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S S S
C 0 S-E
E E E
Per S>E i valori delle due strategie si equivalgono in quanto per la prima, manteniamo il titolo in
portafoglio, che vale appunto S, e per la seconda esercitiamo l’opzione, comprando il titolo ad E, il
cui valore è S.
Per S<E invece, i valori sono diversi, ed in particolare seguendo la seconda strategia, non
esercitiamo l’opzione e manteniamo E, che in questo caso è > di S, che invece abbiamo in
portafoglio seguendo la prima strategia.
Siccome la seconda strategia ci da maggiori possibilità di guadagno, vuol dire che i due portafogli
non possono avere lo stesso costo. Il portafoglio con una probabilità di performance superiore, in
una logica di equilibrio, deve avere un costo superiore.
Nota:
Si ha un arbitraggio quando posso spostarmi da un portafoglio ad un altro per avere:
Una probabilità di guadagno superiore.
• Una spesa inferiore nella gestione del nuovo portafoglio.
•
In uno stato di equilibrio, se ho due portafogli di pari valore in t=0 allora essi devono avere la
probabilità̀
stessa di performance in t=1. probabilità̀
Se invece ho due portafogli di pari valore ma che differiscono per di performance, non
possibilità̀
ho una situazione di equilibrio. Quindi se mi sposto da un portafoglio ad un altro, ho la
con lo stesso costo di ottenere una performance maggiore. Questo implica che non c'è una
situazione di equilibrio nel mercato e posso mettere in atto una strategia di arbitraggio. Ci due
strategie di arbitraggio: probabilità̀
Se ho due posizioni con stesso costo e diverse di performance ho arbitraggio
• probabilità̀
spostandomi dal portafoglio con minore di performance all’altro (senza costi
probabilità̀
aggiuntivi) e aumentando le di performance.
probabilità̀
Se ho due posizioni con pari di performance ma costi differenti, ottengo
• arbitraggio spostandomi dal portafoglio con costo maggiore a quello con costo minore.
PUT
Se P = E-S (P+S = E) possibilità di arbitraggio.
à
Equilibrio di mercato P > E-S
à
S<E S>E
E E E (lascio i soldi da parte/non agisco)
P E-S 0 (acquisto il titolo e compro la put su questo titolo)
S S S
Nel caso in cui il prezzo del titolo scende sotto E le due strategie avranno la stessa performance.
Nel caso in cui il prezzo del titolo sale la seconda strategia sarà preferita perché permette un
guadagno superiore.
Il modello di Black e Sholes
Il modello di Black e Sholes è in grado di approssimare il prezzo delle opzioni tenendo conto di
tutte le variabili. Si poggia sul modello binomiale, il quale è stato pensato per l’identificazione di
portafogli/strategie di investimento che possono duplicare i valori delle opzioni stesse.
L’obiettivo del modello è quindi quello di trovare il valore dell’opzione e la logica di fondo è quella
di identificare se nel mercato esiste una strategia (con strumenti finanziari, titoli azionari, attività
prive di rischio, …) che mi dia lo stesso risultato (un portafoglio con la stessa performance) della
strategia con l’opzione.
Necessariamente, se esiste, questo portafoglio ha lo stesso valore dell’opzione stessa, al tempo t 0
logica di duplicazione.
à
Il modello binomiale arriva a dedurre il costo dell’opzione attraverso una metodologia indiretta
ovvero attraverso un portafoglio detto duplicante (con stessa performance dell’opzione, e con
valore osservabile, in quanto composto di strumenti già presenti sul mercato).
SECONDO MODULO
Opzioni più conosciute che non hanno azioni come sottostante (al 99% create e praticate da
investitori istituzionali):
1. OPZIONI DI SCAMBIO.
2. OPZIONI SU INDICI.
3. OPZIONI SU TASSI D’INTERESSE.
4. OPZIONI A GRAPPOLO.
5. OPZIONI SU VALUTE.
Sono quotate, standardizzate e si possono scambiare sul mercato. Sono simili alle opzioni viste
finora salvo che per il sottostante.
1. OPZIONI DI SCAMBIO Non c’è esborso di liquidità: prevede solo il cambio di un titolo
à
con un altro a scadenza se risulta conveniente. È più diffusa tra gli investitori istituzionali
per necessità di riassetto di portafoglio e dinamiche di investimento.
2. OPZIONI SU INDICI Hanno una caratteristica peculiare indirizzata ad un’idea di
à
speculazione e scommessa. Per propria natura se esercitiamo un’opzione in questo caso
non si può ottenere l’indice. In questo caso la natura dell’opzione si sposta sulla logica
speculativa, si scommette sull’andamento dell’indice (azionario/obbligazionario/ ecc.).
Quindi il valore di esercizio che sarà dato da un fissato valore dell’indice. Nel momento in
cui l’opzione scade si possono presentare due casi: il valore di esercizio è minore oppure
maggiore del valore di mercato dell’indice alla scadenza. Se è minore non è esercitabile se
invece è superiore è esercitabile perché tecnicamente si ottiene una differenza positiva che
viene liquidata. Si ottiene la differenza di punti e ad ogni punto indice corrisponde un
valore unitario fissato in euro. Si cerca di guadagnare una “differenza di liquidità” legata al
differenziale tra i punti indice (logica puramente speculativa). Sia per la call che per la put il
valore di ciascun punto deve essere fissato alla data di origine dell’opzione stessa.
