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DEFINIZIONE DEI PORTAFOGLI
Questa è la fase finale del processo di gestione nella quale dopo aver fatto un’analisi delle
struttura del mercato ed dopo aver individuato l’universo investibile, si procederà con la
definizione del portafoglio modello. Possiamo avere due stili di gestione del portafoglio:
- Gestione attiva: il gestore attivo è un gestore che pensa che esistono sul mercato dei titoli non
prezzati correttamente e crede di detenere la capacità di individuarli.
- Gestione passiva: il gestore passivo tendenzialmente agisce come se i mercati fossero efficienti
e quindi non andrà a vedere quali titoli siano sopra o sotto prezzati, andando ad indicizzare il
portafoglio ad un benchmark.
Pagina 33
VERIFICA DELLA RISCHIOSITÀ
In tale fase finale si dovrà valutare se la rischiosità che il gestore ha fatto sopportare all’investitore
è adeguata con gli obiettivi prefissati dallo stesso. Poi si dovrà capire se l’attività del gestore è
state buona o meno andando a valutare la performance che ha fatto il gestore aspetto al livello
del benchmark, andando infine a combinare la performance al rischio. Per misurare la rischiosità
si utilizza la volatilità che si può fare sia sul portafoglio sia sul benchmark.
T
1 −
∑
σ = (R − R )
t
n − 1 t=1
In tale fase è importante capire anche la rischiosità relativa che permette di tenere conto le due
variazioni dei rendimenti (benchmark e portafoglio) e misura la rischiosità delle scommesse attive
fatte dal gestore ed è chiamata tracking error. Infatti si andrà a calcolare il differenziale di dei
rendimenti tra il portafoglio e il benchmark, ottenendo così i rendimenti attivi e poi su quelli si
andrà a calcolare la rischiosità applicando il calcolo della volatilità sul delta dei rendimenti. Quindi
il tracking erro è la volatilità del delta dei rendimenti attivi.
T
260 2
∑
TE = (P − B )
t t
T t=1
Il tracking error della parte passiva del portafoglio è nullo perchè tende a fare un rendimento del
portafoglio pari a quello del benchmark (P=B). Quindi si calcolerà il tracking error della parte attiva
che mostrerà un eventuale extra-rendimento fatta dal gestore con il livello di rischiosità che ha
fatto pagare al cliente. Misura importante è l’information ratio che mette in rapporto l’extra
rendimento su l’extra rischio per capire quanto è costata in termini di rischio ogni unità in più di
extra rendimento per capire la qualità del lavoro fatta dal gestore.
Esempio: Active return Active risk Information ratio
3 2 1,5
Strategia 1
Strategia 2 3 3 1
In questo esempio il gestore 1 e 2 hanno ottenuto un active return uguale, ma se osserviamo
l’active risk del gestore 1 ha un livello pari a 2 e il secondo pari a 3. In termini relativi però
l’information ratio del gestore 1 è maggiore rispetto al secondo gestore e per tale ragione il primo
è il più efficiente perchè ha fatto ottenere un extra rendimento facendo sopportare un rischio
aggiuntivo minore.
Una volta definito il benchmark il gestore può fare delle scelte, se vi è un sistema di risk
management che funziona bene andrà a dare al gestore la possibilità di scomporre la
performance ottenuta dal gestore in scelte allocative e scelte di selezione. Quindi possiamo
misurare un allocation effect che misura l’impatto in termini di performance di scelte attive di
allocazione rispetto al benchmark delle singole asset class; mentre il selection effect misura
l’impatto connesso alla decisione di detenere titoli in percentuale differente rispetto all’universo
investibile definito dal benchmark. Infine vi è l’interaction effect che misura l’effetto combinato
delle scelte di selezione e di allocazione.
Pagina 34
LE GRECHE: DETERMINANTI DEL VALORE DI UN’OPZIONE
Quando inseriamo un’opzione in portafoglio è improntate capire come si muove il prezzo delle
opzioni durante la loro vita che dipende dalle cosiddette greche.
Il payoff dell’opzione è dato dal valore intrinseco, nella quale abbiamo:
C = max (S-K ; 0)
P = max (K-S;0)
Importante è il valore temporale dell’opzione che dipende da diverse variabili:
1) S = sottostante: Delta
2) K = lo strike
3) La volatilità: Vega
4) Il tempo che manca alla scadenza: Theta
5) Il livello dei tassi di interesse: Rho
Bisogna capire come, al variare di tali variabili, cambia il valore dell’opzione.
Quindi si può tenere in considerazione una formula che consente di ottenere il premio a scadenza
dato dal valore intrinseco e dal valore temporale. Il prezzo dell’opzione cambia nel tempo.
Delta:
Misura la variazione del prezzo dell’opzione in base a come si muove il sottostante.
dc
Delta = dS
Se l’opzione è at the money il delta vale 0,5; se l’opzione è in the money è pari a 1; se infine è out
of the money è pari a 0. Il segno del delta dipende dalla tipologia dell’opzione: sarà positivo se si
considera un’opzione call, sarà negativo se si considera un’opzione put.
