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AMORE NON RICAMBIATO

Commissariato di polizia, ore 16:00

La Spice uscì dall’aula degli interrogatori per cercare consiglio con alcuni colleghi fidati. Entrambi

convenivano che, secondo loro, il colpevole era Valdi. Insomma in primo luogo la stanza e la

ragazza erano state prenotate da lui e sempre lui era stato l’ultimo, secondo i movimenti segnalati,

ad averla vista e il fatto che quella sera fosse ritornato in ufficio dopo averlo lasciato un’ora prima

era molto strano. In un’ora avrebbe potuto ucciderla. Non c’erano indizi che indicavano che ci fosse

un altro nella vita di Elena, viveva in funzione del suo lavoro e dei suoi clienti e Valdi al momento

era stato il suo ultimo cliente.

<<Dovresti arrestarlo. Insomma… Le prove portano a lui!>>.

<<Si anche io la penso così, Spice pensaci, chi altri poteva avere un motivo? Ha detto lui stesso che

non gli piace sprecare i soldi. Probabilmente la ragazza si sarà rifiutata di fargli qualche servizio

particolare e lui si è infuriato. Cosa lo avrebbe spinto altrimenti a ritornare in ufficio? Cercava di

farsi un alibi… Peccato che è poco credibile! Da un uomo così mi sarei aspettato di meglio!>>.

Entrambi risero, tranne la Spice. L’avevano quasi convinta, ma l’ultima affermazione del suo

collega l’aveva illuminata! Infatti, un uomo della sua intelligenza non poteva aver pensato a un alibi

così banale. Era un tipo maleducato ma non certo stupido!

<<Lo metterò agli arresti, ma per 24 ore. C’è ancora qualcosa che non mi convince!>>.

I due colleghi si guardarono alzando le sopracciglia. Sapevano che quando la Spice s’impuntava su

qualcosa, non c’era nulla che potesse farle cambiare idea. Perciò ritornarono tutti alle rispettive

scrivanie a continuare il proprio lavoro.

Circa sei ore prima dell’interrogatorio a Valdi:

La signora Minelli lavorava ormai da molto tempo all’Armani Hotel di Milano come cameriera.

Credeva di aver visto di tutto ormai, ma appena aprì la Suite n° 24, dirigendosi come sempre verso

la camera da letto, capì che si sbagliava nell’istante in cui la vide. Il cadavere della ragazza era 2

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disteso sul letto. Era seminuda. La maggior parte della veste era stata strappata e gettata a terra. Le

braccia cadevano inerti lungo il corpo e le mani, con i palmi rivolti verso il basso, erano ancora

strette al lenzuolo. La stanza era a soqquadro. Tutto era fuori posto. Il tavolino al centro della stanza

era rovesciato e le tende erano strappate.

La cameriera si fece coraggio. Richiuse la Suite in modo che nessuno potesse entrare e corse subito

ad informare il direttore dell’hotel. La polizia fu allertata immediatamente, ma con discrezione. Si

trattava comunque di uno degli hotel più famosi della zona. Il capo della polizia, il commissario

Cordero, decise che per questo caso, che richiedeva un’indagine accurata ma con molto tatto, visto

la posizione facoltosa del posto e il giro d’affari che portava alle entrate economiche di Milano,

decise che non c’era agente più adatto della Spice. Infatti, fin dai suoi primi anni in polizia, aveva

dimostrato capacità d’intuito innate e molto importanti per chi lavora in questo campo, oltre al fatto

che, diversamente dagli altri colleghi, non era solita parlare troppo dei suoi casi e di ciò cui stava

investigando, se non per qualche consiglio e men che meno della sua vita privata. Infatti, era lì in

commissariato già da dieci anni e le poche cose che sapevano di lei erano che aveva collaborato con

l’unità vittime speciali di New York (il suo paese d’origine), che momentaneamente era single e

abitava vicino al centro, in un piccolo appartamento.

Cordero prese la cornetta del telefono e digitò il numero:

<< Pronto? Si, sono io. Va bene capo, ci vado immediatamente>>.

La Spice arrivò sul luogo circa quindici minuti dopo la chiamata. Si diresse con calma verso la

reception e con tono sommesso si annunciò al receptionist:

<< Buongiorno signore, sono il commissario Spice>>.

<< Sì commissario. La attendevamo con molta ansia. La scorto io. Mi segua, per favore>>.

Il receptionist la portò davanti alla Suite, dove c’erano già due agenti che controllavano la stanza e

il corridoio e un altro che con il taccuino in mano interrogava una signora.

<< Buongiorno signori, sono il commissario Spice. Dunque è lei la donna che ha trovato il

cadavere?>>.

<< S-s-si sono stata io… Oh! In tanti anni di lavoro ne ho viste tante, ma una cosa del genere mai…

Mai!>>.

<< Va bene. La ringrazio signora. Ora scusatemi, ma devo andare a ispezionare la stanza. Lei

continui a prendere nota delle dichiarazioni, agente. Grazie>>.

La Suite doveva essere stata sicuramente meravigliosa prima dell’accaduto, ma poi dev’essere

avvenuta una lite furibonda, perché oggetti e mobili erano sparsi qua e là. Perfino le tende,

strappate, erano da tutt’altra parte. La camera da letto si trovava di fronte al salotto, tra il bagno e la

piccola cucina. La porta scorrevole era aperta. Anche da lì, dove si trovava la Spice, si poteva già

intravedere parte del corpo. Entrò. Poi si guardò intorno, rendendosi conto che cambiava ben poco

dalla stanza precedente. Anche qui era tutto in disordine. Poi si avvicinò e fece un giro del letto,

cercando di imprimersi ogni particolare nella mente. Probabilmente avevano già provveduto a 3

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scattare le fotografie, ma uno dei suoi metodi era proprio quello di fare degli scatti mentali, in modo

tale da cercare di vedere oltre ciò che realmente c’era.

