Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
I SENSI
Il testo è un’analisi microscopica ( diversamente dall’analisi micrologica che invece compie Benijamin).
Simmel dichiara che ad interessarlo sono le interazioni che restano fluide, che sono fugaci, che vedono
all’opera gli “agenti più piccoli”, periferici, apparentemente insignificanti ma non meno importanti di quelli
“di ordine più elevato”. Quella che qui Simmel compie è “l’analisi dei delicati fili invisibili che sono intessuti
tra una persona e l’altra, e cerca in qualche modo di iniziare a parlare di una sociologia dei sensi che ha
nell’occhio il suo strumento di analisi maggiore. Il volto che l’occhio che guarda incontra è “un luogo di
conoscenza, simbolo di tutto ciò che l’individuo ha portato con sé come presupposto della sua vita”.
L’occhio, infatti, a differenza dell’orecchio, possiede un’immediata reciprocità, mentre l’orecchio è più
egoistico, “prende ma non dà”. L’olfatto, invece, non ci aiuta a percepire l’altro oggettivamente come
facevano i primitivi. Si evince da questa descrizione che Simmel non menziona tutti i sensi ma soltanto tre
che per lui sono più importanti, ovvero : la vista (l’occhio), l’udito (l’orecchio) e l’olfatto (il naso),
escludendo così il tatto e il gusto.
Testo “ I sensi”. Non lo affronta da un punto di vista psicologico ma passionale e filosofico. I sensi hanno un
grande valore : conoscitivo cioè noi conosciamo l’altro attraverso il corpo ovvero i sensi. Il corpo è allo
stesso tempo luogo e mezzo di conoscenza. Per Platone invece i sensi ingannano e per questo dobbiamo
affidarci all’intelletto.
C’è una rivalutazione del corpo e della corporeità già compiuta da Nietzsche che sostiene che i sensi non
possono essere aboliti perché sono i mezzi attraverso cui conosciamo gli altri. Questo si lega a quella che N.
chiama la PROFONDITA’ DELLA SUPERFICIE. Per N. quello che per Platone è il mondo apparente è il mondo,
l’essenza è incorporata nel mondo stesso, nella realtà per questo parliamo di profondità della superficie.
Guardare attraverso i fenomeni vuol dire che dobbiamo risalire alle condizioni di possibilità dei fenomeni
stessi. ESEMPIO: disegnare un sorriso. Per farlo dobbiamo necessariamente disegnare un volto che sorride.
Il sorriso si ha attraverso qualcosa di empirico rispetto al volto. Ma il sorriso non è il volto. Se togliamo il
volto scompare anche il sorriso. Il sorriso coincide col volto. ALTRO ESEMPIO : cos’è la bellezza? Possiamo
indicare la bellezza indipendentemente dall’indicare qualcosa che è bello? La bellezza però non è qualcosa,
un oggetto ma la si può cogliere attraverso questo qualcosa.
Dal punto di vista di Simmel i sensi hanno un valore sociale cioè determinano forme di associazione e
dissociazione ( ci associamo o allontaniamo dagli altri). I sensi cambiano a seconda dell’epoca in cui
vengono inseriti. Simmel parla, qui, dei sensi nella metropoli.
Sottolinea il valore sociologo. Parla della direzione soggettiva ( i sensi provocano piacere o dispiacere, ah
esempio una voce stridula o piacevole). Dire che una cosa mi piace e una cosa è bella sono due cose
categoricamente diverse. Non è una reazione percettiva quella di cui stiamo parlando. Ciò che percepiamo
non è spiegabile con i sensi. Mette in relazione due soggetti perché deve mettere in evidenza il rapporto
sociale di due individui. Vi è anche una direzione oggettiva ( non è in nessun modo certa, qui vuol dire che
riguarda l’oggetto; riferimento al giudizio di conoscenza; ad esempio attraverso la voce determino una
caratteristica dell’altro). Ne determina una caratteristica. I sensi sono un PONTE, cioè ci mettono in
relazione ( riferim. PONTE E PORTA; ponte = legame, mette in relazione due cose disgiunte; PORTA =
disgiunge qualcosa che in natura è unito ma la porta può essere aperta , è una sorta di unione e
disgiunzione). È ciò che fa la scienza che mette in relazione i fenomeni. È la dimensione della SOGLIA che
troviamo in Benjamin. Il ponte è il momento in cui si incrociano due direzioni.
Quando noi abbiamo a che fare con ciò che non è umano le due direzioni sono in qualche modo separate
perché c’è ciò che è proprio per l’uno e ciò per l’altro. Nei confronti dell’uomo non sono separabili, invece.
Sono separabili dal punto di vista teorico ma non dal punto di vista fenomenico.
Simmel parla solo di 3 sensi, esclude il tatto e il gusto.
Il primo che analizza è la vista ( l’occhio). L’occhio ha una sorta di primato e non è casuale perché
rappresenta la dimensione del nostro modo di essere. Noi infatti siamo la civiltà dell’immagine nel quale
l’occhio la fa da padrone. L’occhio consenta la reciprocità più pura e immediata attraverso lo sguardo
perché in quel momento si comunica se stessi all’altro. Lo sguardo rende possibile una comunicazione
reciproca. Nel conoscere l’altro faccio anche conoscere qualcosa di me.
