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CORRISPONDENZA.

Hamilton e Clifford , nel 1976, parlano di una CORRELAZIONE ILLUSORIA, che è la

tendenza a ritenere che due eventi siano tra loro associati anche quando nella realtà una

simile associazione non è presente.

Esistono delle leggi che regolano gli elementi all’interno di una categoria, una volta creato

lo schema, quindi la categoria, dobbiamo considerare l’EFFETTO DI ASSIMILAZIONE,

tutti gli elementi all’interno di quella categoria sono simili tra loro ed hanno la tendenza ad

attenuare le differenze, quindi andrò a riconfermare le categorie iniziali.

Anche SCHEMI DI RUOLO e PREGIUDIZI hanno una valenza positiva, oltre ad

abbassare l’impiego di risorse cognitive, servono a gestire una certa coesione all’interno

del gruppo, hanno valenza di difesa e promuovono la capacità di differenziarmi dall’altro

per gestire le dinamiche di INGROUP e OUTGROUP.

NB: in funzione degli schemi oriento la categoria, lo schema orienta l’elaborazione delle

informazioni in entrata che poi inserisco nella categoria.

Esistono delle SCALE che hanno caratteristiche diverse per misurare gli atteggiamenti.

È importante trovare un metodo efficace per misurare gli atteggiamenti, perché sono

composti da più componenti:

- Cognitiva

- Comportamentale

- Emotiva

Questo secondo il MODELLO DI TRIPARTITO di Rosenberg e Hovland.

All’inizio si osservavano solo i comportamenti, le affermazioni, le reazioni fisiologiche,

l’oggetto dell’atteggiamento veniva materializzato e si vedeva come le persone reagivano,

ma questi erano solo indicatori, era necessari trovare indicatori significativi.

A partire dagli anni ’30 si è pensato di iniziare a lavorare sulla costruzione di SCALE PER

MISURARE GLI ATTEGGIAMENTI, in particolare quelli etnici, si parla quindi di METODI

SCALARI, queste scale sono quattro:

- LA SCALA DI THURSTONE

- LO SCALOGRAMMA DI GUTTMAN

- LA SCALA LICKERT

- IL DIFFERENZIALE SEMANTICO

La SCALA DI THURSTONE è basata sull’utilizzo dello stesso approccio su cui si fondano

le rilevazioni dei parametri psicofisici (1929).

L’idea di questi studiosi era quella di creare una scala che effettivamente andava a

misurare le sfumature del pregiudizio, così come possiamo andare a misurare dal punto di

vista psicofisiologico le sfumature, ad esempio tattili.

Dal punto di vista dell’ambizione era una scala molto importante, dal punto di vista

dell’applicazione si è però discostata da questa premessa, gli ITEM che vengono

somministrati dovrebbero avere un’intensità di pregiudizio crescente e proporzionale, così

come un individuo può percepire il tatto, l’idea era questa, ogni individuo deve poter

percepire una differenza di intensità tra un item e l’altro.

Quello che volevano trovare era una scala in cui gli item misurassero valori di pregiudizio

basso, ma non in modo random, tra un’affermazione e l’altra, doveva essere presente

concettualmente la stessa distanza.

Per costruire questa scala devo trovare molte affermazioni legate al pregiudizio cui

vogliamo far fare riferimento alla scala, queste affermazioni potrà crearle solo qualcuno

esperto in materia, non posso sicuramente non far riferimento alla letteratura, questi

ricercatori dovranno documentarsi, produrre un pool enorme di affermazioni, che devono

essere chiare, non fraintendibili, l’affermazione può essere lunga, ma l’item deve essere

chiaro (sintetizzo o sdoppio l’affermazione).

Una volta raccolti tutti questi item vado ad interpellare i cosiddetti giudici indipendenti, cioè

altre persone esperte in materia, che non hanno contribuito alla prima parte della stesura,

che avranno il compito di dividere questi item in 10 urne.

Questi 11 esperti, leggendo ogni affermazione devono decidere, sulla scala da poco a

tanto, dove collocarla, cioè il pregiudizio è alto o basso.

Ogni singolo giudice valuta ogni singola affermazione.

Ogni singolo item, in base all’urna in cui è inserito avrà un valore, la somma, la media, la

mediana, la deviazione standard di ogni item ottengono valori simili, scelgo quello

distribuito in meno urne, l’obiettivo è quello di selezionare 20/30 item da inserire nella

scala.

A questo punto attribuisco un valore a ogni singolo item e testo la somministrazione della

scala.

I limiti di questa scala sono in ordine di tempo e risorse umane ed economiche, inoltre

esiste una discrepanza rispetto all’ambito dei giudici e il target a cui somministrarlo, non

viene chiesto a nessuno di capire se effettivamente funziona.

La seconda scala è LO SCALOGRAMMA DI GUTTMAN che è tutto incentrato sulla

proprietà cumulativa, l’idea è quella di voler andare a misurare il pregiudizio, e quindi

l’atteggiamento in funzione di alcune domande che diano una risposta “scontata”, una

persona che risponde ad un test di questo tipo dovrebbe poter rispondere in modo

spontaneo, senza pensare troppo, e quello che verrà fuori permetterà, secondo questi

teorici di fare una distinzione tra persone diverse, le risposte sono come quelle delle

parole crociate, una risposta determina anche l’altra.

