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La concessione dei giacimenti petroliferi in Italia
Lo stato concedeva a soggetti privati il diritto di eseguire prospezioni, ricerche e perforazioni nel sottosuolo al fine di verificare la presenza di giacimenti petroliferi o di gas. In caso di ritrovamento, la successiva concessione di sfruttamento governativa garantiva il diritto di estrazione e di vendita allo Stato. L'AGIP non veniva preferita fra le del prodotto, con il pagamento di una percentuale aziende concessionarie; queste concessioni erano quasi esclusivo appannaggio di aziende straniere, con una certa prevalenza di quelle statunitensi.
Nel 1945, su pressioni USA Joseph C. Grew, veniva comunicato che la partecipazione del governo italiano agli affari petroliferi avrebbe creato una posizione concorrenziale tale da offrire al governo la continua tentazione di ricorrere a pratiche arbitrarie e che il ripetersi di tale situazione sarebbe stato svantaggioso per i consumatori italiani e Quindi, nonostante l'AGIP era in piena.
attività nocivo alle relazioni commerciali italo-americane. Con anche la scoperta di campi petroliferi sul territorio, l'agenzia viene posta in liquidazione. Dopo la guerra, nel 1945, Enrico Mattei fu nominato liquidatore dell'AGIP. Mattei aveva aperto un piccolo laboratorio chimico e aveva fondato l'Industria Chimica Lombarda a Milano nel 1934. Inoltre, aveva partecipato alla Resistenza e nell'ambito della liberazione aveva ha condotto attività politiche. Disattendendo il mandato, concentrò le forze aziendali su quei siti di ricerca nei quali poteva essere più probabile il ritrovamento di qualche materiale. Il suo attivismo lo portò ad essere allontanato supressione delle compagnie USA, ma entrando in politica e grazie ai tanti appoggi di cui godeva, riuscì addirittura ad ottenere prima la vice presidenza dell'AGIP e poi ad assumerne il comando. Nel 1948, l'AGIP scopre un giacimento di gas naturale a Ripalta. MatteiDiede un nuovo impulso alle perforazioni petrolifere nella Pianura Padana, avviò la costruzione di una rete di gasdotti per lo sfruttamento del metano e aprì all'energia nucleare. Nel 1949, a Cortemaggiore fu trovato il petrolio. Lo Stato decise quindi di riservare per sé le concessioni per le ricerche in Lombardia e nell'Italia settentrionale, lasciando ai concorrenti concessioni scarsamente apprezzate in altre parti della penisola. Contemporaneamente, prendeva corpo anche normativamente l'idea di un super-ente, l'ENI, che avrebbe dovuto coordinare tutte le politiche energetiche del paese. Una successione di scoperte di gas metano fece crescere la produzione a livelli inattesi, portando il metano al centro degli interessi del gruppo ENI. Quindi, l'AGIP viene riorganizzata e nel 1953 viene fondata l'Ente Nazionale Idrocarburi (ENI), di cui l'AGIP divenne la struttura portante. Le altre aziende principali del gruppo erano Snam, Anic, Liquigas.
