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La risposta internazionale e il ruolo del Consiglio di Sicurezza dell'ONU
Per quanto riguarda la risposta internazionale, il Consiglio di Sicurezza dell'ONU interviene inizialmente con due risoluzioni adottate all'unanimità, condannando l'invasione e l'annessione e chiedendo il ritiro immediato e incondizionato. Anche le risoluzioni successive passeranno all'unanimità. Accadrà perché anche l'URSS voterà a favore, nonostante per molto tempo fosse stata alleata dell'Iraq, e lo farà perché si trova alla vigilia della sua dissoluzione. Il Muro di Berlino è già caduto e il comunismo nell'Europa orientale è già in ritirata; pertanto, l'URSS non era certamente in una posizione favorevole per poter esprimere un veto, considerando anche il bisogno finanziario che Mosca si trovava ad affrontare e che poteva essere soddisfatto solo con l'apertura ai mercati occidentali.
Sotto l'egida di queste risoluzioni, il 4 agosto il Consiglio di Sicurezza...
Nazionale americano decidedi schierare truppe USA al fine di agire da deterrente contro ulteriori aggressioni irachene, quindianche verso l'Arabia Saudita, stabilire dei punti di difesa in Arabia Saudita e costituire localmenteuna forza sufficiente a sottrarre all'Iraq le strutture petrolifere critiche di cui si era appropriato. In unprimo momento quindi la preoccupazione principale riguarda soprattutto la difesa dell'ArabiaSaudita, in modo da distogliere Saddam da eventuali obiettivi di ulteriori avanzate nella penisolaarabica. il quale era tornato dall'AfghanistanA voler aiutare l'Arabia Saudita era anche Osama bin Laden,nell'89 e aveva ormai un certo seguito tra coloro che venivano chiamati arabi afgani, cioè coloroche avevano combattuto contro l'Armata Rossa. La famiglia di bin Laden era molto importante evicina alla dinastia saudita dei Saud. Avvicina quindi diversi decision makers influenti e proponeloro di schierare i suoi combattenti.
Per respingere l'aggressione irachena, facendo a meno della presenza straniera, in particolare di quella americana. Questa richiesta viene respinta in quanto i sauditi sanno benissimo che i mujaheddin in Afghanistan avevano vinto grazie all'appoggio internazionale, agli aiuti che avevano ricevuto, alle particolari condizioni del terreno afgano e all'amorfologia del paese, e non per le loro convinzioni religiose che da sole non sarebbero bastate.
I paesi del Consiglio di Cooperazione del Golfo (CCG) si erano costituiti per difendersi, ma in realtà non c'era un'efficacia reale, dal momento che si rifiutavano di formare un esercito per timore che potesse organizzare colpi di stato contro le case regnanti come avvenuto già altrove nel mondo arabo. Inizia l'Operazione Il 7 agosto, Desert Shield con il dispiegamento delle forze americane finalizzato a proteggere l'Arabia Saudita, rispettando le garanzie che gli USA avevano dato ai tempi.
della'50presidenza Truman, quando agli inizi degli anni era stato dichiarato che qualunque minacciafatta all'Arabia Saudita sarebbe stata vista dagli USA con grande preoccupazione. Il 9 agosto, ilCCG accorda il permesso. di accesso alle forze americane.Due direttive presidenziali chiave hanno guidato la politica e le azioni degli USA. La prima è laNational Security Directive del 20 agosto firmata da Bush intitolata Politica degli Stati Uniti inrisposta all'invasione irachena del Kuwait. Secondo questa direttiva, gli interessi americani nellache sarebbero stati difesi con l'uso della forza contro qualunque potenzaregione avesse avutol'accesso al petrolio e lainteressi contrari e ostili, erano fondamentalmente due: sicurezza e lastabilità di stati alleati chiave nella regione. Ricorda in parte la Dottrina Carter in occasionedell'Afghanistan, "Un tentativo da parte di qualunque forzadell'invasione sovietica secondo cui:esternadi guadagnare il controllo della regione del Golfo Persico sarà considerata un assalto ai vitali interessi degli USA e sarà respinta con ogni mezzo necessario inclusa la forza militare.". C'è un riferimento alla Carta dell'ONU. Inoltre, quando si dice che gli USA avrebbero appoggiato l'autodifesa individuale e collettiva dei paesi amici nell'area allo scopo di permettere loro di esercitare un ruolo più attivo nella loro difesa, e successivamente l'elemento che sarà poi all'origine della coalizione di una trentina di paesi che si formerà, quando si dice che gli USA avrebbero incoraggiato la partecipazione e l'appoggio degli alleati e di altri stati amici per promuovere la stabilità nella regione del Golfo Persico. Quattro principi avrebbero guidato la politica americana: il ritiro immediato, completo e incondizionato di tutte le forze irachene dall'impegno Kuwait, la restaurazione delgoverno legittimo del Kuwait, per la sicurezza e la stabilità dell’intera area del Golfo Persico e la protezione della vita dei cittadini americani all'estero. Questa direttiva comprende anche una serie di misure in campo diplomatico, economico, energetico e militare.
Consiglio di Sicurezza dell’ONU: Dopo alcuni mesi di stallo, il dà un ultimatum all’Iraq: interviene con un'altra risoluzione chiedendo il ritiro delle truppe irachene dal Kuwait entro il 15 gennaio 1991.
