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Il romanzo è costituito da 7 volumi: l’ultimo volume, in realtà, viene scritto per secondo, ed è strettamente
connesso al primo volume: leggendo solo la prima e l’ultima parte, si può avere una panoramica dell’intero
romanzo, poiché la fine si riaggancia all’inizio.
Primo libro: Odette è giovanissima
Ultimo libro: Odette è molto anziana, sempre uguale a se stessa ma ormai invecchiata
Nell’ultimo libro, alla fine Odette si rivela essere un simulacro, una sorta di icona: è vestita a seconda delle
persone con cui sta, delle case in cui si trova. Egli è sempre uguale a se stessa, paragonabile ad un
manichino, ad una bambola: non invecchia, non sembra essere vittima del tempo. Poiché non sembra
essere vittima del tempo, in realtà lo è a tal punto da sembrare morta.
IMPORTANZA DEL TEMPO: insieme alla memoria, è la tematica principale del romanzo. Il tempo, infatti, è
l’elemento costitutivo e necessario nella ricerca della verità: la verità è temporale, si raggiunge solo con un
lento progresso nella comprensione dei segni verità a cui tende il narratore è l’essenza delle cose
→la
che emerge nel processo di decifrazione di alcuni segni particolari incontrati nella realtà.
Tali segni sono i segni sensibili, che richiedono un’interpretazione. Tali segni sono spesso esili e di scarso
valore, come il sapore di un biscotto intinto del tè, il rumore di un cucchiaio nel piatto, una pietra
sconnessa, ma sono ricchi del senso che possono rivelare. Sono una fonte di gioia immensa che invita a
interpretarli tramite la ricostruzione delle relazioni di analogia, perché indicano qualcosa di diverso da sé,
come il caso del sapore della madeleine da cui risorge l’infanzia del narratore.
Non appare solo un momento del passato, ma la sua essenza in temporale: qualcosa che accomuna passato
e presente, e che è molto più essenziale di entrambi.
Le essenze colte in particolari momenti, rischiano di svanire, quindi devono essere fissate:
questo è il compito dell’arte, soprattutto della scrittura letteraria.
Il compito è quindi quello di restituire quel rapporto analogico tra oggetti e eventi distanti in modo da
rivelare la loro essenza: l’analogia, sovrapponendo due entità, mettono in evidenza il loro elemento
comune, che è la verità.
La letteratura, quindi, consente di accedere alla vita vera, la vita scoperta e tratta alla luce.
L’essenza, quindi, si dà solo in seguito a un evento fortuito e al termine di un lavoro di interpretazione che
la rivela nel soggetto stesso. Sono proprio le esperienze sensoriali ordinarie (gustative, visuali, auditive) a
costituire il punto di partenza necessario per accedere all’essenza, grazie all’individuazione di nuovi
rapporti tra elementi apparentemente lontani e disparati.
I momenti e i ricordi che vengono rievocati, possono essere anche dei momenti tristi: in questo modo si
sarà costretti a riviverli, ma si accetterà il dolore in cambio della conoscenza spirituale che procura. La
felicità, infatti, si può realizzare solo grazie anche all’infelicità.
RICERCA DELLA VERITA’: il romanzo si concentra su una ricerca, cioè quella della verità, che può essere
colta solo mediante la letteratura.
La verità si conquista solo tramite l’interpretazione di una serie di segni esteriori, casualmente e
passivamente incontrati dal soggetto, che lo forzano a cercare successivamente il senso in essi nascosto.
ALLA RICERCA DEL TEMPO PERDUTO: il racconto inizia con Proust ospite presso Gilberte.
Il romanzo non ha un ordine cronologico: continuo passaggio dal passato, al presente, talvolta anche senza
introduzioni, che rendono il romanzo di difficile interpretazione.
Il momento centrale del romanzo è quando Proust, dopo molti anni, dopo aver trascorso molto tempo a
letto a causa della sua malattia, viene invitato per una matinée al palazzo dei Guermantes
- Incontro con persone: si rende conto del tempo che è trascorso, notando i segni della vecchiaia sui
volti dei suoi vecchi amici, o non riconoscendoli addirittura
- Incontro con la Verità: scoperta che lo porterà a scrivere il libro
Mentre aspetta di entrare nel palazzo, nel giardino sente il grido di un cocchiere: a quel grido egli si sposta,
ma inciampa nelle pietre del selciato, e mentre cerca di ritrovare l’equilibrio, poggiando un piede su una
pietra non livellata, il suo scoraggiamento sparisce di colpo dinanzi alla felicità che gli avevano procurato,
in diversi momenti della sua vita, la visione di certi alberi che aveva creduto di riconoscere.
tempi viene annullato e un episodio lo riporta ad un momento estremamente felice, vissuto
→il
anteriormente
- Episodio della Madeline: mentre mangia una madeline, il tempo si azzera e lui torna a quando la
domenica da piccolo andava dalla zie e faceva merenda, rivive un momento di felicità in cui non è
più lì in quel momento, ma in cui la percezione (in questo caso del gusto), gli ha fatto abolire il
tempo presente, come un tuffo del corpo e della mente, nel passato. Non è un già visto ma un già
vissuto, è tempo sospeso.
La felicità che prova nel momento in cui rivive quella sensazione, è la stessa che aveva provato nel vivere
quella sensazione per la prima volta, una felicità di cui allora aveva rifiutato di ricercare le cause.
