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Maffesoli analizza la condizione di nomadismo come stile di vita postmoderno. Il
nomade sceglie la sua condizione errante e tende alla de-costruzione del senso
di identità fissa e assimilazione o omologazione, preferendo fluidità,
frammentazione ed eterno divenire. L'io si esprime quindi nei luoghi che abita e
nelle relazioni che instaura attraverso le esperienze, in cui si affida
volontariamente al prossimo non possedendo una strada propria. Egli è quindi
straniero nella tribù urbana, contraddistinta da una forte chiusura e protezione
verso l'esterno. Se in Maffesoli il legame si conserva nel luogo e nella
comunanza di valori, simboli e quotidianità, in Bauman tale esperienza, definita
“vischiosità”, ci risucchia rendendoci impotenti, poiché la folla non rappresenta
altro che un'idealizzazione dell'aggregazione, che cela la reale indifferenza verso
le differenze interne addomesticate. Tali caratteristiche sono riscontrabili anche
nello spettatore cinematografico, la cui identificazione è dissimulata, ma che si
immerge nella finzione priva di significati, nello straniamento e nell'emozionalità
in assenza di razionalità, nonché nell'offerta partecipazione.
Per Weber, l'agire sociale è motivato dal senso individuale, ma rapportato
all'agire degli altri soggetti. Esso può essere:
di tipo tradizionale, se guidato da regole e conoscenze dettate da abitudini
– consolidate in una cultura;
affettivamente orientato, compiuto cioè sotto l'impulso di affetti ed emozioni;
– rispetto al valore, determinato da un obiettivo da perseguire;
– o rispetto allo scopo, che consiste in azioni strumentali spiegabili secondo il
– modello causa-effetto.
La modernità è quindi caratterizzata dall'agire razionale, che estende il calcolo
ad ogni campo dell'organizzazione sociale. La società sana diventa quella che
persegue il bilanciamento tra razionalità strumentale ed etica, distribuendo
possibilità e risorse secondo i bisogni. Weber è il teorico della burocrazia, la
forma di governo delle società complesse, in cui la razionalità prende il posto del
carisma.
Marx ed Engels furono i primi critici della società capitalistica, che ne
denunciarono la mercificazione della vita, lo sfruttamento dell'uomo, ma anche,
da un punto di vista sanitario, la mercificazione dell'organizzazione sanitaria
ridotta a profitto, espropriando così i pazienti dalla propria salute e natura e
riducendo il personale a operatori del controllo sociale e diffusori dell'ideologia
dominante, riproducendo le disuguaglianze di classe in tema di prevenzione,
cura e guarigione.
Il costruttivismo è invece un filone di pensiero secondo cui l'osservatore crea la
realtà sulla base dell'osservazione, all'interno del proprio ambiente:
per Luhmann, il soggetto diventa un sistema autoreferenziale chiuso in sé
– stesso per fronteggiare la complessità dell'ambiente, in cui ogni sistema lotta
per raggiungere la propria autonomia e specificità.
Morin fonde invece scienze del vivente e sistema sociale, definendo l'uomo
– come un poli-sistema trinitario fatto di individuo, specie e società, il cui
equilibrio garantisce la salute.
Bateson assume invece un'ottica post-dualistica che vede alleati mente e
– natura, in vista della necessità di preservale da diversità individuale.
Storicamente, l'evoluzione del benessere ha conosciuto 3 fasi:
all'inizio del Novecento, la borghesia contrasta la nobiltà, che utilizza il
– consumo vistoso e lo spreco come armi di distinzione sociale;
tra gli anni '60 e '70, l'attore è lo Stato, che lotta contro la diseguaglianza e
– considera il benessere come un diritto di cittadinanza.
Dopo gli anni '80, a fare da protagonista è il mercato, con la concezione
– privata che prevale su quella pubblica. In epoca tardo-moderna il benessere
perde quindi la sua dimensione sottrattiva, ma acquista una tendenza
all'azione positiva.
Le 3 forze motivazionali che determinano il benessere individuale sono:
la ricerca di comfort, che riduce le tensioni soddisfacendo i bisogni
– omeostatici;
la ricerca di stimolo, che combatte la noia grazie a fattori esterni come novità
– e rischio;
la ricerca di piacere, proveniente dalla riduzione delle tensioni e dagli stimoli.
–
Le categorie analizzate dalla sociologia del benessere sociale sono:
Azione (agire individuale riferito e orientato in base al comportamento altrui,
– studiabile come comportamento quando è oggettivamente osservabile e ha
carattere di uniformità), relazione (agire di due individui che orientano
reciprocamente le loro azioni sviluppando qualità sistemiche ed
eventualmente legami), interazione (quando le persone agiscono reagendo
alle azioni degli altri in maniera diretta, ossia libera, o indiretta, cioè rigida).