L’URSS vota a favore, ma stavolta dietro pagamento. Gorbaciov informa il Segretario di Stato americano James Baker che si trova in difficoltà e chiede se avesse potuto aiutarla, in cambio del voto favorevole. L’Arabia Saudita concede quindi un credito di 4 miliardi di dollari.
Se l’Iraq non rispetta l’ultimatum, le sanzioni economiche imposte sull’Iraq non da altre risoluzioni dell'ONU anche se hanno avuto un
certo impatto sull'economia dell'Iraq non hanno comunque raggiunto l'obiettivo di porre termine all'invasione, e quindi si passa all'Operazione Desert Storm, finalizzata a liberare il territorio del Kuwait dalle forze irachene. Con la seconda direttiva presidenziale del 15 gennaio 1991, il presidente USA, in quanto Comandante in Capo delle Forze Armate, autorizza le forze americane ad iniziare l'azione militare. In questa seconda direttiva, vengono ribaditi gli stessi interessi, principi e scopi della prima direttiva, e viene affermato che l'azione avrebbe avuto termine quando il presidente avrebbe constatato il raggiungimento di tutti gli obiettivi. Tra le modalità di azione, gli USA avrebbero scoraggiato la partecipazione di Israele allo scopo di non complicare troppo il conflitto, ma avrebbero comunque agito in sua difesa in caso di attacco da parte irachena. In effetti Israele sarà minacciato con missili SCUD e altri dall'Iraq, e gliUSA impediranno che ci sia una risposta militare israeliana. Similmente, avrebbero scoraggiato la partecipazione della Giordania in favore dell'Iraq ed eventuali violazioni sul suo territorio e spazio aereo; vi è infatti il timore che possa per l'antico astio esistente tra la casa regnante giordana e saudita intervenire e le dichiarazioni giordane che tendono a difendere Saddam Hussein. Nella direttiva si dice anche che gli USA riconoscono l'integrità territoriale dell'Iraq, pertanto non appoggeranno sforzi per cambiare gli attuali confini. Gli americani volevano anche essere certi che non ci fossero ripensamenti ed evitare che si dover portare fuori dall'Arabia Saudita e paesi amici circostanti tutti i loro soldati. Quindi, il Segretario di Stato americano James Baker, chiede ai sauditi e agli altri se avrebbero garantito il loro appoggio nel caso in cui tutte le operazioni militari fossero rimaste fermamente sotto.controllo americano, nel caso in cui gli USA avessero dovuto attaccare l'Iraq e nel caso in cui l'Iraq avesse attaccato Israele ed Israele avesse risposto all'attacco. Per la casa dei Saud, l'ultima questione era la più difficile perché assieme agli altri paesi arabi era contraria alla creazione dello stato di Israele e vigevano i 3 NO pronunciati a Khartoum (nessuna pace, nessun riconoscimento e nessun negoziato con Israele), pertanto si trattava di fare un passo indietro. Tuttavia, i sauditi accettano, mentre i kuwaitiani inizialmente hanno più difficoltà per l'ultima questione, ma alla fine cedono anche loro. Ci si impegna quindi a non andare contro gli USA anche nell'eventualità di una guerra con Israele.
All'alba (ora di Baghdad), il 17 gennaio 1991 la coalizione guidata dagli USA inizia l'attacco via terra bombardamenti aerei contro obiettivi iracheni, mentre comincerà il 24 febbraio. Il 27 febbraio la
La capitale Kuwait City viene dichiarata liberata e il presidente americano Bush e i suoi consiglieri decidono di porre fine alla guerra; lo stesso giorno Bush tiene un breve ma incisivo discorso che rimarrà noto: "Kuwait è liberato. L'esercito iracheno è sconfitto. I nostri obiettivi militari sono raggiunti. Il Kuwait è ancora una volta nelle mani dei kuwaitiani che sono in controllo del loro destino. Condividiamo la loro gioia, una gioia temperata solamente dal nostro dispiacere per quello che hanno patito."
Un cessate il fuoco comincia ad essere effettivo alle ore 8 del 28 febbraio, soprattutto sull'Arabia Saudita. Il peso finanziario di queste operazioni ricadde sul Kuwait, ma congiuntamente hanno concordato un aiuto economico alla Turchia di 800 milioni di dollari e la costituzione di uno speciale fondo di difesa turco di 1 miliardo di dollari in un periodo di 5 anni. La assistenza all'URSS, paesi dell'Europa
orientalesola Arabia Saudita, oltre ha anche aiutato i con 800 milioni di dollari; questi paesi si erano appena liberati e non facevano più parte del bloccoavevano chiesto aiuto all'Occidentecomunista; che aggirando l'ostacolo, ha trovato chi potesseaiutarli. Inoltre, come confermato dallo stesso ambasciatore americano a Riad, l'Arabia Saudita hafinanziato con miliardi di dollari le spese effettuate dentro il paese dalle forze americane ed europeerelative ad acqua, cibo, alloggio, salari, equipaggiamenti, carburante e trasporti. In totale, si calcolache il contributo saudita e gli impegni assunti per il futuro, abbiano superato i 60 miliardi di dollari.In seguito a queste spese e anche promesse di spese e contratti per il futuro che andranno poionorati, la situazione finanziaria inizierà ad essere pesante per i sauditi. Nessuno ha pensato dicercare di impostare le relazioni su basi diverse e da parte americana nel periodo successivo lepriorità.politiche saranno dirette ad altri scopi. l'attenzione si spostaCon la presidenza di Bill Clinton (1992-2000), su problem