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TIPO B:
Serbatoio: uomo; non ha sottotipi.
Il virus presenta genotipo a RNA, formato da 8 pezzi, in grado di scambiarsi con altri ceppi virali: si
modificano e cambiano ogni volta.
Possono essere eliminati da agenti fisici, riescono a conservarsi a 0 C°.
Trasmissione:
→ contatto: con altre persone infette per penetrare nell'organismo attraverso le mucose.
→ per via aerea: dal momento del contagio fino a 3-4 giorni successivi ai primi sintomi, che si manifestano a
distanza di 1-4 giorni dall'infezione.
→ rapida diffusione in ambienti affollati.
Sintomi:
1. Febbre elevata con brividi, dolori ossei e muscolari, mal di testa grave, mal di gola, raffreddore e
tosse non catarrale.
2. Nei lattanti la febbre non si manifesta, ma si osservano vomito e diarrea.
3. Negli anziani: la febbre rimane bassa, dolori articolari e debolezza, con insorgenza graduale.
Caratteristica di questi virus è l'instabilità genetica: vanno infatti incontro ad antigenic drift, ossia mutazioni
multiformi casuali, o antigenic shift, cioè lo spostamento antigenico, la ricombinazione genica tra due specie
differenti. Questo favorisce la formazione di un nuovo codice genetico non conosciuto, in grado di creare
anche un'epidemia mondiale, con bersaglio l'uomo.
Sorveglianza: necessaria affinché ci sia protezione nei confronti dell'infezione.
→ individuare il più precocemente possibile le epidemie di influenza e provvedere all'isolamento dell'agente
casuale.
→ stimare l'impatto dell'influenza attraverso la raccolta ed analisi dei dati di morbosità e mortalità.
→ sorvegliare periodicamente lo stato immunitario della popolazione nei confronti delle diverse varianti virali.
La sorveglianza viene eseguita in in vari modi:
1. Sorveglianza virologica: si realizza mediante la raccolta di secrezioni naso-faringee degli ammalati e
l'isolamento dei virus influenzali in esse presenti; i dati virologici vengono inviati all'OMS centrale,
dove viene eseguita una panoramica dell'andamento del virus.
2. Sorveglianza clinico-epidemiologica: attraverso i medici sentinella (medici di famiglia volontari, che
indicano ogni settimana quanti casi hanno avuto l'influenza) e segnalano:
→ le ILI: sindromi influenzali con insorgenza improvvisa con almeno un sintomo respiratorio (tosse,
mal di gola, sintomi nasali) e uno fisico.
→ le ARI: malattie respiratoria acute, come raffreddore, rino-faringite, tonsillite,che vengono confuse
come influenze.
Per poter definire una sindrome influenzale devono essere presenti alcuni fattori: febbre 38 C°,
presenza di almeno un sintomo respiratorio ed uno fisico.
Frequenza dell'influenza: 10-20% della popolazione totale, veicolata maggiormente dai bambini (<14 anni).
Prevenzione:
→ igiene delle mani frequente
→ accurata igiene delle vie respiratorie
→ mantenere pulite le superfici di lavoro
→usare le mascherine in ambienti sanitari
→ isolamento volontario ai primi sintomi di influenzale
Vaccinazione:
fortemente raccomandata per i bambini (dai 6 mesi di età) e per gli adolescenti (fino ai 18anni), che sono
sottoposti ad una terapia a lungo termine di acetil salicilico: questo principio attivo è riconosciuto come
rischioso nei confronti dei giovani, per lo sviluppo della sindrome di Reye.
E' inoltre consiglia per tutte quelle persone che svolgono una professione in ambito sanitario/ collettivo.
Periodo più indicato: da ottobre a fine novembre; la copertura ha una durata di 6-8 mesi, per questo è
consigliabile farlo al momento giusto, in modo da essere protetti nel periodo più rischioso.
Somministrazione: per via intramuscolare
Controindicazioni: allergie alle proteine dell'uomo.
Tipologie di vaccino:
→ v. vivi attenutati: in USA sono distribuiti come spray nasali, la cui durata è molto più lunga.
→ v. inattivati:
- a virus interi: contiene particelle virali complete e inattivate;sono stati abbondanti perché
avevano troppi effetti collaterali.
- split: cioè virus disintegrato, che rimane immunogeno e non provoca la malattia.
a sub-unità: il virus è ridotto a sub-unità con antigeni antivirali, non risulta quindi presente per
– scatenare la malattia, ma non dà molta risposta immunitaria.
A sub-unità adiuvanti: antigeni di superficie ed gli adiuvanti aumentano la risposta immunogena
– dell'organismo. Il miglior vaccino in quanto tollerabilità, efficacia ed immunogenicità.
Chi bisogna vaccinare?
1) Soggetti al di sopra dei 64 anni
2) Soggetti in età infantile ed adulta affetti da:
→ malattie croniche debilitanti a carico dell’apparato respiratorio (inclusa l’asma), circolatorio,
uropoietico
→ malattie degli organi emopoietici
→ diabete ed altre malattie dismetaboliche
→ sindromi da malassorbimento intestinale
→ fibrosi cistica
→ altre malattie congenite o acquisite che comportino carente o alterata produzione di anticorpi
→ patologie per le quali sono programmati interventi chirurgici
3) Bambini reumatici soggetti a ripetuti episodi di patologia disreattiva che richiede prolungata
somministrazione di acido acetilsalicilico e a rischio di Sindrome di Reye in caso di infezione
influenzale.
4) Persone che possono trasmettere l’influenza a soggetti ad alto rischio (personale sanitario di
assistenza, contatti familiari)
5) Addetti a servizi pubblici di primario interesse collettivo.
