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Il ruolo delle grandi imprese nel settore agricolo
Il ruolo delle grandi imprese in questo settore è molto vario a seconda del paese e del tipo di coltura, tuttavia si possono delineare alcune linee comuni di funzionamento.
Nei paesi del Sud del mondo vi fu un processo di trasformazione chiamato rivoluzione verde, che portò alla costruzione di porti e nuove vie di comunicazione e, come conseguenza, si ebbe l'accorpamento di piccoli appezzamenti in grandi colture specializzate e l'introduzione di nuove tecnologie su vasta scala. Tutto questo introdusse gamme di prodotti che rispondevano alla domanda dei mercati mondiali e non solo a quelli locali.
L'agricoltura capitalistica dei grandi spazi. L'agricoltura capitalistica è caratterizzata dalla distanza tra luoghi di produzione e centri di consumo. Come quella di piantagione è legata al funzionamento della grande impresa agroindustriale, ma si differenzia dalla precedente in quanto è localizzata in regioni a clima temperato (Stati Uniti, Canada, Australia, ecc.).
Nuova Zelanda), ha carattere estensivo e la manodopera viene impiegata pochissimo a favore dei macchinari.
L'agricoltura commerciale contadina. È presente soprattutto nei Paesi ricchi e popolati, come Europa e Giappone. È un tipo di agricoltura intensiva condotta di solito a livello familiare e le rese elevate per ettaro derivano dalla meccanizzazione e dall'utilizzo intensivo di prodotti chimici.
I prodotti sono destinati a mercati urbani, regionali o nazionali vicini ai luoghi di produzione. È anche caratterizzata dall'alto prezzo dei terreni e ciò si ripercuote in costi elevati dei prodotti rispetto a quelli dell'agricoltura capitalistica.
Nel caso di attività svolte nelle vicinanze delle grandi aree urbane il settore si è trasformato e specializzato: i prodotti sono coltivati su appezzamenti molto piccoli e trasportati velocemente al mercato. Spesso, ormai, la produzione è realizzata in abiti interamente artificiali, come
ad esempio le serre. 6. la produzione mineraria ed energetica Le materie prime minerarie. Le materie prime minerarie possono essere classificate in minerali metallici, non metallici ed energetici. I primi sono molto utilizzati nell'industria grazie alla loro resistenza al calore (ferro, zinco, piombo...); i secondi sono adoperati in una pluralità di settori economici, come l'industria, l'edilizia e l'agricoltura mentre i terzi sono il gas, il petrolio, il carbone e l'uranio. Esistono minerali estremamente comuni e minerali estremamente rari, inoltre la conformazione fisica dei giacimenti è notevolmente diversa (alcuni si sviluppano in larghezza, altri in profondità) e questo determina diverse modalità di tecnologia da utilizzare nell'estrazione. Vi sono molti problemi legati al fatto che ciò che proviene dalla terra non è tutto illimitato. Da qui nasce l'esigenza di distinguere fra risorse e riserve. Per risorseminerarie si intende la quantità di minerali scoperti, di natura metallica e non, il cui volume è stato stimato e il cui sfruttamento è economicamente e tecnologicamente possibile. Un materiale entra a far parte delle risorse soltanto quando acquista un'utilità economica e sociale. Le riserve comprendono invece solo quella parte delle risorse effettivamente disponibili, per le quali esistono cioè le condizioni tecnologiche, economiche e politiche per il loro immediato sfruttamento. Le riserve sono quindi una parte delle risorse. Il 40% dei giacimenti di materie prime si trova nei Paesi a economia avanzata, il 25% in Russia e Cina e il resto nei Paesi del Sud del mondo. La strategia più utilizzata dalle imprese minerarie dinnanzi al problema della limitatezza delle risorse è la diffusione dell'attività estrattiva nello spazio geografico. Anche per quanto riguarda i consumi ci sono dei forti squilibri. La geografia mineraria.Può essere suddivisa in quattro grandi situazioni regionali di produzione e di consumo minerario:
- L'Europa occidentale e il Giappone, regioni altamente consumatrici ma scarsamente dotate di materie prime, le cui principali aree di approvvigionamento sono rispettivamente l'Africa e l'area del Pacifico.
- L'America settentrionale è un'area sia altamente consumatrice che esportatrice di alcuni materiali. L'America meridionale rappresenta il maggior fornitore.
- Sino ad epoca recente la Russia e l'Est europeo costituivano un'area chiusa per gli scambi. Adesso le esportazioni russe sono rappresentate per il 70% da materie prime.
- I paesi sottosviluppati, visti come esportatori, devono essere suddivisi al loro interno, poiché gran parte delle riserve è concentrata in un numero limitato di paesi fortemente dipendenti nei confronti dei paesi importatori.
