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Estratto del documento

B

2 di produttori che producono; quelli che già producevano,

1 hanno un surplus maggiore BCDE; anche i nuovi produttori

A hanno un beneficio che è l’area CEF.

0 0 1 2 3 4 5

Si possono poi incrociare la curva di domanda e di offerta e visualizzare il surplus del consumatore e il

surplus del produttore. Ogni variazione può essere visualizzata come perdita o acquisto di equilibrio.

Surplus

6 consumatore

5

4 E

3

2 Surplus

1 produttore

0 0 2 4 6

Es. D: Q= 100-2P calcolo surplus consumatore e produttore

S: Q= 2P-40 (foto)

Elasticità della domanda al prezzo.

La quantità domandata dipende dal prezzo, dal reddito e dal prezzo degli altri beni, che siano congiunti o

sostituti. La quantità è la variabile dipendente e le altre sono variabili esplicative; se varia una variabile

come ad esempio il prezzo, si ha un impatto sulla quantità domandata. Questo impatto si misura con

l’effetto variazione del prezzo sulla quantità domandata: per misurare l’effetto della variazione di un’unità

del prezzo sulla quantità domandata è necessario conoscere la funzione di domanda del consumatore per

riuscire a capire la variazione di prezzo. Le variazioni si misurano come un Δ: ovvero il rapporto ΔQ/ΔP dice

quanto varia la quantità domandata in seguito alla variazione del prezzo di 1€. Questa misura ha però un

problema: non permette di comparare più beni tra di loro perché il ΔQ è espresso in quantità di bene e il

ΔP in prezzo; è una problematica legata all’unità di misura, le due grandezze non sono confrontabili.

Tuttavia, entrambe le variazioni possono essere divise per dei valori assoluti: ΔQ/Q che è adimensionale ed

esprime una variazione percentuale della quantità domandata, e ΔP/P che è adimensionale ed esprime

una variazione percentuale del prezzo. (ΔQ/Q)/(ΔP/P) è un rapporto tra percentuali adimensionale e

quindi va bene per poter confrontare più beni. Questa misura è detta elasticità (ε) della domanda al prezzo,

ovvero la metrica per misurare l’impatto della variazione della domanda rispetto a una variazione unitaria

del prezzo; misura la sensibilità della domanda alle variazioni di prezzo, è la variazione percentuale della

quantità domandata in seguito ad una variazione percentuale unitaria del prezzo. L’elasticità ha

implicazioni importanti: se varia il reddito si cambia p in m. Le variazioni percentuali consentono confronti

tra grandezze qualitativamente diverse, risolvono il problema di scegliere le unità di misura, permettono di

valutare l’effettiva consistenza delle variazioni di prezzo e quantità.

Segno e valore dell’elasticità della domanda.

Se il prezzo aumenta il segno di ΔP/P è positivo, mentre la quantità domandata diminuisce e quindi ΔQ/Q

ha segno negativo; prezzo e quantità di spostano sempre in maniera inversa e quindi l’elasticità della

domanda ha sempre segno negativo e le variazioni hanno sempre segno opposto, ad eccezione dei beni di

Giffen. L’intensità dell’elasticità della domanda ci dice se la domanda è elastica o meno, in quanto è

sensibile alle variazioni di prezzo.

Il valore dell’elasticità considerato in valore assoluto dice se la domanda è elastica o meno: se |ε|>1, la

domanda è elastica in quanto se il prezzo varia del 1% e la variazione è proporzionale, la domanda è

elastica: il denominatore deve avere un valore più alto del numeratore. Se 0<|ε|<1 la domanda è

anelastica (rigida); Δ/Q varia meno dell’1% e quindi la domanda è poco reattiva al prezzo. Se |ε|=1 la

domanda è a elasticità unitaria.

La spesa del consumatore dipende da due variabili tra di loro collegate: il prezzo e la quantità e influenza il

ricavo per l’impresa; in termini generali c’è una relazione tra elasticità e pendenza della curva: più la curva

è piatta, tanto maggiore sarà l’elasticità della domanda; se la funzione di domanda è molto piatta, per

variazioni unitarie di prezzo si ha una variazione di quantità molto ampia. Se la funzione di domanda è

ripida, si ha una piccola variazione della quantità domandata. Graficamente è così possibile vedere

un’elasticità alta o bassa; inoltre, l’elasticità varia lungo la funzione di domanda perché variano le quantità

e il prezzo a seconda del punto in cui ci si posiziona. L’elasticità della domanda al prezzo sulla funzione

rettilinea varia lungo tutta la funzione di domanda; la variazione di ΔQ è maggiore della variazione unitaria

di prezzo.

L’elasticità è quindi la variazione percentuale della quantità domandata in seguito alla variazione dell’1%

del prezzo; se ad esempio si considera il valore dell’elasticità dell’olio di semi ε=-0,10 vuol dire che

all’aumentare dell’1% del prezzo, la quantità domanda diminuisce dello 0,1%; questa funzione di domanda

per l’olio di semi è anelastica perché il ΔQ è molto più basso del ΔP. La variazione dell’olio di semi è meno

proporzionata alla variazione del prezzo. Se invece si considera l’elasticità dello yogurt ε= 1,23 si dice che se

aumenta dell’1% il prezzo la quantità domandata di yogurt diminuisce del 1,23%. Essendo 1,23> 1, la

domanda è elastica.

Determinanti dell’elasticità della domanda.

