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EVOLUZIONE DEL SETTORE TECNOLOGICO

PRIMA FASE

Numero relativamente piccolo di agenti, poche imprese, mercato estremamente concentrato con una grande impresa diversa rispetto alle altre (IBM); tuttavia, data la natura peculiare della produzione in quel settore (il mainframe), le caratteristiche, sebbene in scala ridotta per le competitrici della IBM, sono simili tra tutte le imprese; c'è una tendenza a una competizione continua, che però ha qualche tratto di stabilità: la IBM mantiene la sue quote di mercato, le altre invece riescono a contendersi una porzione relativamente esigua del resto.

SECONDA FASE

Avvento di microprocessore e personal computer: c'è una miriade di agenti, molto diversi fra loro, perché l'evoluzione della tecnologia, il costo relativo dei materiali, il tipo di competizione che va a influenzare più sull'economicità che sulla performance e il processo di disintegrazione verticale hanno portato a una specializzazione intensiva dei

Diversi agenti, che li porta a essere molto più eterogenei fra di loro, da un lato molto più competitivi, ma dall'altro molto cooperativi, perché la strategia produttiva e innovativa delle imprese si basa molto anche su network di relazioni, su Joint Ventures e sulle cooperazioni tra le imprese.

Nei diversi sistemi settoriali, le altre organizzazioni come università, centri di ricerca, enti pubblici o privati deputati alla realizzazione di progetti tecnologici, hanno un peso molto diverso a seconda del sistema settoriale di cui si parla. Ci sono ambiti dove non operano per nulla, poiché l'innovazione conta pochissimo nella strategia competitiva delle imprese, ed altri dove hanno un ruolo preminente.

Esempio: spin-off delle università. Si tratta di iniziative ibride pubblico-private, soggetti che di fatto diventano di diritto privato, ma controllati dalle università e che hanno una componente di ricerca orientata al mercato molto forte.

Sono attività economiche che tentano di portare sul mercato, anche traendone profitti, alcune degli output di ricerca dell'Università maggiormente connessi ai beni e servizi che vengono effettivamente prodotti e negoziati. In settori a medio alta tecnologia (science based sectors, o quelli dove operano gli specialized suppliers) dove queste entità hanno un ruolo di rilievo.

Industria chimica

Le fasi che possiamo apprezzare nell'evoluzione di questo settore coincidono con l'introduzione di innovazioni radicali, le quali modificano la struttura del sistema dal punto di vista di come sono fatte le imprese. Se ad un certo punto, ad esempio, nell'industria chimica la ricerca sui materiali e sulle componenti diventa centrale nell'evoluzione e nella capacità di competere delle imprese, queste debbono attrezzarsi e dotarsi delle competenze ingegneristiche e chimiche di medio-alto livello, proprie dell'università e degli enti pubblici.

che fino a quel momento svolgevano la granparte della ricerca di base (cioè quel nucleo ristretto di conoscenze che veniva applicato nella fase precedente dell'industria chimica) e che poi invece saranno utilizzate in un processo di innovazione continua con la creazione di grandi laboratori di R&S nelle imprese. Queste imprese, dovendosi dotare di un ammontare di capitale adeguato, incrementano anche le loro dimensioni medie, anche perché dove c'è innovazione, questa tende a generare economie di scala crescenti. E se è così (e lo è in particolare quando l'impresa fa la propria R&S, quindi quando accumula propria conoscenza e propria base tecnologica, sulla quale le unità di conoscenza e capitale aggiuntive tendono a produrre rendimenti più che proporzionali), questo induce le imprese ad aumentare la loro scala e la loro capacità, non solo produttiva, ma anche tecnologica e innovativa di generazione di.

conoscenza interna. E da questo punto di vista, con la nascita dell'ingegneria chimica e con l'incremento dei flussi di conoscenza dall'esterno verso l'interno e viceversa, il ruolo del trasferimento tecnologico e delle relazioni tra imprese e soggetti terzi generatori di conoscenza scientifica e di tecnologia di base trasformabile in innovazioni è sempre più intenso.

Semiconduttori. È un settore che sta sullo sfondo dell'industria dei computer; in realtà è centrale, ha contrassegnato il cambiamento sostanziale dello scenario economico degli ultimi 40-50 anni, perché i semiconduttori hanno dato la possibilità di nascere all'industria ICT di largo consumo. La cosa interessante di questo settore è che, in virtù dell'approccio e delle azioni di politica industriale dei diversi stati volti a promuovere la propria industria nazionale nell'ambito dei semiconduttori e dell'industria ICT.

più in generale, ed anche a difenderla dall’importazione di prodotti all’estero, ciò può avere favorito determinati meccanismi di mercato e di selezione. Quindici troviamo di fronte ad un’industria dove vi è la compresenza anche di imprese di medio-piccole dimensioni, non grandi come quelle che si trovano negli USA o in Cina, anche se le caratteristiche tecnologiche e di conoscenza del settore sono analoghe.

Settore dei software

Si caratterizza per una forte specializzazione dei soggetti che vi operano, per una elevata concorrenza, e per un’elevata dinamica di ingresso e di uscita.

