Chiunque, in ogni caso, cerca qualcosa di più grande di sé stesso.
2. In positivo: il FENOMENO RELIGIOSO > l’uomo non ha mai smesso di innalzarsi. L’uomo inizia, fin
dalle sue origini, a immaginarsi il rapporto con il mistero |- RELIGIONE = complesso di credenze, riti
e comportamenti attraverso i quali l’uomo cerca di ordinare il suo rapporto con il mistero. Tra le varie
religioni ci sono alcune costanti:
- Un sistema di CREDENZE: aspetto dogmatico e narrazione delle origine delle cause: perché c’è il
mondo? Chi lo ha fatto? (racconti eziologici che spiegano spesso in forma poetica ma non per
questo falsa le origini), Dove sono gli dei? Quale rapporto intercorre tra il dio e l’uomo?
- Sacerdoti = colui che si occupa di cose sacre: elaborazione di RITI legati ai cicli della natura, della
riproduzione, della volta celeste, delle stagioni…
- MORALITÀ = cosa è permesso, cosa è vietato: prescrizioni alimentari, comportamentali,
proibizioni…
I modelli che possiamo riscontrare manifestano spesso la presenza di una figura carismatica chiamata GENIO
RELIGIOSO, colui che sa incarnare in sé meglio di tutte le aspirazioni, le urgenze, le esigenze degli altri, le sa
leggere e le sa esprimere meglio di tutti, ad esempio: Budda, gli eroi del panteon greco-romano, Maometto,
i patriarchi dell’antico testamento, Confucio… > notiamo l’emergere di queste figure, almeno nelle più
importanti religioni, che fanno da mediatori tra la divinità e l’uomo e da catalizzatori tra coloro che
condividono queste comuni credenze.
Abbiamo moltissime grandi religioni: Qual è la religione giusta? Nessuna in virtù della libertà religiosa.
Tuttavia, ci fu un uomo che gridò IO sono la VIA, la VERITÀ e la VITA. Da dove nasce questa inaudita pretesa?
LEZIONE 15 – 15/05/19 e LEZIONE 16 – 16/05/19
ALL’ORIGINE DELLA PRETESA CRISTIANA
Da dove nasce questa pretesa?
RELIGIONE = fenomeno in cui si sintetizza la creatività dell’uomo.
Per decidere a quale religione aderire potrebbero essere seguiti dei criteri, ad esempio quello razionalista
che pensa che una persona prima di seguirne una determinata dovrebbe informarsi e conoscere (ma esse
sono moltissime quindi diventa un criterio astratto). Questo criterio astratto potrebbe essere ristretto
nell’idea di prendere contatto almeno con quelle più diffuse come Cristianesimo, Ebraismo, Islam,
Buddismo… oppure ci si può affidare al sincretismo nel senso di unione e sintesi delle parti di varie religioni,
un ultimo suggerimento potrebbe essere quello di decidere di avvicinarsi ai tentativi di entrare in rapporto
con il mistero (che la ragione non può non riconoscere se vuole essere leale con la propria esperienza, infatti,
la ragione nella sua dignità ultima è apertura alla totalità dei fattori e nella realtà vi è un fattore insondabile,
non ammetterlo vuol dire negare la libertà anche se il senso religioso tormenta l’uomo) attraverso la religione
più diffusa nel proprio ambiente (ipotesi empirica).
Ogni tentativo dell’uomo di raggiungere e di entrare in rapporto con il mistero = Dio è BUONO, quindi ogni
religione in quanto tentativo è POSITIVA |- tolleranza e libertà religiosa > le religioni hanno tutte pari dignità,
ma cosa succederebbe se una religione affermasse IO sono la strada, la VERA religione? La frase IO SONO LA
VIA è stata detta da un uomo = Gesù.
Nel IV secolo a.C. SOCRATE, condannato a morte nella città di Atene (= culla della DEMOCRAZIA) per dei reati
di opinione e per la seduzione dei giovani, decise di non fuggire pur avendone la possibilità in quanto
rispettoso delle leggi e della democrazia (vd. Critone di Platone). Da momento che la sua esecuzione era
fissata per il mattino, nella notte precedente la sua morte, Socrate discusse di cosa poteva esserci dopo la
morte e nel capitolo XXXV del Fedone si riporta che il filosofo disse: “La verità sicura in queste cose (cosa c’è
dopo), mi pare, nella vita presente non si può raggiungere in alcun modo o perlomeno con grandissima
difficoltà, è un problema veramente arduo PERÒ io penso che sia una viltà il non studiare sotto ogni aspetto
le cose che sono state dette in proposito e penso che sia una viltà lo smettere le ricerche prima di aver
esaminato ogni mezzo” > anche se il problema è arduo e sembra impossibile risolverlo bisogna andare OLTRE
perché non è possibile smettere di cercare (> è lo stesso principio che ha portato anche tutte le scoperte
geografiche del passato o l’esplorazione dell’universo nei nostri giorni).
Dall’esigenza della ricerca possono nascere due possibilità:
1. Venire a capo del problema e conoscer