Anteprima
Vedrai una selezione di 10 pagine su 74
Appunti Economia del Territorio Pag. 1 Appunti Economia del Territorio Pag. 2
Anteprima di 10 pagg. su 74.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti Economia del Territorio Pag. 6
Anteprima di 10 pagg. su 74.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti Economia del Territorio Pag. 11
Anteprima di 10 pagg. su 74.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti Economia del Territorio Pag. 16
Anteprima di 10 pagg. su 74.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti Economia del Territorio Pag. 21
Anteprima di 10 pagg. su 74.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti Economia del Territorio Pag. 26
Anteprima di 10 pagg. su 74.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti Economia del Territorio Pag. 31
Anteprima di 10 pagg. su 74.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti Economia del Territorio Pag. 36
Anteprima di 10 pagg. su 74.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti Economia del Territorio Pag. 41
1 su 74
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

K X

➔y –

= a bx

Danno tutte luogo allo stesso costo di produzione (CT).

Rendere minimo il costo di produzione di quella quantità→ deve impostare su questo grafico

di produzione che ha trovato sull’altro grafico,

dove abbiamo rappresentato isoquanto il costo

li sovrappone. Isocosto→ combinazione produzione tra fattori che hanno un costo che sta

sull’isocosto o inferiore, io voglio portare costo al minimo possibile, devo far sì che ci sia la

tangente di isocosto con isoquanto. Avrò una sola funzione, una sola combinazione di fattore

lavoro e capitale che è proprio quella che permette di essere sull’isoquanto che volevo (quantità

che voglio produrre) con minimo costo possibile (minimo costo possibile di produzione tra

quelli che permettono di toccare l’isoquanto).

Teoria dell’offerta e del produttore. Cosa è e cosa non è l’attività produttiva. Scelta di una

quantità da produrre con determinate quantità da impiegare. Affrontati con gli isoquanti di

produzione. Come faccio a produrla, vuol dire quanti fattori io impiego per produrla. Isoquanto

→ individua il punto di tangenza con l’isoquanto.

= quantità che voglio produrre // Isocosti

Spostiamo il focus sui costi. 29

Università degli Studi di Genova Prof. Enrico Musso

Costi

Quali sono questi costi? Partendo dalla funzione di produzione. Dato un certo fattore avremo

una quantità prodotta che cresce più o meno regolarmente. I costi sono la quantità impiegata

dei fattori produttivi moltiplicata per il loro prezzo. Un fattore impiegato in quantità fissa

moltiplicato per un prezzo dato darà luogo a un costo che sarà costante indipendente da quello

che producono. I fattori fissi hanno un certo prezzo e hanno una varietà costante funzione

orizzontale. Non è così per il costo del fattore variabile. Se moltiplico questa quantità via via

crescente di fattore che corrisponde a ciascuna possibile quantità prodotta, per il prezzo di

acquisto di quel fattore ottengo un’altra funzione, non ottengo sempre la stessa funzione avrò

il costo di quel fattore, che sarà la quantità moltiplicata per un prezzo che sarà costante. In

questa funzione cambia il cos’è. È il costo del fattore variabile e la quantità di prodotto. Ma il

costo del fattore variabile e la quantità di prodotto è già quello che cerco. Andamento ondulato.

Il nostro produttore che quantità di prodotto e di fattori sceglie? Non guarda al fatto che

l’impiego di quel fattore sia ottimale, guarda al fatto che i costi siano minimi (costi complessivi)

e che i profitti siano massimi, ma può darsi che le due definizioni non coincidano.

Costo medio costo totale diviso una quantità prodotta.

Costo marginale costo del produrne uno in più.

Di quanto varia il costo totale se io aumento la quantità prodotta?

Se il ricavo marginale è maggiore del costo marginale, ho interesse a costruirne uno in più. I

valori marginali sono quelli sulla base dei quali avvengono le decisioni microeconomiche. Da

un punto di vista formale, queste funzioni di costo bisogna trasformale in funzioni di costo

medio (costo totale diviso la quantità) o in funzioni di costo marginale. Il costo fisso non varia

in base alla quantità prodotta. Il costo medio è il costo fisso diviso la quantità prodotta.

Costo variabile medio = costo variabile diviso la quantità.

Il costo medio prima diminuisce e poi cresce. Come anche i costi medi totali. Questo per effetto

del fatto che il costo marginale dopo essersi ridotto, comincia a crescere e crescendo, in un certo

momento, non subito, si incontrano e quando il costo medio che cresce intercetta il costo

marginale e inizia a crescere anche lui. Aumentando la quantità prodotta, ci sono fattori fissi a

cui corrispondono fattori fissi. Con fattori fissi andamento decrescente. I costi marginali

sono fatti a parabola, quindi i costi medi in un certo momento sono intercettati dai primi. Nel

30

Università degli Studi di Genova Prof. Enrico Musso

perdere efficienza, questa crescita dei costi marginali determina una risalita dei costi medi, che

incorporano tutto.

 Costi di produzione.

Differenza di ragionamento tra breve periodo e lungo periodo. Nel lungo periodo posso

considerare che qualunque quantità io produca riesco sempre a vendere, quindi posso sempre

migliorare e aggiungere parti, quindi non si ha più il vincolo dell’utilizzo del singolo impianto.

Il nostro produttore è interessato a massimizzare il profitto. Il ricavo è dato dalla vendita, e

quindi è il prezzo di vendita per la quantità venduta: è il lordo di quello che vendo. Il ricavo

medio è il ricavo totale diviso la quantità venduta. Il ricavo marginale è uguale al ricavo medio.

Il profitto è il ricavo meno il costo, ricavo totale meno costo totale.

