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27.1.1 EFFICIENZA TECNICA E PRODUTTIVA

A questo punto dobbiamo decidere questo fornitore se e quanto deve essere efficiente. L'efficienza viene modellata secondo due punti di vista: l'efficienza tecnica e l'efficienza produttiva, che rispondono a due principi e che nel modello possono avere aspetti diversi.

27.1.2 Efficienza tecnica con esempio esplicativo

Una impresa è tecnicamente efficiente quando l'output prodotto non può essere più ottenuto utilizzando una minore quantità di almeno un input (oppure, quando è impossibile produrre un maggiore output senza aumentare il consumo di almeno un input).

Ad esempio l'impresa acquirente deve comprare un sistema di distribuzione e può comprare un output misurato in km/veicoli, che vuol dire che copra un certo numero di km che realizzano i veicoli che portano in giro le sue merci. Se dovesse vedere se il fornitore è tecnicamente efficiente, si sta chiedendo allora

sel'input può essere compresso. Supponendo come input il numero di autisti magari per il servizio richiesto il fornitore ne offre 10, ma se l'acquirente con delle euristiche ha stimato che ne bastano meno allora il fornitore non è tecnicamente efficiente. Una rappresentazione efficace di una qualunque tecnologia è la funzione di produzione, cioè il legame tecnicamente efficiente input-output nei processi di produzione. Tuttavia, pur costruendo un fornitore a tavolino che sia tecnicamente efficiente, non è detto che comporti efficienza in termini di costi generati dal processo produttivo, questo perché ci possono essere input sostituibili tra loro che comportano costi diversi. Interviene quindi un altro elemento importante ossia trovare la combinazione ottimale che mi permette di avere il minor costo possibile. Ad esempio per un fornitore di servizi di distribuzione merci è importante la manutenzione che può essere fatta.

insourcing o outsourcing. Simulando il fornitore ideale dobbiamo tener conto di queste due possibilità (sono inputsostituibili tra loro); oppure ad esempio se in futuro si avrà la possibilità di avere veicoli con guida automatica siamo di fronte uno scenario di input sostituiti, ci dobbiamo chiedere se è meglio avere un camion tradizionale con l'autista o driverless.

Altro problema è l'esistenza di input che provengono da mercati non perfettamente concorrenziali. Quindi la quantità di input o lo sforzo dell'area acquisti in termini di progettazione delle gare/negoziazione determina fortemente il prezzo unitario a cui lo possiamo acquistare. Ad es il costo unitario veicoli (opneumatici, ecc.) può decrescere con le quantità acquistate e può scendere ancora di più se le attività dell'area acquisti vengono svolte in maniera efficace (opportuni meccanismi di gara per la selezione dei fornitori e

L'estrazione di informazione privata). Nell'ambito dell'impresa che stiamo simulando ci possono essere anche input complementari che ciespongono a un'analisi del mix ottimale. Ad esempio se in base a come si progetta l'amministrazionedipende il costo unitario dei veicoli allora sono input complementari.

27.1.3 Efficienza produttiva: Un'impresa è efficiente dal punto di vista produttivo se non è possibile trovare una combinazione degli input (diversa da quella utilizzata) che determini una riduzione del costo complessivo sostenutodall'impresa. L'efficienza produttiva è rappresentata dalla funzione di costo, che esprime il minimo costo per produrre l'output desiderato, data la funzione di produzione e le funzioni dei prezzi degli input produttivi. Per ogni output (opportunamente specificato e erogato a prestabiliti livelli di qualità), in generale è multidimensionale, la funzione (teorica) di costo.

restituisce il minimo costo di produzione dell'output. Avendo in mano la funzione di costo, questa ci consente di negoziare in maniera più consapevole col fornitore, e in più ci da altre informazioni:

  • L'esistenza di economia di scala: Es. aggiungere nuovi percorsi nell'ambito di una espansione territoriale della rete servita porta a un incremento meno che proporzionale del costo. Possono per esempio suggerire se fornitori più grandi hanno costi medi più bassi (o comunque, nel caso multi-bene, incremento meno che proporzionale del costo totale all'aumentare della scala), e quale è la dimensione minima del lotto da assegnare a un solo fornitore.
  • L'esistenza di economie di scopo: Es. produrre diverse tipologie di servizio di distribuzione (contesto regionale e contesto urbano) consente di sfruttare meglio risorse comuni indivisibili.
  • L'esistenza di economie di densità: Incrementare l'intensità d'uso
delle risorse può dare vantaggi di costo (es. incrementare frequenza veicoli su una tratta per attrarre più clienti) Per ogni output q abbiamo il costo CS(q). Quando definiamo questo costo dobbiamo specificare un elemento: come detto noi guardiamo all'efficienza però quando ci si cala nella realtà possiamo ipotizzare un livello di efficienza massimo o per alcuni motivi potremmo decidere di accontentarci di un livello medio. In sostanza abbiamo un soggetto che riflette livelli differenziati di efficienza e per questo ci dobbiamo domandare se vogliamo orientarci a livelli di: - Efficienza Rappresentativa: livelli medi di efficienza - Efficienza Elevata predefinita: (benchmark) - si vuole ottenere il minimo costo possibile, abbiamo in mente una tagliola precisa che il fornitore deve poter superare In gergo quando si fa riferimento a una funzione di costo di questo tipo si usano due nomi specifici ovvero costo efficiente o standard. In linea di principio

Sono due sinonimi, ma spesso quando si parla di coefficiente si sottintende che si sta utilizzando il modello benchmark. Facendo un esempio breve, qui abbiamo che il nostro output è un vettore di condizioni, ci costruiamo un modello in cui abbiamo scelto ad esempio come livello un'efficienza rappresentativa (il modello ci aiuta perché il fornitore può fare un prezzo orientato ai costi economico oppure alla nostra disponibilità a pagare e dobbiamo cercare di evitare questa seconda possibilità).

