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La riduzione del dazio in un settore nascente

Tsarà ridotta, dal momento che ci sarà una domanda inferiore per un prezzo maggiore.

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Figura 11 Dazio in un settore nascente

Progressiva chiusura del settore per grado di sofisticazione del prodotto, il settore nazionale inizia a produrre il bene di base e poi possa aumentare la sofisticazione dello stesso (learning by doing), osservando i beni che già sono competitivi sui mercati nazionali. Questo approccio è stato adottato da moltissimi paesi per quanto riguarda il settore manifatturiero (America Latina, India). Il grado di chiusura dipende dalle scelte fatte, vi è una diversità. L'argomentazione dell'industria nascente è giustificata dalla teoria dei fallimenti del mercato interno: imperfezioni dei mercati dei capitali/mercati interni, deficit nei mercati dei capitali, un PVS non possiede un sistema di istituzioni finanziarie interne che consente ai risparmi di essere impiegati nei settori nuovi; la crescita di

settori di nuovi è limitata dal meccanismo interno; problema dell'appropriabilità, settori di maggiore innovazione, generano dei benefici sociali (conoscenza) per cui non sono ricompensati; i costi di avviamento, acquisizione, sviluppo e adattamento alle nuove tecnologie non viene riconosciuto né ricompensato dal mercato e costituisce un disincentivo ad investire.

Ricordiamo che dal punto di vista teorico l'argomentazione dell'industria nascente rientra nelle casistiche delle teorie del second best. Un qualsiasi intervento pubblico distorce gli incentivi di mercato, ma se i mercati non funzionano correttamente per i fallimenti interni, allora l'intervento pubblico può aumentare il benessere collettivo. Il giudizio ex-post di queste strategie non è molto positivo. Alcuni paesi hanno effettivamente sviluppato una base manifatturiera (India) ma gli effetti di sviluppo e di diversificazione produttiva sono rimasti comunque abbastanza.

limitati; ci sono molte diversità, in Argentina un fallimento, in Brasile molto meglio; dipende da settori e come e quanto sono stati protetti. Diverse lezioni: Le industrie protette sono rimaste tali per molto tempo e questo ha fatto si che il costo fosse alto; questo meccanismo funziona se vi è un'azione dello stato che sussidia la produzione. Il costo è stato molto elevato e molte industrie non sono mai arrivate ad un livello adeguato di competitività e inoltre crea un incentivo a non spingere verso l'efficienza produttiva, anzi rendite di posizione che rendono inefficienti i sistemi produttivi. Aumento delle importazioni di altri beni, soprattutto quelli intensivi di capitale, macchinari per la produzione dei beni nei settori prodotti, spostamento dell'oggetto di importazione. Pagina 17 di 54 Impatto sui beni del settore primario, che caratterizzavano l'export prima dell'adozione delle politiche commerciali; la

La chiusura dei settori del manifatturiero ha causato tassi di cambio artificialmente alti e ha avuto un impatto sui beni a basso valore aggiunto. Eliminare le barriere tariffarie può essere difficile dopo anni, poiché si possono creare élite politico-economiche e lobby interne che ostacolano la riduzione ed eliminazione delle barriere, dal momento che consentono lo sviluppo del settore. Il giudizio complessivo non è positivo riguardo a questa politica commerciale.

2. A partire dagli anni '80 e per tutti gli anni '90, c'è stato un cambiamento di approccio nelle politiche commerciali, orientate verso l'esterno, ovvero che incoraggiano l'apertura del libero commercio e il libero movimento dei fattori di produzione, in particolare capitale e lavoro. Si crede nelle capacità dei mercati di auto-regolarsi e di portare a efficienza superiore; ciò significa che dove si incoraggia il libero commercio si otterranno benefici in termini di crescita trainata dalle esportazioni.

efficienza e di competitività sui mercati internazionali, si sostituiranno alle industrie non competitive; il mercato di riferimento è l'ampio mercato internazionale e non il piccolo mercato interno. Si sostanzia dal punto di vista commerciale di strategie di export promotion. Il paradigma adottato dal punto di vista pratico si basa su una serie di riforme che vadano dalla liberalizzazione dei mercati a privatizzazione di erogatori di servizi. Creare mercati ben funzionanti è lo strumento più adatto per eliminare le inefficienze. L'idea si sintetizza nel termine Washington Consensus: OI tra cui BM e FMI erano concordi nel considerare queste riforme fondamentali per garantire lo sviluppo di paesi ancora poverissimi, nonostante decenni di investimenti. Basato essenzialmente sull'imposizione da parte di organismi internazionali di riforme per avere accesso al credito. Laddove paesi a basso e medio reddito che avevano bisogno di capitali per investire in

settori interni e si rivolgevano a organismi internazionali, si poteva avere accesso a finanziamenti solo se adozione di una serie di riforme. Una prima versione del WC era molto rigida, non solo liberalizzazione e privatizzazione ma prevedeva anche la riduzione delle forme distorsive del mercato (dazi). Già durante l'applicazione si sono generate una serie di critiche. a. Idea della ricetta unica, un elenco di riforme, potesse essere applicata in qualsiasi contesto; b. le politiche orientate ai mercati non sono sufficienti se non sostenute da politiche ed aumentare la qualità e affidabilità delle istituzioni; c. elevati costi sociali, la privatizzazione ha fatto sì che una serie di servizi venissero meno (servizi idrici) e quindi impossibilità per gruppi sociali di accedere a servizi di base; è cresciuta la disuguaglianza in particolare coloro che sono stati spinti fuori dal mercato. d. Risultati ed esperienze altamente diversificate. e. La domanda

Di beni esportati è rimasta abbastanza bassa o comunque legata a settori a bassa tecnologia e basso valore aggiunto, essenzialmente legati al settore primario (materie prime del settore agricolo ed estrattivo). Ad esempio, l'Africa subsahariana, esportatrice di cotone, è rimasta spiazzata dal crescere del mercato di fibre sintetiche, un prodotto a tecnologia superiore.

