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I fenomeni psicologici sono determinati
Il determinismo psichico rappresenta l'idea secondo cui i fenomeni psicologici sono
causalmente determinati quanto gli altri fenomeni del mondo.
Strachey, 1955: "la verità su cui Freud insiste è la possibilità teorica di scoprire le
determinanti psichica di tutti gli aspetti dei processi mentali, fin nei minimi dettagli" (p. XIV).
Secondo Freud, affinche la psicoanalisi potesse aspirare ad uno statuto scientifico, era
necessario postulare una determinazione causale di tutti i fenomeni psicologici: "Già una
volta mi sono preso la libertà di farvi osservare che in voi c'è una fede profondamente
radicata nella libertà psichica e nell'arbitrio, fede che però non ha nulla di scientifico e
deve ammainare le dele di fronte all'esigenza di un determinismo che domina la vita
psichica." (Freud, 1915-17, p.210-211).
Il determinismo psicologico
Secondo Freud, è possibile fornire una spiegazione scientifica teorica dei fattori e dei
processi psicologici senza che questi siano ricondotti a processi fisiologici o neurali
(determinismo psicologico).
Il determinismo psicologico può anche essere riletto in termini di determinismo
motivazionale tutti i fenomeni psicologici sono determinati da motivazioni, intenzioni,
desideri consci e inconsci.
Determinismo psichico e libere associazioni
Nel periodo in cui Freud elaborava la sua teoria, la psicologia accademica tedesca era
dominata dall'associazionismo, con una particolare enfasi sui fattori "meccanici" (per es, la
contiguità) sul flusso delle associazioni.
Ach (905) propose che una "tendenza determinante" (come un'intenzione) potesse agire
come principio organizzativo della sequenza del flusso delle associazioni mentali.
Freud propone allo stesso modo che un desiderio possa organizzare e determinare e la
sequenza delle associazioni.
Freud ipotizzava che se un paziente comunicava il flusso dei suoi pensieri (le libere
associazioni i pensieri fugaci), la loro interconnessione e interrelazione avrebbe in qualche
modo permesso di comprendere la sua vita psichica. 1...] In altre parole, considerava la
libera associazione la via per arrivare all'inconscio (Rapaport, 1967, p44)
Nei suoi scritti, Freud ha espresso diverse concezioni sulla natura della nostra relazione
con gli oggetti ma due sono le idee fondamentali che dominano la sua teoria delle origini,
dello sviluppo e del ruolo degli oggetti e delle relazioni oggettuali nel funzionamento
psichico: 1. l'essere umano non è intrinsecamente orientato verso gli oggetti ma si rivolge
ad essi sotto la spinta della necessità della gratificazione pulsionale e della scarica
dell'eccitamento; 2. la funzione primaria degli affetti e delle relazioni oggettuali è la
gratificazione pulsionale e la scarica dell'eccitamento. L'oggetto rappresenta dunque "ciò
in relazione a cui o mediante cui, la pulsione può raggiungere la sua meta" (Freud, 1915
p.18)
Le relazioni oggettuali e la gratificazione pulsionale
La relazione iniziale con l'oggetto è caratterizzata da "repulsione" e "odio" nei suoi
confronti (Freud, 1915, p.32) dal momento che impone un eccitamento indesiderato che
turba l'omeostasi del neonato.
La repulsione e l'odio vengono superati nel momento in cui diventa necessario relazionarsi
con oggetti reali per la gratificazione pulsionale se fosse possibile per il neonato scaricare
l'eccitamento e gratificare le pulsioni senza relazioni con gli oggetti del mondo reale lo
farebbe, non sviluppando cosi relazioni oggetuali o pensiero orientato alla realtà.
Le relazioni oggettuali e la gratificazione pulsionale
Le pulsioni sono in origine intrinsecamente prive di oggetto e la relazione tra pulsione e
oggetto è di tipo contingente ed estrinseco: le pulsioni sono alla ricerca della scarica e
inizialmente la perseguono mediante l'appagamento allucinatorio del desiderio basato sul
processo primario, senza coinvolgere un oggetto reale indipendente, che entrerà in gioco
solo grazie agli insegnamenti del principio di realtà.
Le relazioni oggettuali e la teoria della pulsione secondaria: l'attaccamento
In base alla teoria freudiana, il bambino si attacca al caregiver principalmente per il ruolo
che quest'ultimo ha nel gratificare la pulsione della fame e per i piaceri sensuali associati
alle diverse zone erogene che il caregiver stimola nel e assisterlo: l'amore nasce in
appoggio al bisogno soddisfatto del nutrimento" (Freud, 1938, p 615).
Questa affermazione esprime una teoria della pulsione secondaria affermata Freud e da
Hull 1943, 1951), secondo cui il comportamento è al sevizio della riduzione delle tensioni
indotte dalle Pulsioni primarie, e i comportamenti e stimoli associati alla riduzione delle
pulsioni o della tensione assumono proprietà pulsionali rinforzanti e secondarie.
Le relazioni oggettuali e la sessualità infantile
Freud (1905) sostiene che la sessualità infantile "non conosce ancora un oggetto
sessuale, è autoerotica" (p. 493) e solo con la pubertà "la pulsione sessuale, fino a quel
momento prevalentemente autoerotica, trova ora un oggetto sessuale" (p.514).