Nuovo Pignone e Romsa. Mattei importò dagli USA l'azienda che avrebbe rivoluzionato il concetto di motel ideando i Motel Agip, e costituì la Liquigas, la distribuzione del gas. Nel 1958 venne trovato il metano nella Valle del Basento. Mattei era contro l'atlantismo, la politica portata avanti da De Gasperi e dalla DC che aveva permesso l'accettazione del Piano Marshall da parte dell'Italia e nel '49 l'adesione al Patto Atlantico. Era intesa come politica di stretta collaborazione con gli USA, potenza capofila del mondo occidentale. Nell'accezione negativa, è una collaborazione con gli USA per fare quello che volevano fare gli USA. In attuazione col Patto Atlantico, che prevede che ogni stato metta a disposizione dell'Alleanza le proprie strutture, nell'ottobre 1954 vengono firmati gli accordi per l'istituzione di basi militari in Italia, il cui testo è tuttora segreto anche negli USA. Accadde quando la città
di Trieste è tornata all'Italia e ci sono dubbi al riguardo, nel senso che si pensa che Trieste sia tornata all'Italia in cambio della firma del Patto Atlantico. Tali accordi sono una tipica manifestazione di stretta collaborazione con gli USA con la perdita di sovranità italiana in alcune zone del paese, che vengono messe a disposizione degli USA per basi militari e deposito carburanti. In caso una zona non serva più o se agli USA interessa un'altra zona, non è necessario un altro trattato, ma viene aggiornata la lista con un memorandum d'intesa non soggetto a ratifica, e la zona torna ad uso civile. Gli USA hanno anche il diritto di ricattura, nel senso che, in caso di necessità, possono riprendere una zona che avevano precedentemente ridato ad uso civile. Gli accordi riguardano anche la giurisdizione, nel senso che i militari statunitensi che compiono reati in Italia sono processati solo negli USA. una visione della politicaSecondo l'Internazionale, l'ItaliaMattei era a favore del neoatlantismo, doveva collaborare con gli USA nella difesa dell'Occidente dalla minaccia comunista, ma doveva anche impegnarsi a dialogare coi paesi del Medio Oriente e conquistare una posizione strategica all'interno del Mediterraneo. Da qui ad esempio, gli accordi petroliferi di Mattei con l'Iran, dove l'Italia ha appunto preservato i propri interessi peculiari. Mattei cercò di far entrare l'AGIP nel Consorzio per l'Iran, il cartello delle sette principali compagnie petrolifere del tempo creato per far tornare sui mercati il petrolio iraniano dopo la conclusione della crisi di Abadan e la deposizione di Mossadeq, ma la sua richiesta fu respinta. Le sette principali compagnie petrolifere del tempo erano la Standard Oil of New Jersey, la Royal Dutch Shell, l'Anglo-Persian Oil Company, la Standard Oil of New York, la Texaco, la Standard Oil of California e la Gulf Oil. Mattei le aveva rinominate Sette Sorelle; all'epoca erano la Standard Oil of New Jersey, la Royal Dutch Shell, l'Anglo-Persian Oil Company, la Standard Oil of New York, la Texaco, la Standard Oil of California e la Gulf Oil.
of California e la Gulf Oil.
Nel 1955, stabilì un contatto importantissimo con l'Egitto giungendo alla costituzione di una società mista italo-egiziana. Mattei simpatizzava per Nasser in prima linea contro la Gran Bretagna, e si sentiva vicino a lui per molte idee, tra cui anticolonialismo e panarabismo.
Nel 1956, l'AGIP scoprì un importante giacimento petrolifero a Gela. Il petrolio in patria non bastava però a soddisfare il fabbisogno nazionale. Quindi, dal momento che non era riuscito a far entrare l'AGIP nel Consorzio per l'Iran, cercò il rapporto diretto con lo scià di Persia e la National Iranian Oil Company (NIOC) ottenendo una concessione a condizioni particolarmente favorevoli per l'Iran, ma attirandosi in tal modo l'inimicizia del cartello. Nel 1957, su iniziativa di Mattei e dello scià nacque la Sirip (Société Irano-Italienne des Pétroles).
società partecipata al 50% da ENI e NIOC che riconosceva il 50% allo Stato iraniano ed il restante 50% diviso equamente tra l'ENI e la NIOC, rompendo pertanto l'oligopolio del cartello che allora dominava l'industria petrolifera mondiale. Mattei introdusse il principio per il quale i paesi produttori di petrolio dovevano ricevere il 75% dei profitti derivanti dallo sfruttamento dei giacimenti, principio che rimase noto come Formula Mattei. Inoltre, allestì rapporti con la Libia dalla quale ottenne un'importante concessione nel deserto, col Marocco con cui firmò l'accordo petrolifero del 1958, trattò col Re di Giordania, si inserì nei rapporti fra l'Algeria e la Francia, ed ebbe ulteriori rapporti con la Tunisia