Nel momento di vergogna abbassiamo lo sguardo perché non lasciamo vedere qualcosa di noi. In questo
senso l’occhio è un’ AZIONE RECIPROCA perché l’altro riesce a conoscerci attraverso i nostri occhi. FORMA
OGGETTIVA = conoscenza che possiamo esplicitare. È la vita stessa che rende possibile lo sguardo e lo
spirito ci caratterizza come oggetti. Lo sguardo avviene nel momento stesso dello sguardo basta voltarci
che il legame si interrompe. L’azione di reciprocità è una linea retta mentre lo sguardo interrotto lo
troveremo nella civetteria (vedere e non lasciarsi vedere). Nel momento in cui guardiamo l’altro non
possiamo impedire che l’altro guardi noi, quindi l’altro conosce noi, in questo senso c’è RECIPROCITA’. Ecco
perché la vergogna ci fa evitare lo sguardo dell’altro. Con la vergogna impediamo all’altro di guardarci
dentro. Infatti se c’è qualcosa che noi non vogliamo far passare all’altro noi abbassiamo lo sguardo. Il volto
assume un importanza fondamentale perché nel volto è come se sedimentasse il nostro essere, la nostra
personalità. È come se il volto riuscisse a manifestare ciò che siamo e siamo stati. Attraverso il volto noi
comprendiamo molto dell’altro. Attraverso l’espressione del volto capiamo se possiamo interagire o meno
con un’altra persone, tuttavia il volto ci fornisce una conoscenza parziale. LUOGO GEOMETRICO = luogo
spaziale. Possiamo anticipare la conoscenza della persona attraverso il viso, prima ancora che quella agisca.
Il viso ci racconta la persona semplicemente per come è. Tramite il viso categorizziamo l’altra persona. Non
possiamo certo però esprimere caratteristiche precise tramite lo sguardo e il volto.
PUNTO 1. Inizia a tracciare le differenze tra due sensi: vista e udito. SOVRA-SINGOLARE = individuale.
Questo sentire è un sentire qualcosa di generale all’interno di qualcosa di particolare.
È più facile scoprire qualcosa tramite uno sguardo di una persona e comprenderla piuttosto che con una
spiegazione a parole. A parole ci sarà sempre qualcosa che non sappiamo esprimere, spiegare, descrivere
(ad esempio l’aroma del caffè).
Qualcosa di generale non si può usare indipendentemente da qualcosa di particolare (ad esempio il
sorriso).
La vista è come se riuscisse a cogliere tutte le cose che accadono nel tempo, c’è una temporalità.
Le forme associative sono forme determinate storicamente, cioè che hanno un tempo e cambiano nel
tempo. Tutte le forme della società funzionano così.
Se le storicità delle forme superiori ( quelle sociali ) è qualcosa si acquisito anche le forme percettive sono
determinate e si riflettono sulle forme associative ma senza un rapporto causale. C’è una correlazione tra
percezione e società. La struttura antropologica è essa stessa storica. Queste forme si possono osservare
nella metropoli che per Simmel rappresenta la modernità. Ciò che analizza qui Simmel è la relazione di un
soggetto con un altro soggetto che stabilisce un rapporto tramite i sensi, la percezione attraverso questi.
Nel viso, guardando l’altro, possiamo cogliere la vita passata dell’altro. Nel viso si sedimenta tanto di una
persona.
Nell’uomo la separazione tra essere e divenire non avviene, si parla sempre di una compresenza. L’essere
sta sempre insieme al divenire, si determinano, torna la RECIPROCITA’. C’è un rapporto tra soggetto e
soggetto.
Mette a confronto, poi, l’orecchio ( l’udito ) e l’occhio ( la vista ). Nell’orecchio manca la reciprocità propria
dell’occhio : l’occhio prende e dà qualcosa all’altro. L’orecchio può solo prendere ma non dà nulla. Non c’è
uno scambio, non c’è reciprocità. Sono due canali profondamente diversi. Simmel dice che l’orecchio è
“organo senz’altro egoistico, che prende soltanto ma non dà”. Anche perché non possiamo ascoltare e
parlare allo stesso tempo. Il suo ruolo si riflette nel suo aspetto fisico. È lo spazio passivo dell’uomo. Mentre
l’occhio è recettivo e cognitivo, l’orecchio è solo recettivo. Inoltre, l’orecchio non può evitare di prendere
tutto ciò che c’è intorno, è sia negativo che positivo. Per Simmel lo sguardo è il più puro dei gesti umani.
PUNTO 3. L’orecchio non toglie nulla all’altro mentre l’occhio lo fa perché occupiamo uno spazio fisico. ( es.
concerto e museo ). In un concerto tutti quanti sentiamo e non si toglie nulla all’altro. Ecco perché la
percezione uditiva crea una comunanza maggiore di quanta ne crei l’occhio. Si crea un co – sentire. Ciò non
può accadere con l’occhio. Ogni forma percettiva ha pregi e difetti per Simmel. Se l’occhio rende possibile
la conoscenza reciproca, l’udito rende possibile la comunanza. Anche se in via eccezionale anche l’occhio
riesce a farlo, ma solo se tutti riescono a vedere la stessa cosa. Alcune religioni hanno il sole e la luna come
simboli divini perché riescono ad essere accomunanti di un popolo, di un gruppo.
Nell’ultimo capoverso di pagina 542 sembra contraddire ciò che ha detto nel PUNTO 3 . Il modo in cui
funziona la percezione determina o influisce le relazioni sociali. È vero che attraverso l’occhio possiamo
sentirci un’un