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PCI.

Famiglia Cristiana venne fondato nel 1931 da Don Alberione, che sosteneva il principio che i mezzi di

comunicazione si massa fossero uno strumento indispensabile per l’evangelizzazione. Inizialmente era

indirizzato alle madri e alle ragazze ed indicava come vivere la fede all’interno della famiglia. Terminata la

Seconda Guerra Mondiale, Famiglia Cristiana cambiò totalmente diventando un periodico d’informazione

culturale, politico e sociale, terreno di confronto fra cattolici italiani e tribuna delle idee cattoliche nei

confronti della società italiana. Sotto la direzione di don Zilli, negli anni ’70 la rivista divenne il periodico

italiano più letto in assoluto. Con il suo atteggiamento critico, attirò a sé anche le critiche della CEE. La

Famiglia Cristiana è controllata dalla Società San Paolo, che consiste nel fatto che i sacerdoti e i fratelli laici

che vi partecipano si dedicano alla diffusione del messaggio critico tramite i mezzi di comunicazione di

massa. La società è diffusa in tutto il mondo.

Le Agenzie di Stampa

L’agenzia di stampa è un este giornalistico che ha per fine la raccolta e fornitura a pagamento (in genere

tramite l’abbonamento) di notizie ad altri organi di informazione come giornali, riviste, emittenti televisive e

radiofoniche oppure altri enti pubblici che necessitano delle informazioni tempestive. Le agenzie di stampa

possono essere delle aziende che vendono i propri servizi, come per esempio la Reuters, oppure delle

cooperative costituite da diversi organi di informazione allo scopo di condividere le informazioni, com’è il

caso dell’americana Associated Press.

L’origine delle agenzie stampa si fa risalire alla francese Havas (1835), un ufficio dove si traducevano

articoli tratti da giornali stranieri che poi venivano venduti a quelli francesi, per poi implementare sempre

più servizi. A decretare però la fortuna della formula fu la nascita e lo sviluppo del telegrafo che velocizzò la

diffusione dei dispacci di agenzia. Non dunque articoli, ma scarne esposizioni di cronaca in modo da

risparmiare caratteri dati i costi delle comunicazioni telegrafiche. Con il tempo questo tipo di linguaggio ha

finito per condizionare quello del giornalismo tout court. Questa agenzia si trasformò nel tempo nella attuale

France Press.

Nella redazione della Havas si formò Reuters, che fondò l’omonima agenzia a Londra nel 1851..

Havas fece da insegnante anche a Wolff che rientrato a Berlino fondò l’omonima agenzia.

La Reuters copre le notizie dell’impero britannico, la Wolff la Germania, la Mitteleuropea e la Havas il

resto d’Europa e il Medio Oriente. Sul finire del XIX secolo l’americana Associated Press(una cooperativa

di giornali, testate radiofoniche e televisive fondata nel 1846), si impone subito per l’aggressività, per cui il

primato delle concorrenti europee fu messo in discussione.

Il regime di intesa fra le principali agenzie terminò con la Seconda guerra mondiale. Nel resto in un

congresso a Riga nel 1935 era stato fissato il principio del libero mercato nella raccolta e offerta di

informazioni. Con il 1945 si affermò il principio che ogni Paese dovesse avere la propria agenzia di stampa

nazionale, inserita nel flusso delle notizie internazionali.

Stefani seguì tutti gli avvenimenti dalla Guerra di Crimea alla Seconda Guerra Mondiale. Un notevole

sviluppo si ebbe durante il fascismo, perché Mussolini la acquistò rendendola strettamente legata al regime.

Pesantemente compromessa con il fascismo, la Stefani venne sciolta nel 1945. Al suo posto anche per

volontà degli alleati, era stata fondata l’ANSA (Agenzia Nazionale Stampa Associata), attualmente la

principale agenzia stampa italiana. In Italia ci sono anche altre agenzie: l’ADN Kronos e l’AGI, quest’ultima

è stata fondata da ENI nel 1950 e oggi ha corrispondenti esteri e una versione inglese delle notizie italiane.

Alla fine del XX secolo le agenzie hanno conosciuto un ulteriore sviluppo: hanno prodotto giornali in via

telematica, mentre erano nate solo per fornire notizie a pagamento. Dunque qualunque utente di internet può

consultare i lanci delle agenzie di tutto il mondo tramite internet (anche se ciò che ricevono gli abbonati è

diverso da ciò che si legge in rete).

Nel web il futuro del giornalismo

La rivoluzione dei computer nel mondo del giornalismo italiano è nata nel 1975, quando si diffusero le

nuove tecnologie. Il primo uso del computer permise ai giornalisti di scrivere i propri pezzi in pagina in

modo che fossero subito pronti per la pubblicazione senza l’uso della Linotype e riducendo di molto i tempi,

rendendo i giornali competitivi rispetto alla TV. Ma ormai la carta stampata sembra aver perso il suo appeal

e quasi tutte le testate cartacee hanno una loro edizione online gratuita e il più delle volte con una redazione

ad hoc.

Il computer è diventato poi indispensabile nelle redazioni dei telegiornali per il montaggio dei servizi e

per ottenere le notizie.

I giornali telematici tuttavia non hanno cancellato del tutto quelli cartacei o radiofonici ed i televisivi:

semplicemente le tre forme di linguaggio sono integrate fra loro, grazie all’ipertestualità. Per non parlare del

fatto che il computer mette a disposizione il contatto con banche dati che sono una grandiosa risorsa

informativa per tutti, anche se si crea un problema di controllo delle informazioni.

