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L’inchiesta di F.Engels sulla situazione della classe operaia in
Inghilterra
Quando Engels giunge in Inghilterra trova una realtà completamente diversa da quella
tedesca, da cui proviene: vi è un elevato gradi di industrializzazione ed una politica in cui
hanno un ruolo partiti politici ben organizzati, che rappresentano interessi economici
precisi.
All’interno dell’assetto sociale inglese, il movimento operaio ha una rilevanza sempre più
ampia, ha già ottenuto conquiste economiche e politiche, questa situazione lo induce ad
abbandonare il dottrinarismo teorico della sinistra hegeliana per immergersi nello studio
della società che ha di fronte.
Tra la fine del 1843 e il gennaio del 1844, Engels scrive il suo primo lavoro di critica
dell’economia politica, che sarà molto apprezzato da Marx.
In questo scritto cerca di definire in modo critico le caratteristiche dell’economia liberistica
del settecento.
Engels riconosce che il principio della libera concorrenza, base di questo tipo di economia,
fosse un progresso necessario, ma portava, allo stesso tempo alla perpetuazione di una
realtà fondata sulla violenze reciproca, sulla lotta dell’uomo contro l’uomo.
Il sistema economico liberista, nota Engels, è ricco di contraddizioni interne che sembrano
portare sempre uno svantaggio per la classe lavoratrice.
Per questo si interessa sempre più al ruolo della classe operaia nello sviluppo della
società capitalistica inglese e per approfondirne la conoscenza compie la sua indagine
empirica, simile a quella compiuta da Bouret: in primo luogo descrive sinteticamente la
storia della rivoluzione industriale, che viene giudicata la chiave di volta per comprendere
l’evoluzione e la trasformazione della società inglese.
Nell’analizzare lo sviluppo delle invenzioni tecniche e le ripercussioni che l’introduzione di
esse ha avuto sul mondo del lavoro, Engels ritiene di poter concludere che la loro
applicazione pratica sia stata all’origine dello sconvolgimento della società.
Nell’industria le condizioni del proletariato sono miserevoli, per compiere la sua inchiesta,
Engels, si serve dei rapporti delle commissioni parlamentari, redatti dagli ispettori di
fabbrica, che descrivono la miseria in cui vivono gli operai, le loro malattie più frequenti e i
luoghi nei quali vivono, dormono e mangiano.
Rileva che nelle città la miseria, la prostituzione, il delitto e tutti i mali che derivano dalla
mancanza della soddisfazione dei bisogni necessari all’uomo, convivono insieme alle lotte
e alle rivolte della popolazione contro il sistema, è il mutamento delle condizioni
economiche reali della società che fa nascere una nuova classe, la quale, una volta
negata nella sua umanità dalla miseria e dal degrado, acquista una nuova coscienza,
attraverso la pratica della lotta rivoluzionaria, il sorgere di questa nuova coscienza avviene
in fasi diverse.
All’inizio vi è solo un odio profondo verso la società, non ancora organizzato, ma con il
tempo si organizza, prima in rivolte individuali, come il delitto, poi in rivolte collettive, che
sfociano nella distruzione delle macchine.
Sono gli scioperi a rappresentare il primo momento unificante della classe, rendendo gli
operai consapevoli della loro forza.
L’analisi di Engels termina con la descrizione degli operai minerari e del proletariato
agricolo.
Alla fine dell’inchiesta si trova un capitolo importante per comprendere la struttura del
metodo usato da Engels, riguardante l’atteggiamento della borghesia nei confronti del
proletariato.
Anche il legame che tiene unito il borghese alla famiglia e alla moglie, osserva Engels, è
considerato solo da un punto di vista, quello del denaro.
Il potere economico che possiede la borghesia le permette di controllare il potere politico,
la magistratura, composta prevalentemente da borghesi, punisce secondo la giustizia
borghese, la polizia, braccio armato della borghesia, persegue il proletariato solo per il
fatto che si presenta nella società a protestare contro la sua misera condizione di vita, ma
nonostante tutte le difficoltà che il proletariato incontra sul cammino di lotta, esso si
consolida, facendo crescere la sua unità di classe, combattendo i soprusi e
organizzandosi politicamente per contrastare il potere borghese in ogni luogo, nel posto di
lavoro, come nella vita sociale, gli operai sono i soggetti attivi del mutamento (Touraine).
Engels giunge alla conclusione che sia necessario mutare radicalmente il tipo di società e
non accontentarsi di riforme.
Frederic Le Play: le monografie familiari degli operai
Le Play (1806-1882) è un ingegnere minerario con formazione tecnica, si occupa di
analizzare la relazione tra organizzazione del lavoro e condizione di vita degli operai,
sottolineando come migliori condizioni di lavoro aumentano la produzione.
Per Le Play, lo studio della società deve essere condotto secondo i criteri di scientificità
delle scienze naturali; fondamentale è l’osservazione partecipante, che verrà ripresa dalla
scuola di Chicago.
Per lui l‘operaio non deve essere osservato solo sul luogo di lavoro, ma nel suo contesto
di vita, per questo motivo l’unità di riferimento dell’analisi di Le Play diventa la famiglia.
