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Appunti esame Geografia e Sociologia dello Sviluppo, prof. Sistu, L'agricoltura quale settore strategico per la comprensione di molteplici dinamiche Pag. 1
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Impatto dell'agricoltura intensiva sull'ambiente

La crescita dei consumi comporta la continua espansione del settore agricolo moderno e quindi la necessità di aumentare la disponibilità di terre per le aziende agricole e per i pascoli che viene soddisfatta attraverso il disboscamento delle foreste equatoriali. A questo si accompagna il dispendio d'acqua per l'irrigazione anche in contesti di grande scarsità e l'utilizzo di fertilizzanti chimici e di pesticidi. Si ha poi il sovrasfruttamento dei suoli e quindi la diminuzione della loro fertilità, l'abbattimento della diversità biologica per le monocolture e l'erosione dei terreni. L'agricoltura intensiva ha pertanto un forte impatto sull'ambiente. È oramai praticata anche nei Paesi in Via di Sviluppo (PVS). A partire dalla metà del secolo scorso si è assistito a un aumento drastico della produttività per la diffusione di nuove pratiche agricole e allacrescita degli allevamenti per la produzione di carni e di prodotti di origine animale quali latte e latticini, dove il letame che prima era una risorsa per il rinnovo della fertilità dei suoli, ora è un'applicazione del rifiuto industriale che richiede trattamenti adeguati. Tra queste innovazioni, vi è l'utilizzo delle biotecnologie del trasferimento genico per costruire organismi vegetali transgenici, gli OGM (Organismi Geneticamente Modificati), più resistenti a parassiti, siccità e salinità dei terreni, e che assicurano un grande vantaggio competitivo a chi li impiega. Gran parte della ricerca è condotta da multinazionali che detengono brevetti esclusivi sulle sementi; avendo quest'ultime un costo elevato dovuto alla proprietà intellettuale degli OGM, risultano poco accessibili per gli agricoltori poveri. I mercati di riferimento si concentrano nelle zone temperate incluse realtà rurali marginali, dove gli OGM sono impiegati per.

Colture quali soia, mais e cotone, venendo però trascurate altre colture per l'alimentazione umana come il sorgo e il miglio, essenziali ad esempio in Africa subsahariana. A livello nazionale o internazionale gli studi nel settore sono scarsi; unica eccezione è la Cina dove un cotone transgenico resistente ai parassiti è stato largamente impiegato nelle campagne.

I sostenitori di questa rivoluzione genetica sostengono che le innovazioni consentiranno di diminuire l'impatto dell'agricoltura intensiva sull'ambiente. Sul lato opposto, prevalgono timori per la salute dovuti a un'alimentazione basata su prodotti geneticamente modificati, il rischio di trasmissione dei transgeni a specie simili, lo sviluppo di parassiti resistenti alle specie modificate e i dubbi sull'effettivo impatto ecologico.

Molto praticata è l'applicazione delle modalità d'innovazione, di processo e di prodotto tipiche della produzione industriale.

alla produzione agricola. Attraverso la meccanizzazione, l'uso della biotecnologia, del remote sensing e dei GIS, si cerca di eliminare o ridurre quella complessità e incertezza tipiche della campagna.

Inoltre, si sta cercando di trasformare le principali colture annuali in piante perenni. La monocultura annuale estensiva ha un alto costo ambientale per l'elevata necessità di fertilizzanti, antiparassitari e diserbanti, nonostante produca beni facili da immagazzinare, trasportare, trasformare, poco deperibili e con un buon contenuto calorico, come cereali e semi oleosi.

Le piante perenni invece, grazie all'intervento umano, non devono ricrescere ogni anno a partire dal seme, non sarebbero dipendenti e sarebbero produttive per un tempo esteso. In aggiunta, avrebbero meno necessità in termini di acqua, fertilizzanti, antiparassitari, macchine ed energia. Si punta quindi alla sostenibilità ecologica attraverso un ripensamento radicale dell'agricoltura.

della stessa.
Oggi l'agricoltura è strumento di manutenzione del territorio. Soprattutto nei paesi avanzati, è conservazione del paesaggio. Si è più consapevoli dei tempi lunghi di formazione del paesaggio, dell'importanza di costruire "statuti dei luoghi" per preservare l'ambiente agrario e i caratteri fondativi delle identità dei luoghi, inclusi quelli del paesaggio agrario. A tal fine, secondo la scuola territorialista, sono necessarie regole condivise per la trasformazione, con obiettivi quali l'incremento della fertilità dei suoli, dell'agricoltura di qualità, della salvaguardia idrogeologica, del deflusso delle acque, della valorizzazione dei sistemi ambientali e delle reti ecologiche.
L'agricoltura, e le produzioni agricole in generale, possono essere usate anche strategicamente come arma politica, ovvero come leva di creazione del consenso nei PVS e come strumento di pressione verso quei paesi chedipendendo dalle importazioni dei paesi produttori. Un'ulteriore dimensione strategica dell'agricoltura è la produzione di biocarburanti, ovvero dil'aumento del prezzo di petrolio e gas e la previsione dell'esaurirsicolture per biocombustibili, datodi tali risorse. Tale produzione potrebbe entrare in conflitto con quella per alimenti, uno scontropreannunciato dalla crescita del prezzo delle materie prime alimentari, come ad esempio del maisper la distillazione di etanolo. Altre colture che possono essere utilizzate per tale distillazione sonobarbabietola, grano, canna da zucchero e il biodiesel, mentre colza, girasole e olio di palma per lal'emissione di gas ad effetto serraproduzione. I biocarburanti sono denominati combustibili verdi;infatti è ridotta del 50% rispetto ai combustibili fossili. Gli USA e il Brasile sono i massimiproduttori di etanolo, mentre l'Europa è orientata al biodiesel. In fase di studio vi sono

