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MORFOLOGIA
Persone e diatesi verbali:
La persona del verbo determina il morfema finale.
In italiano la diatesi del verbo può essere:
Attiva Il soggetto grammaticale coincide con l’agente dell’azione verbale.
Passiva Il soggetto grammaticale subisce l’azione verbale.
Riflessiva Il soggetto compie e subisce allo stesso tempo l’azione verbale. (Giorgia si
pettina)
Reciproca Il soggetto è plurale o composto e si riferisce a individui che compiono e
subiscono allo stesso tempo l’azione verbale (I cani si azzannano).
Diatesi passiva:
La diatesi passiva di un verbo può essere resa in diversi modi:
Ausiliare essere + participio passato del verbo L’alunno è stato lodato.
Ausiliare venire + participio passato L’alunno viene lodato.
4 Particella si (detta passivante) + voce del verbo alla terza persona singolare o
plurale di forma attiva Si accetta qualsiasi aiuto.
Ausiliare andare/stare/restare/rimanere/finire + participio passato del verbo Il
diario è andato perduto.
Aspetto verbale:
La categoria grammaticale dell’aspetto esprime la dimensione temporale interna descritta
dal verbo stesso. Essa indica se l’evento indicato dal verbo è abituale, concluso, non
concluso o in corso di svolgimento, con effetti sul presente, ecc…
L’aspetto verbale può essere indicato:
Morfologicamente dal tempo del verbo
Passato remoto azione conclusa senza riflessi sul presente.
Passato prossimo Azione conclusa con effetti che durano nel presente.
Imperfetto progressivo Processo colto nel suo svolgimento e sul cui
proseguimento non possiamo operare alcuna congettura.
Imperfetto continuo Processo in cui non si percepisce un istante preciso
in cui si metta a fuoco l’evento espresso.
Imperfetto abituale Occorrenza ripetuta, regolare di un determinato
processo.
Dal significato lessicale del verbo L’azione indicata può essere momentanea
(colpire, entrare, sbattere), duratura (lavorare, dormire, viaggiare), progressiva
(vivere, crescere, impallidire).
Da perifrasi con verbi aspettuali (o fraseologici) come stare, stare per, cominciare a,
continuare a, finire di, che formano predicati con altri verbi infiniti, participi o
gerundi.
Modi verbali:
Il modo del verbo indica il tipo di comunicazione e l’atteggiamento del mittente verso di
essa.
In italiano ci sono quattro modi finiti:
Indicativo esprime la realtà, la certezza, l’affermazione
Congiuntivo esprime il dubbio, l’incertezza, la speranza, il timore
Condizionale esprime un’eventualità subordinata a una condizione
Imperativo esprime un comando
E tre modi indefiniti (senza persona):
Infinito si usa in proposizioni infinitive o in forme nominali
Participio si usa in proposizioni subordinate, in forme nominali o in forme
oggettivali
Gerundio si usa in proposizioni subordinate (temporali, causali, modali…)
Tempi verbali:
Il tempo verbale esprime il rapporto cronologico tra l’azione espressa dal verbo e il
momento in cui viene comunicato l’enunciato. Il tempo verbale può essere semplice,
ovvero senza ausiliare, o composto, ovvero formato da un ausiliare accompagnato dal
participio passato del verbo.
Indicativo Presente, imperfetto, passato remoto, futuro semplice; passato
prossimo, trapassato remoto, trapassato prossimo, futuro anteriore.
Congiuntivo Presente, imperfetto, passato, trapassato.
Condizionale Presente, passato
5 Imperativo Presente
Infinito Presente, passato
Gerundio Presente, passato
Participio Presente, passato
Forme nominali:
In certi casi, alcuni verbi al modo infinito o participio, possono cambiare la loro funzione
grammaticale:
Infinito sostantivo Il verbo all’infinito presente viene utilizzato come nome in
sintagmi he possono svolgere nella frase il suolo di soggetti o complementi. (Sono
infastidito dal tuo russare)
Participio sostantivato Il verbo participio presente o passato, preceduto da un
articolo diventa nome (Il cantante, il dirigente..)
Participio attributivo Il verbo participio, presente o passato, affiancato da un nome
al quale si riferisce, diventa un aggettivo con funzione attributiva (La bambina
sorridente)
Participio predicativo Il verbo participio, presente o passato, che completa la
predicazione del verbo essere o di verbi copulativi, dichiarativi, estimativi, elettivi,
diventa un aggettivo con funzione predicativa (Luca è brillante)
Verbi aspettuali e modali:
Verbi aspettuali Sono i verbi e le locuzioni che, oltre ad avere significato proprio,
segnalano l’aspetto di un altro verbo all’infinito, al participio o al gerundio (es. sta
per partire).
Verbi modali Dovere, potere, volere sono verbi modali perché, oltre ad avere
significato proprio, possono accompagnare altri verbi al modo infinito aggiungendo
alla loro predicazione l’idea di dovere, possibilità e volontà.
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SINTASSI DEL PERIODO
Periodo o frase complessa:
La costruzione fondamentale è il periodo o frase complessa ed essa può essere:
Monoproposizionale Solo una proposizione (frase semplice)
Biproposizionale Due proposizioni
Triproposizionale Tre proposizioni
6 Pluriproposizionale Più di tre proposizioni
Proposizione principale:
Il periodo va considerato come l’espansione della frase semplice.