27.2 PERIMETRO DEI COSTI:

Adesso dobbiamo affrontare due temi: (1) quali sono le assunzioni alla base del modello e se hanno elementi di discrezionalità su cui negoziare e (2) in secundis ci si deve chiedere, in modo operativo, come lo costruisco il modello.

L'obiettivo è stimare il CS(q) quindi bisogna considerare tutti i costi necessari e sufficienti a produrre q (il fornitore è per hp autosufficiente e autonomo), dobbiamo

contemplare quindi tutti i fattori della produzione e poiché i fornitori sono imprese, come tali vanno considerate, hanno bisogno di una certa quantità di capitale che deve essere remunerato. Ulteriore punto, più raro, riguarda i casi in cui l'acquirente è un ente pubblico, è che può essere necessario inserire tra i costi le esternalità. (1) Su alcune cose non c'è una verità assoluta, per cui alcune questioni possono essere oggetto di approfondimenti e discussioni, quindi bisogna essere pronti a negoziare. Cosa deve inserire l'acquirente che progetta il suo modello di costo? I costi industriali della produzione (ammortamento dei veicoli, costo del personale dei servizi, costo del carburante ecc...) che vanno configurati sia in base ai costi di esercizio (OPEX) sia in riferimento ai costi capitalizzati (CAPEX); i costi generali che non riguardano il costo di consumo delle risorse (sia OPEX che CAPEX); il

costo del capitale (di rischio, oneroso verso le banche). Così con questi tre elementi garantiamo al fornitore il profitto economico.- Cominciamo da un primo problema: il terzo tassello come va riconosciuto? Ci può essere attrito da questo punto di vista col fornitore che vuole imporre il suo punto di vista senza legittimità teorica. Due elementi lo definiscono: il capitale investito netto dell'impresa e una congrua remunerazione di tale capitale. Il primo è oggettivo, può essere misurato prendendo il capitale di rischio, i debiti e questo ci da il CIN. Però questo non è l'approccio generale, spesso negoziamo con fornitori che hanno effettuato una richiesta di finanziamento alle banche per una pluralità di business. Allora lo possiamo calcolare dal lato sx del conto economico, guardando le attività (attraverso l'analisi di bilancio vediamo le risorse immobilizzate di nostro interesse come i camion, poi se ci sono

dei calcolatori per la flotta navale o macchinari per lavorare al tornio a noi non interessa), e vedo solo il livello di investimenti che il soggetto ha fatto per il mio business. Questo valore identificato va poi ridotto nel caso in cui questi asset comprati non sono stati acquistati col proprio capitale; a volte c'è lo stato che mette a disposizione fondi pubblici (che sono diversi dai prestiti). Se ci sono situazioni non autofinanziate vanno eliminate dal perimetro.

Come lo remuneriamo adesso? C'è un approccio ben supportato in letteratura e usato nella pratica: WACC (costo medio ponderato del capitale) ante imposte, che dipende dal bilanciamento tra capitale di rischio e passività onerose, dalla redditività attesa degli azionisti, dalla redditività attesa dai soggetti che vantano diritti sulle passività onerose (es. banche), dalla tipologia e incidenza di tasse/imposte. Alla fine il costo del capitale che andiamo a riconoscere è:

WACC * CIN. Succede però, poiché la procedura seguita non ha nulla a che vedere con gli elementi del CE, che i fornitori come equa remunerazione non chiedono WACC*CIN, ma una percentuale del costo della produzione. Questo approccio però non ha nessun fondamento teorico, ed è si semplice dal punto di vista della trattazione dei calcoli, ma è iniquo, espone l'acquirente a pagare di più e a trattare in modo sbagliato fornitori che meritano un trattamento più ragionevole. 27.2.1 Esempio: Dall'esempio visto prima un'idea per semplificare la costruzione del modello di costo, assumendo che una tipologia di immobilizzazioni abbia anzianità media in linea con la metà della loro vita utile media e siano ammortizzati a quote costanti, prendendo come riferimento l'anno, è calcolare un ipotetico canone annuo di noleggio come se il fornitore affittasse tutto. Il consiglio è applicare questo approccio ogni.Volta che sia possibile: 27.2.2 Criteri di misurazione: - Altro elemento su cui ci può essere prospettiva di negoziazione sono i criteri di misurazione. Il fornitore può avere input a vita utile molto lunga, dobbia
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I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher BELLIDENONNA di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Gestione degli acquisti e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Avenali Alessandro.