Le relazioni oggettuali e la sessualità infantile
Anna Freud (1960) sostiene che il bambino ha una predisposizione innata a investire di
libido una persona che gli procura esperienze piacevoli" (p.55).
Si tratta di una integrazione alla teoria della pulsione secondaria: il bambino non entra
unicamente in relazione con l'oggetto che riduce la fame ma è predisposto naturalmente
ad entrare in relazione anche con oggetti che procurano "esperienze piacevoli e sei a
legate alla sti azione delle zone erogene”.
Sessualità infantile e attaccamento
Widlocher (2002) -mentre lo sviluppo dell'attaccamento e dell'amore oggettuale coinvolge
una persona reale, la sessualita infantile si forma come risultato di una richiesta interna e
raggiunge il soddisfacimento mediante un'attività psichica e/o autoerotica (p.13).
Nella sessualità infantile l'oggetto "non è che l'attore convocato per assumere un ruolo
sulla scienza immaginaria. E intercambiabile, e lo stesso oggetto può assumere diversi
ruoli all'interno della stessa rappresentazione. L'appagamento del desiderio è la meta
ricercata e la forte del piacere (Widlocher, 2002, p. 13).
L’ oggetto ha un ruolo interamente utilitaristico e strumentale, è totalmente al servizio del
soddisfacimento del principio di piacere. Il prototipo di questo tipo di oggetto è il seno
allucinato, frutto dell'appagamento del desiderio e della ricerca del piacere immediato
La natura triangolare delle relazioni oggettuali: la situazione edipica
A differenza delle teorie contemporanee che mettono in rilievo l'influerìnza delle
esperienze pre edipiche della diade madre bambino nello sviluppo del carattere, nella
teoria freudiana l'intensita del conflitto edipico e il modo in cui il bambino lo risolve
svolgono un ruolo preminente nello sviluppo psicologico, che comprende formulazione
dell'identità di genere e del Super lo, la successiva scelta oggettuale e la predisposizione
alla nevrosi.
Mentre la sessualità infantile durante le altre fasi dello sviluppo psicosessuale è confinata
alle zone erogene del corpo, durante la fase edipica entra in gioco una relazione
oggettuale e i desideri incestuosi e aggressivi del bambino sono diretti verso l'esterno,
l'altro.
L’emergere dei desideri edipici non è frutto delle richieste della realta ne della necessita di
evitare un eccitamento eccessivo, c’è piuttosto un naturale (geneticamente programmato)
dispiegarsi psicosessuale di impulsi rivolti all’oggetto.
L'individuo si trova a vivere un conflitto tra il mantenimento dell'investimento libidico
oggettuale (l'amore oggettuale) e il ritiro di questo investimento e il ricorso a modalità
automatiche di appagamento che aggirano l'oggetto reale (il cui modello è il
soddisfacimento allucinatorio del desiderio.
Dalla prospettiva freudiana l'obiettivo della psicoanalisi identificazione e la comprensione
degli aspetti della vita psichica che interferiscono con la possibilità di accedere all'amore
oggettuale.
La teoria freudiana può essere intesa come una descrizione della lotta sostenuta
dall'individuo per giungere all'oggetto reale e a relazionarsi con esso nel mondo reale,
invece di relazionarsi con un oggetto fantastico su un palcoscenico immaginario.
Concezioni della psicopatologia nella teoria freudiana
"Bisogna ricordare che questa teoria si riferisce all'isteria, e alle nevrosi ossessivo
compulsive e non, o almeno non necessariamente, ai casi di diffuso disadattamento e
disperazione silenziosa che vengono oggi descritti da molti autori". Waelder, 1960 p.46
"Il campo di applicazione della terapia analitica è costituito dalle traslazione fobie, isterie,
nevrosi ossessive e inoltre dalle carattere che si sono sviluppate al posto di tali affezioni.
stati narcisistici, psicotici è più o meno inadatto". Freud, 1932, p.259
"La particolare relazione tra l'Io e l'Es sulla quale si basa tecnica è valida soltanto per i
disturbi nevrotici" Freud, A. 1954 p, 48
Il conflitto interno
L'elemento cardine della psicopatologia, secondo la teoria freudiana, è la presenza di un
conflitto interno irrisolto: i sintomi isterici sono il frutto di "un'incompatibilità tra l'Io e una
rappresentazione che a esso si presenti" (Breuer, Freud, 1892-95, p.277) che l'individuo
tenta di risolvere mediante la rimozione La rimozione può dare sollievo evitando
l'esperienza conscia di incompatibilità ma minaccia l'unità e l'integrità della personalità
che, nell'isterico come nel nevrotico è divisa e non integrata
Il conflitto interno
Questa idea iniziale venne articolata abbracciando diversi aspetti
1 Le idee incompatibili con l'Io sono principalmente in relazione a desideri sessuali e
aggressivi intantili carichi di angoncia
2 Nonostante la rimozione i desideri correlati alle pulsioni continuano e il soddisfacimento
a premere per l'espressione
3. Quando i desideri legati alle pulsioni minacciano di raggiungere la coscienza si producer
una piccola dose di angoscia che funge da segnale di pericolo e attiva automaticamente la
rimozione
4. Quando la rimozione fallisce ed esiste una minaccia reale di ritorno del rimosso"
l'angoscia tenuta a freno dalla rimozione non pub essere arrestato (passaggio
dall'angoscia segnale all'angoscia traumatica)
5 I sintomi nevrotici rappresentano ten