Anteprima
Vedrai una selezione di 10 pagine su 92
Appunti economia aziendale Pag. 1 Appunti economia aziendale Pag. 2
Anteprima di 10 pagg. su 92.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti economia aziendale Pag. 6
Anteprima di 10 pagg. su 92.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti economia aziendale Pag. 11
Anteprima di 10 pagg. su 92.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti economia aziendale Pag. 16
Anteprima di 10 pagg. su 92.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti economia aziendale Pag. 21
Anteprima di 10 pagg. su 92.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti economia aziendale Pag. 26
Anteprima di 10 pagg. su 92.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti economia aziendale Pag. 31
Anteprima di 10 pagg. su 92.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti economia aziendale Pag. 36
Anteprima di 10 pagg. su 92.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti economia aziendale Pag. 41
1 su 92
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

ATTIVO FISSO NETTO

TOTALE ATTIVO TOTALE PASSIVO 67

Esempio.

Immobilizzazioni materiali:

. Impianti 36,7 Passivo corrente:

. Debiti v/fornitori 35,3

Immobilizzazioni immateriali: . Debiti v/banche 4,2

. Brevetti 0,5 . Debiti diversi 5,6

Immobilizzazioni finanziarie: . Debiti tributari 3,2

. Partecipazioni 2,8 Passivo consolidato:

. TFR 10,5

ATTIVO FISSO NETTO 40 . Mutui passivi 24,2

Liquidità immediate:

. Cassa e banca 2,1

. Titoli 15,2 Patrimonio netto:

Liquidità differite: . Capitale sociale 10,0

. Crediti v/clienti 30,3 . Riserve 40,0

. Cambiali attive 20,2 . Utile esercizio 3,2

. Crediti diversi 6,0

Disponibilità:

. Rimanenze 22,4

ATTIVO CORRENTE 96,2

TOTALE ATTIVO 136,2 TOTALE PASSIVO 136,2

68

3.4. Elaborazione e valutazione degli indici.

L’elaborazione degli indici di bilancio è la terza fase dell’analisi di bilancio,

successiva alle fasi della riclassificazione dello stato patrimoniale e del conto

economico.

Gli indici sono il rapporto tra alcuni valori dello stato patrimoniale e del conto

economico riclassificato, fornendo maggiori informazioni riguardo la redditività,

la liquidità, la solidità e lo sviluppo dell’azienda.

Una volta stilati i vari indici, è necessario andare a leggerli ed interpretarli,

tenendo presente che:

- Non esistono valori fisiologici.

- Esistono valori patologici, ovvero valori che possono essere

segnali di tensioni economico – finanziarie dell’azienda.

- È opportuno procedere a comparazioni:

d

Con riferimento alla stessa azienda, utilizzando bilanci di anni

§ precedenti, svolgendo così comparazioni intertemporali.

Con altre aziende confrontabili e operanti nello stesso settore,

§ svolgendo così comparazioni interaziendali.

Il processo di valutazione quindi si compone di diverse fasi:

- Prestare attenzione alla riclassificazione del bilancio di 3 – 5 anni.

- Elaborazione automatica degli indici.

- Formulare un giudizio per ciascuno dei 4 profili, focalizzandosi su:

- Variazioni rilevanti

- Valori più significativi, sia positivi che negativi

- Prevenire così un giudizio sintetico in cui rilevare:

Principali aspetti positivi

§ Punti negativi o di preoccupazione

§ Attenzioni da avere nel futuro

§ 1. Gli indici di solidità

Gli indici di solidità rappresentano la capacità dell’azienda di far fronte ai propri

impegni nel lungo periodo, ossia la capacità dell’azienda a resistere a fatti

esterni, rilevanti e avversi.

Gli indici di solidità sono: 69

a. Rapporto di indebitamento

Questo indice ha valore:

- Pari 1 quando l’attivo netto è tutto finanziato dai mezzi propri,

ovvero l’azienda non ricorre al capitale di terzi. Questo

rappresenta quindi una forte solidità dell’azienda.

