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SECONDO CAPITOLO
Si parla del fatto che il genere umano è uno solo, non ci sono razze diverse. Gli uomini dell’Africa iniziarono a
spostarsi in altri posti per cercare del cibo. Africa
Asia Siberia
Europa
Questo fa si che i loro corpi si adattino all’ambiente.
i primi uomini erano neri, poi pian piano andando via dal sole dell’Africa sono diventati bianchi.
Nota bene:
Ex africani naso piatto e stretto
climi caldi quindi dispendono maglio il calore
Italiani naso lungo e stretto
climi freddi quindi riscaldano l’aria prima di entrare in corpo, ecc..
Come dice un amico dello zio nato in Algeria di nome Agostino: “il mondo è come un libro e chi sta a casa
sua finisce per leggere sempre la stessa pagina”.
Ogni popolo ha scritto una sua pagina ma fanno tutte parti dello stesso libro.
TERZO CAPITOLO
Tutti noi abbiamo discendenti in comune. Perché facendo una serie di calcoli vediamo che più di 500 mila
anni fa, nel nostro pianeta vi erano circa 6 miliardi di persone, cosa che non torna perché a quell’epoca il
pianeta era abitato da 500 milioni di persone.
Questo significa che tutti noi abbiamo
tantissimi antenati in comune
QUARTO CAPITOLO
“Il nostro corpo è come una pagina bianca su cui vogliamo scrivere qualcosa”
Ognuno di noi, sia europeo, che indiano, ecc.. vuole abbellire il proprio capo come se ognuno di noi si
volesse distinguere da tutti gli altri. Durante un viaggio in Amazzonia incontrò un altro antropologo Claude
con cui iniziarono a parlare dei vari modi con cui gli uomini si abbelliscono, nel senso che ognuno ha la sua
idea di bellezza.
QUINTO CAPITOLO
Si parla della preghiera, che ognuno ha un modo diverso di pregare, il nome di un dio è diverso per ogni
popolazione: Allah, Budda, Dio, ecc.., ma la via per raggiungerle cambia a seconda delle religioni anche se
comunque “la montagna è la stessa”. Lo zio era stato in Sahel, Burkina Faso, foresta Ituri, Artide, Polo Nord,
dagli Inuit (eschimesi) con Colin.
uomo con la zappa, dove chiede scusa;
Burkina Faso:
quando cacciano chiedono scusa, l’animale che ha un’anima si è sacrificato per loro e quindi
Foresta Ituri:
chiedono scusa.
SESTO CAPITOLO
“La lingua in qualche modo crea il mondo e ogni lingua crea un mondo diverso”.
Tutti noi abbiamo il nostro modo di parlare e di scrivere
e questo significa che guardiamo il mondo con occhi diversi
per esempio gli Inuit hanno 4 parole per dire neve:
Aput: neve sul terreno;
Qana: neve che cade;
Piqsirpoq: neve e vento;
Quimuqsuq: vlanga di neve
Mentre per gli inglesi:
House: edificio, costruzione;
Home: casa di qualcuno
Infine Amadou dice che “ogni anziano che muore è come una biblioteca che brucia”.
SETTIMO CAPITOLO
Anche per quanto riguarda il cibo, ognuno di noi mangia cose diverse e questo significa che ciò che
mangiano gli altri, anche se non piace a noi, faccia schifo.
gli insetti per noi sono schifo mentre i gamberetti sempre per noi non sono uno schifo.
Esempio:
Ma il cibo è un gran viaggiatore perché per esempio nel 1492 Colombo arrivò in America da dove poi si
portò dietro al ritorno la patata, il mais, ecc.. quindi se non avessimo scoperto il “mondo”, a quest’ora anche
la nostra cultura sarebbe diversa.
