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Jean Jacques Rousseau (1712-1778)
Rousseau può considerarsi un illuminista sui generis, in quanto si distacca dalle idee
generali degli altri intellettuali, infatti accanto all’esaltazione della ragione affianca il
sentimento, cioè il sentire di appartenere alla natura.
Contrariamente ad Hobbes, presuppone che nello stato di natura gli uomini si
caratterizzano per il loro essere aperti verso i propri simili e verso la natura, facendo
prevalere il senso della pietà e della comunità, secondo Rousseau l’aumento del sapere e
della conoscenza porta l’aumento dei bisogni individuali, l’uomo diventa sempre più
egoista e quando decide di prevalere sugli altri si viene a creare la proprietà privata,
quest’atto distrugge l’essere naturale e fa nascere l’essere sociale, gli uomini cominciano
a combattere tra loro per il possesso delle cose corrompendo l’animo umano.
Rousseau indica due strade per recuperare il rapporto naturale originario fra gli uomini, da
un lato costruire per i fanciulli un tipo di educazione naturale, utilizzando lezioni all’aperto,
dall’altro attuando una riorganizzazione sociale e politica che passa per un ritorno al
passato, tenendo conto del presente, tramite l’istituzione di un contratto sociale (atto
giuridico-politico) basato sulla volontà generale, un ente sovradimensionale che
rappresenta un ente di tipo morale, una sorta di “religione dell’umanità” che instilla con
l’educazione, nel tempo, un nuovo modo di essere socialmente uniti e concordi.
Le idee di Rousseau costituiranno il punto di riferimento di posizioni anarchiche e
socialiste, tendenti alla distruzione dello stato, inteso come organo regolatore della
società, per la piena realizzazione dell’uomo.
Sistematicità equilibrata e progresso razionale
Durante l’illuminismo in Francia viene posta la necessità di un modello di “uomo razionale”
per progettare una società orientata al progresso, per fare questo si indagano le relazioni
che sussistono fra l’uomo e la natura, considerandone le componenti fisiologiche e fisiche,
in pratica si cerca di costruire un nuova science de l’homme, le opere l’uomo macchina e
l’uomo pianta di La Mettrie si inseriscono in questo settore di studi.
La Mettrie (1709-1751)
La Mettrie riteneva che per indagare le problematiche che riguardavano l’uomo fosse
necessario utilizzare il metodo empirico, che avrebbe permesso di scoprire che l’uomo era
un animale superiore rispetto agli altri animali, perché nell’uomo esisteva un
organizzazione sofisticata della materia presente nel cervello umano.
Ne derivava che l’anima non esisteva e di conseguenza neanche Dio, a suo giudizio
esisteva solo la materia e questa bisognava indagare per comprendere l’essere umano,
l’uomo, essendo materiale, poteva desiderare solo il piacere dei sensi, poiché essi
l’avrebbero potuto rendere felice, ogni virtù declamata nel passato era solo un’illusione,
l’unica vera virtù era la passione d’amore.
Etienne Bonnot De Condillac (1714-1780)
Al fianco di La Mettrie si inserisce De Condillac che parte da posizioni psicologiche,
secondo cui i sensi forniscono conoscenza intuitiva della realtà, studierà anche come si
crea i linguaggio, collegando le sensazioni.
Ritiene però necessario studiare i sensi uno alla volta, il loro sviluppo, il modo in cui si
connettono e completano costruendo un sistema complesso.
Paul D’Holbach (1723-1789)
Un altro intellettuale che si occupa del sistema è Paul D’Holbach, collaboratore
dell’enciclopedia, pone l’uomo razionale al centro della sua concezione della natura, a suo
giudizio la religione si allea con l’assolutismo politico per controllare popolo e cultura e la
creazione di un Dio malvagio rende i sudditi di un paese schiavi e infelici, per questo
sostiene la necessità di un rinnovamento morale e politico.
Nel nuovo sistema vi deve essere un’educazione pubblica e piena libertà di stampa e di
pensiero (Spinoza), i militari sono ammessi solo in caso di guerra difensiva, il conflitto
sociale nasce perché i vari gruppi di cui è costituita la società non conoscono i loro
interessi, solo attuando una piena consapevolezza del ruolo che si riveste nella società
sarà possibile armonizzarla.
D’Holbach è contrario alla tortura, ma sostiene la pena di morte per gli omicidi efferati,
poiché a suo giudizio non esiste la libera volontà degli uomini, considera i delinquenti
come malati (Parsons), in alcuni casi incurabili, quindi pericolosi come gli animali, che si
devono abbattere ed eliminare, poiché potrebbero diventare fonte di contagio.
È favorevole alla costruzione di fabbriche statali per la diminuzione di povertà e
disoccupazione, rivendica la parità dei sessi ed è favorevole al diritto di divorzio, inoltre è
convinto che se si insegnasse fin da piccoli la storia naturale, si capirebbe l’affinità
dell’uomo con gli animali e l’uomo sarebbe educato ad una maggiore mitezza verso questi
ultimi consapevole che chi si scaglia contro gli animali potrà scagliarsi anche contro gli u
L’Illuminismo Inglese e Scozzese
L’illuminismo inglese si interessa soprattutto del problema morale e religioso, nella
seconda metà del ‘700 il centro dell’illuminismo si sposta nella Scozia di David Hume e di
altri autori, spesso in polemica con il suo pensiero.
