Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Il concetto di path dependence e le critiche al paradigma istituzionalista
NATO)• Le regole plasmano il comportamento e le preferenze degli attori: chi lavora all'interno di un'organizzazione tende ("si è sempre fatto così")
Il concetto di path dependence: ciò che accade oggi dipende da ciò che è accaduto ieri ---> il contesto attuale dove vengono prese le decisioni, è influenzato dalle scelte nel passato
Critiche paradigma istituzionalista
È un paradigma necessariamente eclettico, si appoggia a paradigmi diversi, perciò è solamente un migliorante. La prospettiva istituzionalista a volte si appoggia ad un approccio, a volte a un altro: non è indipendente.
L'istituzionalismo ha una sorta di tendenza a spiegare il perché c'è una certa resistenza delle istituzioni al cambiamento: tende a trovare nel cambiamento delle istituzioni un'anomalia.
È eclettico perché si basa sull'assunto per cui noi spieghiamo i comportamenti, anche se
non tutti rientrano nelle istituzioni. Dove non c'è l'istituzionalizzazione pregressa bisogna ricorrere ad un approccio razionalista o ad uno culturale/sociologico. Gli approcci razionalista e sociologico sono la dimostrazione che l'approccio istituzionalista non è indipendente dagli altri. Anche se tendenzialmente le istituzioni cambieranno poco, ogni tanto queste cambiano radicalmente e repentinamente ---> momenti in cui avvengono delle giunture critiche (NATO: prima missioni di guerra ora missioni di pace). Modello dell'equilibrio punteggiato: periodi di inerzia interrotti da momenti di crisi e cambiamento. Paradigma culturale Gli stessi fenomeni già visti negli altri paradigmi riflettono idee, valori e credenze condivise. Sono sostanzialmente delle teorie (comunismo, liberalismo) ---> ognuno dice la sua. I valori sono importanti (convinzioni di cosa sia giusto, cosa sbagliato) in base alla logica dell'appropriatezza i valori contano molto nelsenso che la definizione di cosa sia visto come bene e cosa come male: alcuni comportamenti lodevoli in passato, ora non lo sono più (schiavitù). La cultura politica di un certo tipo rende possibile la democrazia. La cultura spiega: le forme di governo e le politiche pubbliche. È un paradigma importante perché prendendo la cultura come variabile indipendente, ci permette di spiegare ambiti molto diversi (politica interna, perché c'è corruzione, l'affluenza alle urne...), ma riesce anche a spiegare alcuni comportamenti internazionali (assenza di cultura strategica). Inoltre è disponibile un enorme mole di dati soprattutto per quanto riguarda le opinioni (facendo domande ad un numero esteso di persone), che può essere lavorata attraverso delle tecniche statistiche. Come definire la cultura politica? Almond e Verba hanno scritto libri definendo il concetto di cultura politica. Definizione: "insieme di atteggiamenti, orientamenti ed"opinioni che i membri di un sistema politico manifestano nei confronti della politica".
Questa è una variabile psicologica in quanto sta tutta nella mente delle persone, la cultura politica nasce in quanto tutti noi, più o meno consapevolmente, abbiamo una cultura politica, nasce da un processo di socializzazione, da una visione che tutti abbiamo ereditato nel nostro periodo di crescita, anche se l'esperienza però modifica la cultura politica. Non ci interessa la cultura di ogni singola persona (micro), ma che ci siano tante persone diverse che condividano un certo orientamento (macro). Ci possono essere società frammentate, ma dove c'è una cultura politica condivisa, questa porterà più probabilmente a determinati esiti (nesso causale). Questa variabile è un valore aggregato, è rilevante nella misura in cui tanti, possibilmente tutti abbiamo un certo atteggiamento/orientamento. Almond e Verba dicono che la cultura
La politica si può scomporre in tre componenti:
- Cognitiva: riguarda le conoscenze che le persone hanno della politica, le informazioni - quanto conosco io della politica? L'aspetto cognitivo riguarda il grado di conoscenza che le persone hanno sul funzionamento della politica, si può misurare in alta/bassa conoscenza.