Nel tentativo di rivivere quel momento, e di non perderlo, rimane sospeso con un piede sulla pietra più
elevata, e con l’altro su quella più bassa, immobile.
Durante la giornata si verificano molti momenti come quelli:
- Un domestico urta un cucchiaio contro un piatto sensazione di felicità: grande calore,
→stessa
misto ad un odore di fumo. Il rumore del cucchiaio l’ha riportato a quando era sul treno, al rumore
dei colpi di martello contro una ruota del convoglio che un ferroviere stava aggiustando mentre
lui era fermo davanti a un bosco.
Le impressioni erano così forti da fargli sembrare attuale il momento che stava rivivendo.
- Tovagliolo con cui si asciuga la bocca ruvidezza della salvietta con la quale faticava ad
→stessa
asciugarsi davanti alla finestra, il primo giorno del suo arrivo a Balbec
Il ricordo gli faceva respirare un’aria nuova, proprio perché è un’aria che aveva già respirato, che non
potrebbe dare la stessa sensazione se non fosse già stata respirata, perché i veri paradisi sono quelli che
abbiamo perduto.
Erano tutte situazioni di felicità che avevano in comune tra di loro il fatto di provarle
contemporaneamente nel momento attuale e in un momento remoto, fino a far sconfinare il passato nel
presente, confondendolo e non facendogli capire dove effettivamente si trovasse.
Questo aveva concesso a lui di ottenere, isolare, fissare, per la durata di un lampo, ciò che non si afferra
mai, cioè un frammento di tempo allo stato puro.
Queste risurrezioni del passato non solo obbligavano gli occhi a non veder più la stanza attorno a noi per
guardare la strada ferrata, l’alta marea, il momento del ricordo, ma anche da sforzare le narici a respirare
l’aria dei luoghi lontani l’intero essere a credere di essere circondati da quel momento.
→porta
Cosa erano essi? Erano dei frammenti di esistenza sottratti al tempo, momenti fugaci, ma che erano in
grado di concedere un grande piacere.
Non serviva tornare nei luoghi che rievocavano, per trovare il Tempo Perduto: il solo mood per gustarle
meglio era quello di cercare di conoscerle più completamente, là dove esse si trovavano, cioè in noi stessi,
renderle chiare fin nel profondo.
In esse si trovava infatti la Verità: le verità che l’intelligenza coglie direttamente,
scopertamente, nel mondo della piena luce hanno qualcosa di meno profondo di quelle che
la vita ci ha comunicato con un’impressione, che entra in noi attraverso i sensi.
Non si è liberi di scegliere queste sensazioni, ma esse vengono date così com’erano: il modo inevitabile e
fortuito con cui si incorre in quelle sensazioni, testimoniava la verità del passato che essa resuscitava.
Proust sosteneva che il mezzo unico per interpretare quelle sensazioni, era la creazione di un’opera d’arte:
noi non siamo liberi di fronte all’opera d’arte, che non creiamo a nostro piacimento.
Una cosa che abbiamo guardato un tempo, se per caso la rivediamo, ci riporta a tutte le immagini di cui era
ricolma: una cosa che abbiamo visto, un libro che abbiamo letto, non restano uniti per sempre solo a ciò
che stava intorno a noi, ma restano uniti anche a ciò che noi eravamo allora, non possono essere rivissuti
se non dalla nostra sensibilità, dalla persona che eravamo allora.
La Ricerca del tempo perduto è ricordato principalmente per due elementi:
- Polo estetico: non solo per la scrittura proustiana che è unica, ma per gli occhi con cui il
narratore, Proust e i personaggi guardano il mondo
- Polo della memoria: Proust distingue tra memoria della razionalità e la memoria di cui noi non
siamo padroni, legata alle emozioni e alle sensazioni, alle percezioni. È le memoria sensoriale.
C’è quindi una memoria volontaria, i ricordi, e una memoria spontanea e automatica (come
l’episodio delle madeleine), quei ricordi che nascono a partire da un odore, un sapore e che
riportano ad un episodio del passato.
TEMA DELLA VECCHIAIA: quando Proust si trova a quel pranzo, inizialmente non è in grado di
riconoscere nessuno, a causa dei segni della vecchiaia che si sono manifestati sui loro volti.
Proust non vuole accettare l’invecchiamento delle persone accanto a lui, perché vorrebbe dire accettare
anche il proprio. Vede le persone come dei travestimenti, dei manichini, dei simulacri: parla di una festa in
maschera, si autoinganna dicendo che la vecchiaia è una maschera.
Persone = burattini, il cui burattinaio è il tempo: il tempo si prende il nostro corpo, ci fa interpretare un
modo diverso di essere.
Fino a quel momento, Proust non si era accorto di quanto fosse cambiato: se ne accorge solo nel momento
in cui vede le metamorfosi degli altri. Le persone appaiono vecchie, poiché si parte dall’idea che esse siano
sempre le stesse, ma non è così.
Odette: meccanismo opposto. Guardando le altre persone invecchiate, si aspetta di vedere anche lei
invecchiata, ma lei è rimasta uguale a se stessa.
Odette è una bambola, è finta, poiché non è invecchiata
Il tempo porta al viso la vecchiaia, ed è in grado di cambiare le persone non solo dal punto di vista fisico: il
tempo, ad esempio, può annullare le liti.
Non solo perché