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2. INNOVAZIONE E PENSIERO ECONOMICO
2.1
Adam Smith → progresso tecnologico incorporato nei beni capitali e contribuisce in modo rilevante
al miglioramento della produttività del lavoro e all'innalzamento dei livelli di occupazione.
David Ricardo → teoria della compensazione: i sacrifici che i lavoratori affrontano per effetto del
progresso tecnico attraverso l'eliminazione dei posti di lavoro, vengono compensati dai vantaggi che
derivano dalla creazione di nuove imprese dedite alla costruzione di macchine che assorbiranno i
lavoratori in surplus di altri settori.
Carlo Marx → aspetti sociali dell'innovazione, modula in maniera diversa i ruoli all'interno della
società, e articola in modo alternativo i conflitti fra i diversi attori del mondo economico. Incentivo
allo sviluppo dell'innovazione ha origine dalla pressione concorrenziale capitalistica.
Abbot Usher → innovazioni frutto di una sintesi cumulativa che parte dalla percezione di un
problema o bisogno e conduce a introdurre l'innovazione che risolve il problema o soddisfa il
bisogno.
Joseph Schumpeter → innovazione come processo che interrompe la routine e l'equilibrio esistente
per effetto dell'azione innovativa di alcuni imprenditori che attraverso azioni e comportamenti
pongono le basi per il raggiungimento di un nuovo equilibrio.
Imprenditore Schumpeteriano → per natura un innovatore che agisce in un contesto dinamico, in
contrapposizione con le statiche teorizzazioni neoclassiche. Soggetto altamente innovatore che
riesce a modificare l'equilibrio statico del mercato, trainando la crescita.
Schumpeter contrappone al modello classico, statico, la prospettiva dinamica della concorrenza,
individuando 4 fasi essenziali del ciclo economico:
espansione → recessione → depressione → ripresa
La fasi si caratterizzano per la presenza di ondate di innovazione, che creano cicli in parte durevoli,
l'innovazione non si distribuisce quindi in modo uniforme ma come fenomeno dall'andamento a
grappolo. Schumpeter individua due grandi cicli speculari e complementari: ciclo economico e
ciclo tecnologico:
crescita economica = 0 → ciclo tecnologico = livello max
crescita economica = livello max → ciclo tecnologico = 0
Classificazione innovazioni, secondo Schumpeter:
✔ nuovo prodotto, bene non ancora in uso
✔ nuovo metodo
✔ nuovo mercato di sbocco
✔ nuova fonte di approvvigionamento
✔ nuova organizzazione
Ipotesi Schumpeteriana → relazione esistente tra potere di mercato e capacità innovativa; solo i
mercati fortemente concentrati sono popolati da imprese che possono sostenere i costi
dell'innovazione e l'impresa innovativa riesce, temporaneamente, a sfruttare le rendite di monopolio
derivanti dalla posizione di vantaggio competitivo ottenuta mediante l'innovazione.
La massima efficienza dinamica si realizza in concorrenza dinamica, quando l'imprenditore, almeno
nel breve periodo, gode di un rilevante potere di mercato.
Dasgupta – Stiglitz → la concorrenza imperfetta come struttura che sostiene e incentiva
l'innovazione: la ricerca e gli investimenti sono rilevanti nei mercati con forte concentrazione, in cui
le grandi imprese competono sui brevetti per sfruttare il vantaggio del first mover.
Pensiero schumpeteriano, assunti essenziali:
– innovazione e crescita sono fenomeni interdipendenti
– cambiamento tecnologico e cambiamento strutturale → stessi percorsi evolutivi
– l'innovazione spesso emerge da una crisi.
L'innovazione attraverso la distruzione del sistema in essere crea un nuovo sistema e la sua
diffusione si accompagna e causa crisi nei settori tradizionali.
2.2
Approccio neoclassico
Pensiero neoclassico → stretto legame tra produzione e distribuzione. Innovazione fattore esogeno
per cui il progresso tecnologico non deriva da azioni consapevoli degli attori economici e il tasso di
crescita di tale fattore è indipendente dalle preferenze.
Punti di contatto fra neoclassici ed evolutivi:
– incentivi economici sono determinanti dell'innovazione
– struttura di mercato in relazione con tasso di innovazione (+concentrazione +innovazione)
– condizioni della domanda, in caso di elevati livelli lo stimolo vs l'innovazione è maggiore.
Elementi di discordanza:
– per i neoclassici focus su aspetti statici della concorrenza; studio posizioni di equilibro
trascurando disequilibri o aggiustamenti
– per i neoclassici la tecnologia è come un'informazione che si acquisisce e arricchisce con
l'apprendimento.
2.3
Approccio evolutivo
– attenzione alla dinamica e ai processi di cambiamento e che assume come unità di analisi la
conoscenza, anche tacita, che risiede o è prodotta o acquisita all'interno dell'impresa
– impresa vista come organismo di sviluppo essenziale, che apprende conoscenze e
competenze, si muove in un ambiente dove l'equilibrio è occasionale e i cambiamenti sono
imprevedibili e rapidi
Principali assunti teoria evolutiva:
➢ opportunità influiscono sul livello di progresso tecnologico
➢ incentivi economici sono fondamentali per stimolare l'innovazione
➢ le condizioni della domanda influenzano l'innovazione
➢ attenzione ai disequilibri
➢ analisi situazioni di transizione
➢ tecnologia multidimensionale e legata alla conoscenza
➢ enfasi sulle competenze più che sulle strategie
➢ imprese e performance legate alla propria storia e a quella dell'ambiente in cui operano.
