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MODELLO DI SCHRAMM.
Il modello comunicativo di Schramm si sviluppa in tre fasi, la prima formulazione è la
riproposizione del modello di Shannon e Weawer:
Una fonte invia un messaggio attraverso un codificatore; il messaggio viene ricevuto da un
decodificatore e trasmesso al destinatario:
La Fonte è costituita dalla mente dell’individuo che innesca la comunicazione
Il Codificatore rappresenta il processo attraverso il quale l’idea viene convertita in
simboli da trasmettere al destinatario
Il Decodificatore costituisce il processo attraverso il quale i simboli sono ricevuti e
convertiti in idee dal destinatario
Il Segnale comprende il codice simbolico prodotto e trasmesso
Schramm successivamente modifica il primo stadio del modello, ponendo maggiore
enfasi sul campo di esperienza del mittente e del destinatario, affermando che solo le
informazioni che possono essere condivise nei rispettivi campi di esperienza possono
essere realmente comunicate e comprese.
Nel terzo stadio del modello la comunicazione viene considerata come un processo
interattivo tra mittente e destinatario, durante il quale contemporaneamente e
reciprocamente, codificano, interpretano, decodificano, trasmettono e ricevono i messaggi.
I processi comunicativi descritti da Schramm assumono una valenza strettamente
relazionale e vanno intesi come sottomessi a rapporto interpersonale che si instaura tra un
individuo e l’altro.
La pragmatica studia la relazione tra testo e contesto, uno dei modelli che fanno
riferimento alla pragmatica è il MODELLO DI GRICE, ci dice che l’essere umano per
comunicare si basa su alcune regole, che sono:
Morali
Di cortesia
Di etichetta
Secondo questo modello la comunicazione è un atto cooperativo, fondato sulla
condivisione di alcuni “principi conversazionali”, definiti appunto morali, di cortesia, di
etichetta, che regolano la conversazione naturale.
Grice parla di QUATTRO MASSIME DELLA COMUNICAZIONE:
MASSIMA DI QUANTITA’
MASSIMA DI QUALITA’
MASSIMA DI RELAZIONE
MASSIMA DI MODO
La massima di quantità, si riferisce al dare tante informazioni, quante sono quelle
necessarie agli scopi del discorso, non dare più informazioni di quelle necessarie.
La massima di qualità si riferisce al dare il contenuto che si ritiene essere valido, tentare di
descrivere e parlare nella condizione in cui l’altro acquisisca informazioni genuine.
La massima di relazione si riferisce al fornire contributi pertinenti, il nesso tra i
ragionamenti si deve evincere chiaramente.
La massima di modo si riferisce al parlare in modo chiaro, alla brevità e all’evitare le
ambiguità.
Grice sostiene che la comunicazione tra esseri umani dovrebbe basarsi su queste regole,
ma non vengono mai usate, gli esseri umani riescono a comunicare perché esiste alla
base un PRINCIPIO DI COOPERAZIONE, tutti e due gli agenti della comunicazione
hanno l’interesse a comprendersi, quindi se io voglio comprendere l’altro posso bypassare
l’errore che l’altro ha commesso non rispettando queste massime.
Sempre sulla scia della pragmatica, testo e contesto, Paul Watzlawick ha elaborato un
interessante modello, questo autore appartiene alla SCUOLA DI PALO ALTO, dove nasce
il modello sistemico, interessante perché va ad indagare come i sistemi, tipo la famiglia,
interagiscono tra loro.
Watzlawick mette insieme la pragmatica della comunicazione e i modelli sistemici ed
elabora i CINQUE ASSIOMI DELLA COMUNICAZIONE:
1) NON SI PUO’ NON COMUNICARE, si comunica in quanto si è, ad esempio: una
persona sola in un ristorante con lo sguardo fisso sul piatto, di fatto sta comunicando che
non vuole comunicare, porsi all’interno di un sistema, in questo caso se stessi è già
comunicare.
2) GLI ESSERI UMANI COMUNICANO IN MODO DIGITALE E ANALOGICO, digitale
riferito alla semantica, analogico a tutta la comunicazione non verbale, digitale e analogico
non sempre vanno di pari passo.
3) OGNI COMUNICAZIONE HA UN ASPETTO DI CONTENUTO E UNO DI RELAZIONE,
contenuto fa riferimento all’informazione, relazione, che dovrebbe andare di pari passo
con il verbale, fa riferimento alla modalità in cui le cose vengono dette.
4) LA PUNTEGGIATURA DEGLI EVENTI, deve essere presente il rimpallo con l’altro.
5) NELLA COMUNICAZIONE ESISTONO DELLE GERARCHIE, funzionali ad
amministrare i ruoli di potere, la comunicazione può essere:
SIMMETRICA
ASIMMETRICA
COMPLEMENTARE
Per chi si affaccia alle professioni d’aiuto, per quanto riguarda la comunicazione si deve
porre come una persona super-partes, fondamentale è la neutralità, la comunicazione
deve essere improntata in base al concetto di riformulazione e a quello di ascolto attivo.
L’ASCOLTO ATTIVO prevede di mantenere alta e viva l’attenzione, che è una capacità
cognitiva che deve essere allenata, per ascolto attivo si intende:
Prestare volontariamente attenzione a ciò che l’altro comunica attraverso i canali
verbali e non verbali
L’operatore deve comprendere il cliente/utente/paziente profondamente,
cogliendone i punti di vista, i sentimenti e gli atteggiamenti, per questa ragione tale
modalità di ascolto viene detta attiva.