Caratteristiche della relazione sono: reciprocità (con feedback e adattamento
reciproco), riferimento (all'altro), religo (legame), riflessività (ossia la
capacità di pensare insieme e rendere la mente inclusiva), effetti emergenti
(es.: imprevedibilità) e simbolici (es.: imitazione). I processi relazionali sono
invece: le azioni interattive, la comunicazione (intesa come unificazione delle
differenze e coordinamento), confronto somiglianza/differenza (percezione,
comparazione e attivazione per differenza), imitazione/differenziazione (fra
segni, comportamenti e immagini), emozione (intesa come attrazione e
distanziamento) e identità/diversità. Le relazioni sociali diadiche possono
essere: simmetriche (se l'interazione avviene per somiglianza, con rischi di
competitività e conflitto), complementari (se le differenze si richiedono
vicendevolmente, con rischi di dominazione e dipendenza) o reciproche (se vi
è una combinazione flessibile di simmetria e complementarietà reversibile,
con rischio di autoreferenza e circoli viziosi). Nelle relazioni triadiche
distinguiamo quelle in cui: un elemento beneficia del conflitto tra gli altri due,
un elemento funge da capro espiatorio (vittima esclusa), la relazione di tipo
“divide et impera” (che non permette alleanze), oppure caratterizzata da
mediazione fra gli opposti, o ancora reciprocità triadica (in cui è presente un
dinamismo sinergico) o un osservatore esterno (garante della neutralità). La
relazione multipla o gruppale può invece essere organizzativa o istituzionale,
comunitaria, reticolare, associativa o fondata sull'appartenenza simbolico-
culturale. La relazione possiede più dimensioni: una corporea (basata sulla
comunicazione), una interattiva o psico-sociale (fondata su sentimenti,
desideri, motivazioni e autoregolazione), una comunicativa (fondata su saluti,
rappresentazioni sociali, narrazioni e caratterizzazioni simboliche), una
regolativa (basata su legge, rapporti economici e regole morali-ideali). Ciò
che specifica una relazione è quindi la situazione (tempo, contenuto, risorse e
vincoli), il contesto (cornice, criteri, premesse, ecc., basate
sull'interpretazione degli attori). I processi di sviluppo e trasformazione della
relazione sono: l'evoluzione (ciclica e prevedibile dal contesto), il
cambiamento (che genera discontinuità), la metamorfosi (che genera una
nuova forma di relazione e contesto), l'integrazione (nel contesto) e la
dissoluzione (separazione, interruzione, crisi). Le relazioni possono essere: di
protezione (che genera come effetto integrativo la sicurezza), di aiuto
(sostegno), cura (benessere), comunicazione (appartenenza), conoscenza
(riconoscimento) e accettazione (che determina la fiducia). Al contrario,
l'aggressività produce insicurezza, il non aiuto insoddisfazione, l'incuria
malessere e sofferenza, la non comunicazione isolamento, l'ignoranza
diffidenza e il rifiuto sfiducia.
Gruppo (status e ruolo). Essi si dividono in: primari (di piccole dimensioni,
– con contenuti affettivi personalizzati), secondari (grandi e con ruoli specifici,
ma relazioni fredde) ed effimeri (basate su incontri occasionali e relazioni
superficiali temporanee). Le proprietà dei gruppi cambiano a seconda della
dimensione: mentre le diadi sono caratterizzate da fragilità strutturale, forte
personalizzazione e coinvolgimento affettivo, le triadi sono caratterizzate da
conflitto, alleanza e mediazione. I confini differenziano invece i gruppi formali
(con precise regole sui requisiti e gli obiettivi) da quelli informali (con
partecipazione saltuaria e spontanea), nonché i totalitari (in cui tutti i ruoli
sono interni all'istituzione) dai segmentali (con ruoli anche esterni). La
struttura è quindi composta da un insieme di ruoli differenziati, che
corrispondono a un insieme di comportamenti attesi e a schemi appresi a
seconda che si tratti di ruoli specifici (con comportamenti limitati e precisati)
o diffusi (ampi e poco definiti). Lo status rappresenta invece la posizione
occupata dall'individuo in un dato momento. Le norme di gruppo stabilizzano
i comportamenti premiando o punendo chi non vi si adegua. Tra le patologie
legate al ruolo troviamo: la distanza dal ruolo (ossia la possibilità di prendere
le distanze dalle aspettative sociali), l'ambiguità di ruolo (ossia l'incertezza su
ciò che ne comporta l'assunzione) e il conflitto di ruolo (ossia
un'incompatibilità tra ruoli diversi e contrapposti ricoperti da uno stesso
individuo). I gruppi sono quindi strutture socio-affettive all'interno delle quali
le forze agenti possono essere antipatia, repulsione, rifiuto e avversione,
oppure simpatia, accettazione, attrazione e preferenza. Le dinamiche di
gruppo riguardano quindi la quantità e qualità delle relazioni, i meccanismi di
emarginazione e leadership, la pressione di gruppo, la formazione di
sottogruppi, gli organismi e rapporti informali.
Reti e reticoli sociali. Le reti sono costituite da individui che rappresentano un
– nodo (ricoprono cioè una posizione) e sono collegate da fili (cioè legami), su
cui transitano risorse come persone, beni, informazioni, valutazioni e regole. I
legami variano in intensità (a seconda della quale distinguiamo gruppi ad alta
densità con rete a maglia stretta, cioè molte connessioni tra pochi attori, da
quelli a bassa densità con rete a maglia larga, cioè poche connessioni tra
molti attori, nonché da quelli in cui sono presenti buchi strutturali, ossia
legami assenti che lasciano tuttavia aperte nuove possibilità). Le funzioni
delle reti sociali sono: la diffusione (di idee che influe