Il giornale cartaceo è dunque morto? No, in quanto esso è riuscito sempre a ritagliarsi nuove dimensioni

di sviluppo e contatto con l’utenza che ne hanno conservato l’autorevolezza e il successo di vendita. I

giornali della carta stampata dovrebbero oggi focalizzarsi sugli approfondimenti, sul giornalismo

informativo e d’indagine, sulle interviste esclusive mostrandosi sempre affidabili e fornendo opinioni in

modo da integrarsi con le informazioni reperibili in rete. È scontato che per svolgere il mestiere del

giornalista oggi bisogna saper operare in una dimensione assolutamente multimediale che sappia trarre da

ciascun medium il massimo possibile.

Il giornalismo dell’età dei computer ha fatto forse troppe concessioni all’intrattenimento a scapito

dell’autorevolezza dei contenuti. Inoltre è aumentata la sensibilità nei confronti di alcune fasce della

popolazione deboli e quindi da proteggere dall’invadenza dei cronisti. Anche la privacy è diventata un bene

da tutelare, dunque appare assai valida l’adozione a metà degli anni ’90 di un nuovo codice etico.

1.1 Cos’è il giornalismo investigativo

Il giornalismo diventa investigativo quando la storia del reporter non si limita ad essere una narrazione di

fatti ma diventa un’analisi più profonda del contesto in cui si è sviluppata. Il giornalismo investigativo è un

genere giornalistico a se stante.

L’inchiesta è l’analisi approfondita di un fatto, cercando i fatti, gli antecedenti e le possibili conseguenze.

Si tratta di un lavoro di gruppo che richiede un project editor e una conoscenza specializzata in vari campi.

Di solito richiede più tempo perché non coinvolge soltanto il riportare i fatti. I tempi dell’inchiesta collidono

con i tempi dell’informazione odierna, che tende alla velocità. Questo aspetto migliora molti ambiti

dell’informazione, ma non quello investigativo.

La differenza fra cronista e giornalista investigativo è che il primo riporta in modo corretto la notizia del

giorno, mentre il secondo si occupa di portare sotto le luci dei riflettori fatti ignoti, che qualcuno vuole

occultare.

Il compito dell’inchiesta è quello di svelare le dinamiche nascoste che potrebbero modificare la realtà

sociale, sia che si tratti di grandi scoop, sia che si tratti di eventi locali.

Alcune caratteristiche del giornalismo d’inchiesta:

• Tratta a fondo un argomento: non è semplice narrazione

• L’argomento deve essere di pubblico interesse: deve provocare cambiamenti sociali causando

vantaggi o svantaggi nella comunità

• Il giornalismo investigativo è un processo, non un evento: pianificazione, raccolta di informazioni,

pubblicazione

• Deve essere originale: deve essere frutto di un team, può partire dalla pubblicazione di

un’informazione riservata ma non può essere semplicemente pubblicata

• Deve produrre nuove informazioni o correlare e spiegare il senso di fatti già accaduti

• Ha bisogno di molte fonti: per un controllo

• Necessita di più tempo, risorse ed un lavoro in team.

I valori del giornalismo investigativo sono quelli del giornalismo nel suo aspetto più ampio: imparzialità,

indipendenza economica, preparazione professionale, attenzione rivolta al cambiamento dell’opinione

pubblica, notizie separate dalle opinioni, editoriali distinti dai servizi.

La differenza dei giornalisti investigativi italiani rispetto a quelli esteri è la mancanza del lavoro di

gruppo. In Italia si lavora poco in team, non si sfruttano le diverse capacità e competenze.

Le caratteristiche dell’investigatore reporter:

• Passione per la ricerca della verità e della giustizia

• Curiosità: fare domande, oltre che essere un osservatore attento della realtà che lo circonda

• Iniziativa: fare controlli preliminari e trasformare l’idea in una storia concreta o non verrà

accettata

• Essere pronto ai rischi legali

• Stare attenti ai minimi dettagli ed essere organizzati

• Essere flessibili: essere pronti a riprogrammare la ricerca ogni qual volta una risposta ci pone di

fronte ad una nuova porta da aprire

• Esperienza nell’acquisizione delle informazioni e nella scrittura

• Avere e voler ampliare conoscenze sull’ambito di cui si sta trattando, soprattutto se si tratta di

politica estera

• Determinazione e pazienza nel superare e affrontare gli ostacoli in cui si incorre durante

l’inchiesta

Il giornalismo più attivo è sempre stato quello di sinistra, ma negli anni novanta il giornalismo di destra è

stato il più attivo.

Buona parte dell’investigazione sulla mafia è stata condotta da persone che svolgevano la funzione di

denuncia senza avere la patente di giornalista, come Peppino Impastato e Mauro Rostagno, che erano

diventati personaggi scomodi per gli affari illeciti della mafia. I giornalisti che parlano di mafia sono spesso

minacciati, uccisi o non pubblicati, rispecchiando la caratteristica del coraggio.

1.2 La sicurezza del giornalismo investigativo

1) sicurezza del prodotto: il giornalista deve difendere il proprio prodotto fino alla pubblicazione per evitare

di essere saccheggiato, deve anche stare attento a non lasciare tracce digital

Dettagli
Publisher
A.A. 2016-2017
64 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/08 Sociologia dei processi culturali e comunicativi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ChiaraHelder di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia del giornalismo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Ferrari Massimo.