"WC aumentato" è la versione successiva che comprende elementi di tutela di tutti gli soggetti di un paese (ad esempio, social safety net, flexible labour market), addolcimento di quello che è una pura e rigida liberalizzazione dei mercati. Questo perché dopo 10-15 anni di applicazione del WC aveva portato una serie di critiche, siamo già a metà degli anni '90, e iniziano ad essere rilevanti alcuni aspetti dalla globalizzazione.

I paesi non si sono schierati in maniera netta tra le due strategie. Se guardiamo alla successione straordinaria delle tigri asiatiche, che hanno

fatto dell'export promotion il loro successo, hanno comunque sperimentato le politiche di import substitution (la stessa → India). Ruolo dello stato protezione degli stati interni, lo stato è un soggetto attivo e protegge e sussidia. Dall'altro lato, in strategia di liberalizzazione, lo stato scompare completamente. Alcuni autori (Stigiltz 2005, poi ripreso da altri) parlano recentemente di un post-WC. Si prende quello che si è visto funzionare meglio, incoraggiare imprese locali. Questo può essere possibile solo collaborazione tra settore pubblico e privato, strategia di sviluppo coordinate dallo stato ma rese reali dal settore privato, con una forte compresenza. Il settore pubblico torna ad essere un soggetto attivo, importante la qualità delle istituzioni. L'accesso libero ai mercati diventa un elemento di traino e incentivo al libero commercio e competitività sui mercati internazionali. La crescita degli OFDI nei PVS aziende.

investimenti diretti esteri (FDI) in uscita (Outward) – da qui OFDI – da parte di residenti in PVS sono cresciuti notevolmente negli ultimi anni. Gli OFDI possono dare impulso all’innovazione e alle esportazioni dell’economia domestica. Gli OFDI da paesi in via di sviluppo hanno sperimentato un boom negli ultimi anni, arrivando a una maggiore quota relativa sul totale degli FDI in uscita a livello globale, sia in termini di flusso che di stock. In termini assoluti, gli investitori residenti in paesi BRICS sono i driver chiave dell’aumento degli OFDI da paesi in via di sviluppo, rappresentando il 62 percento dello stock totale di questi paesi nel 2015 — con la sola Cina che rappresenta il 36%.

I governi dei PVS sono passati a sostenere gli OFDI. Uno dei motivi è la crescente consapevolezza che gli OFDI possono dare impulso all'innovazione e alle esportazioni dell'economia domestica. Tuttavia, la limitata capacità di assorbimento nelle

Le economie in via di sviluppo, rispetto alle economie sviluppate, è una limitazione chiave agli effetti positivi a livello domestico degli investimenti in uscita. L'incremento degli OFDI provenienti dai PVS si è verificato in tre ondate. La prima, negli anni '60 e '70, in piccolo numero e rivolta ad altra PVS della stessa regione principalmente per la ricerca di risorse naturali - materie prime di cui erano deficitari - o ricerca di mercato - espandere le vendite in paesi vicini. La seconda ondata si è verificata negli anni '80 e '90, quando si afferma un'industrializzazione orientata all'esportazione e anche gli OFDI hanno iniziato a crescere, due terzi verso le economie sviluppate, il restante verso altri PVS geograficamente vicini. Tali investimenti sono stati orientati sempre di più alla ricerca di efficienza, dato che i paesi in via di sviluppo hanno iniziato ad inserirsi in catene del valore globale.

(GVC) collocando alcune attività manifatturiere in luoghi a basso costo e integrandole nei network di produzione internazionale. La terza ondata, dagli anni 2000, è caratterizzata da un nuovo aumento sia in termini di flusso che di stock. Le riforme di liberalizzazione e deregolazione negli anni '80 hanno aumentato la concorrenza e spinto le imprese fuori dai loro mercati nazionali. La crescita rapida e sostenuta in gran parte del mondo in via di sviluppo durante questo decennio ha facilitato le imprese a crescere, prosperare e, di conseguenza, internazionalizzare. In secondo luogo, il boom dei prezzi delle materie prime durante lo stesso decennio ha dato agli esportatori di materie prime nei paesi in via di sviluppo grandi entrate, creando liquidità sostanziale che è stata utilizzata in parte per finanziare OFDI. L'Asia orientale e il Pacifico sono gradualmente diventati il principale punto di origine di OFDI da paesi in via di sviluppo, che ha generato il2005-2009 e raggiungendo il 62% nel periodo 2010-2014.
Dettagli
A.A. 2020-2021
54 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/02 Politica economica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher giorgiaaka1997 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Politiche economiche internazionali e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Balestri Sara.