Il criterio è ordinare la sequenza delle domande per individuare la posizione di ciascun

individuo intervistato, in funzione di una sola domanda o in funzione di più domande posso

inserire un soggetto sperimentale all’interno di una sequenza che va ad esempio da meno

razzista, a più razzista.

La valutazione di ogni item ha un effetto cumulativo sugli altri, in modo tale che se un

intervistato è d’accordo con un’affermazione dovrà trovarsi in accordo con tutte le

affermazioni che la precedono, per questo diventa uno scalogramma perfetto.

Per ricercare gli item, i ricercatori, formulano degli item monotoni, unidirezionali, devono

avere una loro coerenza con l’item precedente e successivo e deve essere confermata la

proprietà cumulativa, che prevede che se un intervistato e d’accordo con un’affermazione

lo deve essere con tutte le precedenti.

Il limite di questa scala è che non sempre mantiene la coerenza interna, ma per questi

ricercatori non è un aspetto negativo, perché se nella fase di pre-test emergono delle

incoerenze si possono modificare gli item, se invece somministro comunque il test e

l’errore supera il 10% viene cestinato.

Elementi critici sono dunque la complessità in sé e l’ordine solamente logico degli item,

non viene minimamente preso in considerazione l’aspetto emotivo o psicologico.

Lickert aveva nominato quelle che oggi sono le famosissime SCALE LICKERT, il metodo

dei punteggi sommati, dal punto di vista statistico e matematico sono le scale che

funzionano di più in assoluto, in questa scala rispetto ad un atteggiamento devo andare a

trovare affermazioni relative all’oggetto di indagine, per ogni singola affermazione si va a

calcolare il grado di accordo.

Ogni item non ha un valore specifico, viene calcolato nella somma della scala, così posso

mettere nello stesso test item che valutano cose diverse, sommando in modo diverso le

due scale, avrò due risultati diversi su due scale.

Il test ECR sull’attaccamento è strutturato in questo modo, le domande hanno

apparentemente lo stesso oggetto, ma posso valutare due aspetti diversi, gli item pari

misurano un aspetto, i dispari un altro.

La potenza di questa scala emerge anche dalla possibilità di manipolare dal punto di vista

matematico i dati.

Alcune persone tendono a mettere crocette troppo in alto o troppo in basso per la

desiderabilità sociale, per questo in questa scala vengono introdotti item inversi, che

servono a bilanciare questo aspetto, obbligano il soggetto ad eliminare la tendenza che

ha.

Questi item vengono eliminati per mezzo di un’analisi fattoriale, vengono eliminati gli item

che non correlano e selezionati quelli che raggiungono valori più alti correlati con la scala.

Una volta somministrata questa scala ad un numero grande di individui, scelti in base

all’universo campionario (la popolazione di riferimento) ottengo un valore normativo.

Le persone normali a questo test ottengono un certo punteggio, se lo somministro ad un

persona simile e ottengo un risultato diverso posso dire che ha un pregiudizio o uno stile di

attaccamento evitante.

Una volta che ho il valore normativo posso somministrare il test a chiunque senza

confrontare ogni volta i risultati, perché ho già i valori di riferimento, inoltre posso

confrontare i risultati anche nel tempo, facendo ripetere il test ad una persona a distanza

di tempo.

Il limite di questa scala è che posso trovare soggetti che ottengono lo stesso punteggio,

ma rispondono in modo diverso ai singoli item, quindi devo valutare la scala.

Il DIFFERENZIALE SEMANTICO, pone l’accento sull’aspetto emotivo, la velocità e la

sintesi, perché in base allo studio che io voglio fare, invece di andare a cercare (n)

informazioni da tradurre in item, devo solo andare a cercare degli aggettivi bipolari

coerenti con l’oggetto, che siano familiari e che abbiano un certo grado di attinenza con il

target, le persone che rispondono al questionario.

Gli aggettivi bipolari sono: bello/brutto, buono/cattivo, alto/basso.

C’è un’affermazione iniziale e gli individui devono mettere delle crocette in funzione degli

aggettivi, o si analizzano gli schemi che emergono o si procede con un’analisi fattoriale,

dalla quale è possibile che emergano configurazioni di personaggi simili.

Questo strumento è sicuramente semplice e veloce, l’analisi statistica è agevole, ma

traggo informazioni molto limitate.

Spesso questo tipo di analisi viene associata ad altri strumenti.

Le attivazioni fisiologiche non ci danno indicazione del perché si attivano, se per aspetti

emotivi, psicologici, o contestuali, sappiamo solo che c’è un’attivazione, altro aspetto

interessante è l’elettromiografia facciale, che può apparire più coerente rispetto al metodo

fisiologico, perché muscoli facciali possono essere associati a determinate emozioni, ma è

una tecnica poco fruibile, queste ed altre metodologie avevano lo scopo di far dire la verità

al soggetto sperimentale.

È interessante anche prendere in considerazione il fatto che le rappresentazioni positive

dell’INGROUP e negative dell’OTGROUP vengono tendenzialmente affermate utilizzando

termini astratti, assoluti, al contrario quando parlo di aspetti negativi dell’INGROUP e

positivi dell’OUTGROUP userò termini e affermazioni contestuali, questa analisi permette

di valutare anche i testi, questo metodo può essere applicato agli a

Dettagli
A.A. 2017-2018
65 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/05 Psicologia sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Cristianabusatti di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia Sociale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Toni Alessandro.