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CC C(y1)/C(y2)=costo produzione prodotto 1/2 in( (y 1) y 2)Esco= azienda specializzataC ( )y1 , y2 C(y1,y2)= costo produzione prodotti 1 e 2nella stessa azienda despecializzataN.B. se esco: >1 economia di scopo, =1 indifferenza di scopo e <1 diseconomiadi scopoCosti sommersi o affondati:
Sono così chiamati i costi sostenuti dall’impresa che non sono recuperabili. Essinon devono in alcun modo influenzare le decisioni di produzione o di consumo.Esempio: biglietto del cinema perso.I costi sommersi sono solo considerati dall’impresa nella decisione se continuarea produrre, sospendere o chiudere definitivamente l’attività di produzione.
Costi standard:Viene determinato applicando alle quantità standard dei fattori impiegati i prezzistandard corrispondenti. Esso è denominato “ideale” quando rappresental’obbiettivo che l’impresa vuole raggiungere.
La quota di ammortamento:L’ammortamento è una pratica
contabile attraverso la quale si computa il deprezzamento di un bene a logorio parziale, ossia che prende parte ad uno o più cicli produttivi; ogni anno viene recuperata una quota del valore iniziale di quel bene. La quota di ammortamento rientra nei costi fissi di un'azienda ed è utile al calcolo dell'utile o della perdita di esercizio dell'impresa.
Si deve tuttavia effettuare una distinzione tra immobilizzazioni materiali ed immateriali (brevetti, diritti di concessione etc.); nel caso di immobilizzazioni materiali, ad esempio un trattore, le cause della perdita di valore di valore nel tempo sono: logorio (usura del fattore) e obsolescenza (minor capacità produttiva causata dalla presenza di nuove tecnologie più efficienti).
Costi generali:
Sono quei costi che interessano più prodotti dell'azienda despecializzata, come attività direttive o promozionali. Il modo più efficace per determinarli è distribuirli in funzione
ai ricavi che i vari prodotti offrono all'azienda. Costi di transazione: Sono dei costi che stanno attorno alla compravendita dei prodotti; un esempio è sicuramente la raccolta di informazioni che l'impresa deve effettuare per la scelta della miglior opportunità, o i costi per la stipula del contratto e di controllo che questo venga rispettato. Più un accordo è specifico, più i costi del contratto saranno elevati. Inoltre, anche il numero di soggetti coinvolti rende difficoltosa la stipula del contratto. Costi esterni: Sono quei costi che non ricadono sul soggetto che li causa; si parla quindi di esternalità, negative nel caso di costi o positive nel caso di benefici. Esternalità: quando l'attività di produzione o consumo di un soggetto influenza positivamente o negativamente un altro soggetto, senza che il primo paghi o venga pagato. Indica dunque l'effetto di un'attività che ricade verso soggetti che non sono direttamente coinvolti.Costi esterni
I costi esterni sono quei costi che non sono direttamente attribuibili all'impresa e che spesso non hanno alcun ruolo nella scelta decisionale. Un esempio di costo esterno è l'inquinamento, in cui la società sostiene i costi per la bonifica e non l'impresa.
Costo pieno
Il costo pieno è la somma dei costi diretti (legati all'acquisto di materie prime) e dei costi indiretti (attribuiti alla singola unità di prodotto). È necessario individuare i costi indiretti che interessano i singoli prodotti per determinare il costo pieno.
Capitolo 5: gestione della produzione
Gli obiettivi dell'impresa
L'imprenditore è colui che esercita un'attività economica al fine di produrre o scambiare beni e servizi in modo professionale. L'azienda, invece, è il complesso di beni organizzati dall'imprenditore per l'esercizio dell'impresa ed è quindi strumentale all'impresa.
I principali obiettivi dell'azienda sono: profitto, rischio, crescita, internazionalizzazione e sostenibilità.