Nelle istituzioni comprendiamo anche le norme, la disciplina dei brevetti, il comportamento dei soggetti deputati all’erogazione dei brevetti; queste norme si differenziano da un settore all’altro e possono condizionare l’evoluzione anche di carattere tecnologico-innovativo dei diversi settori.

Esempio: norme recenti di tipo ambientale effetti su

molteplici settori; hanno imposto un cambiamento sostanziale del funzionamento dei processi, per ridurre l'impatto ambientale e l'emissione di CO2, ed anche una modificazione qualitativa dei prodotti (plastiche che non si possono utilizzare ecc.); hanno però anche influito notevolmente sulla dinamica competitiva e di mercato, perché ovviamente ci saranno state imprese che per varie ragioni si sono trovate in una posizione di relativo vantaggio dal punto di vista del processo di adattamento (ad esempio imprese che avevano già un orientamento sul segmento di prodotto che aveva delle caratteristiche ambientalmente sostenibili o imprese che si trovavano ad avere delle risorse precedentemente accumulate, tramite le quali hanno potuto effettuare investimenti per una trasformazione, o altre che avevano acquisito personale relativamente giovane, più facilitato a modificare il proprio apporto e a contribuire alla traiettoria di diversificazione più

efficace) ed altre che invece si sono trovate in una posizione di svantaggio.

MODELLI NEOCLASSICI

Il primo dei modelli neoclassici che affrontiamo è il Modello di Arrow, all'interno del quale l'innovazione viene concepita come bene "para-pubblico", come risultato dell'assimilazione di tecnologie e di informazione, come bene perfettamente trasferibile e accessibile (passabile di appropriabilità che può arrivare a zero, estremizzando). Quindi, un'innovazione può essere qualcosa di assolutamente poco interessante per l'impresa che intende massimizzare i propri benefici economici, qualora appunto non sia in grado di appropriarsi in modo esclusivo dei benefici associati all'innovazione.

Quello che Arrow fa è riconoscere la possibilità di:

  • Rendimenti di scala crescenti;
  • Incertezza che può condizionare le scelte degli agenti;
  • Incentivi diversificati che possono indurre le imprese che si
trovano in condizioni di mercato diverse (quindi concorrenza perfetta, monopolio, oligopolio) a comportarsi in modo diverso;
  • Incentivi che hanno peso diverso a seconda che si stia parlando di un incumbent (quindi impresa già presente sul mercato e magari monopolista) o di un'impresa nuova entrante;
  • Identificare il ruolo dei brevetti, e quindi degli strumenti finalizzati, sotto forma di norme o strumenti pubblici, a garantire artificialmente l'appropriabilità dei benefici associati all'innovazione. I brevetti diventano quindi l'obiettivo strategico dell'impresa.
Il contributo di Arrow che risale agli anni '50 e '60 si compone di due parti:
  1. Una prima parte consiste in un'analisi di carattere statico e guarda alle imprese in "isolamento": ipotizza una condizione di mercato e va a quantificare l'incentivo all'innovazione nei confronti delle diverse tipologie di imprese e alle diverse situazioni di mercato,
  2. inseriscono i seguenti tag html:

    in modo da fare una sorta di ordinamento di quello che è l'incentivo relativo per le imprese all'investimento in R&S.

    2. La seconda è la parte strategica del modello, fa ricorso alla teoria dei giochi per studiare le interazioni strategiche tra imprese, in particolare incumbents e nuove entranti quando c'è per queste imprese la possibilità di innovare con l'obiettivo di accumulare nuovi profitti, ma non solo. Da parte dell'incumbent, infatti, ci può essere l'obiettivo di scongiurare l'ingresso di nuove imprese all'interno del mercato, e quindi di vedersi erose parte delle sue rendite monopolistiche; mentre per le imprese nuove entranti, vi è l'obiettivo di cominciare ad accumulare profitti grazie all'innovazione e prendersi parte dei profitti di cui godeva l'incumbent in precedenza.

    Quindi, in questa seconda parte del modello, prevedendo la possibilità di interazioni strategiche, si

    avvicina alla realtà. Ci si avvicina cioè al fatto che nei mercati, in realtà, molte imprese non agiscono come se fossero sole al mondo, ma tengono conto delle reazioni che le altre imprese possono mettere in atto ad esito del loro comportamento. La teoria dei giochi vuol dire valutare l'outcome della mia azione "A", considerando che l'altra potrebbe reagire con "A", ma anche con "B", e l'outcome della mia azione "B", tenendo conto della stessa situazione. Invece, nel caso di impresa considerata in isolamento, considero semplicemente se vale la pena compiere l'azione "A" oppure no, confrontandola con la situazione in cui sono solo; nel caso strategico

    La teoria dei giochi è la strumentazione matematica che trasforma in equazioni e in formule le interazioni strategiche. È la disciplina che illustra, descrive e rappresenta matematicamente le interazioni strategiche.

    dovrò invece immaginare degli scenari che corrispondono a tutte le combinazioni possibili tra le mie azioni e quelle d
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SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/02 Politica economica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ilariaascari di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia dell'innovazione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Guarascio Dario.