Quindi, la terapia influenzale cosa prevede?
La terapia e la profilassi con farmaci antivirali potrebbe contribuire a raggiungere l’obiettivo di diminuire la
morbosità e la mortalità (specie durante una pandemia).
I farmaci più utilizzati sono gli antipiretici (paracetamolo) per la febbre, la cefalea e i dolori articolari. Oltre a
questi, vengono utilizzati farmaci con azione antivirale; fra questi abbiamo l’amantadina (sconsigliata per i
bambini sotto l’anno di età) e la rimantidina, che tuttavia agiscono solo sull’infezione influenzale provocata
dai virus di tipo A.
Altri farmaci usati sono lo zanamivir o l’oseltamivir: sono molto efficaci sia contro l’influenza A che la B e
sono caratterizzati da migliore tollerabilità (rallentano la propagazione del virus).
È stato redatto nel 2002 un piano italiano multifase d’emergenza per una pandemia influenzale che ha i
seguenti obiettivi:
- ridurre la morbosità e la mortalità della malattia;
- far fronte al numero di soggetti con complicanze da influenza, alle conseguenti ospedalizzazioni e al
numero di morti;
- assicurare IL accompaniment die service essentialist;
- minimizzare le interruzioni dei servizi sociali e delle perdite economiche;
- stabilire le modalità di diffusione di informazioni aggiornate per gli operatori sanitari e per la
popolazione generale.
Il virus influenzale ha possiede 16 sottotipi di emoagglutinine, che colpiscono tutti le specie aviarie e alcuni di
questi solo l'uomo; queste varianti possono essere a bassa o alta patogenicità.
Questo può avvenire grazie alle mutazioni, cui può andare incontro la proteina emoagglutinina: una regione
specifica muta in una sequenza multipla di aminoacidi basici, che ne aumenta la violenza, determinando
spesso la morte nell'ospite
Tra tutti i virus, l'H5N1 è quello più pericoloso, perché risulta quello che fino ad ora è mutato più volte, tanto
da poter essere trasmissione nell'uomo; è molto diffuso in Cina.
LA MALARIA
Malattia infettiva parassitaria non contagiosa, causata da un protozoo, il Plasmodium, e le zanzare femmine
del genere Anopheles fungono da vettori.
Persone che vivono nei paesi più poveri sono le più vulnerabili, in particolare donne in gravidanza e bambini:
un bambino ha in media da 2 a 5 episodi di febbre malarica l'anno;le donne in gravidanza sono a rischio
elevato di aborto spontaneo e delle complicanze stesse della malaria.
La malaria è un'infezione prevenibile e curabile, secondo interventi attualmente disponibili:
→ misure di controllo dei vettori
→ zanzariere per ridurre le punture di zanzare
→ diagnosi precoce di malaria
→ accesso ad efficaci trattamenti
→ accesso a trattamenti preventivi
Ciò che invece peggiora il controllo dell'infezione:
→ resistenza ai farmaci da parte dei parassiti
→ resistenza delle zanzare ai farmaci
→ inadeguate infrastrutture per la distribuzione per le misure di controllo
Ciclo del plasmodio:
Due cicli di sviluppo
1. asessuato (schizogonico), che si compie in un ospite vertebrato
2. sessuato (sporogonico), che si compie nelle zanzare
Il ciclo:
1. Sporozoiti iniettati dall’anofele femmina
2. Rapida localizzazione intraepatocitaria (30 min)
3. Trasformazione, moltiplicazione e sviluppo di schizonti tessutali (fase pre-eritrocitica ---> 5 -16 giorni)
4. Rottura degli schizonti tessutali, rilascio di merozoiti che invadono il torrente ematico, quindi entrano
nei GR (fase eritrocitica)
5. Rottura degli eritrociti infetti – attacchi febbrili (periodicità circa 48 h)
6. Ripetizione del ciclo
7. Trasmissione continuata
Vettori della malaria: si trasmette da uomo a uomo per mezzo della zanzare di 60 specie diverse. Hanno
abitudini crepuscolari e notturne, ore in cui c'è il rischio di contrarre la malaria. Tutte le femmine delle
zanzare hanno bisogno di fare periodicamente un pasto di sangue per maturare le uova.
I fattori che favoriscono la diffusione della malattia sono il clima caldo, l'umidità del terreno, le zone agricole,
alimentazione insufficiente e affaticamento. Non esiste immunità naturale.
Il quadro clinico è variabile in base all'intensità dell'infezione, alla specie parassita, a trattamenti precedenti e
all'immunità dell'ospite.
Incubazione:
→ 12,20 giorni: P.vivax e ovale
→ 7-14 giorni: P.falciparum
→ 3-5 settimane P malarie.
Se non trattata rapidamente può essere fatale in meno di 24 ore.
La malaria non trattata può essere rapidamente fatale (<24h).
Criteri che definiscono la gravità della malaria:
parassitemia > 10.000 parassiti / mcl (>0,2%)
prognosi riservata se > 20% dei parassiti osservati sono costituiti da trofozoiti pigmentati e da
schizonti
Profilassi:
→ denuncia e accertamento diagnostico: ricerca dei parassiti nel sangue.
→ lotta contro le sorgenti di infezione: impossibile nelle zone ad alta endemia con il solo isolamento.
→ lotta contro il vettore-uomo
→ distruzione dell'insetto con DDT (inizio primavera) molto efficace, ma pericoloso
→ lotta antilarvale con petrolio, verde di Parigi, pesci, lenticchia p