Il settore minerario. Lo sfruttamento di un giacimento dipende dal costo.
dell'estrazione, dalla quantità di materiale estratto, nonché dalla profondità e dalla presenza di linee di comunicazione efficienti. Quindi il concetto di economicità in questo settore è molto complesso e può variare nel tempo; tra i fattori più importanti troviamo i costi di trasporto, le condizioni di mercato e i fattori politici e strategici. Dal dopoguerra i trasporti sono migliorati sia dal punto di vista tecnologico che delle quantità trasportate. Si assiste negli anni '60 allo sfruttamento di giacimenti nei paesi del Sud, dove le società di estrazione iniziano ad investire massicciamente. Si crea una corrente di scambi che collega i paesi produttori ai centri industriali statunitensi. Ragionando per grandi aree geografiche, è possibile sostenere che la riduzione dei costi di trasporto e l'aumento della domanda, hanno fatto accrescere la resa dei giacimenti più lontani dalle aree di consumo.la disponibilità futura. Alcuni esempi di fonti rinnovabili sono l'energia solare, l'energia eolica, l'energia idroelettrica e l'energia geotermica. - Le fonti non rinnovabili, invece, sono quelle che si esauriscono nel tempo e non possono essere rigenerate. Queste includono il petrolio, il carbone e il gas naturale. L'utilizzo delle risorse energetiche ha un impatto significativo sull'ambiente. L'estrazione e la combustione di combustibili fossili, ad esempio, contribuiscono all'emissione di gas serra e all'inquinamento dell'aria. Inoltre, l'estrazione di risorse minerarie può causare danni all'ecosistema circostante, come la distruzione di habitat naturali e la contaminazione delle acque. Per ridurre l'impatto ambientale delle risorse energetiche, è importante promuovere l'uso delle fonti rinnovabili e adottare pratiche sostenibili nell'estrazione e nell'utilizzo delle risorse non rinnovabili. Inoltre, è fondamentale investire nella ricerca e nello sviluppo di tecnologie pulite e efficienti per la produzione e l'utilizzo dell'energia.La disponibilità per le generazioni future. Due esempi sono l'energia solare e l'energia idroelettrica. Al loro interno è opportuno ricordare le fonti alternative (en. geotermica, eolica, delle maree). Tra queste, ricordiamo anche l'energia contenuta nella biomassa (si recuperano residui vegetali non utilizzati e liquami animali), poiché attualmente il 9,8% dell'energia utilizzata.
Le fonti non rinnovabili, invece, sono stock che possono solo diminuire nel tempo, almeno in relazione ai tempi umani. Esempi sono il gas, il carbone, l'uranio ed il petrolio, il più sfruttato, in quanto gli altri tipi di energia citati hanno dei limiti; ad esempio il gas naturale necessita di infrastrutture complesse e molto costose per il trasporto, il carbone richiede elevati costi di trasporto e estrazione e l'energia nucleare comporta costi altissimi, sia per la limitatezza delle riserve di uranio, sia per l'allestimento della sicurezza.
degli impianti.Le fonti rinnovabili e alternative sarebbero da preferire per quanto riguarda il loro impatto sull'ambiente, tuttavia si deve tener conto della loro bassa produttività; infatti la maggior parte di esse richiede costi elevati ed ampie superfici utilizzabili per poter essere convenienti.
Nel corso del tempo il consumo di energia è notevolmente aumentato in virtù dell'industrializzazione, che prima era sostenuta solo dal carbone, mentre oggi, in larga misura è sostenuta dal petrolio, ma anche dal gas naturale e dall'energia nucleare, in quanto la poca disponibilità di petrolio ne ha fatto aumentare significativamente i prezzi.
Per il futuro si prevede un aumento dei consumi nei paesi del Sud del mondo (gran parte della crescita relativa ai paesi emergenti è prevista in Asia), mentre diminuiranno nei paesi ricchi, grazie a nuove tecnologie nella produzione e nei trasporti, mentre nei Paesi del Nord i consumi diminuiranno graziealle nuove tecnologie nell'industria e nei trasporti. Prezzi, mercati, manovre speculative. Tutte le dinamiche sin qui descritte sono profondamente legate alle fluttuazioni nel mercato mondiale dei prezzi delle materie prime. Infatti, il crollo di un prezzo può determinare la crisi in un paese, mentre il suo aumento può determinarne la fortuna. Per questi motivi ogni decisione di investimento in questo settore prevede margini di incertezza, dipendendo dal livello che assumerà la domanda nel tempo. A livello molto generale, osservando le fluttuazioni di prezzo di lungo periodo, si rileva come negli anni precedenti l'ultimo conflitto mondiale i prezzi sui mercati internazionali fossero relativamente elevati. Dal dopoguerra agli anni '70, invece, i prezzi delle materie sono rimasti costantemente bassi, determinando un' intensificazione dei flussi minerali verso i paesi industriali. Le fluttuazioni dei prezzi incidono ovviamente sulla scelta, da parte delle imprese minerarie,di sottoporre a sfruttamento un deposito, piuttosto che un altro. I prezzi delle materie prime sono inoltre soggetti a oscillazioni determinate da operazioni sui mercati a termine e da manovre speculative da parte degli Stati e delle imprese che operano nel settore. 7. le filiere industriali Le relazioni industriali. Il termine industria si riferisce al settore secondario, cioè all'insieme delle attività manifatturiere di trasformazione di prodotti primari (dell'agricoltura, minerari, forestali, dell'allevamento) in beni destinati al consumo. L'attività manifatturiera comprende 3 fasi: - L'approvvigionamento di una o più materie prime a seconda del settore in cui opera l'industria che le utilizza. Esse vengono riunite in un determinato luogo e si procede alla loro trasformazione. - La produzione ovvero la trasformazione delle materie prime in prodotto finito. - La distribuzione del bene prodotto sul mercato, che può andare
direttamente ai consumatori fin