Quindi il delta su una call è maggiore di zero, e massimo può essere pari a 1, mentre il delta di
una put è minore di 0 e al minimo può essere -1.
Se siamo molto lottati dallo strike, variazioni improntati del sottostante non influiranno sul prezzo
dell’opzione, mentre man mano che ci si avvicina allo strike il prezzo dell’opzione sarà più
sensibile a variazioni del prezzo del sottostante.
La variazione che si considera è una variazione percentuale. Quindi per l’acquisto di una call il
Delta è maggiore di zero infatti guadagno se il sottostante aumenta di valore, per l’acquisto di una
put il Delta è minore uguale a zero infatti guadagno se il sottostante perde di valore.
Stesse considerazioni si possono fare con riferiremo alla vendita delle opzioni, ma la logica sul
Delta sarà opposta.
Il Delta mette in luce l’inclinazione della retta della call che mostra i guadagni se sono un
compratore dell’opzione, mentre mostrerà la retta delle perdite se sono un venditore.
Quindi l’inclinazione darà il segno del Delta, mentre se è tra at the money e in the money è si
avvicinerà a 1, se va da at the money a out of the money si avvicinerà a 0.
Fino ad ora stiamo ragionando su opzioni europee.
Graficamente:
In questo caso sto In questo caso sto acquistando una put, si
acquistando una call, si osserva un’inclinazione negativa, quindi
osserva un’inclinazione Delta negativo
positiva, quindi Delta positivo
In questo caso sto In questo caso sto vendendo
vendendo una call, si una put, si osserva
osserva un’inclinazione un’inclinazione positiva, quindi
negativa, quindi Delta Delta positivo
Pagina 35 negativo
Gamma:
Misura la variazione del Delta al variare del prezzo del sottostante.
d Delta
Ga m m a = d P
underlyng
Se si compra un’opzione si avrà un Gamma positivo se si vende un’opzione avremo un Gamma
negativo. Il Gamma è improntate per capire come si muove il prezzo quando siamo da una parte
o l’altra dell’at the money e mostra la velocità con cui cambia il Delta.
Theta:
Misura la variazione del prezzo dell’opzione al trascorrere del tempo.
ΔVM
opzione
T heta = Δt
Se si compra un opzione si avrà un theta negativo, mentre se si è venditori di opzioni si avrà un
theta positivo. Infatti quando sono compratore perdo una quota del valore temporale dell’opzione
perchè ci si avvicina alla scadenza ed allora il diritto varrà meno.
Il valore del tempo è funzione del tempo che manca alla scadenza e dalla vicinanza o meno all’at
the money, cioè quando il rapporto tra strike e del sottostante vale 1, nella quale si osserverà un
valore del tempo molto alto, man mano che ci allontaniamo perde di valore. Infatti se si ha molto
tempo a disposizione, ma siamo molto out of the money il valore del tempo varrà molto poco e
quindi anche il prezzo dell’opzione. Se ad esempio lo strike è 6 e il prezzo del sottostante oggi è 2
e mancano due gironi alla scadenza, il valore del tempo sarà molto basso e il prezzo dell’opzione
tenderà a zero, viceversa se quotasse a 5,8 e lo strike è 6 e avessimo 3 mesi il valore del tempo
sarà elevato però non sarà importante come se mancassero 15 giorni, perchè vi è un punto in cui
se sono troppo out of the money il valore dell’opzione andrà a zero perchè sarà molto difficile che
ritorni at the money.
Possiamo inoltre osservare dal grafico che la curva del theta tende ad appiattirsi meno tempo
manca alla scadenza.
Vega:
Misura la variazione del prezzo dell’opzione al variare della volatilità del sottostante.
ΔVM
opzione
Vega = Δσ
Quando acquisto un’opzione il Vega sarà positivo perchè la probabilità di guadagno aumenterà se
la volatilità aumenta in modo tale che aumentino le probabilità di esercizio dell’opzione. Viceversa
se siamo venditori di un’opzione il Vega sarà negativo perchè si avrà una maggior probabilità di
perdita se la volatilità aumenta.
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Rho:
Misura la variazione del prezzo dell’opzione al variare del tasso di interesse.
dc
Rh o = dr
Il tasso di interesse impatta il valore di una opzione in modi differenti a seconda che:
- il premio venga pagato a scadenza o prima
- consideriamo opzioni Americane o Europee, perchè va ad impattare il valore dei payoff
- l’opzione ha un valore intrinseco o meno
Oggi i tassi sono molto bassi e per questo l’importanza di tale greca è marginale.
Riassumendo il premio di un’opzione è funzione di quattro variabili che possono essere definiti
dalle greche definite in precedenza.
Ipotizziamo che il sottostante valga 5 e consideriamo due opzioni call, una con strike a 4 ed una
con strike a 8 con scadenza uguale ad un mese, la prima avrà un valore maggiore della seconda
perchè è già in the money alla stipula, mentre la seconda è out of the money. Il Delta della prima
sarà compresa tra 0,5 e 1, mentre della seconda opzione sarà tra 0 e 0,5. In entrambi i casi è
positivo. Per quanto riguarda il Gamma sarà anche esso positivo, mentre il Theta è negativo e
Vega è positivo. Le Greche