Forme di mercato
Il
ricavando la quantità Y che massimizza la differenza tra i ricavi R e i costi C. Per fare ciò, l'impresa deve considerare il prezzo di mercato P e il costo marginale CM.quando il costo marginale è uguale al prezzo di mercato (P=Cmg).
Break even point (BEP) tra ricavi e costi:
Il breakeven point è il formale punto di pareggio tra costi e ricavi, ossia quel punto dove il profitto è uguale a 0. Al BEP il prezzo è uguale al costo medio CM.
Il break even point è molto utile in quanto ci permette di valutare l'andamento del profitto in funzione della quantità prodotta; sia Y la quantità prodotta al BEP break even point, se:
- Y<Y allora π<0 PERDITE
- BEPY=Y allora π=0 BREAK EVEN POINT
- BEPY>Y allora π>0 GUADAGNO
BEP N.B. nel caso in cui la funzione di costo non sia lineare, si hanno 2 punti di BEP; molto spesso il secondo non è raggiungibile perché possiede quantità di prodotto YBEP2 troppo elevate e fuori dalla portata dell'azienda.
BEP tra alternative di costo:
In alcune situazioni produttive particolari si può assumere che il costo variabile CV cresca con
la quantità prodotta; ciò significa che il costo variabile medio CVM rimane invariato. La riduzione del costo fisso, che decresce con l'aumento di Y, da origine quindi ad un costo medio CM decrescente. Ricordiamo infatti che CM= CFM+CVM = (CV+CM)/Y. Una situazione di questo tipo è sicuramente rappresentata dalla scelta tra noleggio o acquisto di mezzi agricoli. L'impresa valuta dove i costi sono più bassi; in pratica si eguaglia la tariffa di noleggio al costo medio e si identifica il BEP. A questo punto noleggiare o acquistare possiedono lo stesso costo, e sono entrambe alternative valide. A destra del BEP conviene acquistare e a sinistra conviene noleggiare.
L'ottimo sociale: L'attività produttiva non genera solo costi e ricavi, ma genera anche esternalità, che possono essere positive o negative. L'ottimo privato, rappresentato dalla ricerca del massimo profitto, molto spesso diverge dall'ottimo sociale.
Il beneficio netto sociale è espresso da: (R-C)+BNS BE-CE
Il beneficio netto sociale è espresso da: con BE=benefici sociali e CE= costi sociali.
La condizione di ottimo sociale si raggiunge quando il beneficio marginale netto è uguale al costo marginale esterno. In pratica si ha una condizione di ottimo sociale quando i "danni che fai" sono uguali ai "benefici che apporti".
Capitolo 7: gestione degli investimenti
Valore nominale e valore reale:
I prezzi cambiano nel corso del tempo; il loro aumento fa diminuire la capacità di acquisto della moneta (causando inflazione) mentre la discesa dei prezzi aumenta questa capacità (deflazione).
Il tasso di inflazione è un numero puro che misura la variazione percentuale dei prezzi nel tempo. Nel caso di inflazione assume segno positivo e nel caso di deflazione negativo.
L'indice dei prezzi al consumo, invece, misura il livello dei prezzi sul mercato al dettaglio; la sua variazione percentuale rispetto
All'anno precedente permette di determinare il tasso d'inflazione. Il valore nominale è un prezzo teorico attribuito ad un bene/valuta che si contrappone al valore reale. Per spiegare la differenza tra valore nominale e valore reale è utile fare un esempio: 100€ hanno valore nominale di 100 ma il loro valore reale dipende dalla quantità di beni acquistabili con quei soldi (in pratica dall'inflazione).
Tasso d'interesse nominale e reale: L'interesse è la somma dovuta come compenso per ottenere la disponibilità di un certo capitale per un certo periodo. Il tasso d'interesse è un numero espresso in percentuale che modella la relazione tempo-denaro. Il tasso d'interesse è denominato attivo quando l'operatore presta il denaro e passivo quando questo gli viene prestato. Gli istituti finanziari individuano 2 tipologie di tassi d'interesse passivo:
- TAN: tasso annuo nominale, nella pratica è