Il ’etanolobiocarburanti di seconda generazione come da cellulosa, che dovrebbero consentire un rendimento energetico maggiore rispetto a quello da mais, ma occorreranno parecchi anni per produrli su larga scala. La produzione di biocarburanti implicando la conversione dei terreni primal’aumento del prezzo impiegati per quella di alimenti, determina uno stato di agflazione, ovvero dei prodotti e delle richieste di materie prime agricole da parte di quei paesi asiatici che stanno sperimentando uno sviluppo accelerato.

Si assiste inoltre all’evoluzione della concezione stessa di agricoltura, da una orientata alla produzione quantitativa a una orientata alla qualità della vita, dove acquistano sempre più importanza aspetti quali le produzioni biologiche, le certificazioni di qualità, la tracciabilità dei prodotti, la rintracciabilità dei soggetti responsabili delle diverse fasi, la denominazione di origine controllata e la tutela delle produzioni.

tipiche.Questa nuova sensibilità viene espressa dall'evoluzione della PAC (Politica Agricola Comunitaria) nata per rispondere alla fame in Europa nell'immediato dopoguerra. Nei primi anni '90, le riforme hanno avuto ad oggetto la competitività delle produzioni europee sul mercato globale, mediante l'abbassamento dei prezzi e le conseguenti compensazioni per gli agricoltori, e la tutela ambientale. Negli anni 2000, si ha l'avvento dell'euro, l'allargamento dell'UE a est, le trattative in seno all'OMC e la richiesta di abbattere la protezione al mercato interno e le sovvenzioni alle esportazioni. Nel 2003 si giunge all'eliminazione progressiva degli aiuti per la produzione, sostenendo direttamente il reddito degli agricoltori, contrastando la sovrapproduzione e favorendo la libertà commerciali dell'agricoltura, come imprenditoriale, dove vengono esaltati gli aspetti non la tutela ambientale e del paesaggio, la

La sicurezza e la qualità del cibo e il benessere per gli animali sono stati favoriti. È stato favorito lo sviluppo delle zone rurali per ridurre nel tempo le disparità fra regioni ed è stato unificato il mercato interno tutelandolo dai competitori esterni attraverso le OCM (Organizzazioni Comuni dei Mercati) per i vari prodotti. Da un lato questa politica ha avvantaggiato gli agricoltori e i consumatori europei, ma dall'altro ha discriminato le produzioni esterne contribuendo a scatenare guerre commerciali con gli USA e mettendo in difficoltà i produttori dei PVS.

A differenza della monofunzionalità dell'agricoltura orientata alla produzione della maggiore quantità possibile di materie prime agricole per le grandi compagnie internazionali di produzione e di distribuzione alimentare, questa nuova agricoltura che si è delineata è orientata alla multifunzionalità, cioè alla valorizzazione delle esternalità ambientali.

territoriali e sociali dell’agricoltura anche attraverso lo sviluppo di filiere agroalimentari che mirano alla qualità e territorialità delle produzioni. Di fondamentale importanza sarà garantire agli agricoltori un ritorno economico del loro ruolo attivo nella cura delle risorse naturali e territoriali e nella promozione della loro fruibilità, nella conservazione del paesaggio, nella messa in sicurezza idrologica dei terreni e nella tutela della biodiversità. Questo nuovo modo di fare agricoltura mira al cambiamento del tessuto sociale nelle zone rurali e ad una nuova alleanza tra campagna e società, tra agricoltori e consumatori/cittadini. In direzione contraria sembrano invece andare gli avvenimenti nei PECO (Paesi dell’Europa Centrale e Orientale); soprattutto in Polonia e Romania si assiste ad un accaparramento di terre, un di acquisizione di aziende dall’esterno e allo sviluppo processo di un gigantismo aziendale. Oggi le imprese rurali,oltre ad essere attive nel settore agricolo, si espandono anche nei settori del turismo e del tempo libero attraverso gli agriturismi e le fattorie didattiche. Tuttavia, la povertà rurale è ancora una condizione molto diffusa nei PVS, specialmente in Africa subsahariana dove gran parte della popolazione vive di agricoltura ed è proprio qui che vengono implementate le politiche della cooperazione allo sviluppo, che intervenendo sulla questione rurale cercano anche di controllare l'inurbamento via indiretta e limitare le problematiche delle metropoli. Questo perché tali contesti si caratterizzano anche per i flussi migratori verso le grandi città comportando l'esplosione delle periferie urbane degradate. Nella realtà dei PVS, vi sono anche quelli dove la povertà rurale è accompagnata da rapide dinamiche di sviluppo economico, come Cina e India. In Cina, la maggioranza della popolazione abita nelle regioni rurali e la condizione

Di tali masse è una delle basi su cui viene consolidato lo sviluppo, attraverso investimenti per il riequilibrio regionale.

Dettagli
Publisher
A.A. 2011-2012
5 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-GGR/02 Geografia economico-politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher sandrauselli di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Geografia e Sociologia dello sviluppo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Cagliari o del prof Sistu Giovanni.