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I
J
• = covarianza tra il rendimento dell’attività i-esima e il rendimento medio del
IK
mercato
J L
• = varianza del portafoglio di mercato
K H
In sostanza, l’indice è una misura della correlazione che esiste fra il rendimento di una
specifica attività e il rendimento delle attività rischiose nel suo complesso (mercato). La
maggior parte delle attività ha un rendimento la cui dinamica segue da vicino quella del
mercato nel suo complesso. Per tale ragione la gran parte delle attività presenta valori
H
dell’indice intorno a 1. Un indice β pari a 1 significa che la variabilità del rendimento
dell’attività considerata è perfettamente allineata al quella del mercato. Per tale ragione
il suo inserimento nel portafoglio non implicherebbe alcuna variazione nella variabilità
H
complessiva di quest’ultimo. Viceversa, un’attività con un indice maggiore di 1 denota
il fatto che essa ha una variabilità correlata positivamente a quella del mercato ma che
ne amplifica le variazioni. Il suo inserimento nel portafoglio implicherebbe un aumento
H
della variabilità complessiva. Un’attività con indice positivo ma inferiore a 1 indica
attività che seguono l’andamento del mercato ma con variazioni di entità minore.
Definito il modo di misurare il rischio, per poter stabilire il rendimento che gli investitori
dovrebbero attendersi da un progetto d’investimento, occorre definire il prezzo unitario
del rischio. Tale prezzo moltiplicato per la misura del rischio consente di definire il
premio per il rischio relativo ad una specifica attività. Nell’ambito del CAPM il prezzo per
il rischio è misurato dalla differenza fra il rendimento medio del portafoglio di mercato e
−
il rendimento della attività prive di rischio ( ).
K F
Questa differenza è il premio che gli investitori ottengono per il fatto di detenere
è il rendimento che compensa
attività rischiose rispetto ad attività prive di rischio. K 36
per il rischio medio del portafoglio di mercato. Da ciò segue, intuitivamente, che
H=1
un’attività con un dovrebbe avere lo stesso premio per il rischio del portafoglio di
.
mercato, cioè K
La relazione tra rischio e rendimento nell’ambito del CAPM è definita dalla seguente
∗ H
= + − N
M
relazione: I F K F I
H
Gli indici delle diverse attività sono calcolati su base statistica mettendo a confronto
per periodi di tempo sufficientemente lunghi la variazione dei rendimenti delle singole
attività con la variazione del portafoglio di mercato. Per un investitore che sta H
considerando il rischio associato ad un investimento ciò di cui avrebbe bisogno è il
H
prospettico associato a quell’investimento, cioè il atteso per il futuro. Poiché non si
H
dispone di informazioni sui prospettici, le stime riferite al passato sono considerata
H
una accettabile approssimazione del valore cercato. Il calcolo dei riferiti ai diversi
settori di attività sono calcolati e resi disponibili (a pagamento) da parte di società
finanziarie specializzate (fra i più noti vi è il Beta Book della Ibbotson Associates). In
H
taluni casi i valori di riferiti ad azioni quotate o a settori dell’economia sono pubblicati
sulla stampa specializzata.
Sulla base della teoria fin qui esposta la metodologia di valutazione economico-
finanziaria di un investimento dovrebbe avvenire attraverso le seguenti fasi:
• Determinare i flussi di cassa netti per tutto l’arco di vita del progetto (nell’ipotesi
di finanziamento con capitale di rischio) H
• Stabilire il grado di rischio del progetto sulla base dell’indice relativo al settore
di attività nel quale si prevede di investire
• Determinare il costo opportunità del capitale r sulla base della relazione rischio-
rendimento proposta dal CAPM
• Calcolare il VAN del progetto sulla base di r: se VAN>0 accettare, se VAN<= 0
rifiutare. In alternativa calcolare il TIR: se TIR>r accettare, se TIR<r rifiutare 37
-ANALISI DI SENSIBILITÀ E DI RISCHIO
Nella valutazione di un progetto di investimento assume particolare rilevanza la
comprensione delle caratteristiche economico-finanziarie di un progetto e dei fattori,
interni ed esterni, dai quali dipendono i suoi risultati. Lo strumento fondamentale
attraverso il quale sono raggiunti questi obiettivi conoscitivi è quello della simulazione.
La simulazione consiste nello studio del comportamento di un sistema (nel nostro caso il
progetto di investimento) attraverso l’utilizzo di un modello rappresentativo dello
stesso. La simulazione consente di condurre esperimenti sulla reazione del sistema
(progetto) al modificarsi di variabili esterne (ambientali) o decisionali. Attraverso la
simulazione è possibile acquisire una migliore conoscenza delle relazioni fra le diverse
componenti del sistema e delle conseguenze associate alle diverse alternative di
implementazione dello stesso progetto.
All’interno del più generale processo decisionale relativo ad un progetto di
investimento, la simulazione consente di:
• Delineare le conseguenze economico-finanziarie associate a diverse scelte di
implementazione del progetto
• Valutare la sensibilità dei risultati del progetto al modificarsi delle condizioni
ambientali
• Studiare le condizioni che garantiscono maggiore flessibilità in relazione ai diversi
scenari ambientali.