La ragazza aveva un viso bellissimo. Normalmente una lite avrebbe dovuto lasciare segni evidenti

anche sul volto, ma in questo caso, però, non ve n’erano. L’unica cosa fuori posto era il rossetto

sbavato e tirato sul lato sinistro e la camicia da notte strappata, che si trovava ai piedi del letto. Era

una camicia raffinata, nera, di seta, con inserti in pizzo, molto elegante.

Finì il sopralluogo e uscì. Era ora di iniziare le indagini e la prima cosa da fare era capire chi fosse

la vittima. Ritornò dunque dalla cameriera.

<< Signora, dovrei farle qualche domanda. Conosce il nome della vittima?>>.

<<Certo commissario. Il nome e molto altro. Io oramai qui conosco tutti. La signorina era una

presenza fissa qui all’hotel. Vede, lei era… Come si può dire… Una Escort ecco! Una Escort di

lusso!>>.

<<Ah! Perfetto. Allora mi racconti tutto quello che sa, incominciando col togliermi un dubbio. A

che nome era prenotata la Suite?>>.

<<Vede la Suite non era per la signorina. Lei veniva qui, ma solo su appuntamento. Erano gli

uomini d’affari che la contattavano e le davano il numero della camera. Questa è a nome del signor

Valdi. L’ha prenotata da molto tempo. Sono circa tre settimane che risiede qui!>>.

<<Valdi…Valdi… Ma certo! È uno dei più ricchi uomini d’affari. Ha assorbito parecchie società

sull’orlo del fallimento e le ha fatte rinascere. Dunque è lecito supporre che anche la ragazza veniva

qui da quando Valdi ha preso la Suite?>>.

<< Si certo, anche se bene o male lei ormai era la prediletta degli uomini che frequentano questo

posto. La conoscevano tutti qui all’hotel. Ormai si può dire che era parte del nucleo e, nonostante il

suo lavoro, era una persona molto dolce e sveglia. Mi sono sempre chiesta come sia finita a fare

questo lavoro!>>.

<< Che lei sappia aveva un “pappone” o qualcuno che la proteggeva?>>.

<<No guardi, l’ho sempre vista da sola. Anzi le dirò di più. Credo che non abbia più nemmeno un

familiare vicino a lei>>.

Dopo questa dichiarazione la Spice scartò la prima ipotesi. Non era insolito, infatti, che molti

protettori si rivalessero sulle proprie prostitute, arrivando a ucciderle a volte, per cercare di

convincerle ad alzare le tariffe e le prestazioni, anche spingendole ad assumere droga con i loro

clienti per rendere tutto molto più eccitante… Molte Escort, infatti, erano entrate anche nel mondo

della cocaina e dell’eroina.

<< Agente, ho bisogno di parlare con il signor Valdi. Dove si trova ora?>>.

<< Si commissario. È qui, nell’altra stanza>> disse l’agente aprendo la porta di un’altra stanza e

indicando l’interno.

<<Grazie. Può andare>> disse la Spice congedandolo. 4

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<< Buongiorno signor Valdi. Sono spiacente di fare la sua conoscenza in queste circostanze, ma,

purtroppo, le devo chiedere di seguirmi in centrale. Ci sono molte domande cui lei dovrebbe

rispondere. Prego mi segua>>.

<< È proprio necessario commissario? Se fosse possibile, preferirei farlo qui. Mi sento molto più a

mio agio in questa stanza. Credo sia molto più accogliente di una fredda aula per interrogatori… Lei

non crede?>>.

<< Lo è sicuramente. Tuttavia il protocollo prevede che io la interroghi in centrale. Non me lo

faccia ripetere due volte. Mi segua!>>.

<< Va bene… Non vorrei metterla a disagio…commissario!>>.

Arrivati al distretto di polizia, la Spice lo condusse nell’aula per gli interrogatori più piccola. Lo

fece di proposito per dimostrarle chi comandava. Sarà anche stato un genio nel suo campo, ma lì, in

polizia, era lei sul piedistallo del potere.

<< Allora signor Valdi, cosa mi può dire della ragazza da lei “affittata”?>>.

<< Prima di tutto che il suo nome era Elena. E il suo invece è?>>.

<< Qui le domande le faccio io, intesi? Bene… Allora che rapporti aveva con…Elena?>>.

<<Che dire… Una vera professionista. Nulla da rimproverare. Me ne avevano parlato molto bene i

miei colleghi. Peccato che ho pagato più di quanto ho ricevuto!>>.

<< Quindi a lei interessa più il fatto di aver speso dei soldi senza ottenere il servizio completo, ma

in realtà poco le importa se questa ragazza è morta. Complimenti un vero uomo!>>.

<< Me lo dicono in molte!>>.

La Spice, leggermente irritata, lasciò l’aula per chiedere a un suo collega, esperto in informatica, di

effettuare una ricerca completa sul sospettato. Qualsiasi cosa avesse trovato d’interessante doveva

comunicargliela.

Poco dopo un’ora entro l’agente per consegnare la documentazione richiesta dalla Spice, con gli

aneddoti più interessanti sottolineati in rosso.

&l

Dettagli
A.A. 2013-2014
10 pagine
1 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/01 Glottologia e linguistica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher laura.massetti16 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Laboratorio di scrittura italiana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Libera Università di Lingue e Comunicazione (IULM) o del prof Giovannetti Paolo.