La scelta delle famiglie deve tener conto della posizione spaziale, occorre una famiglia
originaria del luogo “tipica”, che rappresenti le caratteristiche tipiche di quel territorio.
Le Play analizza il tipo di territorio, avvalendosi di “testimoni privilegiati”, le autorità locali.
Nell’entrare in contatto diretto con le famiglie era conscio dei problemi derivanti dalla
lingua e dalle differenze culturali, perciò proponeva di addestrare la gente locale o di
fornirsi di interpreti.
Era consapevole di poter incontrare resistenze o mancate risposte, per questo doveva
essere evitato il distacco culturale tra osservatore e famiglia e le famiglie dovevano essere
ricompensate, il ricercatore doveva vivere con la famiglia dai 10 giorni ai 2 mesi, oltre allo
studio qualitativo della famiglia, ne concepisce uno quantitativo, quello del bilancio
familiare.
Famiglia e bilancio familiare diventano componenti essenziali della monografia familiare,
l’obiettivo è di comparare le diverse famiglie, nei diversi territori per rilevare se le famiglie
vivono in maniera adeguata al territorio in cui si trovano.
Il bilancio familiare include le entrate e le uscite e tutti i dettagli sui lavoro e la vita
domestica.
Le entrate erano divise in quattro sezioni:
- Proprietà
- Sovvenzioni
- Salari
- Benefici
Le uscite riguardavano:
- Alimentazione
- Alloggio
- Vestiario
- Necessità morali
- Assistenza sanitaria
La presenza o l’aumento di spese meno necessarie denotava un aumento di cultura
(illuminazione per lettura) oppure un imprevisto.
Il bilancio familiare è annuale, con questa tecnica Le Play, riuscì a definire il benessere
concreto di una famiglia.
Le monografie saranno dimenticate per poi essere riprese in Italia e in America.
Per Le Play la vita familiare e quella professionale sono in stretta relazione, la sua visione
è molto cattolica, vuole stabilire l’armonia fra individui e società e la famiglia è per lui
l’elemento che può creare armonia (centralità della famiglia Parsons).
In lui troviamo l’interesse a ripristinare alcuni valori antichi (ideale di comunità Toennies),
fu il primo a mettere in relazione il contesto economico e sociale.
Saint Simon: l’organizzazione della nuova società
In seguito alla rivoluzione che investe la Francia nel 1789, molti intellettuali avanzarono
ipotesi per la riorganizzazione della società.
Saint Simon (1760-1825) evocava una forma nuova della società, nella sua analisi
prevalgono: la fiducia nella scienza e nell’industria produttiva, perché la società possa
progredire questi due elementi devono integrarsi.
La società è un complesso organico, dove ogni organo svolge una funzione.
Saint Simon vede nella scomparsa delle classi non produttive, un avanzamento verso il
progresso e la fine dello sfruttamento dell’uomo.
Potere politico esercito e clero sono improduttivi, il solo potere con legittimità sociale è
quello economico.
Imprenditori, industriali e lavoratori devono unirsi per dirigere la società (corporazioni
Durkheim); gli improduttivi devono essere eliminati e inseriti nel settore produttivo.
Saint Simon ha una visione organica e meccanicistica, la società deve essere studiata ed
organizzata scientificamente, questo compito spetta alla fisiologia sociale che deve
fondarsi su un metodo che si basi sull’osservazione scientifica dei fatti.
La realizzazione di una società industriale porterà alla concretizzazione di un ideale
cristiano della fratellanza universale, per lui questo deve essere il compito del
cristianesimo.
Quella di Saint Simon è una visione religiosa, per evitare conflitti e per far sentire tutti
partecipi degli eventi, è necessaria una religione sociale.
Auguste Comte: la nascita del positivismo sociologico
Auguste Comte (1798-1857) è stato segretario di Saint Simon e riprende le idee di Turgot
e Condorcet, sostiene che l’evoluzione della società è progressiva ed elabora LA LEGGE
DEI TRE STADI, ogni stadio rappresenta un grado di evoluzione della società, legato a un
diverso tipo di conoscenza, si passa per Comte da uno:
- Stadio teologico, in cui la spiegazione dei fenomeni risale a cause esterne all’uomo.
- Stadio metafisico, in cui prevale la razionalità
- Stadio positivo, in cui tutto si spiega mediante l’osservazione empirica della realtà.
Lo stadio positivo è per Comte lo stadio ideale, cui tendere, dove c’è equilibrio tra ordine e
progresso.
Pone la sociologia la vertice di un’ipotetica piramide delle scienze e la distingue in:
- Dinamica sociale, che studia i mutamenti
- Statica sociale, che studia gli elementi che nella società restano immutati
L’unità fondamentale della società è la famiglia come per Le Play.
Secondo Comte il conflitto fra gli uomini è inevitabile e nocivo per il progresso, ma si può
eliminare creando nella società una moralità, ogni persona in base alle proprie capacità
intellettuali e fisiche deve essere inserita in una posizione di comando o di subordinazione,
considera gli uomini superiori alle donne, ognuno ha un ruolo e partecipa allo sviluppo
della società.
Gli individui non hanno importanza, prevale la società, al comando della quale deve
esserci un’èlite di scienziati socia