- Un valore via via maggiore di 1 a mano mano che la parte di attivo

netto finanziata attraverso il ricorso di capitale di terzi sarà

maggiore. Maggiore sarà il valore e minore sarà la solidità

dell’azienda.

Normalmente questo indice può avere valori considerati accettabili fino a 2,5/3.

b. Rapporto di indebitamento (2^ versione)

Questo indice ha valore:

1. Pari a 0 quando l’azienda è totalmente finanziata dai soci.

2. Pari a 1 quando i mezzi propri eguagliano il capitale di terzi, quindi

l’azienda per metà con il capitale proprio e per metà ricorrendo al

debito.

3. Via via crescente quando i mezzi di terzi preponderano.

La situazione ottimale prevede un valore intorno all’1, dove l’azienda utilizza sia

il capitale proprio che il capitale di terzi. Valori intorno all’1,5/2 massimo

vengono comunque considerati accettabili.

c. Grado di copertura delle immobilizzazioni

Questo indice indica la quota di immobilizzazioni che sono finanziate dai mezzi

propri. Il valore è: 70

1. Pari a 1 quando le immobilizzazioni sono tutte coperte dal capitale netto,

ovvero i mezzi propri.

2. Tendente allo 0, via a via che le immobilizzazioni sono coperte da mezzi

di terzi.

Un indice intorno all’1, e superiore, indica una solidità dell’azienda. Risultati

invece con valori minori rappresentano una minor solidità aziendale in quanto

l’azienda ha finanziato mezzi a lungo termine con debite a breve/medio termine.

Nel momento in cui il risultato di questo indice non risultasse soddisfacente, è

opportuno andare a calcolare un grado di copertura di secondo livello, ovvero il

rapporto tra capitale netto più il passivo consolidato e le immobilizzazioni nette.

Se anche questo indice dovesse essere inferiore a 1, vuol dire che parte delle

immobilizzazioni sono state finanziate con debiti a breve termine.

(PATRIMONIO NETTO + PASSIVITA’ NON A BREVE)

_____________________________________________

TOTALE DELLE IMMOBILIZZAZIONI

2. Indici di liquidità

Gli indici di liquidità esprimono la capacità dell’azienda di far fronte ai propri

debiti nel breve termine. Rapportano quindi le liquidità a breve termine al

passivo corrente.

Gli indici di liquidità sono:

a. Quoziente di liquidità

b. Quoziente di disponibilità

Se questi indici sono inferiori all’1, vuol dire che è presente una parte dei

§ 71

debiti a brevi che non sono coperti con le voci dell’attivo a breve creando

tensione finanziaria. L’azienda dovrà probabilmente, in tale situazione,

ricorrere ad altro debito per pagare quelli che vanno in scadenza.

Valori prossimi e superiori all’1 indicano invece una buona copertura dei

§ debiti e stanno quindi ad indicare una buona liquidità dell’azienda.

3. Indici di sviluppo

Sono una comparazione temporale di alcune grandezze di bilancio dell’anno

rispetto all’anno precedente. Al numeratore avremo così la variazione avvenuta

nell’anno della grandezza di riferimento e al denominatore il valore dell’anno

precedente. 4. Indici di redditività

La redditività esprime la capacità dell’azienda di generare ricchezza attraverso

la propria gestione.

a. ROS – Return On Sales

Il ROS, Return on Sales ovvero l’indice di redditività delle vendite, esprime la

convenienza economica delle vendite effettuate, ovvero quanto rimane dal 72

ricavo delle vendite effettuate dopo aver pagato tutti i costi di gestione

caratteristica.

b. ROA – Return On Assets / ROI – Return On Investments

Il ROA, Return On Assets ovvero l’indice di redditività dell’attivo netto

conosciuto anche come ROI, Return On Investiments, esprime l’efficienza della

gestione caratteristica, ovvero la quantità di reddito generata dalla gestione

caratteristica.

c. ROE – Return On Equity

Il ROE, Return On Equity ovvero l’indice di redditività del capitale netto, indica il

flusso di reddito che viene generato dal capitale investito durante l’anno.

