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Reddito

Il reddito si divide in effettivo e normale. Il primo è il reddito percepito dal contribuente nel periodo di imposta, il secondo rappresenta invece la potenzialità reddituale media del contribuente, a prescindere da circostanze eccezionali. Il reddito effettivo è la miglior misura della capacità contributiva per via della sua semplicità amministrativa. I sistemi tributari sono generalmente definiti su base nominale (non corretti per inflazioni), fatto che presenta problemi nel caso di imposta progressiva in quanto l'applicazione della scala delle aliquote ad un imponibile che cresce per effetto dell'inflazione implica che l'aliquota media aumenti, le riduzioni tramite deduzioni e detrazioni sono su base reale e l'onere tributario cresce in termini reali (fiscal drag). Inoltre, in letteratura troviamo tre nozioni di reddito: reddito prodotto (RP), reddito entrata (RE) e reddito consumo (RC). Posto che: l'RP è la sommadei redditi da lavoro e dei redditi da capitale (2+3) e presenta problemi di equità (esentale plusvalenze) e di elusione (possibilità di trasformare il reddito in plusvalenza). I sistemi che definiscono la base imponibile facendo riferimento al reddito prodotto prevedono in generale anche l'esistenza di un'imposta sulle donazioni e successioni (per tassare la materia imponibile sfuggita a tassazione in precedenza). L'RE (comprehensive income): "la base imponibile coincide con quanto un individuo può consumare senza intaccare il patrimonio iniziale" RE=RP+(4-7)+5. Ossia equivale al reddito prodotto con l'aggiunta delle plusvalenze nette e le donazioni, ha il vantaggio di essere equa e utile come contrasto all'elusione, tuttavia ha problemi legati al momento della tassazione (realizzazione o maturazione). L'RC: "la base imponibile coincide con il consumo annuale del contribuente" RC=6+8=RP-risparmio corrente. Cioè

Il risparmio è esente e viene tassato solo il consumo e le donazioni eventualmente effettuate. Ha il vantaggio di essere semplice e di evitare la doppia tassazione del risparmio, ma gli svantaggi di essere di difficile definizione, di non avere forti effetti redistributivi (imposta regressiva, per via della maggiore propensione al consumo dei redditi più bassi) e per lo Stato di avere una perdita di gettito fiscale.

Pietro Bologna – Università Bocconi

IMPOSTA SUL REDDITO PERSONALE

Per la determinazione dell'RC i redditi sono classificati in sei categorie, ciascuna con particolari criteri di determinazione (e accertamento): redditi fondiari, da capitale, di lavoro dipendente, di lavoro autonomo, d'impresa, diversi. La maggioranza dei redditi di capitale e delle plusvalenze finanziarie sono sottoposti a regimi fiscali sostitutivi.

  1. I redditi fondiari sono i redditi inerenti (terreni, fabbricati) situati nel territorio dello Stato ed iscritti nel catasto
deiterreni o nel catasto edilizio urbano, si distinguono tre tipi: a. Redditi dominicali: reddito medio ordinario imputato al proprietario nel caso in cui il terreno sia concesso in affitto, si determina forfettariamente applicando ad ogni particella catastale le tariffe d'estimo (rivalutate) per qualità e classe di coltura. È una nozione di reddito normale. b. Redditi agrari: reddito medio ordinario derivante dall'esercizio di attività agricola, imputato a chi coltiva effettivamente il terreno (proprietario o affittuario), si determina forfettariamente come la precedente. c. Redditi da fabbricati: il reddito da immobili è fiscalmente trattato diversamente nel caso di abitazione principale, fabbricato non locato e fabbricato locato. In generale si determina il reddito medio ordinario dell'immobile come rendita catastale rivalutata del 5% (nozione di reddito normale) e si inserisce come reddito imponibile se è superiore al reddito da.

locazioneridotto del 5% (nozione di reddito effettivo). Esistono molti casi particolari: per l'abitazione principale esiste deduzioni pari al valore del reddito medio ordinario, per le abitazioni di lusso si paga solo l'IMU e non si riporta reddito imponibile, per le abitazioni non locate e situate nello stesso comune dell'abitazione principale si pagano IMU+50% reddito medio ordinario, maggiorato di un terzo, ...

2. I redditi da lavoro dipendente comprendono tutti i compensi (in denaro o in natura) che derivano da rapporti di lavoro alle dipendenze e sotto la direzione di altri (incluse le erogazioni liberali), pensioni di ogni genere, proventi derivanti da collaborazioni coordinate e continuative tipiche e atipiche. Non sono invece parte della base imponibile i contributi previdenziali obbligatori versati dal datore di lavoro o dal lavoratore e il valore delle azioni offerte alla generalità dei dipendenti, a condizione che non siano cedute entro tre anni dalla

loro percezione. Si noti che per i redditi da lavoro dipendentevalgono il principio di cassa (i redditi si tassano nel periodo in cui vengono effettivamente percepiti)e il principio del reddito lordo (non è possibile dedurre i costi di produzione, sono previste detrazioniper ovviare a questo problema). I datori di lavoro e gli enti previdenziali svolgono la funzione disostituti d’imposta, il reddito da lavoro dipendente rappresenta la componente più importantedell’imponibile dichiarato ai fini IRPEF.