L'impresa è vista come un organismo inerziale che procede per comportamenti, routine
soddisfacenti che si auto-alimentano fino a quando l'ambiente o il mercato impongono un
cambiamento, a cui l'impresa deve adeguarsi.
Ambiente → determina il successo o il fallimento di un'innovazione e/o di un'impresa. Selezione.
Le imprese, secondo questa teoria, operano in ambienti dove domina l'incertezza e la complessità
informativa, in cui la ricerca e l'innovazione sono fenomeni dinamici e complessi.
Routine:
– schemi, protocolli di comportamento, che l'impresa apprende e applica continuamente alla
risoluzione di problemi che ricorrentemente è chiamata ad affrontare;
– processo di apprendimento cumulativo, si realizza attraverso esperienze ed osservazioni; nel
momento in cui il feedback sui risultati attesi è negativo l'impresa innesca meccanismi di
innovazione e quindi di modifica delle routine
– secondo Schumpeter rappresentano un modo di essere di attività che si svolgono nei
laboratori di ricerca della grande impresa;
– l'impresa è una gerarchia di routine, patrimonio intangibile
2.4
Approccio delle capacità dinamiche
– gestione della conoscenza, da Penrose: impresa come repository di conoscenza
– vantaggio competitivo dipendente dal continuo sviluppo delle competenze dell'impresa e
dalla configurazione in modalità nuove delle risorse e delle capacità specifiche;
– impresa vista come un'organizzazione di knowledge-creating
– essenziale la continua riconfigurazione delle risorse e la loro dinamica ricombinazione per
ottenere vantaggi competitivi basati sulle innovazioni.
3 R & S NELLA LETTERATURA NEOCLASSICA
3.1
Schumpeter rileva come i mercati fortemente concentrati presentino maggiori opportunità di
sviluppare ricerca, innovazione; poiché essendo presenti poche grandi imprese che hanno a
disposizione le risorse per sostenere gli oneri di ricerca e si appropriano delle rendite che derivano
dall'innovazione.
Scarso incentivo però per imprese che già godono di un forte potere di mercato.
3.2
Arrow → concetto di incentivo ad innovare:
– variazione del profitto che deriva dall'introduzione dell'innovazione nel processo produttivo,
differenza tra profitto pre-innovazione e profitto post-innovazione;
– incentivo tecnologico
– per monopolista il beneficio innovativo è minimo, potrebbe cannibalizzare parte del profitto
che già realizza;
– nei mercati troppo concentrati il livello di ricerca è minore di quello ottimale
Incentivo strategico:
– confronto profitti impresa I (incumbent) che decide di innovare rispetto agli stessi profitti
nell'ipotesi di innovazione sfruttata da E (potenziale nuovo entrante)
– solo E adotta nuova tecnologia, con riduzione costi marginali di produzione, le due imprese
si dividono i profitti (duopolio)
– incentivo a innovare per E = valore attuale profitto che ritiene di ottenere dall'operazione
– incentivo a innovare per I = valore atteso guadagno derivante dalla prevenzione dell'ingresso
di E
– se incentivo I maggiore di incentivo E → prevale effetto efficienza
– se incentivo E maggiore di incentivo I → effetto rimpiazzo
Modelli Patent Race
L'impresa cerca di assumere una posizione di leadership nella ricerca e nel mercato del prodotto
finale. Nei modelli si ipotizza che tutte le imprese investano in ricerca ma solo una realizzerà
l'invenzione acquisendo il brevetto.
Modelli senza memoria → statici, modelli per cui la probabilità di innovare dipende dalle spese
correnti in R&S;
simmetrici → mercato composto da imprese identiche per costi e tecnologia e per benefici attesi
dall'innovazione:
– modello Dasgupta-Stiglitz
. costi R & S contrattuali
. in equilibrio l'investimento in ricerca decresce all'aumentare della numerosità delle imprese
sul mercato
. maggiore è l'incertezza dei risultati dei progressi di ricerca maggiore è il numero di
imprese sul mercato
. sostiene ipotesi schumpeteriana: concentrazione del mercato favorisce l'innovazione
– modello Lee Wilde
. costi R & S non contrattuali
. in equilibrio l'investimento in ricerca aumenta all'aumentare del numero delle imprese
presenti sul mercato
. sostiene ipotesi che l'investimento in innovazione sia rappresentato da un costo fisso più un
flusso periodico
. all'aumentare del numero di imprese il tempo di attesa per l'innovazione decresce e
decrescono anche i profitti complessivi
– modello Loury
. costi R & S contrattuali
. in equilibrio l'investimento in ricerca decresce all'aumentare della numerosità delle imprese
sul mercato
. sostiene ipotesi per cui la natura degli investimenti in innovazione sono fissi, se aumenta la
concorrenza diminuisce l'incentivo ad innovare
asimettrici → imprese non identiche:
– modello Gilbert Newberry
. al crescere dell'investimento crescono i risultati dell'innovazione in termini di tempo, più
investe in ricerca e prima riesce a r