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RELAZIONI TRA REDDITO E CAPITALE:
i = tassi di interesse
i = r/k
k= R/i
Il TOTALE COSTI non comprende l’ iva, in quanto non è un costo!
IL PROFITTO CALCOLATO SOPRA, è un PROFITTO CONTABILE, in quanto
per calcolarlo si è fatto riferimento a costi che hanno avuto manifestazione
esplicita, e che successivamente hanno avuto manifestazione finanziaria.
Corrisponde all’ utile e quindi all’ E.B.T. ( utile prima delle tasse)
L’ utile di 45, confronto ai ricavi di 200 incassati sono tanti o pochi?
Tutto è in rapporto al volume di fatturato, nell’ esempio considerato non è male,
perchè nei costi non ho tenuto conto della remunerazione dell’ imprenditore e
del costo del’ immobile!
Infatti ho tenuto conto solo dei COSTI ESPLICITI = 155.000.
MA non ho tenuto conto dei costi IMPLICITI, (FIGURATIVI), OVVERO:
stipendio titolare 20.000, quota ammortamento dell’ immobile 10.000
RICAVI 200.000
Costi espliciti 155.000
+ costi impliciti
figurativi 20.000
stipendio titolare 10.000
immobile 30.000
totale costi impliciti
TOTALE COSTI 185.000
(espliciti-impliciti =
costo-opportunità’
PROFITTO 15.000
ECONOMICO
200 – 185
Quindi 155.000 +
30.000
= 185.000 --> indica la quota dei COSTI-OPPORTUNITà!
Profitto economico = 200-185 = 15.000 euro.
La differenza tra lo stipendio del titolare 20.000 e il profitto economico 15.000 è
che: 20 sono sicuri
15 sono la remunerazione del mio lavoro, del capitale immesso/investito,
sarebbero i dividendi che possono esserci o no, sono variabili e legati all’
andamento della gestione. È la ricchezza generata dalla mie attività, ma
è soggetta a RISCHIO.
QUINDI tenendo conto dei costi figurativi, la mia attività ha un profitto positivo,
quindi ha un utile in avanzo
Per capire se è tanto poco si può fare:
> utile/volume d’ affari
> oppure utile/capitale
> R.O.S. --> RETURN ON SALES = REDDITIVITÀ’ DELLE VENDITN È un
margine dato da : vendite / e.b.t.
Quindi per capire se andare avanti o no devo guardare il profitto che tiene
conto dei costi opportunità = Profitto economico
L’ASPETTO ECONOMICO DELLA
GESTIONE:
CARATTERISTICHE E ANALISI DEI COSTI
La gestione, intesa come sistema di attivita’, presenta due caratteristiche principali:
1.UNITARIETA’
2.ESTENSIONEDIMENSIONALE DELL’ AZIENDA (che può essere grande o piccola :
Focalizzarsi sulle dimensioni aziendali significa tradurre nelle categorie costi e ricavi)
Il connotato della unitarieta’ è inteso tale in relazione a:
A. LE RELAZIONI DI INTERDIPENDENZA DEI PROCESSI AZIENDALI TRA LE
COORDINAZIONI PARZIALI (aggregazione di processi affini, ad es. i processi di
acquisto delle diverse materie prime considerati congiuntamente);
1 INPUT 2 produzione 3 output
tipica sequenza che non viene sempre eseguita in questo modo. Se il ciclo e’
opposto, si potrebbe visualizzare il caso S.A.L. STATI AVANZAMENTI LAVORI : ci
si fa pagare ad intervalli in proporzione al lavoro da completare.