3. I redditi da lavoro autonomo sono quelli che derivano dall’esercizio abituale di arti e professioni odallo sfruttamento economico di opere d’ingegno e di brevetti industriali. Vige il principio di cassa edai redditi conseguiti si deducono le spese di produzione del reddito (reddito netto). Tale deduzioneavviene per i redditi derivanti da arti e professioni, in misura pari ai costi dichiarati dal contribuente,con alcune limitazioni (50% beni immobili,

20% spese automobile, 80% spese telefoniche), per i redditi derivanti dallo sfruttamento economico di opere d'ingegno in misura forfettaria pari al 25% dei compensi.

4. I redditi d'impresa sono quelli derivanti dall'esercizio di imprese commerciali (in forma individuale o associata). In particolare, sono redditi d'impresa:

  1. Il reddito derivante dall'esercizio di un'impresa individuale: il reddito d'impresa è direttamente imputato alla persona fisica (imprenditore) e concorre alla formazione del suo reddito complessivo.
  2. I redditi conseguiti dalle società di persone (S.n.c. e S.a.s.), da qualsiasi fonte provengano (principio di attrazione), imputati a ciascun socio (persona fisica) indipendentemente dalla percezione (principio di trasparenza) e in proporzione alla sua quota di partecipazione.
  3. I redditi conseguiti dalle società di capitali (S.p.A., S.r.l.) da qualsiasi fonte provengano.

Pietro Bologna - Università Bocconi

In questo caso di applica l'IRES e i soci potranno eventualmente percepire redditi di capitale sotto forma di dividendi.

Le regole di determinazione del reddito d'impresa sono molto simili in questi tre casi (si applica il principio di competenza) IRES.

5. I redditi di capitale sono redditi da rendite finanziarie e sono tassati con regimi sostitutivi. Il legislatore distingue i redditi da rendite finanziarie in:

  1. Redditi di capitale: i redditi da rendite finanziarie per cui è certa la prestazione e eventualmente incerta l'entità. In termini nominali, i redditi da capitale non sono soggetti a perdite in conto capitale.
  2. Redditi diversi: i redditi da rendite finanziarie di incerta entità e prestazione. I redditi diversi possono essere soggetti a perdite sul valore dell'impiego.

La distinzione risulta ambigua ma irrilevante nel momento in cui l'aliquota d'imposta è la medesima. Essi sono:

  • Interessi e altri proventi
derivanti da depositi e conti correnti, da obbligazioni private, titoli di stato. Utili derivanti dalla partecipazione in società di capitali (dividendi). Proventi derivanti da gestioni collettive del risparmio (fondi comuni di investimento e sicav). Rendimenti su contributi versati nei fondi di previdenza complementare e individuale. Rendimenti su premi per contratti di assicurazione sulla vita e per contratti finanziari. "Ogni provento derivante dall'impiego del capitale, esclusi i rapporti da cui possono derivare utili o perdite in dipendenza di un evento incerto" (ossia esclusi i redditi diversi). Tutti i redditi da capitale, ad eccezione parziale dei dividendi azionari, sono sottoposti a regimi sostitutivi, quindi non concorrono al reddito complessivo a fini IRPEF. Le aliquote principali sono 26% e 12,5%. Le ritenute alla fonte tipicamente sono a titolo di imposta: il soggetto erogatore del reddito di capitale decurta l'importo del reddito di una

somma che è obbligato a versare allo Stato, adempiendo così, per conto del soggetto che percepisce tale somma, alla prestazione tributaria. La progressività dunque diminuisce.

a. I dividendi da partecipazione qualificata (percentuale di diritti di voto esercitabile in assemblea ordinaria superiore al 2 o al 20% (rispettivamente, quotate e non) o percentuale di partecipazione al capitale o al patrimonio superiore al 5 o al 25%) in società non residente in un paese dal regime fiscale privilegiato: 58,14% dei dividendi in base imponibile IRPEF (per garantire la neutralità tra aliquota marginale massima IRPEF (43%) e IRES pagata dalla società (24%) + IRPEF pagata dal socio sull'utile distribuito).

b. I dividendi azionari relativi a partecipazioni non qualificate subiscono una ritenuta alla fonte a titolo di imposta sostitutiva del 26%.

c. I dividendi derivati da partecipazioni in società residenti in paesi a fiscalità privilegiata seguono

regole specifiche di tassazione. Gli interessi non sono inclusi nel reddito complessivo perché scontano una ritenuta alla fonte a titolo d'imposta del 26% o del 12,5% se trattasi di titoli di Stato.

6. I redditi diversi comprendono categorie di reddito di natura eterogenea a cui mancano alcunirequisiti specifici per essere ricompresi nelle altre categorie (categoria residuale). Elencazione tassativa: sono imponibili i soli proventi analiticamente indicati:

  1. Plusvalenze immobiliari, da cessione di azioni, da cessione di titoli valute e metalli preziosi.
  2. Redditi conseguiti mediante contratti a termine e prodotti derivati.
  3. Redditi da attività oggettivamente artistica o professionale ma non svolta abitualmente.
  4. Premi e vincite.

In base alla tipologia e alla natura di alcuni redditi diversi, dobbiamo applicare uno dei tre seguenti comparti di tassazione, in particolare:

  1. Plusvalenze relative a partecipazioni qualificate rientrano per il 49,72% nel reddito complessivo.

Pietro Bologna – Università Bocco

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Publisher
A.A. 2017-2018
9 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/03 Scienza delle finanze

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher pb19_unib di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di scienza delle finanze e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Commerciale Luigi Bocconi di Milano o del prof Dal Santo Francesco.