Il modello di simulazione utilizzato nell’analisi economico-finanziaria dei progetti di
investimento è un insieme di relazioni tra grandezze economiche e patrimoniali che
permette di ottenere informazioni sui risultati del progetto a partire da un set di dati di
input. Il modello di simulazione è pertanto costituito di tre principali componenti:
• I dati che riepilogano le ipotesi relative alle variabili esogene e decisionali (input)
• L’insieme delle relazioni economico-finanziarie che, a partire dai dati di input, e
nel rispetto dei vincoli contabili, consentono di costruire il bilancio pro-forma
associato al progetto (può trattarsi anche dei valori aggiuntivi rispetto all’intero
bilancio dell’impresa)
• L’output del modello costituito dagli indicatori (ad es. i flussi di cassa) che sono
utilizzati ai fini della valutazione economico-finanziaria dei progetti di
investimento.
I fogli elettronici (come EXCEL) costituiscono un ottimo strumento (semplice, potente e
flessibile) per la costruzione di modelli di simulazione economico-finanziaria.
L’analisi di scenario consiste nell’effettuare esercizi di simulazione che comportano la
variazione simultanea di più dati di input. L’insieme di tali dati costituisce uno scenario
del quale si vuole valutare l’impatto sui risultati del progetto. In linea teorica si può 38
costruire un numero pressoché illimitato di scenari alternativi. Nella pratica gli scenari
rilevanti sono tre:
• Lo scenario base, il quale corrisponde all’insieme dei valori degli input cui si
attribuisce la probabilità più elevata di verificarsi
• Lo scenario pessimistico nel quale alle variabili di input sono attribuiti i valori
peggiori con riferimento ai risultati attesi dal progetto. Deve comunque trattarsi
di valori realistici i quali configurano uno scenario pessimistico e non catastrofico
• Lo scenario ottimistico nel quale a tutte le variabili di input sono attribuiti i valori
maggiormente favorevoli con riferimento agli esiti possibili del progetto.
I risultati degli scenari pessimistico e ottimistico consentono di ottenere il range entro il
quale si collocano i restanti possibili scenari.
L’analisi di sensibilità consiste nel misurare l’elasticità del risultato di un progetto (VAN,
TIR o periodo di recupero) alle variabili di input che influiscono sui suoi risultati
(quantità vendute, prezzi di vendita, costi, ecc.). A differenza dell’analisi di scenario,
nell’analisi di sensibilità i valori degli input sono modificati uno alla volta al fine di
evidenziarne l’impatto sui risultati. Tale impatto è misurato in termini di elasticità, cioè
di rapporto fra le variazioni relative. Esempio: l’elasticità del VAN al prezzo di vendita dei
prodotti è data da: ∆ D$ ∆ D$
D$
P =
∆
QR+,T ∆ D$
P
Valori di > 1 (in modulo) segnalano un’elevata sensibilità dei risultati alla variabile
considerata.
P
Valori di < 1 (in modulo) segnalano il fatto che la variabile di input considerata ha una
scarsa influenza sui risultati del progetto.
L’analisi di sensibilità va ripetuta per tutte le variabili di input. Ciò che conta
dell’elasticità è il valore assoluto (modulo) piuttosto che il segno. Quest’ultimo è
determinato dal tipo di variabile considerata; se si tratta di variabili che influiscono sui
ricavi (prezzi, quantità vendute) il segno sarà positivo poiché vi è una relazione diretta
con i flussi di cassa, viceversa nel caso di variabili che hanno influenza sui costi. Al
termine dell’analisi può essere costruita una tabella che riepiloga i valori dell’elasticità
per tutte le variabili, eventualmente ordinate per valori dell’elasticità (in modulo)
decrescenti. In tal modo si ha un’immediata percezione delle variabili di input la cui
variazione influisce maggiormente sui risultati del progetto. Non necessariamente una
variabile che presenta un elevato valore di elasticità è una variabile critica. La criticità
dipende, infatti, da due elementi:
• l'influenza della variabile sui risultati (misurata dall’elasticità) 39
• l’ampiezza del possibile campo di oscillazione della variabile. Ad esempio, il
prezzo di una materia prima potrebbe avere un valore elevato di elasticità ma
essere fissato contrattualmente entro un ambito definito
Un ulteriore indicatore frequentemente utilizzato ai fini dell'analisi del grado di rischio
di un’attività produttiva è il punto di pareggio. Esso è definito come quel volume di
attività minimo (espresso in unità prodotte o in valore del fatturato) che deve essere
realizzato in un dato periodo (generalmente l'esercizio annuale) al fine di garantire il
pareggio di gestione. Tale pareggio è in genere riferito al reddito operativo. La
determinazione del punto di pareggio è fondata sulla distinzione fra costi fissi e costi
variabili. Dati i costi fissi, per loro natura indipendent