Es: il 1-10-14 inizio i lavori e consegno il prodotto nel 02-2016 costi = 400 e R =
600.
se si paga al momento della consegna, c’e’ un problema, bisognerebbe strutturare
lo stato-avanzamento lavoro : se l’ acquirente riesce a far finanziare la produzione
dal produttore, ha sia la tutela-garanzia di guadagnare tutto alla fine, inoltre vi e’ il
concetto di costo-opportunità : non pago gli interessi. Se si decide di firmare un
contratto molto vantaggioso che promette un utile profittevole, bisogna pero’
affrontare un problema finanziario: finanziare la produzione ma anche un problema
di tipo economico: il pagamento di interessi .
B. LE RELAZIONI DI COMPLEMENTARIETA’ E FUNGIBILITA’ DELLE
PRODUZIONI: Con complementarietà ci si riferisce al fatto che un bene deve
essere uno necessario all’ altro, da utilizzare simultaneamente ed
obbligatoriamente insieme. Questo concetto e’ opposto a quello della
fungibilità: il bene fungibile x eccellenza e’ il danaro, un alto esempio e’ la coca
cola-pepsi. Il grado di fungibilità dei fattori della produzione e’ molto importante
nell’ ambito lavorativo: staff efficiente, educato, fungibile i fattori della
produzione quindi devono essere valutati dal punto di vista fungibile
C. LE CARATTERISTICHE DEL PROCESSO PRODUTTIVO IN RELAZIONE
ALL’OUTPUT DEL PROCESSO
TIPICITÀ’ DEL PROCESSO PRODUTTIVO:
- produzioni disgiunte: alla fine del processo produttivo ci si ritrova con un solo
prodotto, che e’ quello principale.
- congiunte: alla fine del processo produttivo mi ritrovo con due o più prodotti
INTERDIPENDENZA DELLE COORDINAZIONI PARZIALI
A. i processi e le attivita’ di gestione, evidenziano innanzitutto un insieme di vincoli e di
relazioni di interdipendenza. prendendo a riferimento le aziende industriali, l’asse
portante della gestione si fonda sulla seguente sequenza di coordinazioni parziali:
APPROVVIGIONAMENTI
TRASFORMAZIO
VENDITA
NE
le relazioni tra le coordinazioni parziali (insieme di processi), pur schematizzabili secondo
un rapporto sequenziale, sono sempre natura “circolare”. ad esempio, le vendite
influenzano i processi di produzione e questi ultimi nel duplice aspetto qualitativo e
quantitativo, condizionano le politiche di vendita. a loro volta i processi di produzione
sono condizionati dalle politiche di approvvigionamento. tenendo sempre presente la
caratteristica della circolarita’, le relazioni tra i processi e le operazioni della gestione
delle aziende
industriali possono in ogni caso essere ricondotte a due varianti fondamentali:
prima variante
APPROVVIGIONAMENTI
TRASFORMAZIO
VENDITA
NE
seconda variante
APPROVVIGIONAMENTI
TRASFORMAZIO
VENDITA
NE
la prima variante qualifica le produzioni per il magazzino; le aziende che producono
per il magazzino operano in funzione di una domanda di mercato. la produzione e’
realizzata a prescindere da una specifica operazione di vendita.
la seconda variante qualifica le produzioni su commessa; le aziende che
producono su commessa operano solo dopo aver “contrattualizzato” il rapporto con il
cliente.
B. le relazioni di complementarieta’(utilizzo simultaneo e armonizzato) e di
fungibilita’ (utilizzo sostitutivo - alternativo) delle condizioni di produzione (in
particolare, capitale e lavoro) portano a individuare:
• produzioni ad alta intensita’ di capitale o di lavoro;
• produzioni meccanizzate (automatizzate) o non meccanizzate (non automatizzate).
C. in relazione alle caratteristiche del processo produttivo rispetto all’output si
hanno:
• produzioni congiunte: dal processo di produzione scaturiscono in modo
fisiologico e non eliminabile due o piu’ prodotti finiti;
produzioni disgiunte: dal processo di produzione scaturisce uno e un solo prodotto
finito. ESTENSIONE
Dopo l’unitarieta’, una seconda caratteristica fondamentale della gestione e’ la
estensione nei suoi vari aspetti (dimensionale, orizzontale, verticale, spaziale,
interaziendale).