Per ogni funzione posso calcolare il costo medio

Ho un costo fisso di 100 qualunque sia la quantità prodotta, se produco un’unità, il

ESEMPIO:

peso del costo è sempre 100, se ne produco cento, il costo fisso medio è 1, se ne produco 2, 50.

Abbiamo un costo medio fisso che inizia al massimo e poi si spalma su un numero crescente di

quantità prodotta.

Il costo fisso è sempre quello e la sua incidenza sul costo del singolo bene è tanto maggiore

quanto è minore la quantità del prodotto che si produce. Il costo variabile medio è lo stesso

principio, divido costo variabile per la quantità prodotta. Capire il costo variabile medio;

intuitivamente questo a mano a mano che mi avvicino al punto dei costi fissi diminuisce, se mi

allontano comincia ad aumentare. Il costo medio prima diminuisce e poi cresce e lo stesso

andamento lo hanno i costi medi totali, per lo stesso motivo. Questo per effetto del fatto che il

costo marginale, dopo essersi ridotto al punto di utilizzazione massima del costo, comincia a

crescere e a un certo momento si incontrano (costo marginale e media dei costi precedenti)

determina l’inversione di tendenza dei costi medi. Fattori fissi→

comincia a farli alzare→

andamento dei costi marginale che è decrescente fino a combinazione ottimale e poi purtroppo

cominciano a crescere, condizioni meno efficienti. Fatti a parabola quindi costi medi vengono

intercettati (punto flesso) e cominciano a salire pure loro, sempre minore efficienza del processo

produttivo determina crescita dei costi produttivi. Costo marginale è progressivamente

decrescente e poi diventa crescente perché stiamo perdendo efficienza, facendo questo la

crescita dei costi marginali determina una risalita dei costi medi (ultimo frigo costa tantissimo).

31

Università degli Studi di Genova Prof. Enrico Musso

Come risolvere il problema del produttore? Cerca di capire se produrre di più o meno se fa

aumentare o diminuire i profitti→ costi sono fondamentali.

I costi nel lungo periodo:

Se ragiono nel lungo periodo, se considero che i miei frigoriferi sono buoni e riesco sempre a

venderli con profitto, allora metto un altro impianto, ne aggiungo sempre di più→ non avere il

vincolo dell’utilizzo efficiente del singolo impianto (che dà luogo a una singola funzione di

costo medio), ma se io posso far variare anche l’impianto, per ogni sua dimensione, io ho una

diversa posizione della parabola, faccio variare quindi anche fattore fisso, quindi mi interessano

i vari punti di minimo della funzione. Quando il produttore ragiona a lungo periodo, allora

minimo costo medio, no ancorarsi a una di quelle parabole, ma far riferimento a tutte le

posizioni possibili di quelle parabole e trovare il punto più basso di questo fascio di curve.

Visivamente è una retta orizzontale, anche se in realtà non lo è. La funzione in verde mette

insieme i punti minimi delle funzioni in rosso è la curva dei costi medi di lungo periodo, per

ogni possibile quantità prodotta, vado a trovare quello più basso di tutte.

Queste parabole in rosso possono anche disporsi in maniera diversa, curva può essere

negativamente inclinata e può anche divettare positivamente inclinata. Quando ho ottenuto l

curva in vede io ho anche la curva che mi dice la migliore possibilità di produzione possibile

per qualunque quantità e il minimo costo possibile per qualunque quantità→ sotto la funzione

in verde non posso raggiungere.

Problema del produttore→ massimizzare profitto, quindi:

RICAVI TOTALE:

Prezzo per quantità, non c’entrano i costi, il lordo di quello che vendo.

RICAVO MEDIO:

Ricavo totale diviso quantità venduta.

RICAVO MARGINALE:

Variazione di ricavo totale per un aumento di quantità venduta.

Il produttore cerca di massimizzare il profitto, il profitto è ricavo totale meno costo totale:

32

Università degli Studi di Genova Prof. Enrico Musso

1) O prendo la funzione dei costi totali, ci metto la funzione del ricavo totale che è una

crescita direttamente proporzionale alla quantità venduta, la distanza tra due funzioni

deve essere massima e idealmente devo cercare di stare lì.

2) Curve di valori medi invece che totali, la curva dei costi medi è una parabola, dei ricavi

medi è il prezzo, devo solo stare attento che il ricavo medio stia sopra il costo medio e

possibilmente beccare il punto dove c’è più distanza.

3) Valori marginali, se stampo un libro in più ci guadagno? Il ricavo marginale è sempre

lo stesso, il costo dipende dalla funzione dei costi marginali, qui devo beccare

l’uguaglianza massima, produco il libro in più solo se il ricavo marginale è almeno

uguale al costo marginale.

OCCHIO!

Ricavo marginale coincide con il prezzo se quest’ultimo non varia, non coincide con il prezzo

se per aumentare q si deve diminuire p; relazione inversa tra quantità domandata e prezzo.

Aumento quantità venduta è conseguente a una diminuzione del prezzo di vendita, quindi costo

marginale non è come prima→ ricavo marginale è il prezzo incassato meno il minor prezzo a

cui ho dovuto vendere.

1000 copie, 18€→ 18 000 (ricavo totale)

1100 copie, 16€→ avrò incassato 17 600 (ricavo totale)

Ricavo marginale: è -400, non per solo quantità marginale moltiplica per il prezzo, perché

questo l’ho dovuto ridurre. Ci ho rimesso 400 euro

Vendo sempre allo stesso prezzo, il ricavo medio è sempre il prezzo, quello totale è rezzo per

quantità, medio ricavo totale/quantità.

RT= prezzo per quantità e ne esce una

Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
74 pagine
2 download
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/08 Economia e gestione delle imprese

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher miriamfranco_ di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia del territorio e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Genova o del prof Musso Enrico.