3. OPZIONI SU TASSI D’INTERESSE In questo caso le operazioni messe in atto seguono sia
à
una logica speculativa che una logica di assesto del portafoglio.
Se posseggo un portafoglio a tassi variabili compro un’opzione che mi consente di
tramutare un prestito a tassi variabili in un prestito a tassi fissi e viceversa. Parto da una
posizione in tassi flessibili e cerco di capire come andrà l’andamento dei tassi e compro
un’opzione che mi consente di modificare questa struttura di tassi di interesse. Queste
possibilità comunque sono standardizzate queste opzioni che mi danno la possibilità di
cambiare sono comunque standardizzate sul mercato.
Oppure possono essere utilizzate quando si ipotizza che il tasso possa avere un certo
andamento per prendere una posizione. Se le previsioni si realizzano si riceve liquidità, in
caso contrario la posizione vale zero.
Da tali opzioni è possibile creare un’ulteriore categoria:
4. OPZIONI A GRAPPOLO si acquista una struttura con tante opzioni. Un grappolo di
à
opzioni call si chiama un grappolo di opzioni put si chiama
CAP, FLOOR.
L’unica struttura prevede tante call ognuna corrispondente ad una specifica scadenza sulla
quale dovrò pagare gli interessi. La scadenza di ciascuna opzione corrisponde ad una
singola t. Ad esempio se a scadenza il tasso fisso è superiore al tasso variabile, si passa a
quest’ultimo, al contrario si mantiene il fisso.
Procedimento uguale e contrario è quello dei “grappoli” dell’opzione put, il FLOOR.
Vengono usati da chi viole coprirsi dal calo dei tassi d’interesse (che in questo caso per chi
vendo costituiscono un introito). Va a stabilizzare il ribasso dei tassi.
In generale, se le previsioni sono giuste, ad ogni scadenza viene esercitata l’opzione, in
caso contrario ad ogni scadenza viene pagata l’opzione che non si esercita. Quindi vanno
valutate nel loro complesso.
5. OPZIONI SU VALUTE Oltre alla finalità speculativa c’è anche una logica assicurativa (caso
à
classico in cui il sottostante è liquido).
I WARRANT
Si definisce Warrant uno strumento finanziario, quotato in Borsa, consistente in un contratto a
termine che conferisce la facoltà di sottoscrivere l'acquisto (detti Warrant Call) o la vendita
(detti Warrant Put) di una certa attività finanziaria sottostante (underlying) ad un prezzo
(detto strike price o prezzo d'esercizio) e ad una scadenza stabilita. L'esercizio di questo strumento
finanziario comporta l'emissione di nuove azioni da parte della società.
Questo strumento da le stesse opportunità delle opzioni, ma mentre queste sono strumenti del
mercato secondario, create dagli operatori, come strumenti per non prendere subito posizione e
che non vanno a modificare la situazione dell’emittente, i warrant sono emessi dall’emittente: è
uno strumento che l’emittente usa per aumentare il capitale in una forma diluita nel tempo.
È uno strumento di mercato primario come forma alternativa di raccolta di capitale diluita nel
tempo questo implica una volontà di fidelizzazione del proprio azionariato (la sottoscrizione
à
può avvenire a scadenza, quindi anche se al momento non si hanno le risorse liquide), quindi per
dare la possibilità di partecipare all’aumento di capitale anche in futuro.
Generali li ha emessi con scadenza 6 anni ultimamente. Quindi non sono standardizzati.
Il warrant ha effetto di diluizione del capitale una volta esercitato, perché si produce
effettivamente un aumento del capitale una volta esercitato.
Il warrant può essere emesso singolarmente oppure come obbligazione/azione cum warrant.
Quando ho in mano un’obbligazione cum warrant nel momento in cui decido di esercitare il
warrant ho una duplice posizione: divento azionista e rimango obbligazionista.
Il processo di investimento
In finanza esistono tanti strumenti, servono tutti e non esiste una regola comune che ci dice quali
utilizzare e come.
Il processo di allocazione degli investimenti ha dei punti fermi:
1. Definizione dell’allocazione strategica.
2. Definizione dell’allocazione tattica.
3. Definizione dei portafogli.
4. Verifica della ed eventuali interventi correttivi.
rischiosità
La differenza tra l’allocazione strategica e quella tattica può essere intesa come di lungo periodo la
prima e di breve la seconda. La definizione strategica coincide con la definizione del benchmark ed
è l’unica a non cambiare, tutto il resto può essere modificato. Invece quanto riguarda la
definizione del portafoglio va intesa sia ex ante, ex post che durante.
Principalmente le variabili che più ci interessano sono: il ed il Entrambe sono
rischio rendimento.
fondamentali e lavorano insieme.
L’attività è all’interno di ogni SGR e coinvolge i seguenti attori:
di gestione
Analisti fondamentali.
o Analisti tecnici.
o Gestori.
o Risk managers.
o
I due tipi di analisi più comuni riguardanti i mercati finanziari sono l’analisi tecnica e l’analisi
fondamentale. A differenza dell’analisi tecnica, che guarda all’azione del prezzo ed ai trends per
definire in che punto i prezzi posso