ESTENSIONE DIMENSIONALE: sul piano gestionale l’attivita’ aziendale e’ orientata alla
ricerca delle dimensioni ottimali. la ricerca delle dimensioni ottimali interessa sia
l’azienda nel suo complesso sia i vari “segmenti” della gestione (divisioni, asa etc…), i
singoli processi e le operazioni. nella ricerca della dimensione adeguata hanno rilievo le
economie di scala.
L’ ESTENSIONE corrisponde alle dimensioni dell’ azienda, che hanno effetti sul concetto di
efficienza, che significa ottenere il massimo profitto con il minor consumo di risorse. Il
concetto di estensione sfrutta: (La struttura alberghiera ha una struttura di costo che si
riesce ad ammortizzare solo con le seguenti scale)
ECONOMIE DI SCALA:
- a parita’ di tutte le altre condizioni, al crescere della dimensione della capacita’
produttiva installata , diminuisce il costo medio unitario di produzione. Per vedere i suoi
effetti, tutte le altre dimensioni devono rimanere le stesse.
- Aumentare della scala = aumentare della dimensione dell’ investimento.
Per un’ azienda e’ fondamentale decidere la scala di produzione:
-
problema cruciale della vita aziendale da cui dipende il successo o l’
insuccesso.
- esempio: aumento della capacita’ produttiva
ECONOMIE DI SCOPO O DI RAGGIO D’ AZIONE:
- Quando si scopre che fare due o piu’ prodotti all’ interno della stessa azienda, riduce
i costi. Ovvero quando si produce (CTA > CTB) > CT a,b
- non si fa riferimento solo all’ estensione e alle dimensioni ma anche a quelle
produzioni/range (un’ azienda diversificati e’ quella che produce tanti prodotti).
- Economie di scopo vogliono indicare che fare congiuntamente due o pii’ produzioni e’
meno costoso.
ECONOMIE DI ASSORBIMENTO DEI COSTI FISSI: dalle
economie di scala si distinguono le economie di assorbimento di costi fissi che si hanno in
presenza di una riduzione del costo medio unitario a parita’ di capacita’ produttiva.
esempio: aumento sfruttamento impianto
ESEMPIO: AUMENTO DELLA CAPACITA’ PRODUTTIVA
Economie di scala IMPIANTO IMPIANTI
A A + B
0,9 0,9
Tasso di utilizzo della capacità
produttiva
Capacità produttiva 800 1.500
Quantità Prodotta 720 1.350
COSTI FISSI 6.500 9.780
(ammortamenti, personale)
COSTI VARIABILI 5.400 9.650
Costi variabili unitari 7,5 7,15
COSTI TOTALI 11.900 19.430
QUANTITA’ PRODOTTE 720 1.350
COSTO MEDIO UNITARIO 16,53 14,39
Il tasso di utilizzo della capacita’ di mercato non deve cambiare
Costo variabile unitario e’ dato da = costo variabile/quantità’ prodotta.
COSTI TOTALI = SOMMA DI COSTI FISSI E COSTI VARIABILI
COSTO MEDIO COMPLESSIVO UNITARIO = costi totali/ diviso quantità’ prodotte .
cambia perche’ ho venduto di piu’ e quindi a parita’ di costi realizzo piu’ utili
ESEMPIO: AUMENTO SFRUTTAMENTO IMPIANTO
Economie di assorbimento
il costo variabile unitario e’ 7,5 per definizione
il costo medio unitario di produzione scende perche’ ?
a partia’ di economia di assorbimento di costi fissi, cambia
il tasso di sfruttamento, invece .... a parita’ di tasso,
aumenta la scala dell’ assorbimento.
IMPIANTO IMPIANTO
UNICO UNICO
0,7 0,9
Tasso di utilizzo della capacità
produttiva
Capacità produttiva 800