La frase di base, ossia la proposizione principale, diventa complessa quando altre
proposizioni le si affiancano o si incassano in essa per fungere da argomenti o da
circostanze oppure per porsi sul suo piano sintattico ed esprimere con essa una
particolare relazione.
Le preposizioni principali possono dividersi i base al loro scopo comunicativo.
Tipi di proposizioni principali Cosa fanno? Esempio
Enunciano fatti o Il postino ha consegnato un
ENUNCIATIVE affermano opinioni pacco.
Esprimono una Hai finito il pranzo?
INTEROGATIVE DIRETTE domanda diretta
Esprimono un’emozione Ho forato una gomma!
ESCLAMATIVE immediata e spontanea
Esprimono un ordine o Vada lontano da qui.
VOLITIVE un invito
Esprimono un desiderio Magari mio fratello fosse
DESIDERATIVE o un augurio qui!
Esprimono un dubbio Che cosa posso fare in
DUBITATIVE questa situazione?
Ammettono l’esistenza o Vadano pure con Giorgio.
CONCESSIVE possibilità di un fatto o
avvenimento
Struttura del periodo:
Le proposizioni che costituiscono un periodo possono essere collegate tra loro da due tipi
di rapporti:
1. Coordinazione (paratassi) Due o più proposizioni si susseguono sullo stesso
piano;
2. Subordinazione (ipotassi) Una proposizione sovraordinata regge una o più
proposizioni subordinate
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Coordinazione:
Le proposizioni coordinate possono essere classificare rispetto alla funzione delle
congiunzioni che le legano.
Coordinata Funzione Congiunzioni Esempi
coordinanti
Affianca due , ; : Io piango, tu ridi.
ASINDETICA proposizioni con
punti
Affianca due e, né, nonché Ieri è andato in
COPULATIVA proposizioni con montagna e
parole tornerà domani.
Contrappone due ma, però, tuttavia, Marzia mi piace,
AVVERSATIVA proposizioni invece, anzi ma non la sposo.
Pone un’alternativa o, oppure, ovvero, Andrò in
tra due proposizioni altrimenti discoteca o
DISGIUNTIVA guarderò un film
con gli amici.
Una proposizione quindi, dunque, perciò Suona la
completa e conclude campanella,
CONCLUSIVA la precedente dunque
consegnate i
compiti.
Una proposizione infatti, cioè, difatti Firenze è città
chiarisce e conferma d’arte, infatti è
ESPLICATIVA la precedente ricca di
monumenti.
Affianca due e…e, né…né, o…o, Non solo hai
CORRELATIVA proposizioni con non tanto…quanto torto, ma fai
congiunzioni ripetute piuttosto anche la vittima.
Subordinazione:
La classificazione tradizionale delle preposizioni subordinate comprende diversi criteri:
1. Funzione;
2. Struttura valenziale e tematica del verbo che regge la subordinata;
3. Forma dell’elemento introduttore della subordinata;
4. La forma verbale del predicato delle proposizione subordinata;
Le proposizioni possono essere esplicite ed implicite:
Esplicite Proposizioni il cui predicato è un verbo di modo finito, ovvero con la
desinenza che indica una persona
Implicita Proposizioni il cui predicato è un verbo di modo infinito, ovvero la
desinenza che non indica una persona.
Subordinate sostantive:
Le proposizioni subordinate sostantive nella frase complessa sostituiscono i complementi
diretti della frase semplice.
Subordinata Funzione Nella reggente Forma implicita Forma esplicita Esempio:
SOGGETIVA Soggetto della Verbo È chiaro che
infinito che + verbo
8 reggente impersonale di + infinito all’infinito sei stanco.
Complemento Verbo transitivo Ho capito che
infinito che + come o
oggetto (retto con soggetto sei timida.
di + infinito quanto +
da verbi verbo
intransitivi all’infinito
OGGETTIVA pronominali –
complemento
preposizionale
della reggente
Domanda o Verbo Gli chiesi
se, pronomi, se + pronomi,
dubbio che interrogativo perché lo
aggettivo, aggettivi o
riguarda l’intera avessero
INTERROGATIVA avverbi avverbi
frase o solo sgridato.
INDIRETTA interrogativi + interrogativi +
una parte infinito verbo
all’infinito
Chiarimento o Nome o Sono certo
di + infinito che + verbo
spiegazione pronome del fatto che
all’infinito
DICHIARATIVA dimostrativo Sara mi è
amica.
Subordinate relative:
Le subordinate relative nella frase complessa sostituiscono gli attributi e delle apposizioni
della frase semplice.
Subordinata Funzione Nella reggente Forma implicita Forma esplicita Esempio:
Attributo o Antecedente Stimo le
a, da o pronome pr
apposizione persone che
relativo indiretto + onome
di un elemento sono sincere.
infinito relativo, dove
RELATIVA contenuto o come +
participio
PROPRIA nella reggente verbo finito
pr
onome doppio
Sostituisce Antecedente Rivolgi questa
a, da o pronome pr
alre domanda a
relativo indiretto + onome
subordinate Franco che sa
infinito relativo, dove
RELATIVA con valore tutto di s