e il Libano. Tutti questi accordi suscitarono antipatie da parte degli USA e delle grandi compagnie statunitensi ed inglesi che comunque avevano grandi disponibilità di petrolio. Secondo Mattei, il colonialismosiera anche manifestato con la presenza britannica in Medio Oriente e vedeva un nuovo imperialismonegli USA. Dopo la seconda guerra mondiale, l'Italia perde le colonie dell'Africa Orientale Italiana,l'Etiopia e la Libia e fino al 1960 avrà l'amministrazione fiduciaria sulla Somalia. Nei confrontidelle zone mediorientali, l'Italia non poteva essere accusata di reminiscenza del colonialismo.l'URSS,Per quanto riguarda gli accordi tra Mattei e i paesi NATO erano impegnati a non mandaretutta una serie di prodotti ritenuti strategici per l'economia, inclusi tutti iin Unione Sovieticaprodotti petroliferi. Dopo la guerra, Stalin fino alla sua morte nel 1953, fece di tutto per ripristinarel'industria petrolifera russa. I tedeschi non riuscirono a impadronirsene, molti pozzi del Caucasoerano stati danneggiati dagli stessi sovietici che li avevano coperti e le ricerche di petrolio nelbacino del Volga si rivelarono improduttive. Ad ogni modo, iRussi vendevano il petrolio a un prezzo più basso rispetto a quello delle grandi compagnie. Mattei si muove in direzione opposta alle direttive NATO. Nel 1958 concluse un accordo per ottenere il petrolio in cambio di gomma sintetica che verrà poi ampliato rispetto alla quantità di petrolio importata e alla quantità di beni esportata, e il 12 ottobre 1960 ne concluse uno più importante per ottenere petrolio grezzo in cambio di gomma sintetica, tubature e oleodotti. Nello stesso anno, vi è la compartecipazione dell'ENI nella costruzione dell'oleodotto Caucaso-Mare del Nord e la visita dell'allora presidente italiano Gronchi a Mosca. Con gli accordi tra Italia e URSS, viene quindi rilevata la violazione dell'impegno italiano NATO, ma né Mattei, né il governo italiano sono turbati. La NATO, e soprattutto gli USA, devono accettarli per forza per la primazia degli interessi nazionali, degli interessi italiani. Matteicercò e trovò anche l'appoggio dell'opinione pubblica in patria, fondò il quotidiano Il Giorno cui delegare l'immagine e la comunicazione dell'AGIP e allestì un'importante struttura diplomatica con l'apertura di numerosissimi uffici di rappresentanza e uffici stampa che operavano come consolati dell'azienda italiana e i cui titolari erano rispettati come ambasciatori.
Nel quadro del progetto di espansione Mattei riesce addirittura a concludere un accordo anche con la Cina. Viene firmato nel 1958 e prevedeva la fornitura di fertilizzanti ENI, impianti industriali completi e assistenza tecnica e industriale. A distanza di 12 anni si avrà anche il riallacciamento delle relazioni diplomatiche tra l'Italia e la RPC.
Nel 1957, Mattei iniziò a considerare anche lo sviluppo dell'ENI verso l'energia nucleare. Venne Società Meridionale per l'Energia Atomica
ndi centrale nucleare del paese. Il progetto prevedeva la costruzione di due reattori nucleari di tipo PWR (Pressurized Water Reactor) con una potenza di 1000 MW ciascuno. La centrale avrebbe dovuto garantire un'importante fonte di energia elettrica per l'Italia, riducendo la dipendenza dalle fonti energetiche tradizionali come il carbone e il petrolio. La costruzione della centrale elettronucleare di Borgo Sabotino fu oggetto di dibattito e controversie. Molti cittadini e gruppi ambientalisti si opposero al progetto, temendo gli effetti negativi sulla salute e sull'ambiente. Tuttavia, nonostante le proteste, i lavori continuarono e la centrale fu completata nel 1981. La centrale elettronucleare di Borgo Sabotino rimase in funzione per oltre trent'anni, fino al 2012, quando fu deciso di chiuderla definitivamente. La decisione fu presa a seguito del disastro nucleare di Fukushima in Giappone, che portò a una revisione delle politiche energetiche in molti paesi. Oggi, la centrale elettronucleare di Borgo Sabotino è in fase di decommissioning, un processo lungo e complesso che prevede lo smantellamento delle strutture e la gestione dei rifiuti radioattivi. La chiusura della centrale ha portato a una maggiore attenzione verso le fonti di energia rinnovabile in Italia, come l'energia solare e l'energia eolica. Nonostante le controversie e i rischi associati all'energia nucleare, la centrale elettronucleare di Borgo Sabotino ha contribuito per molti anni a garantire l'approvvigionamento energetico del paese. Oggi, l'Italia sta cercando di diversificare le sue fonti di energia, puntando sempre di più sulle fonti rinnovabili e sull'efficienza energetica.