Questo indice viene valutato dai venture capitalists nel momento in cui devono

decidere se investire o meno in un’azienda.

d. TR – Tasso di Rotazione dell’attivo

Il TR, Tasso di Rotazione dell’attivo, indica l’efficienza operativa della gestione

e indica quante volte il capitale investito ruota nel corso dell’anno in termini di

fatturato, ovvero la capacità dell’azienda di creare fatturato con un attivo netto,

cioè con un capitale investito, maggiore/minore. Migliore sarà quindi l’azienda

che riuscirà ad ottenere un buon fatturato con un investimento minore.

e. Il nesso tra ROS e ROA 73

Il ROA è il prodotto del ROS, cioè del reddito operativo sulle vendite, con il TR,

cioè il tasso di rotazione dell’attivo sulle vendite:

L’interpretazione economica del legame tra ROS e ROA ci permette di capire

qual è stata la scelta strategica compiuta dall’azienda:

Percepire un basso guadagno dalle vendite (indice ROS basso) ma

§ beneficiare di un basso livello di investimenti che permette di far ruotare

molto l’attivo netto nel corso dell’anno (indice TR alto).

Un esempio è un discount di periferia che incassa poco dalla vendita dei

prodotti ma che ha anche investimenti limitati.

Percepire un alto guadagno dalle vendite (indice ROS alto) ma che

§ hanno alti livelli di investimenti che non permettono all’attivo netto di

ruotare molto durante l’anno (indice TR basso).

Un esempio è un’oreficeria in centro Milano che incassa molto ma deve

sostenere molti costi per l’immobile.

f. Il nesso tra ROE e ROA – Leva finanziaria

L’effetto della leva finanziaria si produce per via della differenza tra il ROA e il

costo medio del capitale di terzi, gli interessi. Quando il ROA è maggiora del

tasso di interesse, all’azienda conviene quindi indebitarsi, investire così le

risorse ottenute nell’azienda stessa al fine di ottenere un ROA maggiore.

Gli elementi che contribuiscono al determinarsi da un effetto leva, sia positivo

che negativo, sono sostanzialmente due:

La differenza di redditività tra il ROA e il costo medio del capitale, il tasso

§ di interesse.

Il rapporto di indebitamento: Mezzi di Terzi/Capitale Netto

§

L’effetto leva si manifesta in maniera maggiore, tanto maggiore è il differenziale

tra ROA e l’interesse e tanto maggiore è il rapporto di indebitamento.

La formula generale di passaggio dal ROA al ROE, trascurando le imposte e gli

eventuali componenti straordinari, è quindi: 74

Dal punto di vista grafico, la leva finanziaria è rappresentata da una retta che

ha l’origine a livello del ROE e che cresce con un’inclinazione maggiore tanto

quanto è maggiore la differenza tra ROA e tasso d’interesse.

Effetto di leva finanziaria al variare del rapporto di indebitamento

Il ROE aumenta all’aumentare del rapporto di indebitamento: un’azienda che

sarà più indebitata e che ricorrerà all’utilizzo di capitale di terzi, avrà quindi un

ROE più alto rispetto ad un’azienda che preferisce utilizzare più capitale

proprio.

Quindi maggiore sarà il rapporto di indebitamento, più rilevante sarà l’effetto

della leva finanziaria.

Effetto di leva finanziaria al variare del ROA

Il ROE dipende quindi in modo diretto anche dal differenziale tra ROA e tasso

d’interesse: nel momento in cui questo differenziale si riduce o diventa

negativo, l’effetto leva si produce anche in senso contrario, registrando un

peggioramento nel profilo reddituale. Un differenziale positivo invece incide i

Dettagli
Publisher
A.A. 2017-2018
92 pagine
1 download
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/07 Economia aziendale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Dave_R di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia aziendale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Molteni Mario.