OTTAVO CAPITOLO
Questo scherzo riguarda noi italiani, chiamati in un primo momento al contrario, cioè INAILATI. Così come
questo, anche soldi, lavoro, ecc.. sono detti all’incontrario e si parla di come soldi, lavoro occupano le nostre
vite, oppure del fatto che per piacerci ci prendiamo cura del nostro corpo mettendoci il rossetto (OTTESSOR),
strappandosi la barba o i peli con il rasoio (OIOSAR), ecc.. Per i bambini all’inizio loro sembravano strani.
NONO CAPITOLO
Vari modi di vedere una casa e una famiglia. Quando noi parliamo di famiglia facciamo riferimento a padre,
madre ed eventuali fratelli o sorelle; un bambino africano conta invece anche nonni, cugini, zii, zie, ecc..
perché crescono tutti insieme e tra origini si definiscono fratelli ecc..
Le nostre usanze possono sembrare strane altre come per esempio a noi ci pare strano il concetto di
POLIGAMIA. Anche le cose vengono viste in maniera diversa: a seconda dei materiali, del posto in cui si vive e
così via. “Ogni popolo pronuncia cose in modo diverso ma ognuno di noi intende una costruzione che ci
faccia sentire al riposo”.
DECIMO CAPITOLO
Nel mondo ci sono persone più leggere e più pesanti. Noi italiani siamo estremamente pesanti: costruiscono
case di mattone, abbiamo tantissimi oggetti e consumiamo tanto: energia. I nomadi invece sono leggeri:
hanno pochi oggetti perché per spostarsi più facilmente non possono portarsi dietro tante cose.
Vanno dappertutto:
I nomadi sono anche in Italia, come in Sardegna, quando i pastori praticano la “TRASUMANZA”.
Portano sempre la “casa” con loro.
“L’uomo è noto per camminare”
Camminiamo per ore ma non rimaniamo immobili per ore.
UNDICESIMO CAPITOLO
Tutti abbiamo qualcosa in comune: nascita-crescita-morte ma quest’ultima la vive in modo diverso, per
esempio nello Sri Lanka i soldati morti “dormono” quindi non vengono sepolti ma seminati.
In Africa vi è un grande rispetto per gli anziani (vengono chiamati NONNI): “ gli anziani e Dio non sono
compagni ma hanno trascorso molto tempo assieme”.
In Giappone i bambini devono essere più possibilmente SIMILI perché si privilegia il gruppo e non è
individuo (come noi).
I giapponesi infatti sono sempre disciplinati sempre in gruppo e silenziosi.
DODICESIMO CAPITOLO
Tutte le popolazioni del mondo hanno pensato a come calcolare il tempo e ognuno di esse ha modi diversi
di calcolarla.
viaggio in Sudan (Africa orientale), l’amico Edward studiava i Nuer che avevano i buoi (amanti degli
Esempio:
animali). Per loro esistevano 2 stagioni: Stagione secca
Stagione delle piogge (da metà settembre a metà marzo)
(da metà marzo a metà settembre) “MAI”
“TOT”
Calcolano il tempo basandosi sulla NATURA (pioggia)!
in altri posti il tempo viene calcolato a seconda del mercato, che vi è 4 giorni differenti e quindi
NOTA BENE:
si ha la QUADRIMANA. Oppure dove trovare i luoghi: noi con il mappamondo o googlearth.
in un viaggio in Australia raccontò Bruce (uno scrittore), che gli aborigeni disegnavano le loro carte
Esempio:
geografiche cantando. Secondo loro durante il “tempo del sogno”, i loro antenati avevano viaggiato in tutta
la loro terra. Per qualcosa di nuovo cantavano sempre quindi lasciavano una scia di canzoni e parole. Ogni
popolo ha creato la sua geografia. “Il tempo e lo spazio NON esistono da soli” come diceva perché esistono
solo nel momento in cui iniziano a calcolarli e disegnarli.
TREDICESIMO CAPITOLO
Amico Ralph, gioco delle cose straniere.
il lenzuolo è fatto di cotone (originario dell’India.
Esempio:
Lana: medio oriente-10000 anni fa