Marianella Sclavi nel testo “arte di ascoltare e mondi possibili” offre indicazioni utili per
comprendere il punto di vista dell’altro:
1) Non avere fretta di arrivare alle conclusioni
2) quel che vedi dipende dal tuo punto di vista
3) se vuoi comprendere quello che un altro sta dicendo devi assumere che ha ragione e
chiedergli di aiutarti a vedere gli eventi dalla sua prospettiva.
necessita di un processo exotopico, ovvero la capacità di uscire dalle cornici di cui
siamo parte
si parte non da ciò che divide gli interlocutori, ma da ciò che li accumuna
4) le emozioni sono degli strumenti conoscitivi fondamentali
5) un buon ascoltatore è un esploratore di mondi possibili
6) un buon ascoltatore accoglie volentieri i paradossi del pensiero e della comunicazione
interpersonale
7) per divenire esperto nell’arte di ascoltare devi adottare una metodologia umoristica
Il significato della comunicazione sta nel feedback che riceve, il feedback ha lo scopo di:
Fare in modo che la comunicazione sia efficace
Fare chiarezza
Evitare malintesi
Costruire una relazione con l’altro
Il feedback quindi mette nella condizione di comprendere il punto di vista dell’altro, e con il
feedback e l’ascolto attivo posso fare RIFORMULAZIONI.
La RIFORMULAZIONE è uno strumento dell’ascolto attivo e ha lo scopo di riassumere e
chiarire ciò che viene detto, la riformulazione serve per capire quanto ho compreso il
vissuto dell’altro, esistono varie risposte alla riformulazione:
RISPOSTA ECO, è la più veloce e la più semplice, consiste nel ripetere le ultima
parole pronunciate dall’interlocutore.
RIFORMULAZIONE RIFLESSO, riformulo il concetto in un modo più complesso.
RIFORMULAZIONE RIASSUNTO, riformulo tutto il concetto, è un riflesso applicato
alla conclusione.
RIFORMULAZIONE ANALOGICA, pongo attenzione al non verbale, riformulo
l’emozione vista nel canale non verbale con il canale verbale, creo un passaggio
cognitivo sul canale non verbale, dal quale prendo informazioni e le rinvio con la
conversazione.
RIFORMULAZIONE CORRETTIVA, quando esplicito qualcosa che il paziente
lascia sottointeso nel discorso.
RIFORMULAZIONE SOTTOLINEATURA, vado a selezionare parti del testo che mi
sembrano coerenti.
RIFORMULAZIONE ROVESCIAMENTO, riassumo mantenendo il contenuto
inalterato.
RIFORMULAZIONE CRITICA, invito a verificare la validità delle affermazioni.
RIFORMULAZIONE CHIARIFICAZIONE, chiedo senza interpretare.
È importante modulare la conversazione e ci sono degli errori da evitare:
1) sottovalutare l’approccio iniziale
2) errore di interpretazione
3) linguaggio inadeguato
4) evitare domande inquisitorie
5) errore di giudizio
6) credersi onnipotenti
La comunicazione non verbale ha dei canali che fanno riferimento anche ai gesti, all’aptica
e alla prossemica.
La comunicazione non verbale ha una base FILOGENETICA e uno sviluppo
ONTOGENETICO:
La base filogenetica ha a che fare con lo sviluppo della specie.
Lo sviluppo ontogenetico ha a che fare con lo sviluppo del singolo individuo
La comunicazione non verbale non si è estinta, ha mantenuto un’efficacia all’interno della
comunicazione umana.
Darwin sosteneva che tutti i comportamenti adattivi si selezionano, quindi se ad oggi gli
esseri umani ancora riescono a leggere il non verbale, significa che questo è utile, anche
per la lettura delle emozioni interne, che può essere informativa per l’individuo stesso.
Esistono teorie che sostengono:
Vedo la tigre, ho paura e scappo
Ma altre teorie altrettanto confermate sostengono:
Vedo la tigre, scappo e provo paura
In questo caso il comportamento dello scappare è informativo per l’essere umano per
cogliere l’emozione.
Nel primo caso, invece, riconosco l’emozione della paura e scappo.
Le emozioni le riconosciamo grazie all’attivazione dei muscoli, anche quelli facciali
A volte esistono condizioni in cui il non verbale sovrasta il verbale, può esserci una
differenza sostanziale tra i due canali.
Con un grado di sensibilità alto e la conoscenza di una serie di indicatori è possibile
individuare la menzogna dall’osservazione del non verbale e dall’analisi del testo di ciò
che viene detto.
Gli animali comunicano tra loro grazie al non verbale, attraverso emissioni di suoni, la
postura, la disposizione del corpo nello spazio, un cane attraverso la postura può veicolare
un messaggio, le scimmie antropomorfe, a volte, usano gli arti superiori per indicare e
comunicare qualcosa.
Darwin ha dimostrato che le emozioni che noi proviamo sono più o meno le stesse che
provano gli animali, è arrivato a questa conclusione osservando la postura, la sua è una
prospettiva innatista, le emozioni sono condivise da tutti gli esseri umani e hanno una
valenza a base innata.
La prospettiva funzionalista sostiene invece che è la cultura e l’ambiente esterno che
condiziona il non verbale.
Le emozioni servono a gestire i rapporti tra le persone, leggere le emozioni è
fondamentale per interpretare quello che l’altro sta provando, che non è sempre uguale a
quello che viene detto
Inconsapevolmente o consapevolmente la comunicazione ha effetto persuasivo.
Il CANALE CINESICO ha a che fare con i CINEMI, che possono essere paragonati ai
fonemi (pronu