Mandeville: vizi e virtù della nuova società
Bernard de Mandeville (1670-1783) cercò di condensare nelle sue opere lo studio delle
passioni umane con l’analisi dei comportamenti sociali.
Secondo Mandeville sono le passioni ad orientare le azioni degli uomini e fra queste
prevalgono l’amore di se (self-love) e l’amor proprio (self-liking), in cui si manifestano:
- Nel self-love l’istinto di autoconservazione.
- Nel self-liking il desiderio innato che l’uomo ha di essere considerato uomo di
valore, in modo da essere apprezzato dagli altri, l’amor proprio (self-liking) spinge gli
uomini vero l’associazione fin dallo stato di natura.
Secondo Mandeville, l’egoismo umano è utile alla società, in quanto guida le azioni
economiche, sono le relazioni che hanno gli uomini con le cose materiali che possono
soddisfare i bisogni egoistici e non le relazioni fra gli uomini a determinare il tipo di società.
Nella sua concezione diventa compito del governo politico fare in modo che l’interesse
egoistico sia connesso al fine pubblico, rendendo sicuri alcuni diritti fondamentali come la
proprietà privata.
Mandeville è uno dei primi studiosi delle conseguenze non intenzionali delle azioni,
questa sua visione preannuncia la mano invisibile di Adam Smith.
David Hume (1711-1776)
David Hume è uno dei pensatori scozzesi più rilevanti, nel corso della sua formazione è
influenzato soprattutto dagli antichi, in particolare da Cicerone.
Il suo progetto è quello di fondare un nuovo modo di studiare l’uomo, applicando i metodi
delle scienze naturali, in modo da capire quali siano le estensioni possibili della
conoscenza umana.
La matematica, la filosofia naturale, la religione naturale, secondo Hume dipendono dalla
scienza dell’uomo, poiché vengono giudicate proprio dagli uomini, mediante le loro facoltà.
L’uomo è il centro di tutte le cose, anche per se stesso, e la scienza dell’uomo lo diventa
per le altre scienze e per il loro sviluppo.
Hume ispirandosi al metodo Newtoniano e alle ricerche di Locke, tenta di applicare il
metodo sperimentale allo studio della natura umana, che lui ritiene si componga di
sentimento e istinto più che di ragione.
Per Hume la scienza dell’uomo è indagata a partire dalle percezioni, unico contenuto della
nostra conoscenza, le distingue in due classi:
- IMPRESSIONI, che si presentano con maggior forza e si dividono a loro volta in:
SENSAZIONI – EMOZIONI e PASSIONI.
- IDEE, che derivano dalle IMPRESSIONI.
Solo attraverso le IMPRESSIONI possiamo spiegare la realtà.
Per Hume la società è patrimonio culturale degli esseri umani e questi si rendono conto
che l’associazione è l’unico modo di stabilizzare la proprietà, infatti l‘uomo da un lato
conosce solo il suo interesse egoistico, dall’altro diviene cosciente che i beni che egli ha
possono essergli tolti con violenza, così come può impadronirsi dei beni degli altri allo
stesso modo.
Quando l’uomo scopre che la società può accrescere il godimento dei beni, l’egoismo
naturale non scompare, ma trova logicamente una più elevata soddisfazione nell’insieme
di un contesto comune, capace di garantire la proprietà, questa garanzia fa sì che si crei la
giustizia.
Per Hume è la proprietà l’elemento che permette la stabilizzazione delle relazioni, ma
perché la proprietà e la giustizia abbiano valore agli occhi dell’essere umano, devono
seguire certe regole che possano soddisfarne l’egoismo, una delle quali è quella di
consentire gli scambi, inoltre nella società vale il rispetto della parola data.
Adam Smith: i principi della morale e la ricchezza delle nazioni
Adam Smith (1723-1790) viene definito “filosofo morale”, per lui la morale è alla base di
ogni azione, l’opera che lo farà conoscere in tutta Europa è la teoria dei sentimenti morali,
dove muove alcune critiche al pensiero economico dei fisiocratici, in particolare
riguardante il fatto che questi ultimi avevano visto la classe degli artigiani e dei
commercianti come sterile e improduttiva, a suo avviso invece la preminenza
nell’economia da parte del settore agricolo era tutta da discutere, in quanto era proprio il
lavoro che si svolgeva nell’industria a contribuire sostanzialmente alla produzione
nazionale della ricchezza.
Secondo Smith ciò che porta ad un avanzamento della conoscenza è il rendersi
consapevoli che vi sono sentimenti e passioni che influenzano il modo stesso di affrontare
la realtà: meraviglia, sorpresa e ammirazione, sono parole che denotano sentimenti affini e
diversi, per questo motivo devono essere analizzati distintamente (De Condillac).
Smith definisce la filosofia come scienza dei principi connettivi della natura, che cerca di
introdurre ordine nel caos, il suo obiettivo diventa quello di mettere ordine sistematico in
ciò che si mostra come non classificabile.
L’immaginazione ha per Smith un ruolo nel procedimento di conoscenza e dei sentimenti
morali, quello di permetterci di cogliere i sentimenti e i comportamenti altrui, si trova a