L’intensità dell’elasticità della domanda dipende: dal numero di beni sostituti e il loro grado di sostituibilità

(impatto su ΔQ/Q); dai beni necessari e dai beni di lusso (beni necessari anelastica, se aumenta consumo

beni di lusso, diminuisce di tanto elasticità alta). A prezzi alti corrisponde un’elasticità alta, a prezzi bassi

un’elasticità bassa; dalla quota del reddito spesa nel bene (se spendo quota importante nella spesa di un

bene, l’effetto reddito della variazione di prezzo sarà intenso e impatta su variazione di quantità

domandata); dall’orizzonte temporale considerato.

Graficamente la spesa complessiva per l’acquisto di un bene è data dal prezzo di acquisto moltiplicata per la

quantità acquistata, ovvero il ricavo totale che hanno le imprese; le spese del consumatore e il ricavo si

equivalgono. La spesa è data da S = pQ= RT = ricavo totale = area della spesa.

Esiste un legame che tiene insieme la spesa dei consumatori, la variazione del prezzo e l’elasticità della

domanda; in particolare, si hanno due casi distinti: la domanda elastica; la domanda anelastica. Entrambi i

casi si possono avere per la stessa funzione di domanda. Sulla stessa funzione di domanda infatti esistono

sia tratti elastici che tratti anelastici (prezzi alti elasticità alta, prezzi bassi elasticità bassa). Più ci troviamo

nel tratto superiore più la domanda sarà bassa e l’elasticità alta.

4,5 S=pQ=RT

4

3,5

3

2,5

P 2

1,5

1

0,5

0 0 1 2 3 4 5

Q Per ε<1: un aumento del

Spesa ed elasticità prezzo (da 1 a 2) fa aumentare

la spesa; se il prezzo è uno

8 l’area di spesa è quella gialla =

7 12*1. Se si passa dal prezzo 1

a 2, si ha un’area diversa=

6 10*2=20. Un aumento del

prezzo quando l’elasticità è

5

Prezzo inferiore a 1 causa un

4 aumento di spesa per i

consumatori e un aumento di

3 ricavi per le imprese. (es. beni

2 necessari).

Per ε>1: un aumento del

1 prezzo (da 5 a 6) fa diminuire

0 la spesa; se il prezzo dei beni

0 2 4 6 8 10 12 14 16 di lusso aumenta, diminuisce

Quantità la spesa dei beni di lusso

complessiva. Se il prezzo è 5, la spesa è 4*5 =20; se il prezzo aumenta da 5 a 6, la spesa è 6*2=12,

diminuiscono i ricavi per le imprese e diminuisce la spesa per i consumatori. Per ε=1 si ha il tratto

intermedio: qualsiasi variazione di prezzo nell’intorno non fa cambiare la spesa 3*8= 24 4*6= 24, l’area di

perdita e di guadagno si equivalgono. Il massimo di ricavo si ha nel tratto della funzione con elasticità

uguale a 1 e anche il massimo di spesa per i consumatori.

Il rapporto tra il ricavo totale (=spesa del consumatore) ed

3,5 elasticità è rappresentata dal grafico; l’andamento del ricavo

3 in funzione della quantità venduta è un andamento a

ε=1

2,5 campana che ha il suo massimo quando l’elasticità è

2 unitaria.

1,5 es. a) anelastico b) elastico.

1

0,5 Tre casi particolari.

0 1) Se la domanda è perfettamente anelastica, l’elasticità è

0 1 2 3 4 uguale a 0; è rappresentata graficamente da una retta

verticale in quanto il prezzo varia e il ΔQ è sempre 0. La

3,5 quantità domandata dipende totalmente dal prezzo; è il

3 caso dei beni assolutamente necessari: per il consumatore

2,5 tanto è maggiore il prezzo, tanto maggiore è la spesa. La

2 spesa totale è l’area tratteggiata, ovvero l’aumento di spesa

1,5 in seguito all’aumento di prezzo. Più un bene è

1 indispensabile, maggiori sono gli aumenti prezzo, più

aumentano le spese.

0,5 2) Se la domanda è a elasticità unitaria = 1, è rappresentata

0 0 1 2 3 4 graficamente da un’iperbole equilatera; con una funzione

iperbolica l’elasticità è unitaria in tutti i tratti. Le variazioni di

prezzo sono compensate in maniera uguale alle variazioni di quantità. La spesa rimane quindi invariata, le

aree si equivalgono. La variazione di prezzo influenza la variazione di quantità, le aree di perdita si

equivalgono.

3) Se la domanda è perfettamente elastica, l’elasticità tende a + infinito e sarà una retta orizzontale; è un

caso particolare perché le imprese sono in concorrenza perfetta, non possono influenzare il prezzo e quindi

il prezzo è costante. L’impresa non influenza il prezzo e quindi il prezzo che riceve lo subisce dal mercato, è

sempre costante e quindi l’impresa può produrre quanto vuole senza influenzare l’equilibrio di mercato. Più

produce più aumenta il ricavo totale. Quanto è maggiore la quantità che produce, tanto maggiore è il ricavo

totale.

Es. prezzo mele (ariel) esame!!

Elasticità dell’offerta rispetto al prezzo.

L’elasticità

Dettagli
A.A. 2017-2018
51 pagine
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SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/01 Economia politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher alessia.perego di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Elementi di economia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Cavicchioli Daniele.