- Affettiva: riguarda l'atteggiamento di chi risponde nei confronti della macchina politica: impegno o disimpegno. A prescindere dal fatto che io conosca la politica, sono disponibile a partecipare alla politica? In che modo partecipo? L'atteggiamento è misurato con partecipazione oppure non partecipazione (è un approccio culturale, non razionale, è una scelta d'istinto).
- Valutativa: riguarda il giudizio che la gente ha sulla politica. È giusto o sbagliato? Cos'è la politica? Far del bene o del male alle persone? Si può misurare con bene/male.
Noi possiamo misurare la cultura politica.
secondo queste componenti e sipossono misurare anche insieme. Una volta che abbiamo queste tre componenti, dobbiamo affinare l'indicatore misurando anche 3 orientamenti:
- Sistema politico: cosa ne penso della democrazia?
- Componenti del sistema: qual è l'orientamento generale rispetto ai partiti politici. Sono buoni o cattivi? Li conosco oppure no? Cosa ne pensi dei componenti della burocrazia?
- Cittadini: qual è l'auto-percezione dei cittadini? I cittadini sono brave persone o sono ignoranti?
Almond e Verba ci dicono che se prendiamo in esame questi aspetti, possiamo distinguere tre diversi aspetti di cultura civica:
- Provinciali: caratterizzati da poca consapevolezza della politica che porta ad una dimensione affettiva limitata. Dove c'è una maggioranza di persone disinformata e con una scarsa consapevolezza del proprio ruolo, porterà ad un'apatia, e ad un certo tipo di regime
- Partecipanti: hanno un'alta
Dei fatti materiali, la guerra fredda è una storia di idee che si scontrano ed ognuna vuole prevalere sull'altra, vogliono conquistare il mondo nel senso di propagarsi (liberale o comunista). È successo però che nel '89 l'ideale comunista mostra tutti i suoi limiti, l'URSS non riesce a tenere il passo rispetto agli USA, e nel campo reale, la democrazia liberale sconfigge il comunismo. La fine della storia arriva perché non ci sono più antitesi al sistema liberale. In conclusione Fukuyama dice che la vittoria della liberal-democrazia porterà ad un mondo sempre più democratizzato ed i regimi autoritari collasseranno tutti. In un mondo dove ci saranno tutte democrazie, a parte qualche eccezione, il conflitto non verrà a meno, ma sarà diverso (economico) sarà ben diverso dai conflitti militari del passato ---> visione del mondo completamente diversa, dove gli unici nemici saranno quei paesi che non sono ancora diventati democrazia.
Fukuyama prevede un mondo molto più pacifico e molto migliore. Samuel Huttington scrive negli stessi anni, la sua idea è ancora basata sull'idea di cultura. Egli fa suo il concetto di civiltà, secondo lui dovremmo rivedere le nostre categorie concettuali: ci sono certe idee che hanno un potere sull'agire delle persone. Huttington dice che non saranno gli stati quelli che contano, essi diventeranno sub-unità, la civiltà sarà protagonista. Il mondo non è raffigurabile con gli Stati, ma può essere diviso in modo più semplice: 7/8 grandi civiltà, che al loro interno contengono diversi stati. Inoltre, contrariamente a Fukuyama, le civiltà saranno in conflitto tra loro. Le civiltà sono raggruppamenti di persone, è la più alta organizzazione di persone, dice che è il più alto livello di identità culturale (ognuno si identifica in una civiltà). Una civiltà quindi.è definita dalla lingua, cultura, tradizioni e religione. Definisce una civiltà occidentale (USA, UE occidentale e Australia), una civiltà mussulmana/islamica (Africa nord, medio oriente, Asia), una civiltà Sinica (Cina), una civiltà Buddista, una civiltà Latinoamericana, una civiltà Africana ed una civiltà Giapponese.
Secondo lui ci sarà uno scontro quasi inevitabile tra la civiltà occidentale e quella islamica. Primo motivo per ciò è la globalizzazione: processi economici, informatici hanno permesso di rimpicciolire il mondo e le differenze tra le varie civiltà risultano esasperate. Il secondo motivo è che ci sono diversi canali (TV) con i quali l'Occidente impone il proprio potere, ha dei modelli di vita, costumi, che però sono incompatibili con quelli di altre civiltà, soprattutto quelle basate sulla tradizione. Gli USA diventano